Charlie Haden, Chet Baker, Enrico Pieranunzi & Billy Higgins | Silence

Ristampe
11.01.2013

Se in Kind Of Blue, Miles Davis era il più “debole” della formazione, in questo quartetto, chi è il “più scarso” tra Charlie Haden, Chet Baker, Billy Higgins e il nostro Enrico Pieranunzi? Oltre che polemizzare, si potrebbe argomentare intorno a questa domanda e alla relativa risposta, ma non è la cosa giusta per due motivi: per una questione di politically correct e perché, in fondo, who cares? La verità è che la ragion d’essere di questa formazione è complessa: trattasi di un cosiddetto “supergruppo” e come tutti i supergruppi, le visioni artistiche – e i cuori – sono più di uno! Una delle sezioni ritmiche di riferimento di tutta l’Enciclopedia del Jazz, un trombettista-cantante semplicemente unico e, tra queste americanità, un pianista italiano che venti anni dopo avrebbe occupato il posto che si merita nel jazz continentale. La complessità di questo quartetto però parte soprattutto dai due top player: Charlie Haden e Chet Baker. Ecco, il loro impegno in quest’album è massimo, anche se con gli occhi del presente, è difficile mettere questi due nomi a fuoco in questo progetto: è più semplice perdersi in due discografie fondamentali, ma anche dispersive. La diagonale artistica di Charlie Haden passa quanto dal seminale doppio quartetto di Ornette Coleman Free Jazz, quanto nei duo con il chitarrista Antonio Forcione registrati recentemente per Naim. E poi c’è il culto di Chet Baker, singer e trombettista capace di imporre il suo delirante lirismo ovunque, dai jazz club alle hall da concerto più prestigiose, dove chiaramente “delirante” vuole essere un apprezzamento.

 

Quando il cool westcoastiano incontra il modernismo del cosiddetto “bop” nascono album come Silence. Originariamente uscito su etichetta Soul Note, Silence, è uno splendido frutto di quella grandiosa opera che la famiglia Bonadrini ha edificato dagli anni settanta fino al nuovo millennio con tre collane fondamentali per il jazz nazionale, ma soprattutto internazionale: Soul Note, Black Saint e Dischi della Quercia. Silence è stato registrato al CMC Studio di Roma sei mesi prima della morte di Baker, cui quest’album è dedicato e, infatti, la sua forma fisica già non è quella di cinque anni prima. L'anno è il 1987, il periodo a cavallo degli anni più abulici nell’interpretazione critica della storia del jazz, per quella perdita di una direzione maestra a seguito delle rivoluzioni multiple degli anni ’70, il post-Coltrane e il post-Miles che hanno residui tutt’oggi. Sono registrati standard e brani originali, con le vette artistiche condensate nel brano Silence a firma Haden e My Funny Valentine, rapsodico evergreen firmato dalla coppia Rodgers-Hart. Questa qui registrata è la migliore versione di Silence che si possa trovare impressa su supporto: mai questo brano è stato riproposto con cotanta maestria e ispirazione ed è palpabile quanto qui la sensibilità dei musicisti sia a fior di pelle. È una ballad impostata su tempi raffermi, dove il pianoforte tira su lidi classici e le spazzole della batteria punzecchiano sulla sponda jazz, portando il brano con un ritmo semplice ma intrigante. L’altra vetta è My Funny Valentine: cantata o strumentale che sia, con questo brano siamo nel midollo del songbook che ha fatto grande la canzone americana. Uno degli standard più celebrati di sempre, cavallo di battaglia di innumerevoli star, Frank Sinatra e Miles Davis su tutti, ma l’interprete vocale per antonomasia è proprio Chet Baker. Solo Baker sembra capace di gestire fino in fondo le subdole ondulazioni di questo brano e, delle numerose volte che l’ha registrato, in quest’album diventa più che mai una lotta tra angeli e diavoli. La sua vocalità scava il brano dal profondo con un colore molto saturo, spremendone dalla melodia ogni microgoccia, bilanciato e bilanciabile solo dalla sua stessa tromba. Perfetto l’accompagnamento, è come se il resto dei musicisti fosse guidato in stato ipnotico da questo canto delle sirene; forse un po’ lo sono davvero, ma si tratta di rispetto e intelligenza artistica!

 

Quest’edizione ha anche altre competenze produttive. I diritti sul master sono del gruppo Get Back/Abraxas e in questa ristampa GN Records, l'etichetta Gold Note – Soul Note/Gold Note: curiosa assonanza dei nomi… – si è curata molto bene la realizzazione “fisica” del disco. È questa la versione meglio suonante di quest’album: 180 gr di alto valore sonico e artistico. Un punto chiave dell’intervento di Gold Note è nella consueta e ossessiva attenzione alla realizzazione del template di stampa e alla successiva fase di trattamento galvanico e i risultati ci sono! Il sound è appena ambrato, però, già dalla parkeriana Visa – Lato A, primo brano – la dinamica e la velocità negli attacchi sono ottimi e i suoni escono bene. Il soundstage è ad arco di cerchio con la profondità mantenuta ridotta: Haden non è il musicista che si fa registrare due passi dietro tutti. Unico appunto è sulla batteria: troppo chiuso il suono del kick e troppo più larga del pianoforte che per contro è piuttosto stretto nello spicchio destro del soundstage.

 

Per gli amanti dell’etichetta e fan di Charlie Haden: The Complete Recordings on Black Saint and Soul Note, box di cinque CD rimasterizzati dalla CAM Jazz.

 

Charlie Haden, Chet Baker, Enrico Pieranunzi & Billy Higgins

Silence

GN Records/GET0723

LP

Total time 44’06’’

2012

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