Il 15 dicembre scorso, presso la dimora del tenore Francesco Meli, nella nostra Genova – ebbene sì, il Maestro è praticamente mio “vicino di casa” – è stata organizzata la dimostrazione di un impianto assemblato su apparecchi e diffusori di riferimento Ayon, azienda austriaca riguardo alla quale potete trovare approfondimenti qui, e del front end analogico italiano LeMar Audio Absolute Still, il cui sito è questo.
In piedi: Mario Sopegno. In primo piano: Davide Della Casa, Francesco Meli, Marco Paperini e Leonardo Baggiani.
Francesco Meli, testimonial d’eccellenza e Ayon Audio Ambassador, faceva gli onori di casa ed erano presenti, tra gli altri, Leonardo Baggiani e Marco Paperini, progettisti e produttori LeMar Audio, Mario Sopegno e Davide Della Casa, titolari della distribuzione italiana Ayon.
La catena degli apparecchi era grosso modo composta dai nuovi finali mono Ayon Orthos a valvole KT88, dieci per canale, funzionanti sia a triodo che a pentodo, con una potenza di 250 watt configurati a pentodo e 150 a triodo. La banda passante è dichiarata da 15 Hz a 40 kHz, il rapporto segnale/rumore si attesta sui 98 dB – che per un finale a valvole si traduce in grande silenziosità d’uso – e il tutto per una struttura del peso di 50 kg per ognuno dei mono.
Il CD integrato Ayon CD-35 ha una conversione massima a 768kHz/32bit e DSD 256. Lo stadio analogico finale impiega delle valvole 6H30 e 5687 con una banda passante di 120 dB. Le uscite sono sia bassa che alta, in modo da interfacciarsi al meglio con diversi preamplificatori. La risposta in frequenza è di 20Hz-50kHz, con una distorsione armonica inferiore allo 0,0001%. È dotato di telecomando e del ragguardevole peso di 17 kg.
L’Ayon Auris è un preamplificatore a triodo 6H30. L’uscita massima di circa 20 volt RMS e 300 ohm gli permette di pilotare qualunque finale di potenza anche con bassa sensibilità di entrata. Anche lui denuncia un rapporto S/N maggiore di 98 dB, risultando quindi molto silenzioso. Dispone di quattro entrate linea, una phono MM/MC, due XLR ed esibisce una risposta lineare da 5 Hz a 100 kHz con una distorsione armonica a dello 0,01% a 1V. Anche lui come gli altri componenti della catena ha un peso rilevante, ben 19 kg.
I diffusori Ayon Eagle, non più in produzione, sono dei tre vie con sistema IPRCS di correzione di risonanza che utilizza un woofer passivo. I driver sono un tweeter da 1”, un midrange ceramico da 6,5” e dei woofer da 9” ceramici. Il mobile è in legno molto elegante e rifinito a lucido. Con un’impedenza di carico di 6 ohm e una sensibilità a 1W/1m di 91 dB si rende di facile pilotaggio anche con amplificatori non molto potenti. La risposta in frequenza dichiarata è da 30 Hz a 47 kHz e la potenza consigliata è da 20 a 200 watt.
Il LeMar Audio Absolute Still disponeva di testina MC sempre di produzione LeMar Audio, ancora non a listino. Si trattava di un giradischi molto interessante perché frutto di una collaborazione fra due esperti in materiali atti a sopprimere le vibrazioni, soprattutto quelle generate dal movimento. Per ottenere un apparecchio privo delle vibrazioni che potessero modificarne la riproduzione sonora, sono state eseguite lavorazioni da blocchi di alluminio aereonautico lavorati dal pieno. Il piatto, sempre lavorato dal pieno, ha un mat molto particolare: si tratta di talco micronizzato coperto da una pellicola di poliestere. Caratteristica del talco è che, se attraversato da vibrazioni, invece che trasmetterle in modi diversi le “assorbe” convertendole in calore.
La trazione a cinghia è posizionata lateralmente ed è regolata da un circuito fine proprietario. Infine, tutto il giradischi poggia su dei piedini con sospensione ad aria che isolano ulteriormente da vibrazioni parassite tutto il sistema. In definitiva, uno studio molto ricercato, dove ogni particolare non è lasciato al caso per ottenere il massimo dei risultati: un effetto ottico particolare e spettacolare, oltre che sonico.
L’impianto era posizionato in una stanza di pianta regolare, arredata e di circa 20 metri quadri e, purtroppo, montato all’ultimo minuto. Pertanto, non era stato fatto alcun setup fine, ma soltanto posizionato per un regolare ascolto di esperti e appassionati di musica vera, “vissuta” e oggetto del proprio lavoro. Un purista audiofilo avrebbe quindi potuto sollevare critiche e dubbi per la resa dell’impianto, ma lo scopo era proprio questo, far ascoltare un impianto importante senza fini tecnici ma puramente di ascolto in un normale ambiente domestico. La platea vera, quella che non ho presentato, era quindi composta quasi esclusivamente da persone del mondo concertistico e operistico, cioè con propensione maggiore alla timbrica e alla vicinanza al reale suono di ogni strumento, senza necessariamente il nostro desiderio audiofilo di addentrarsi troppo in aspetti tecnici e talvolta asettici.
Sin dall’inizio, con un brano jazz con sax e voce, nonostante il posizionamento rapido e formale dell’impianto, si denota subito un ottimo bilanciamento tonale con le medie frequenze leggermente più avanti, di conseguenza le voci risultano presenti ma sempre mai fastidiose con un basso vigoroso ma non eclatante. Le alte frequenze sempre precise ma mai aspre o fastidiose: un’ottima prima impressione. Continuando nell’ascolto si è passato a del rock, Dire Straits e Pink Floyd, e qui, mantenendo coerenza e fluidità di ascolto, forse si sentiva la necessità di un po’ più di punch, che desse più vigore al genere musicale, ma nel complesso un ascolto molto positivo e piacevole, senza alcun affaticamento nel tempo.
Si è poi passati alla sinfonica e alla classica da camera e qui la platea ha esultato per la coerenza tonale dei singoli strumenti e del complesso orchestrale, dove ogni singolo strumento risultava posizionato nel palcoscenico virtuale in modo giusto e coerente. La dinamica dovuta dai pieni orchestrali non si scomponeva nei finali, tantomeno nei diffusori, che riuscivano a trasmettere le emozioni che si provano in un teatro senza mai trascendere o confondere il messaggio musicale.
Grazie alle caratteristiche complessive, le voci dei brani successivi risultavano vivide e prive di colorazioni, con una presenza esaltante, che faceva sentire i presenti partecipi dell’esecuzione: una sensazione di coinvolgimento totale.
In conclusione, un’impressione molto positiva dell’impianto, in particolar modo tenendo conto del fatto che non era stata di fatto utilizzata nessuna particolare accortezza riguardo al suo posizionamento, visti i tempi ristretti per imbastire la stanza, e che non si sono usati cavi di particolare fattura, quelli di alimentazione erano dei semplici cavi di alimentazione da PC, tranne quelli di connessione di segnale, tutti di casa Ayon modello Pearl.
Da purista tecnico avrei preferito avere i diffusori più distanziati e per puro gusto personale avrei posizionato in altra posizione il giradischi che, nonostante le sue caratteristiche “di peso” e di finissimo lavoro tecnologico sul controllo delle vibrazioni, risentiva dei sobbalzi del pavimento – uno stabile dell’800 con pavimenti di travi e cannicci, molto elastici ma molto poco Hi-Fi – dovuto al continuo spostarsi delle persone. Infatti, Francesco ha predisposto una mensola a muro per posizionare il proprio giradischi dell’impianto personale. Purtroppo per esigenze sceniche il giradischi in prova era invece posto al centro della stanza, ostaggio delle fluttuazioni del pavimento. Insomma, con così tanta tecnologia, tutto era migliorabile nei piazzamenti finali in questa specifica occasione, speriamo come ReMusic di poter offrire a questi apparecchi sistemazioni più consone.
Un particolare ringraziamento finale va quindi e comunque al Maestro Meli per la squisita accoglienza e per il piacevole pomeriggio, pieno di amore per la musica e gli strumenti necessari a riprodurla al meglio.
Per ulteriori info:
al sito Ayon Italy
al sito Ayon Audio
al sito LeMar Audio