NdR | Da molto tempo Paolo Di Marcoberardino non fa più parte della Redazione ReMusic.
Nome
Paolo
Cognome
Di Marcoberardino
Stato civile
Coniugato
Figli
Una
Dove vivo
Nella città più bella del mondo e ci dispiace per gli altri.
Passioni
Troppe. Ogni mezzo che abbia un motore. Il Sahara con la mia Toyota, i viaggi notturni con la mia Harley Davidson, la Musica tutta purché mi tocchi il cuore, la fotografia, il buon vino, un buon sigaro, la buona compagnia, la buona cucina. In poche parole le buone cose della vita.
Sport
A vent’anni atletica. Poi rugby per brevissimo tempo, ma troppe botte… Lo sci. Ora tento con il tennis, e sono anche cintura nera di riposino sul divano.
Cosa detesto
I tuttologi, gli arrivisti, i raccomandati, i santi e i navigatori, i traffichini e i disonesti, quelli che utilizzano termini in inglese per vendere fumo (ne girano a bizzeffe in ogni azienda italiana), i selfisti, quelli che feisbuc, quelli sempre molto interessati alla vita degli altri (ma fatte un po’ li cazzi tua…).
Praticamente buona parte dell’umanità, quindi, e come vedete detesto anche essere politicamente corretto. Evito con cura anche le zanzare e la pasta scotta.
Il sogno nel cassetto
Una chiacchierata con W.A. Mozart. Scrivere un romanzo e poterlo pubblicare.
Chi avrei voluto essere
James Bond.
Il primo impianto
Tutto Technics e casse RCF BR 1180: un orrore, ma ho capito da subito come non deve suonare un impianto.
L’ultimo impianto
Wilson Benesch Circle con braccio Act 0.5 con alimentatore Orbit, testina Audio-Technica ATOCC3, Naim CD5X con alimentatore Flatcap 2X, pre phono Audion Phonostage con trasformatori Beyerdinamic, pre linea Dromos Metis con valvole NOS Mullard e Telefunken, finale Conrad Johnson MV60, diffusori Klipsch Heresy III su basi autocostruite, filtri BlackNoise, accessori utility e inutility di vario genere. Cavi tanti e di vari marchi, MIT, Transparent Cable, Straight Wire, Cardas, Nordost, Audioquest, ecc. ma soprattutto autocostruiti in argento puro, che provvedo personalmente a intrecciare nelle notti di plenilunio cantando una litania in giapponese antico. Per la musica liquida mi sto attrezzando con molta calma.
Esperienze editoriali
Passate, Videohifi, Fedeltà del Suono e Audiophile Sound. Attuali, solo ReMusic.
Quello che penso dell’hi-fi
Una grande passione e un gran bel gioco, rovinato in parte da un mercato che si è dedicato soltanto al cliente ricco e scemo, facendo fuggire quelli meno ricchi e meno scemi, ma soprattutto quelli più giovani.
Quello che penso delle riviste hi-fi
A volte utili come un frigorifero dentro a un igloo, ma c’è chi lavora con passione e in modo serio. Recensire un oggetto è cosa tutt’altro che facile. Quello che manca è il trasmettere una cultura della passione, intesa come guida per un approccio sano all’hi-fi; bisognerebbe far capire a tutti che gli acquisti compulsivi non portano a nulla, se non a vendere tutto nel giro di qualche anno e a stancarsi del gioco prima o poi. Ma purtroppo troppi addetti ai lavori pensano che sia meglio spremere il cliente piuttosto che farlo crescere negli anni.
Un consiglio spassionato
Ascoltate più musica dal vivo che dal morto.