Mi sono sempre chiesto quanta sana incoscienza sia necessaria, oggi più di ieri, per far nascere dal nulla un marchio Hi-Fi.
In un quadro odierno, reso difficile anche da una generale capacità di spesa ridotta o comunque distratta su altri beni, voler entrare in un mercato dove, sul piano prezzi, domina la produzione cinese, peraltro sempre più interessante anche dal punto di vista del risultato sonoro, e dove, su quello del prestigio, i soliti marchi si dividono una clientela attenta soprattutto al nome che acquista, resta comunque impresa ardua ma sempre lodevole.
Dove dunque bisogna concentrarsi, a mio parere, per avere dei riscontri, è nell'offrire qualcosa che non c'è.
Mica facile, in un ambito dove sembrerebbe proprio che sia stato già detto e fatto tutto.
Cominciamo quindi col dire che Blue Moon Audio Technology rappresenta una realtà interamente italiana, un team di tecnici (Ndr: Bruno Fazzini e Massimo Piantini) ognuno con la propria competenza messa al servizio di una filosofia aziendale ben precisa: suono unico in un design riconoscibile e raffinato, con una grande offerta all’appassionato di concepire un impianto su misura e con elevata possibilità di progressivo sviluppo.
Le idee che costituiscono il polo fondante sono tecnologicamente ben a fuoco in ogni componente del sistema, in quanto la Blue Moon, non l'avevo ancora detto, produce tutti i componenti e i “necessori”, dalla sorgente rigidamente digitale ai diffusori, che un impianto di riproduzione musicale domestico deve avere.
Il caleidoscopio dei prezzi di ciascuna linea di prodotti, declinato in un catalogo già piuttosto articolato, ancorché ancora non ufficiale, si delinea in un ambito dal medio al veramente alto, secondo il principio della modularità e integrazione tra oggetti sempre più sofisticati nel comporre impianti progressivamente più performanti.
L'obiettivo dunque è rivolgersi a un mercato elitario nel senso più nobile del termine, che parrebbe in ambito internazionale del tutto in crescita ed espansione su nuovi fronti geografici, ma anche a settori tradizionali e storici dove la nascita di una serie di prodotti innovativi potrebbe rivitalizzare l’interesse di qualche stanco appassionato.
Because Italians know how to do it
La percezione netta, a un primo contatto con i prodotti Blue Moon, è quella di trovarsi di fronte a oggetti molto ben costruiti, pensati e ingegnerizzati, con il filo comune di presentare un approccio se non del tutto originale comunque non comune.
Il credo del costruttore, o per meglio dire del team che ha creato i prodotti, è quello della assoluta separazione delle alimentazioni dal resto del circuito di guadagno, sia con cabinet del tutto dedicati sulle elettroniche top denominate reference, che in due contenitori distinti uniti in un unico oggetto nei prodotti base della serie standard.
A seguire troviamo il concetto, basilare anch'esso per la Blue Moon, della multiamplificazione. Rigorosamente passiva ma, per così dire, regolabile, in quanto alcune sue elettroniche sono provviste di regolatori di volume separati nei preamplificatori, che possono pilotare più finali di potenza, ovvero addirittura un comando di livello nel finale, che può regolare il volume della sezione di amplificazione delle basse frequenze, secondo i gusti ma soprattutto il contesto ambientale del proprietario.
C'è già abbastanza, signori, per divertirsi e soprattutto per far interagire l'impianto con qualunque ambiente, anche per la singolare manifattura dei diffusori, veramente interessanti in ogni loro aspetto, in quanto prevedono un mobile separato per la sezione bassa, che cosi può essere posizionata in relazione agli spazi disponibili ed alla timbrica desiderata.
Un assetto dunque da ricercare con pazienza, una fine messa a punto per la quale sicuramente i tecnici del marchio possono dedicare al cliente un’attenta assistenza post vendita e tutta la loro esperienza.
Non mi dilungherò in questa breve presentazione sugli aspetti che voi stessi potrete conoscere sul sito della Blue Moon Audio Tecnology, nel quale potrete già rendervi conto di quanto centrata e intelligente sia l'articolazione sulle varie linee produttive, con elementi innovativi presenti anche su oggetti normalmente poco considerati: basti pensare ai tavolini con un vero e proprio filtro di rete passivo presente al loro interno.
Ho intenzione, invece, avendo avuto l'opportunità di parlare con uno dei creatori del marchio, quel Bruno Fazzini presente a vario titolo ormai da molti anni nel panorama Hi-Fi italiano, di trasferirvi quanto più possibile la passione e l'attenzione anche ai più piccoli particolari che gli oggetti Blue Moon hanno al loro interno, frutto certamente di anni di affinamento e messa a fuoco di tutti gli aspetti che possano avere anche il pur minimo risultato all'ascolto.
A proposito di ascolto, ho avuto la fortuna di avere un primo contatto con un impianto già decisamente impegnativo, seppure in una configurazione ancora lontana dalla massima consentita dal catalogo della casa, e devo senz'altro dirvi che la personalità oltre a non mancare è già decisamente delineata, secondo dettami moderni e di elevata raffinatezza.
Il suono appare scolpito con un’eccellente precisione sonora e soprattutto con una tridimensionalità dell'immagine ragguardevole. La finezza di grana appare subito degna delle migliori realizzazioni e qualifica il sistema Blue Moon tra quelli di classe indiscussa, accompagnando il tutto con una timbrica seppure votata al dettaglio, mai asettica o priva di corpo.
In poche parole, già a un primo contatto si percepiscono gli elevati livelli di raffinatezza sonora, mettendo il sistema tra quelli che, con le solite cautele del caso, potremmo definire come definitivi.
Ritengo però le elettroniche e i diffusori della Blue Moon anche adatti a essere inseriti in impianti già esistenti, magari introducendo in questi un approccio di multiamplificazione, a mio avviso mai troppo presa in esame da molti appassionati, forse per le iniziali difficoltà di messa a punto della quale risolti i problemi, eccellenti possono essere il responso e le prestazioni in sala d'ascolto.
Prima di chiudere vorrei fare una menzione ai diffusori del marchio, le cui linee guida, seppure non del tutto originali – come non ricordare per alcuni aspetti le produzioni top di costruttori storici come Infinity e soprattutto la Genesis di Arnie Nudell, sarebbe a dire tra i migliori di sempre – si percepiscono come frutto di sviluppo e scelte convinte.
Eccellenti i trasduttori utilizzati, l'implementazione degli stessi e la costruzione senza compromessi dei mobili, separati, come dicevo, tra le vie basse e il resto della gamma.
Personalmente ho molto apprezzato la scelta della configurazione della gamma bassa in sospensione pneumatica, che in ambiente presenta meno problematiche di interazione con le pareti e, a mio modesto avviso, una resa più fedele e articolata.
Il doppio mobile, poi, evita la propagazione di ineliminabili risonanze e vibrazioni alle vie alte, che beneficiano così di un accresciuto livello di precisione e mancanza di colorazione.
In poche parole, ho avuto la netta impressione con i prodotti Blue Moon di trovarmi di fronte a un approccio mai superficiale o improvvisato, bensì con oggetti la cui resa sonora è frutto di studio e molte ore di ascolto per una messa a punto che, devo dire, mi pare già pressoché definitiva.
Ascoltateli se potete, anche se non potrete permetterveli, seppure i prodotti standard abbiano un prezzo del tutto in linea con quella middle class molto affollata e agguerrita, saranno comunque presentati in anteprima mondiale a Mosca al Moscow Hi-End Show di novembre, tanto per far capire chiaro e tondo di quanto questi signori facciano sul serio.
Mai stato personalmente nazionalista, ma lasciatemi dire che, in questo caso, un po' orgoglioso dell'inventiva e delle capacità produttive di oggetti di qualità che c'è in questo Paese lo sono.
Per ulteriori info: contatta Bruno Fazzini