Questa mattina presto è arrivata la notizia della scomparsa di Bebo Moroni. Non mi ricordo il momento o il giorno in cui ci siamo conosciuti, sicuramente da ragazzini, probabilmente durante uno dei pellegrinaggi settimanali da Federici Alta Fedeltà, uno dei negozi storici di Roma. Poi, un giorno mi incontra e mi dice: “Maurizio ti andrebbe di scrivere per Suono?”. Così per un periodo ci siamo frequentati assiduamente e l'amicizia si è consolidata.
Poi lui ha fatto altre cose, io invece per un po' ho continuato e ci siamo persi di vista. Ci si incontrava alle fiere, un abbraccio e un “come va?”. Ora questa notizia accende il rimpianto di non averlo cercato, anche se l'idea ce l'avevo. Non so come fosse negli ultimi tempi, io mi ricordo un giovane uomo divertente, talvolta ansioso, con un sacco di fantasia, sempre in movimento e con una capacità di scrittura più grande di quello che ha mostrato nelle riviste di settore.
Non voglio parlare di Bebo come un personaggio del mondo Hi-Fi, non mi interessa, non sono in grado di farlo, sono, rimango un outsider e trovate comunque una sua scheda di presentazione qui. Posso però dire, con le parole dell'amico Marcello Costa, che Bebo ha saputo descrivere, o inventare se preferite, il sogno dietro la passione che spinge gli audiofili – forse un termine che proprio lui ha introdotto in Italia – a essere quello che sono: irrazionali, eccessivi ma appassionati.
Bebo non è passato indimenticato.
Un abbraccio.