Come scegliere i componenti dell'impianto

06.01.2025

Come scegliere i componenti, intesi rispettivamente come fonti di segnale, amplificatori o diffusori del proprio impianto Hi-Fi? Apparentemente è la cosa più semplice del mondo… Ne colleghi uno alla tua catena e quello che ti piace di più è quello giusto per te. Purtroppo, non è sempre detto che vada bene così, che sia giusto così. E questo più spesso di quanto si possa immaginare. Una catena audio deve essere figlia di un progetto ben pensato e molto chiaro – NdR | A cominciare dal rispetto e dalla compatibilità dei valori elettrici. Mentre quello che succede, quasi sempre, è un insieme di cose messe insieme con logiche partorite non si sa bene da quale filo conduttore – se non addirittura da nessuno – affidandosi al proprio orecchio. Orecchio che, mentre è assolutamente in grado di comunicarvi se avete ottenuto un buon risultato, non è detto che vi sappia accompagnare nella direzione giusta per arrivarci.

 

Ma, allora, l’inghippo dove sta? Il mondo dell’Hi-Fi si è retto e si regge tuttora su perpetranti ambiguità per fare in modo che delle somme di errori contrari riescano ad appianarsi vicendevolmente e rendere piacevole l’ascolto, ragione che ci mette nella condizione di accettare un errore piuttosto che un altro. Questo è il motivo per il quale molti appassionati hanno pareri diametralmente opposti riguardo ad apparecchi uguali. È quindi semplice capire che un “male” contrario non possa essere curato dalla stessa medicina… A volte sorrido nel leggere nei vari gruppi di appassionati che “amorevolmente”, detto appunto in senso ironico, si scannano per cercar ragione dicendo cose l’uno il contrario dell’altro. Ma la cosa più buffa, se non ridicola, è che hanno ragione tutti se la si analizza alla loro singola maniera. Ecco il punto: l’analisi, questa sconosciuta!

 

Adesso vi dico come faccio, personalmente e senza assolutismi, a scegliere i componenti. Ma non è detto che abbia “necessariamente” ragione io. È solo un punto di vista per invitarvi alla riflessione. Nel mio caso, appunto, la scelta non è di apparecchi ma, visto che li costruisco, di componentistica all’interno di essi. L’analisi comunque rimane la medesima. Il mio obbiettivo è quello di avere il suono meno colorato possibile. Questa è in assoluto la strada più difficile perché, mentre un apparecchio colorato tende ad appiattire tutte le registrazioni verso il proprio “colore”, che può anche dimostrarsi “piacevole”, quelli neutri ti obbligano a far emergere i colori della registrazione e – credetemi – è una sfida per “uomini duri”.

 

Per farvi un esempio, immaginate di indossare un paio di occhiali da sole con lenti tendenti all’azzurro. Vedrete un cielo bellissimo con un’intensità di colore che in Natura non vedrete mai. Ed è una sensazione appagante! Peccato che poi, abbassando lo sguardo su un meraviglioso prato, il verde o il colore dei fiori non avrà nulla di realistico. Si potrebbe anche pensare che, piuttosto di non avere nessun colore piacevole, sia preferibile averne almeno uno, cosa frequentissima. L’analisi verso l’assenza di colore quindi passa spesso per scelte temporaneamente impopolari… Ricordo benissimo, anni fa, quando facevo ascoltare ad amici degli step di upgrade che per me erano interessantissimi, le simpatiche prese in giro – “ma no, Mirko, dai, non senti che fa schifo questa roba?” – mentre io capivo che nel suono scombinato c’era un potenziale pazzesco perché comprendevo che la mancanza di risultato era da attribuire altrove.

 

Lo so, è un argomento molto complicato, non posso pretendere che con poche righe si possa comprendere un metodo e credo che sia sbagliato che lo pretendiate da voi stessi immediatamente, ma per me sarebbe bello sapere che provaste a riflettere su questa possibilità. Intanto e per finire, buoni ascolti a tutti.

 

Per ulteriori info: al sito Esoteric Pro Audio

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