Cavi Liutanie Audio Olimpo Gold | La presentazione

01.08.2019

Dalla fine degli anni ‘70, dall’avvento delle prime connessioni audio di brand, come ad esempio la storica Monster di Noel Lee, se c’è stata una tipologia di prodotto abbondante nell’offerta Hi-Fi è proprio quella dei cavi. Tanti li fanno, pure troppi, ma paradossalmente molti produttori di elettroniche invece non ne hanno a catalogo, rimandando all’audiofilo la decisione di quale connessione usare.

 

Tecnici, detrattori e hater di professione hanno le idee chiarissime in proposito, anche se con motivazioni di base molto diverse fra loro: quando si ha del buon materiale conduttivo, di adeguata sezione e isolamento, le prestazioni misurabili sono pressoché assimilabili, quindi è assolutamente inutile spendere cifre consistenti.

 

Gli audiofili, che vanno dall’essere piuttosto ragionevoli al completamente sbroccati, sentono invece il valore e l’importanza dei cavi, anche solo per un fine tuning dell’impianto, mica necessariamente con la presunzione – sbagliata – di poterlo migliorare radicalmente anche in presenza di apparecchi o diffusori di bassa qualità o prestazioni…

 

Ci sono quindi i cavi da pochi euro al metro, fatti in modo tecnicamente più che corretto. Si sale ai costi più impegnativi delle realizzazioni che per geometria, tecnica e materiali impiegati possono ancora a buon titolo rivendicare “un’idea” costruttiva, che come tale può essere più o meno apprezzata, ma che rientra ancora nelle logiche di mercato. Ma si può arrivare anche alle vere e proprie “truffe impunibili”, come quelle dei comuni cavi elettrici rivestiti di qualche isolamento o guaina che scimmiotta i canoni estetico-percettivi dell’Hi-End, dove si giudica solo dalle apparenze e dalle… incompetenze.

 

In un panorama così articolato, se non malato, si presentano oggi con grande coraggio le connessioni Liutanie Audio, che puntano decisamente alla categoria dell’irragionevole spinto, cosa che dico con simpatia e un sorriso indulgente, perché dietro queste realizzazioni si trova infatti un amico personale e collaboratore tecnico ReMusic, Roberto Borgonzoni, titolare Shat Audio ma in questa occasione progettista e produttore di tutti i cavi Liutanie, marchio del patron e appassionato audiofilo Federico Colombatto.

 

Giuseppe Castelli e Roberto Borgonzoni

 

La mia più convincente rappresentazione di Santo Martire Provato dai Cablaggi e Roberto Borgonzoni.

 

Visto che l’argomento è quello spinoso delle connessioni, è quindi con la pazienza dei santi ma anche con un rispetto da guanti bianchi – vedi immagini sopra e sotto – che ho rivolto alcune domande a Roberto – persona che reputo in totale buona fede e altrettanto fuori di testa, caratteristiche lodevoli che spesso si accompagnano – per offrirgli la doverosa possibilità di spiegare e motivare le sue scelte “estreme”, sia in termini di ricerca e realizzazione che di costi produttivi e prezzi al pubblico.

 

Liutanie Audio Olimpo Driver Gold

 

Il raffinato package dei Liutanie Audio Olimpo Gold.

 

N.B. Siate avvertiti: questo articolo e i prossimi a riguardo probabilmente ci attireranno un sacco di critiche, solleveranno un polverone, cavoscettici e cavofili si allontaneranno ulteriormente... Ma noi siamo recensori audio: proviamo e scriviamo delle nostre sensazioni, di quanto abbiamo sentito o pensiamo di aver sentito, liberi tutti quelli che ci leggono di scegliere e decidere diversamente. Se non siete della nostra opinione, confrontiamoci, ma si guadagna solo nel libero scambio reciproco e a casa nostra nessuno censura nessuno.

 

Roberto e le sue creature

 

Roberto ha saldamente in mano le sue creazioni.

 

Domanda: Liutanie Audio e le sue connessioni: chi fa cosa?

Roberto Borgonzoni: Liutanie Audio è il prodotto della sinergia tra due personalità molto differenti. Io e Federico insieme, ma ognuno con i suoi prodotti, di esclusiva proprietà intellettuale, abbiamo voluto unire in un’unica produzione di alto livello le rispettive creazioni, diffusori e amplificazioni da parte di Federico e le connessioni da parte mia. Queste ultime sono state tutte ideate, progettate e costruite interamente dal sottoscritto, dando concessione a Federico di marchiarle con il suo logo, seppur restando una mia produzione esclusiva. Altrettanto vale per i diffusori e le amplificazioni, di sua esclusiva proprietà intellettuale e su cui io non ho diritti, se non per le migliorie progettuali che mi vengono richieste o che consiglio per migliorarne le prestazioni. Assomigliamo ai binari di una ferrovia, affiancati ma, anche se uniti nel percorso, totalmente indipendenti e ognuno con la totale ed esclusiva proprietà sulle rispettive creazioni. Le connessioni Liutanie sono a tutti gli effetti una produzione esclusiva Shat Audio e attualmente Liutanie Audio è l’unico rivenditore da me autorizzato, condividendo entrambi la medesima visione di perfezione e la stessa passione.

 

Domanda: Nello scenario di prodotto così affollato come ho descritto sopra, perché sentivate quindi l’esigenza di creare nuove connessioni? Che cosa mancava alle altrui produzioni, anche dei marchi che ritenevate più seri?

Borgonzoni: Si dice che il bisogno aguzzi l’ingegno. In questo caso l’esigenza di progettare qualcosa di nuovo è stata la diretta conseguenza dell’incapacità, da parte dei produttori di connessioni, di creare un collegamento definitivo, privo dei soliti problemi generati da collegamenti saturi di attenuazione, equalizzazione, inversioni di fase, fastidiose nasalità o variazioni di prestazione derivanti dal rodaggio. Buttare via soldi in ogni direzione senza risultati apprezzabili è stato per noi, come per tutti gli audiofili, un inutile calvario. Così, dopo aver speso veramente troppo, anche in termini di tempo, ed essere persino arrivato a unire in cascata fino a dieci tipi di connessioni concorrenti, ho tirato le somme e ho dovuto ammettere che, per quante modifiche facessi, ottenevo sempre e solo un risultato in cui il piacere era pari alla sofferenza. Dovevo quindi risolvere il problema alla radice anziché, come tutti, cercare solo di rattoppare gli effetti. Se ascoltando non si fa che trovare difetti o carenze, resta solo il “chi fa da sé fa per tre”. Ed è iniziata così. Se poi il risultato è valido, commercializzarlo mi è sembrato il passo successivo più ovvio, alleggerendo così anche altri audiofili dalla stessa sofferenza. Ricordi Preston Tucker? O Ferruccio Lamborghini? Con la stessa determinazione, forse un po’ da folli, hanno creato oggetti unici ed è in questa illuminazione che risiedono le idee che hanno fatto progredire ogni settore. Ulteriore conferma che, per concretizzare un’idea, bisogna crederci fermamente, fino a rischiare il tutto e per tutto.

La storia è ricca d’idee fallimentari, ma solo sperimentando si può trovare la via corretta e, come spesso accade, i fallimenti ci indirizzano verso le risposte giuste o a nuove scoperte. Grazie a un tortuoso percorso lungo più di trent’anni e all’autocritica più severa sulle mie creazioni, posso ora essere certo di trovarmi di fonte a un prodotto tecnicamente riuscito, tanto da commercializzarlo. Ritengo che elencare le mancanze o le carenze delle produzioni altrui sia come sfondare una porta aperta, conosciamo molto bene i limiti dei cavi che il mercato ci ha offerto fino a ora. Ovviamente la finitura esterna delle mie connessioni non sarà pari a quella di un prodotto industriale, la fattura artigianale, per quanto curata, non avrà mai un’estetica perfetta, ma il rispetto dei principi fondamentali di robustezza, versatilità e, più di tutto, di funzionalità – come solo i migliori articoli realizzati interamente a mano sono in grado di fare – sono invece di un livello superiore, che soddisferà anche l’utente più esigente. Ogni creazione è un’opera d’arte a sé.

 

Domanda: Qual è il principio o l’approccio che vi ha ispirato? Qual è la novità dietro alle connessioni Liutanie?

Borgonzoni: Più di tutto è la passione. Contrariamente a molti, ho basato tutto sulla semplicità, seguendo la legge di causa-effetto. Finora chi costruisce non ha fatto altro che concentrarsi sui parametri convenzionali, limitandosi a compensare le discrepanze, senza mai risolverle in modo definitivo. Le novità nelle connessioni Liutanie sono molteplici. Puntando all’annullamento dei fattori negativi – o quantomeno su di un abbattimento prossimo allo zero – ho ottenuto un notevole incremento della resa elettrica e acustica. Ma questo è solo il principio. Da qualche mese sto lavorando a un testo molto dettagliato, che sarà in dotazione al prodotto, che illustra i principi e i metodi utilizzati per la creazioni di oggetti che vorremmo definire di riferimento, non soltanto per l’enorme sforzo economico e di tempo, ma per i risultati ottenuti che puntano alla qualità assoluta. Siamo stanchi di oggetti che mettono una pezza sul suono da un lato per peggiorarlo dall’altro. Non desideriamo solamente proporre manufatti curati nei minimi dettagli, che magari nel tempo continueremo a migliorare, ma offrire all’audiofilo neofita un vero e proprio “manuale di sopravvivenza”, utile a guidarlo in modo finalmente comprensibile nella creazione di un impianto dalla resa ottimale, e all’utente esperto avido di informazioni tutti gli approfondimenti che ha sempre desiderato.

 

Domanda: Nelle tue realizzazioni risalta l’utilizzo dell’oro, un conduttore elettrico meno performante dell’argento o del rame in termini di resistività. In che modo e perché è usato nei cavi Liutanie Audio? È effettivamente utilizzato per il conduttore principale oppure è usato come rivestimento e, in questo caso, per quale motivo?

Borgonzoni: Non si può descrivere sommariamente uno studio sui metalli lungo una vita. Ogni materiale ha proprietà ben distinte, che però variano, in meglio o in peggio, quando interagisce con altri. Anche il migliore dei conduttori non avrà mai un equilibrio perfetto. Occorre uno studio approfondito per comprendere che è più importante l’interazione tra i materiali che le loro intrinseche proprietà di conduzione. Solo grazie a un’approfondita conoscenza e l’uso di tecniche non convenzionali si possono aggirare i limiti fisici dei materiali. Nelle mie connessioni molte parti sono massicce, altre placcate, altre ancora sono attive ma vengono utilizzate come passive per ottenere un’azione attiva e viceversa.

L’oro presente in quantità rilevante in tutti i livelli metallici della connessione, anima compresa – chiaramente non massiccio o suonerebbe in modo indegno oltre ad accrescere i costi già elevati – è fondamentale, non tanto per l’aspetto esteriore, che è del tutto secondario, ma, quando impiegato nel modo corretto, per le proprietà che dona al suono. Tutti i materiali presenti all’interno dei cavi Liutanie sono pregiati, per la loro purezza e per la tipologia delle fusioni, che ne annovera molteplici: una sorta di formula per ottenere un elisir capace di deliziare l’ascolto. Chiaramente l’uso di materiali costosi grava sull’importo finale, ma chi cerca il massimo delle prestazioni sarà sicuramente in grado di apprezzare il rapporto qualità/prezzo che contraddistingue il nostro prodotto.

 

Domanda: Geometrie, rivestimenti, isolanti: cosa potete dire ai lettori pur mantenendo la necessaria discrezione sulle caratteristiche costruttive dei cavi Liutanie?

Borgonzoni: Già dovrei svelare troppo! Sommariamente posso dirti che detesto gli isolanti che, più dei metalli, vanno utilizzati con maggiore criterio. Altrettanto vale per i rivestimenti che sono visti dai più solo come una finitura estetica, ma che così non è. Ci sarebbero ancora molte altre cose di cui parlare ma che non vi posso svelare. Gli accorgimenti adottati attingono praticamente a ogni legge fisica, chimica, meccanica e quantistica. Mi spiace non poter condividere altro, se non che ogni conduttore opera mediamente su molte armature differenti, numero che può variare in base al tipo di collegamento, e ognuna ha uno scopo preciso. Tutte le connessioni di mia produzione, pur basandosi sugli stessi principi vengono realizzate con differenti geometrie e configurazioni per garantire parità di prestazioni anche operando su segnali di diversa entità, tipologia e ampiezza. Ogni materiale è lavorato artigianalmente. Mi occupo personalmente della costruzione, che viene eseguita interamente a mano e senza badare a spese, sia per quanto concerne la strumentazione, che per gli impianti impiegati per i test e ovviamente i materiali. Diverse tipologie di diffusori ad alte prestazioni sono state impiegate per fissare lo standard qualitativo delle connessioni Liutanie, in modo che possano essere ugualmente percepite con qualsiasi altro impianto indipendentemente dalle elettroniche o diffusori utilizzati. Che si impieghino sistemi a tromba, dinamici, ibridi, isodinamici o planari, il riassestamento in tutto lo spettro è immediato, chiaramente nei limiti del sistema di pilotaggio, e l’intero impianto sembrerà decollare, restituendo prestazioni molto superiori a prima. Provare per credere!

 

Domanda: Cavi di alimentazione, di segnale, di potenza: in cosa si differenziano dal punto di vista tecnico e costruttivo, quali sono le caratteristiche principali di ciascuna tipologia per voi?

Borgonzoni: Come descritto precedentemente, dovendo trasportare segnali differenti, ogni connessione segue criteri di costruzione diversi, pur mantenendo la costante della neutralità ed esaltando le sole peculiarità acustiche. Il suono va considerato come un’entità viva e non un semplice segnale elettrico e come tale va quindi trattato con rispetto e cura. Riguardo alla tecnica costruttiva ogni conduttore prevede una progettazione e un disegno esclusivo. La maggiore difficoltà è stata proprio quella di applicare un principio unitario anche al continuo variare dei parametri funzionali. Facile disegnare un circuito sulla carta, arduo far sì che suoni in un certo modo o, come in questo caso, che trasporti tutto il necessario.

L’enorme dispendio di risorse che si è reso necessario è in gran parte dovuto alla prototipazione. Contrariamente a uno stampato o a un collegamento convenzionale, queste connessioni sono trattate, compresse, condizionate, fino a formare un corpo unico, dove ogni armatura, in fase di costruzione, diventa parte integrante di quella che la precede e che la segue. Se in fase di collaudo qualcosa non dovesse funzionare, non si può più smontare e non si recupera più nulla. Per comprendere cosa c’è da modificare si può solo sventrare il cavo per poi buttare via tutto. Sono occorsi circa venti prototipi differenti per ogni tipologia di collegamento prima di arrivare alla versione definitiva, e quanto questo sia costato, in termini di soldi e tempo, è davvero folle.

 

 

Per ulteriori info: al sito Liutanie Audio

di Giuseppe
Castelli
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