Io e il mio impianto

Diritto d’autore: i redattori si presentano
03.10.2017

Pubblicitario e consulente per la comunicazione d'impresa. Blogger a singhiozzo per il tempo disponibile ma amante fedele della musica e dell’Hi-Fi. Negli anni '90 recensore e redattore per la rivista Stereo. Attualmente collezionista e sostenitore dell’Hi-Fi di valore reale, per questo ideatore e fondatore del blog Hi-FiveStars: alta fedeltà a cinque stelle, gli apparecchi senza tempo che hanno fatto la storia dell’alta fedeltà. La partecipazione a ReMusic prevede inizialmente proprio un contributo in questo senso, con l’obiettivo di mettere a confronto e in discussione i punti di riferimento con le nuove frontiere: gli apparecchi che hanno fatto storia – e che spesso salgono ancora in cattedra – a confronto con i nuovi prodotti e le nuove tecnologie.

 

Il mio impianto vintage

meccanica CD Roksan ROK-DP1

cavo digitale Kimber Kable AGDL - 0,5 m

convertitore Wadia 12

cavo di segnale Kimber Kable KCAG - 0,5 m

preampli Audio Research LS7

cavo di segnale Straight Wire Maestro - 1 m

finale Classé Audio DR-3

diffusori Sonus Faber Minima Amator

bi-wiring di cavi Cogan Hall Intermezzo - 2,4 m sulle medio-alte e MIT Shotgun S1- 2,4 m sui medio-bassi, più XLO Ultra 6

 

Il primo componente, l'ambiente di ascolto

L'ambiente d'ascolto, acusticamente trattato per ospitare l'impianto di riferimento e testare gli altri componenti messi a confronto, è da considerarsi parte integrante della catena di riproduzione e base neutra per "assaggiare" e valutare il profilo sonico degli apparecchi in prova. L'acustica favorevole conseguentemente ha agevolato il compito di individuare le sinergie che questi riescono ad esprimere all'interno della catena di riproduzione. La correzione acustica del locale, che presenta delle dimensioni di circa 9x5,5 m x 2,60 di altezza, è stata realizzata sulla base di rilevamenti acustici tramite analizzatore di spettro con la consulenza e il progetto dell'ing. Duilio Marzorati.

 

La mia sala d'ascolto

In partenza, l'ambiente con i suoi 45 mq circa, il pavimento in marmo e le pareti vuote, presentava tempi di riverbero lunghissimi. La frequenza di risonanza si attestava attorno ai 57 Hz, il tempo di decadimento su impulso sonoro, che viene indicato con la misura T60 – tempo necessario a un impulso sonoro di attenuarsi di 60 dB – a causa delle riflessioni, era di oltre i 2 secondi. Tali caratteristiche creano una situazione molto poco favorevole all'ascolto della musica, l'immagine è sfocata, le code sonore provocano a varie frequenze, rimbombo e/o cancellazioni del messaggio musicale e perdita di dettaglio.

Si procede quindi a un primo intervento per abbattere il tempo di decadimento, che dovrebbe essere attorno a 0,5 secondi o poco più per un locale di queste dimensioni. Viene realizzato un controsoffitto in legno mineralizzato con interposta lana di vetro e delle velette verticali distanziate 110 cm l'una dall'altra in base al calcolo dei tempi rilevati dall'analizzatore di spettro, per minimizzare gli effetti della frequenza di risonanza. Sul fondo del locale viene realizzata una parete vibrante in legno, accordata anch'essa sulla frequenza di risonanza dei 57 Hz della stanza, con spessore da 1 cm e su telai che la distanziano 20 cm dalla parete in muratura. Sul pavimento in marmo viene posato un pavimento in legno con interposto uno strato di gomma ad alta densità di 6 mm di spessore per isolare acusticamente il locale e contemporaneamente creare un altro elemento che attenui le risonanze sulle basse frequenze.

All'ascolto è subito evidente la drastica riduzione delle code sonore, quindi si passa a una fase di messa a punto del progetto. Da una seconda misurazione risulta che i tempi di riverbero tra 63 e 250 Hz sono ancora lunghi, decrescono da 2,3 a 0,8 secondi, questo determina ancora un certo oscuramento timbrico e presumibilmente la resa potrebbe migliorare nella messa a fuoco e nella capacità di dettaglio. Per riequilibrare i tempi di riposta e renderli possibilmente omogenei alle varie frequenze, sulla parete di fondo, alle spalle dei diffusori, vengono realizzati dei mobili angolari, calibrati per assorbire quelle frequenze, variando le dimensioni, l'accoppiamento di materiali e la forma. Per ottenere una corretta quantità di prime riflessioni vengono posti dei pannelli ad assorbimento selettivo, mascherati da quadri, esattamente nei punti dove l'emissione dei diffusori rimbalza sulle pareti laterali e raggiunge il punto di ascolto. Contestualmente si dovrà a questo punto individuare la posizione ideale dei diffusori, che varierà a secondo del diffusore.

Grazie alla gestione delle prime riflessioni si ottiene focalizzazione, ampiezza e profondità della scena sonora, all'ascolto si percepisce l'assenza di code sonore, si ha infine una sensazione di trasparenza e pulizia, di microcontrasto e dinamica, di nettezza e di separazione dei suoni, e la sensazione di poter cogliere ogni piccola sfumatura.

L'ultimo rilevamento dell'analizzatore di spettro conferma una coerente risposta dell'ambiente: T60 = 0,5 sec. da 125 a 4.000 Hz a +/-1 dB. Il forno è pronto e caldo per cucinare gustose ricette...

 

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