L’occasione
Sono stato molto volentieri al più recente Copenhagen High End Show, l’edizione 2018, svoltasi il 27 e 28 ottobre scorsi, per un’abbondante serie di motivi. Affrontiamoli uno alla volta e, se mi seguite, non rimarrete delusi.
L’organizzazione
Dal 1997 anche conosciuta come HiFi & Surround, l’attuale promotore della fiera è il distributore HiFifreaks, qui rappresentato fra gli altri da Thomas Sillesen. La coordinatrice Veronika Dementeeva mi ha detto della loro intenzione di rilanciarla, avendone intuito le ulteriori potenzialità, posizionandola proprio nel settore Hi-End. Hanno quindi affrontato la cosa con determinazione nordica, rendendola di fatto la più grande fiera scandinava del settore. Con nuovi inviti alle più importanti testate giornalistiche mondiali del settore, sia cartacee che online, ed altrettanti alle aziende locali e Nord europee, l’edizione di quest’anno è stata, anche a detta di chi la conosce bene, certamente la migliore, ponendo ottime premesse per quelle dei prossimi anni.
Questo report, più che riportare didascalicamente chi c’era e chi non c’era, le presenze e le assenze, vuole servire a far cogliere le differenze fra le manifestazioni nostrane e questa, una piccola perla nascosta, magari soprattutto a uso e consumo dei nostri produttori, alcuni dei quali potrebbero trovarla interessante per espandere i propri interessi commerciali in quell’area.
La location
“Splendida, splendida Copenaghen”, dice la canzone più famosa dello storico film Disney Hans Christian Andersen, cantata da Danny Kaye, e in questo senso la capitale danese non si discute, essendo nel nostro caso un ideale – e molto reale – ponte fra il Nord Europa e la penisola scandinava. La città è collegata a Malmö, in Svezia, dal ponte di Øresund e per questo non c’è soluzione di continuità fra le due nazioni, rendendole strettamente confinanti. Meno di otto chilometri, facilmente percorribili in auto e treno, le separano: ci mettiamo più tempo noi a Milano o a Roma a uscire o entrare in città… Questo ci porta subito a dire che il pubblico della manifestazione danese è molto interessante, perché attira sì, ovviamente, danesi, ma anche appassionati e produttori dalla Germania del Nord, dall’Olanda, dal Regno Unito, col quale c'è uno storico rapporto di grndi scambi commerciali, e ovviamente dalla Svezia e dalla Norvegia.
La struttura
Cominciamo col dire che il Clarion Hotel Copenhagen Airport è una delle migliori strutture che si possano desiderare per il nostro tipo di manifestazioni. La descrivo per sommi capi. Uscite dal gate dell’aeroporto e, fatte poche centinaia di metri, tutti al coperto, siete già arrivati a destinazione, comodità non da poco per chi deve farsi carico di apparecchi o diffusori spesso da centinaia di chili complessivi. L’aeroporto è dotato di stazione metro per Copenaghen, di collegamenti stradali e di stazione ferroviaria da-e-per la Svezia e l’entroterra danese. Inutile dire che i parcheggi sono adeguati per una tale struttura, un vero incrocio di accessi multiformato. Oltre all’accoglienza dell’hotel, si può quindi contare su tutti i negozi e i ristoranti del vicino aeroporto. Le sale sono di vari tagli, molto ben insonorizzate le une dalle altre e l’educazione nordica normalmente evita di assordare i vicini con volumi sonori eccessivi anche per un rave. Sono disposte su tre livelli, compreso il pianoterra, e con molta possibilità di crescita, visto il numero di piani totali dell’edificio. Quelle ai piani superiori si trovano in corridoi ai quattro angoli della struttura, che portano a un grande e comodo balcone centrale che si affaccia sul grande atrio a tutt’altezza dell’albergo. Nei restanti piani si trovano le camere d’albergo vere e proprie: per chi se le può permettere, un vero lusso di comodità e servizi nei giorni della fiera.
I partecipanti
Noi della stampa eravamo una trentina, provenienti da tutti i principali paesi "audiofili" del mondo. Spiccava invece la strana l’assenza di grandi nomi di produttori locali con proprie salette, anche solo per onor di patria, come Dynaudio, Gryphon e Dali, ma non sono andato a sfruculiare sui motivi di questo, probabilmente dovuti a banali beghe nazionali. Il numero di marchi e brand presenti a vario titolo con propri prodotti era però significativo, più di 180, e lo riporto per intero, salvo errori od omissioni, francamente non posso dire di averli riscontrati puntualmente, ma serve a dare l'idea dell'ampiezza e delle ambizioni della mostra di per sé: Absolare, Acoustical Systems, ADL by Furutech, AirTight, Alluxity, AMC, Amphion, AnalogMagic, Arcam Art Audio, Atlantic Technology, Audeze, Audia Flight, Audio Block, Audio Note, Audio Solutions, Audiodesk Systeme, Audiofly, Audiolab, Audiophilleo, Audiovector, Auralic, Aurender, Avantgarde Acoustic, AVM Audio, Bassocontinuo, Belles, Benz Cartridges, Bergmann Audio, Blue Cheese Audio, Blue Jeans, Boston Acoustics, Bülow Stand, Burchard, Cambridge, Canor Audio, Clearaudio, Clic, Coda Technologies, Constellation Audio, Convergent Audio Technology, Croft Acoustics, Custom Design, Dartzeel, dCS, Definitive Technologies, Densen, Devialet, DLS, Dr. Feickert Analogue, Dynaudio, Dynavector, EAR Yoshino, Earthquake, Elac, Eminent Technology, Erzetich, Estelon, Evox Copenhagen, Floatpoint, Furutech, Gato Audio, Gauder Akustik, Genelec, Glanz, Gold Note, GoldenEar, Grado, Grado Labs, Graham Audio, Groneberg, Hagto Audio, Harbeth, Hegel, Helius, HifiMan, Horns, Innuos, JBL, Jelco, Jern, JL Audio, Kalista, Key Digital, Kimber Kable, Kiseki, Koetsu Audio, Kuzma, Lamm Industries, Lehman Audio, Lexicon, LFD Audio, Living Voice, Luxul, M2Tech, Magico, Manley Labs, Marantz, Mark Levinson, Martin Logan, Master & Dynamic, Métronome, Meze Audio, Michell, Micromega, Mission, Miyajima Lab, Monitor Audio, Mørch, Moscode, Musaic, Music Reference, My Sonic Lab, Nitty Gritty, North Star Design, NuForce, NuPrime, Oracle Audio, Ortofon, Oyaide, Parasound, Peachtree Audio, PMC, Polk Audio, Primaluna, Project Audio, Purist Audio Design, QED, Quad, RCM, Rega, Revel, Rockport Technologies, Roksan Audio, Roon Labs, Rosso Fiorentino, Ruark Audio, Russell K., RW Acoustics, Sennheiser, Shelter, SIM2, Solidsteel, Soltanus Acoustics, Sonus Faber, SOtM, Speakers Corner Records, Spendor, Stax, Stenheim, Stillpoints, Studio Sound, Sugden, Sumiko, Supra, System Audio, Taga Harmony, TAOC, TDG Audio, TechDAS, Tellurium Q, Thorens, TIBO, Top Wing, Torus Power, Townshend, Trafomatic, Tri-Planar, Triangle, Trilogy, Tru-Lift, TW-Acustic, Van Den Hul, Vanguard Dynamics, VEGA, Vicoustic, Vincent-Tac Audio, Vitus Audio, VPI, Well Tempered Lab, Wharfedale, Wilson Benesch, Wireworld, XLO, Zensati, ZYX.
Lo show
Teutonico ma con simpatia. Come amo dire, i danesi sono i tedeschi del Nord, sono anche e forse meglio organizzati e alternano efficienza a grandi risate, quando possono.
Gli orari sono incredibili per noi italici: 11.00-18.00. Sì, avete letto bene, e si tende anche a farli rispettare.
L’organizzazione si vede nero su bianco: il catalogo della fiera, che trovate qui, riporta già delle recensioni complete di molto di quello che si potrà trovare nelle sale.
Lo show di quest’anno ha avuto più di 5mila visitatori, molto per un paese come la Danimarca e lasciatemi aggiungere che ho visto grande interesse professionale – leggi “distributori e negozianti” – e un’età media del pubblico decisamente più bassa di quelli nostrani.
La qualità delle sale, secondo me, era mediamente superiore alle equivalenti italiane, ma, come ripeto, soprattutto i volumi di ascolto tendevano a essere realistici e non eccessivi.
Nelle gallerie immagini trovate le sale, i prodotti e le notizie più interessanti, anche “viste da qui”.
P.S. Dopo la prima stesura e pubblicazione di questo articolo, aggiungo un paio di video. Il primo riguarda Audio Form / Jern, l'attuale azienda di Ole Christensen, ex-fondatore della Gamut, che proponeva diffusori e cabinet in metallo pressofuso, ghisa se non ho capito male, per solide ragioni scientifiche di controllo delle vibrazioni e delle risonanze: trovate il link al video di dimostrazione qui. Il secondo è un semplice giro nella sala più grande della fiera, la Hellehammer I, con l'esposizione statica e l'impianto con le Quad Esl-2912, che potete vedere qui.
L’interesse italiano
Ho sentito tanti diffusori multivie a bassa sensibilità ed efficienza. Ho visto molte elettroniche a stato solido e su PCB, anche SMD. Ora, senza che nessuno se la prenda poi con me, anche perché non ho alcun interesse economico nel dirlo, io suggerirei di valutare questa fiera ai produttori italiani di buone elettroniche valvolari e diffusori a medio-alta efficienza, perché di quelli a bassa efficienza lassù ne hanno letteralmente da vendere. O anche a chi lavora a progetti più ambiziosi, con approcci non comuni, visto che c’era ancora poco in questo senso. Io ho già contattato e consigliato alcune nostre aziende. Se altre volessero parlarne, sono a loro disposizione per dare informazioni e confrontarsi: sarebbe interessante approfittare di questo piccolo tesoro del Nord.
Per ulteriori info: al sito del Copenhagen High End Show