Non so quanto sia stata d’ispirazione, né quale sia l’apprezzamento di Lamatilde lo studio di design che ha curato l’aspetto degli apparecchi in prova per la TS522. Personalmente nutro una sorta di reverenza per molto del lavoro di Richard Sapper che, per inciso, è anche il padre dell’iconica lampada Tizio, altro mirabile esempio di design minimalista. Fatto sta che il mio primo pensiero, vedendo i prodotti di AudioDinamica, è andato proprio alla mitica “radio cubo” di Brionvega. Quattro centimetri in più per lato, alluminio in luogo della plastica, linee tese al posto di quelle arrotondate. Al netto di queste differenze, la comune volontà di stravolgere gli schemi e rifiutare l’omologazione. I “cubetti” AudioDinamica, passatemi l’affettuoso appellativo, di primo acchito si fanno certamente notare per la forma inconsueta e le ridotte dimensioni, ma altrettanto rapidamente, grazie alla qualità dei materiali impiegati, alla precisione dell’assemblaggio e alla meticolosa verniciatura, perché per chi lo desiderasse è comunque possibile averli anche in versione anodizzata, nera o silver, trasmettono un non so che di esclusività, che ci informa, senza dubbio alcuno, che si tratta di “roba audiofila”!
Personalmente, delle molte versioni inviatemi ho trovato particolarmente accattivante la versione proposta con verniciatura opaca ruvida. Una finitura che con l’uso si è rivelata molto piacevole al tatto e resistente alle impronte. Il retro di tutti gli apparecchi è costituito da un pannello, anch’esso in alluminio, anodizzato silver, su cui sono impresse con chiarezza tutte le informazioni tecniche e di sicurezza, particolare questo che li rende belli anche dietro.
I frontali, tutti accomunati da un gran rigore stilistico, si presentano perlopiù privi di qualsivoglia comando, al massimo troviamo la manopola del volume e, dove previsto, l’ingresso per le cuffie. Strisce di LED bianchi celati dietro a un diffusore di plastica fumé, posti in diagonale o in verticale, ci informano circa lo stato di funzionamento dell’apparecchio.
Un discorso a parte lo merita il servizio di personalizzazione, offerto per tutti i prodotti AudioDinamica, che non si limita alla sola scelta del colore del cabinet, alla finitura opaca, lucida o anodizzata, ma che, grazie a un ingegnoso quanto pratico sistema di fissaggio magnetico dei frontali, ne permette la sostituzione a piacimento. Ne esistono perfino alcuni in legno pregiato o tessuto, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
A livello di connessioni abbiamo tutto quanto ci occorre, è roba audiofila, ve lo avevo detto… Il preamplificatore BeCube Line presenta ingressi e uscite sia bilanciate che sbilanciate e l’ingresso per il cordone ombelicale di alimentazione per il proprio alimentatore BeCube Power. Il pre-ampli cuffie BeCube Headphone Amp è invece dotato di sole connessioni sbilanciate e di uno switch per la selezione del guadagno a +3 o +9 dB. I finali BeCube Mono Amp a loro volta consentono sia il collegamento XLR che RCA, selezionabile tramite apposito selettore. Per la connessione dei diffusori sono stati scelti dei pregiati connettori a pannello in rame della Mundorf, in grado di accettare cavo spellato, forcelle e banane.
Per tutti gli apparecchi il cavo di rete è staccabile e la vaschetta IEC è dotata d’interruttore e fusibile.
Giusto il tempo di un rapido inciso per sottolineare come le ridotte dimensioni e il peso, di queste elettroniche, finalmente ragionevole, abbia reso immediata la loro integrazione con il resto dei componenti utilizzati per il nostro test, che siamo pronti per cominciare.
Per la prova di ascolto ho alternato due differenti setup, uno collegato in sbilanciato, costituito dal BeCube Headphone Amp e dai finali BeCube Mono Amp, e un altro composto dal preamplificatore BeCube Line più alimentatore BeCube Power e finali BeCube Mono Amp, tutto collegato in bilanciato. Come sorgenti ho utilizzato un CD player Lector CDP7 con PSU 3T, mentre per la liquida ho impiegato un network player SOtM SMs-200 Ultra con alimentatore separato SOtM sPS-500 o in alternativa un MacBook Pro con Audirvana, entrambi collegati al DAC Belcanto 1.7.
Let’s change the tune! È questa l’esortazione che a caratteri cubitali richiama l’attenzione del lettore nell’homepage del sito AudioDinamica. Detto fatto, accetto il suggerimento e per questa prova di ascolto stravolgo la mia consueta scaletta fatta di musica acustica, voci femminili e tanto jazz, per una compilation a più alto numero di ottani.
Inizio quindi con una recente scoperta, che racchiude in sé tutti gli ingredienti necessari per prendere le misure ai cubetti torinesi: FKA Twigs. Per chi non la conoscesse, consiglio caldamente la presa di contatto con questa eclettica indossatrice, ballerina e cantante che si giova oltre che d’indubbie qualità artistiche e interpretative anche del supporto di un’accurata produzione. LP1, il suo lavoro di esordio, è al tempo stesso R&B, Trip Hop e downtempo, ma è soprattutto quanto di più differente mi è capitato di ascoltare ultimamente. Fin dalla prima traccia si è catapultati all’interno di un originalissimo spazio sonoro popolato da suoni purissimi e campionamenti industrial miscelati fra loro con una creatività e un gusto veramente inconsueti. Al cospetto di un tessuto sonoro così complesso, accompagnato oltretutto da un comparto di basse frequenze d’eccezione - scordatevi qui le atmosfere rarefatte care alla musica ambient, alla Brian Eno per intenderci: amplificazioni e diffusori troveranno pane per i loro denti. A giudicare da quanto abbiamo per le mani quest’oggi: un preamplificatore moderno a jFET estremamente silenzioso e con alimentazione separata e finali mono in classe D capaci di ben 130 watt su 8 ohm, dovremmo però disporre di tutto quello che ci serve per affrontare la sfida. Grazie al ridotto tempo di riscaldamento di cui necessitano le amplificazioni in classe D, sono presto pronto per iniziare il mio viaggio musicale. Come prima traccia seleziono Hours e sono subito 4’:25” di pura delizia! Il brano alterna continuamente momenti di elevata pressione sonora ad altri in cui si odono solo sussurri e suoni rarefatti, in un incedere che esalta da un lato l’estrema silenziosità di queste elettroniche e dall’altro l’eccellente slew rate e la generosa erogazione di potenza dei moduli Hypex Ncore 250, cuore pulsante dei BeCube Mono Amp. Il suono risultante è estremamente dinamico, con attacchi repentini e decadimenti controllati, assolutamente sorprendente il punch che questi piccoli cubetti riescono a tirar fuori dai piccoli mid-woofer delle LS50. Il fronte sonoro percepito, che contraddistingue tutto il disco, è assolutamente fuori dall’ordinario. Oltre che inusitatamente esteso orizzontalmente, è anche, in alcuni momenti, in grado di generare suoni che sembrano provenire dal soffitto! In questo caleidoscopio sonoro si apprezzano un’eccellente nitidezza e una stabilità dell’immagine che risultano insensibili alle variazioni di volume e di registro. Anche alzando di parecchi scatti il volume di ascolto, nessuna gamma di frequenze diventa predominante e la linearità non viene mai meno. Niente male come inizio!
Continuando con Cornelius e il suo Point, altro CD delizioso per originalità, non posso che confermare la precedente impressione, scena particolarmente ampia e ben sviluppata in altezza. La pressione sonora poi, che in alcuni passaggi raggiunge qui livelli quasi brutali, grazie alla ridotta distorsione che caratterizza queste elettroniche non determina mai fatica di ascolto o fastidio. Terminando la mia incursione nella musica elettronica che è proseguita fra gli altri, con Air, Bjork, FSOL, Burial e Sakamoto, posso affermare senza ombra di dubbio che quello che non verrà mai a mancare ai possessori di queste amplificazioni AudioDinamica saranno bassi potenti e controllati. Forse ai più accaniti sostenitori delle valvole potranno sembrare un po’ troppo asciutti, e io sono fra quelli, ma dalla loro possono di certo vantare un invidiabile velocità e controllo.
Cambiando registro e passando a un po’ di R&B e ai raffinati arrangiamenti di Quincy Jones di cui possiamo godere in abbondanza nell’ottimo CD Ultimate Collection, disponibile anche nel formato ibrido CD-SACD che vi consiglio, ho ancora una volta apprezzato un’analiticità davvero elevata e una collocazione spaziale delle voci e degli strumenti assolutamente eccellente. Degna di nota è la disarmante facilità con cui ogni singolo dettaglio sonoro vada a occupare precise porzioni di spazio e lì rimanga sempre perfettamente a fuoco, anche quando nuovi suoni si aggiungono via via, infittendo la trama complessiva. I bassi anche qui sono potenti, asciutti e controllati. Velocità ed erogazione di potenza non costituiscono mai un problema, anche se un basso un poco più lungo e rotondo sarebbe preferibile per donare un po’ più di calore a un’interpretazione generalmente tendente al chiaro.
Di pura eccellenza la resa del medio-alto, sassofoni o trombe non fanno differenza ed entrambi sono restituiti con assoluta purezza, anche quando spingono a fondo non risultano mai affaticanti o fastidiosi. Le voci femminili – tanto era solo una questione di tempo e prima o poi ci saremmo arrivati – sono restituite con dedizione assoluta.
Ogni dettaglio, inflessione, sfumatura, respiro, finanche intenzione, è catturata per essere offerta all’ascoltatore come meglio può fare solo l’ascolto in cuffia con alcune elettrostatiche ben pilotate. La resa delle voci, un aspetto cui tengo in modo particolare – ma forse lo avevate già capito – è la caratteristica che più mi ha colpito di queste elettroniche, a tal punto da aggiungere ai miei consueti benchmark anche Joss Stone, Melody Gardot, e quel clone vocale, peraltro riuscitissimo, di Lady Day che risponde al nome di Madeleine Peyroux. Che dire? La capacità d’introspezione di queste amplificazioni è veramente notevole, soprattutto per merito di una sezione pre particolarmente ben riuscita, tanto che più di una volta ho avuto l’impressione di essere collegato emotivamente con l’interprete che a turno si esibiva sul mio personale palcoscenico virtuale, proprio come accade quando si ha la fortuna di poter ascoltare il proprio artista preferito da una buona poltrona a ridosso del palco.
Per rimanere in tema di restituzione delle voci, c’è da segnalare che le elettroniche in esame prediligono registrazioni di buona qualità. Se l’incisione non è all’altezza, o se si ascoltano file non lossless o con molta compressione, la tendenza al chiaro di queste elettroniche, sommandosi alla minore quantità di informazioni presenti nella registrazione, produrrà un suono esile e poco emozionante. A farne maggiormente le spese sono anche le voci maschili, che appaiono più sottili e con meno corpo del consueto. Un vero peccato che così tanta raffinatezza manchi di quel pizzico di calore che renderebbe tutto veramente magico.
Confesso che i miei sospetti si sono concentrati fin da subito sui finali in classe D, i moduli impiegati a dire il vero sono unanimemente considerati fra i migliori, se non i migliori in assoluto fra quelli disponibili sul mercato OEM, non di meno, ancora oggi molti appassionati non digeriscono il suono della classe D, descrivendolo spesso come povero d’armoniche. Questa spiegazione in verità non mi ha mai convinto un granché e, potendo disporre di tempo per approfondire l’argomento, mi sono preparato una bella scaletta ad hoc, fatta di brani ricchi di pianoforte e strumenti a corda. Dopo aver ascoltato a lungo entrambe le coppie di esemplari in prova, mi sento di affermare che il problema non è quello della paventata povertà di armoniche, che al contrario sono ben presenti, quanto il loro repentino decadimento. Quello che ho percepito è che quella rapidità, che li rende così apprezzabili con la musica elettronica, può rivelarsi un limite per quella acustica.
Cercherò di spiegarmi meglio con un esempio culinario. Immaginate un bel piatto di spaghetti allo scoglio. Le cozze, le seppioline, i gamberoni, tutti gli ingredienti sono di ottima qualità e la loro freschezza è fuor di dubbio. Anche i pomodori sono eccellenti, il loro grado di acidità è perfetto, l’olio impiegato è sapido e delicato al tempo stesso. La cottura della pasta? Da manuale. Eppur sembra mancare qualcosa per rendere questo piatto memorabile. Pressappoco è quel che accadeva nei miei ascolti. Ero al cospetto di un preamplificatore in grado di estrarre un sacco d’informazioni e di collocarle nello spazio con millimetrica precisione, su questo non c’era ombra di dubbio. I finali non avevano mai manifestato alcuna incertezza anche nei passaggi più impegnativi, dimostrandosi lineari e introducendo una distorsione impercettibile, eppure il suono non poteva definirsi del tutto emozionante e coinvolgente. Ho quindi incominciato a pensare che sia il BeCube Line che il BeCube Headphone Amp potessero suonare ancora meglio accoppiati a uno stadio finale a valvole. Ma prima che decidessi di sostituire i classe D con le KT120 del CTA 506, ho avuto l’intuizione che è poi sarebbe risultata vincente. Perché non impiegare invece un paio di diffusori con dei coni più grandi? Perché non sfruttare l’inerzia di woofer di dimensioni più generose per riempire un poco di più quella scena così asciutta? Bingo! È stato come aggiungere un po’ d’acqua di cottura della pasta al sugo di cui sopra per ottenere quell’armonia di sapori che trasforma un buon piatto in un piatto unico. Senza perdere nulla delle apprezzabili caratteristiche di analiticità e raffigurazione spaziale del preamplificatore, né dell’invidiabile velocità dei finali, ora quel tappeto di basse frequenze che prima i piccoli coni metallici delle KEF non erano in grado di generare, amalgamava il tutto rendendo l’ascolto più viscerale e coinvolgente. Le voci erano ora più piene, carnose. Anche il sax tenore e la chitarra elettrica acquisivano maggior corpo ed espressività. Adesso sì che era un gran bel sentire!
A beneficio di chi si stia chiedendo “ma l’avrà poi ascoltato con le KT120?”, rispondo che, sì, l’ho fatto e che ho provato anche il contrario, collegando i BeCube MonoAmp al CTA 305. Delle due permutazioni, quella che mi è piaciuta di più è stata la prima. In entrambi i casi, comunque, il mix fra valvole e transistor si è fatto sempre apprezzare per un suono di alta qualità.
Giunti alla conclusione di una rotazione di ascolti veramente completa, resasi possibile dalla non comune disponibilità del produttore, che mi ha consentito di godere degli apparecchi in prova per un periodo veramente lungo – dapprima come prototipo mono telaio e successivamente nella loro forma definitiva di “cubetti” – definirei entrambe le soluzioni AudioDinamica dei sistemi estremamente versatili, dotati di elevate capacità di pilotaggio e, grazie soprattutto alla sezione pre, di indubbia raffinatezza. La cifra stilistica è quella comune alle amplificazioni a stato solido di concezione moderna, caratterizzate da un suono veloce, analitico ed estremamente lineare. Proprio la mancanza di coloriture o enfasi in gamma media rappresenta il valore aggiunto di queste elettroniche, a patto di dedicare attenzione alla scelta dei diffusori da affiancargli. Per la mia personale esperienza suggerirei l’abbinamento con sistemi di sufficiente litraggio. Con monitor di piccole dimensioni ritengo vantaggiosa l’adozione di un subwoofer di qualità.
Parlando di sorgenti, non ho notato particolari differenze ed entrambi i setup di liquida o CD si sono equivalsi. Forse quest’ultimo si è fatto leggermente preferire per un suono più comunicativo e pieno, più per merito delle specifiche caratteristiche del Lector CDP 7, che per una maggiore predisposizione del BeCube Line verso questa tipologia di sorgenti.
Alla luce di quanto sopra, quando ben interfacciati, i nostri possono agevolmente destreggiarsi con tutti i generi musicali. L’elettronica e il rock si avvantaggeranno in modo evidente delle caratteristiche proprie dei finali in classe D, consentendoci elevati volumi di ascolto indistorti, mentre con la musica soul, jazz e R&B, il riuscito pre BeCube Line, che ho preferito al più semplice BeCube Headphone Amp, saprà coccolarci con una ricchezza di dettagli, una messa a fuoco e un senso del ritmo veramente sorprendenti.
Un’ultima considerazione è per l’estetica veramente particolare di questi prodotti. A me è piaciuta, e anche molto. Trovo lodevole e degno di nota l’intento di voler vestire in maniera differente oggetti che, nell’uniformato panorama dell’Alta Fedeltà contemporanea, paiono assolutamente troppo uguali gli uni agli altri.
In conclusione, conoscendo la predilezione che i ragazzi di AudioDinamica nutrono per le valvole, li attendo a una prossima realizzazione in cui il formato dei cabinet sia meno vincolante, soprattutto per la sezione finale. Cionondimeno le elettroniche qui proposte si segnalano per alcune caratteristiche di tutto rispetto e conseguentemente il mio FI* per queste elettroniche BeCube di AudioDinamica è quattro.
* Il Farewell index, FI, esprime quant’è doloroso per il recensore il distacco dalle apparecchiature in prova al momento della loro restituzione. I valori di questa scala vanno da un minimo di 0 o “nessun rimpianto” a un massimo di 5 “se me lo posso permettere lo compro!”.
Addenda BeCube Headphone Amp
Alcuni anni fa Swatch ha registrato la celebre espressione “One more thing” usata nei key note da Steve Jobs per presentare all’ultimo momento e in maniera del tutto inattesa dei prodotti nuovi o inattesi. Quella frase così semplice e innocua è stata per molti anni causa degli “ooh!” d’ammirazione del pubblico. La stessa cosa è quanto è successo al sottoscritto quando ha deciso di collegare un paio di cuffie al BeCube Headphone Amp. Non è mia intenzione farne qui una recensione approfondita, ma ritengo comunque doveroso informare il lettore e il potenziale acquirente di questo prodotto che ci troviamo al cospetto di un ampli cuffie con le palle! Devo confessarvi che non sono un grande amante dell’ascolto in cuffia, a cui preferisco di gran lunga quello tradizionale. Nonostante ciò, di tanto in tanto o quando viaggio, non disdegno questa forma di ascolto così intima ed estraniante, che per gusto personale riservo quasi esclusivamente alla musica elettronica. A mio avviso questo genere musicale si presta moltissimo, perché possiamo infischiarcene del realismo spaziale e, per una volta, quel suonare “nella testa” non costituisce più un limite, ma accresce ulteriormente l’emozione.
Raffinato e al contempo potente, il BeCube Headphone Amp mi ha spinto a smettere i panni del recensore e a radunare un po’ di rumenta con cui giocare. Chiuse, aperte o IEM, hanno suonato tutte, bene o benissimo AKG K 501, Koss Pro 4AAA, Denon AH D2000, Pioneer SE-M10, Sennheiser 800 e Momentum In Ear. Anche il confronto con un sistema Stax SR-L500 più SRM-006TS o con un iFi Micro iDSD Black Label – gran brutto cliente anche per amplificazioni desktop – non l’ha mai visto in difficoltà né tantomeno sconfitto. Headstage convincente, basso controllato, potente e saettante. Alte frequenze levigate quanto basta a non renderle troppo frizzanti e fastidiose, soprattutto con le IEM. Chi acquisterà questo piccolo cubetto avrà un vero preamplificatore e un vero ampli cuffie, niente di più e niente di meno. E scusate se è poco!
Software utilizzato
FKA Twigs - LP1 - Young Turk Recordings 889030011824
Cornelius - Point - Polystar Japan B01KAS00JC
Bjork - Vespertine - Polidor 589000-2
FSOL - ISDN - Virgin 7243 8 40387 2 4
Autechre - Amber - Warp Records WARPCD25
AIR - 10.000 Hz Legend - Virgin 7243 8 10332 2 7
A Perfect Circle - Mer de Noms - Virgin 7243 8 502612 6
Burial - Burial - Hyperdub HDBCD001
Sakamoto - Chasm - Warner Music Japan WPCL-10072
Quincy Jones - Ultimate Collection - A&M Records 583 565-2
Chiara Civello - Canzoni - Sony Music 88843063812
Greta Panettieri - Shattered-Sgretolata - Greta’s Bakery Music GBM003
Rachelle Ferrell - First Instrument - Blue Note 72438 27820 2 5
Petra Magoni - Musica Nuda - Radio Fandango 0171232RAF
Roberta Gambarini - So In Love - Groovin' High - 060251 7960107
Lucia Minetti - Jazz Nature - Velut Luna - CVLD 294
Caecile Norby - My Corner of the Sky - Blue Note CDP 7243 8 53422 2 6
Joss Stone - The Soul Session - Virgin 00602557280036
Madeleine Peyroux - Dreamland - Atlantic 7567-82946-2
Melody Gardot - My One and Only Thrill - Verve Records 1796781
Ben Harper - Diamonds in the Inside - Virgin 7243 5 82502 2 0
Neil Young - Harvest Moon - Reprise Records 9362-45057-2
JJ Cale - Anyway the Wind Blows - Mercury 532 901-2
John Scofield - Country for Old Men - Impulse! 5099930684027
Keith Jarrett - The Melody at Night with You - ECM Records 5099930684027
Kings of Convenience - Declaration Of Dependence - Virgin 5099930684027
AC/DC - Back in Black - Epic EPC 510765 5
Caratteristiche dichiarate dal produttore
AudioDinamica BeCube Mono Amp
Potenza d’uscita: 130W a 8ohm, 250W a 4ohm, 1kHz, 1%THD
Distorsione armonica totale + Rumore: 100W, 8ohm <0,0024%
Rumore d’uscita: <30µVrms
Impedenza d’uscita: 1,5mOhm
Risposta in frequenza: 10Hz-50kHz, -3dB, su qualsiasi carico
Impedenza d’ingresso: 47kOhm + 47kOhm
Consumo massimo: 350W
Ingressi: XLR o RCA selezionabili
Uscite: 2 connettori potenza Mundorf
Voltaggio: 115V/60Hz / 230V/50Hz - automatico
Dimensioni: 150x150x150mm LxAxP
Peso: 3kg
AudioDinamica BeCube Power
Rumore termico: -80dB
Consumo massimo: 30W
Uscite: tre alimentazioni separate
Voltaggio: 115V/60Hz / 230V/50Hz - automatico
Dimensioni: 150x150x150mm LxAxP
Peso: 4kg
AudioDinamica BeCube Line
Guadagno: 9dB
Impedenza d’ingresso: 100kOhm
Distorsione armonica totale: <0,001% a 1kHz uscita 2Vrms e carico di 10k
Risposta in frequenza: 10Hz-100kHz, a -3dB e 2Vrms su 10kOhm
Impedenza d’uscita: 18+18ohm
Rumore d’uscita: <5µVrms
Ingressi: 2, 1 RCA e 1 XLR, solo uno in uso per volta
Uscite: 1 RCA e 1 XLR utilizzabili simultaneamente
Voltaggio: 115V/60Hz / 230V/50Hz - automatico
Dimensioni: 150x150x150mm LxAxP
AudioDinamica Headphones Amp
Guadagno: 3db/9dB selezionabile
Impedenza d’ingresso: 100kOhm
Distorsione armonica totale: <0.01% a 1kHZ e 0,5W su 64ohm
Risposta in frequenza: 10Hz-100kHz, a -3dB e 200mVrms su 64ohm
Impedenza d’uscita: 0,1ohm
Rumore d’uscita: <5µVrms
Ingressi: 1 RCA
Uscite: 1 RCA e 1 jack ¾ utilizzabili simultaneamente
Voltaggio: 115V/60Hz / 230V/50Hz - automatico
Dimensioni: 150x150x150mm LxAxP
Peso: 4kg
Distributore ufficiale Italia: vendita diretta, vai al sito AudioDinamica
Prezzo Italia alla data della recensione: BeCube Mono Amp 2.499,00 euro la coppia, BeCube Power 1.399,00 euro, BeCube Line 2.799,00, BeCube Headphones Amp 1.399,00
I prezzi indicati sono comprensivi di IVA e si riferiscono ad apparecchi in finitura anodizzata, nero o silver. La finitura verniciata comporta un sovraprezzo di 100 euro per ciascun componente.
Sistema utilizzato: all’impianto di Paolo Mariani