Correttore d'ambiente AP Design ELF Osmo

05.09.2018

Osmo… Per dirla con Don Abbondio: “Che mai sarà questa cosa qui?”. A volte occuparsi, seppure in modo amatoriale, di questa dannata passione per l’Hi-Fi, significa incontrare ostacoli davvero difficili da superare.

“Scrivi qualche impressione d’ascolto su di lui”, ebbe a chiedermi il Direttore qualche tempo fa, e da allora il mio sguardo si è posato quotidianamente sull’anonimo scatolotto ligneo che giace a due metri di altezza sopra la libreria della mia sala d’ascolto, dove svolge la sua silenziosa attività oramai da oltre otto mesi, fino al parto di queste poche e difficoltose righe.

 

L’oggetto delle presenti “impressioni d’ascolto” si chiama quindi AP Design ELF Osmo, è fondamentalmente un generatore di Schumann ed è figlio di Alberto Pepe, collaboratore tecnico ReMusic – vedi pagina Redazione qui — e personaggio con curriculum assai difficilmente associabile a un improvvido assemblatore di elementi elettronici a caso. Per giusto dovere di cronaca diciamo pure che AP Design sta per Andrea Pepe, figlio e primo collaboratore di Alberto. Insieme hanno quindi realizzato questo loro primo apparecchio, che non ha alcuna influenza sulle prestazioni dell’impianto, che continua a suonare imperterrito a prescindere dalla sua presenza, mentre il generatore svolge la sua funzione di… generatore di onde elettromagnetiche alla frequenza di 7,83 Hz, in questo caso accompagnate anche da una portante da 432 Hz. Onde elettromagnetiche, non acustiche!

 

Avete ovviamente capito tutto: in fondo, che ci vuole? Io invece, che capisco proprio poco, l’ho acquistato appena annunciato esclusivamente sulla scorta dell’intuito e della mia insaziabile curiosità: Questo perché sarà pur vero che sono a digiuno della problematica specifica riguardante le emissioni elettromagnetiche terrestri, ma ho realizzato da molti, moltissimi anni che il componente più importante, anzi, fondamentale del mio impianto, sono io. Ergo, qualunque aggeggio o sostanza lecita che modifichi e migliori la mia percezione della musica è il benvenuto.

 

Anticipo il positivista spinto di turno: si tratta proprio di un effetto che riguarda la psicoacustica, quella cosa che si tira in ballo ogni due per tre, in genere con tono di scherno, ma che è la responsabile del fatto che, in preda a uno stato di ansia, non si “abbia testa” per ascoltare la musica o che, se in preda alla rabbia, tutto suoni in modo inascoltabile. Ma è anche e sempre la psicoacustica che, al contrario, quando siamo rilassati, innamorati, con in una mano un bicchiere di Single Malt invecchiato 25 anni o di orzata a seconda dei gusti, e possibilmente con il biglietto vincente del Superenalotto nell’altra, farà sì che anche ascoltando la peggiore schifezza esistente vi sembrerà di percepire il miele che accarezza i vostri condotti uditivi.

Insomma, alla faccia della “loggia” dei 20-20.000 Hz, la psicoacustica è una parte integrante del nostro impianto, volenti o nolenti! E l’Osmo funziona proprio sulla parte umana dell’impianto, noi stessi, teoricamente intervenendo a migliorare la percezione della musica riprodotta.

La frequenza di Schumann, presente naturalmente nell’atmosfera terrestre, avrebbe appunto l’effetto di migliorare il nostro benessere psicofisico. So bene che già si alzano verso il cielo gli strali lanciati dalle schiere dei razionalisti positivisti, così numerosi da coprire la luce del sole, miranti verso ogni cosa non misurabile: scie chimiche, aloe, cavi, punte e sottopunte, snake oil, il nostro audiofilo “balsamo di tigre”… Perché tutto ciò che non è misurabile è, automaticamente, esecrabile e risibile. Per loro. Per me, no. Perché pur facendo di mestiere il mediconzolo da strapazzo, ho imparato a essere pragmatico senza mai cadere nella facile credulità. Il che vuol dire che, se un fenomeno ha una base razionale, seppure labile, e se i costi della prova non sono eccessivi, vale sempre la pena di provare a verificare se quanto descritto da altri è riproducibile. Ma, soprattutto, se è ripetibile. Un fenomeno percepito, che si ripete invariato nel tempo, è semplicemente vero per l’osservatore in oggetto, non potendo mai, però, essere spacciato come verità assoluta. Però è una verità relativa, che diventa assoluta per l’osservatore, ma anche per coloro che potrei definire “percettivamente simili”. Questo cosa vuol dire? Semplicemente che non tutti gli esseri umani godono delle stesse capacità percettive. Che ciascun organismo è influenzato in modo diverso da stimoli esterni. Basti pensare ai differenti effetti da soggetto a soggetto dell’alcool sulla psiche e anche sul fisico. All’influenza delle condizioni metereologiche sull’umore di certuni. Della diversa sensibilità alle sollecitazioni dell’organo dell’equilibrio durante un viaggio in automobile su una strada di montagna per certi altri. E si potrebbe continuare a lungo. In fondo, a pensarci bene, la diversità percettiva è alla base della diatriba mai risolta né risolvibile sul suono dei cavi.

 

Il discorso capite che si farebbe interessante, ma ci porterebbe lontano dall’oggetto della discussione, seppure con attinenze strette. Per cui cerco di tornare al nostro, anzi al mio, generatore e allo strano e inconscio rapporto con esso. La mia curiosità, sei mesi fa, fu mossa principalmente da due innovazioni. La prima è la possibilità di variare in modo continuo la potenza di emissione del Generatore di Schumann. La seconda dalla presenza di questa ulteriore frequenza portante, anch’essa con potenza variabile, che andrebbe a interagire con la fondamentale con un effetto potenziante sulla prima. Infatti, in rete, ma anche in commercio, sono presenti diversi esemplari di apparecchi similari, basati sempre sulla generazione di onde elettromagnetiche schumanniane, con costi che vanno dai pochi euro delle nude schede circuitali cinesi alle diverse centinaia di euro dell'Acoustic Revive giapponese. NdR – Precedentemente provato qui.

Ora anche a un incolto come me appare chiaro che, se è facile costruire un generatore di Schumann, dato che servono uno stampato con l’antenna e quattro componenti in croce, ben più difficile è farlo di potenza adeguata a un ambiente che non misuri 50 x 50 cm, che parrebbe essere il raggio d’azione della radiazione emessa dalle cineserie.

Avendo provato in precedenza e senza successo un clone cinese da pochi euro, le novità introdotte da Alberto Pepe in questo apparecchio mi hanno intrigato, soprattutto per la già citata capacità di modulare in potenza, che offre la possibilità aggiuntiva di miscelare fondamentale e portante, variandole in modo continuo con due differenti potenziometri, quindi con potenze di uscita differenti, adattandole così all’ambiente, alla distanza dal punto d’ascolto e, soprattutto, all’effetto percepito sul suono. NdR – Per approfondimenti sull'argomento, leggere qui.

 

Funziona? Ebbene, la mia risposta è semplice ed è un netto e assolutamente irremovibile sì.

 

Ma fate attenzione: perché l’effetto su di me non è automaticamente trasferibile a terzi, al pari di un cambio di cavo o di un tipo di supporto. Con questo voglio sottolineare che solo un attento esame dell’Osmo inserito nel proprio ambiente, provato con calma e in solitudine, iniziando con i settaggi consigliati dal costruttore e poi variandoli un po’ per volta, trovando prima il giusto livello della radiazione principale per poi cercare quello della portante, sarà in grado di farvi percepire se questo apparecchio ha un effetto benefico oppure o no sui vostri ascolti.

Un’ulteriore avvertenza doverosa riguarda il fatto che questo non è un oggetto “accendi/spegni”, ON/OFF, perché il suo effetto è sottile e richiede un certo tempo di adattamento dell’organismo, per cui non aspettatevi di fare prove A-B con l’Osmo.

È invece più utile cercare con calma i livelli che vi sembreranno più idonei, per poi, dopo qualche giorno, disconnetterlo dalla rete prima di iniziare ad ascoltare. In questo modo sarà possibile, sempre che voi siate sensibili alla radiazione di Schumann, valutare con chiarezza se la qualità percepita dell’ascolto sarà peggiorata oppure no.

Nel mio caso si è verificato che uno dei miei amici abbia voluto fare lo “scherzetto audiofilo” del proditorio distacco della spina dalla presa a mia insaputa. “Ah, ah, ah! Le stupidaggini che compra questo qui”, lui avrà pensato e con la certezza di darmi una severa lezione! Il giorno successivo, però, acceso l’impianto, ho avvertito immediatamente un suono differente, meno coinvolgente, una scena più ristretta e una timbrica più povera. Differenze non abissali ma per me chiaramente percepibili. Conoscendo il “soggetto” che mi aveva fatto visita il giorno prima, dopo un attimo di iniziale perplessità l’occhio è corso all’apparecchio – dotato anche di una spia luminosa che però, dal mio punto di ascolto non è visibile, aggiungerei per fortuna, dal momento che la trovo un tantino troppo luminosa – rivelando il motivo del degrado sonico. Inserita di nuovo la spina nella presa, infatti, dopo qualche minuto tutto è tornato a posto: una prova in cieco involontaria, insomma!

 

Gli effetti di questo apparecchio sono sottili ma importanti, ma se si eccede con la “manetta”, il suono si fa vetroso, si indurisce e perde la piacevolezza, al punto tale da indurre a fare a meno del tutto dell’apparecchio. Per cui ribadisco il concetto che questa è una macchina per gente paziente, che si prende il giusto tempo di valutazione, senza stancarsi di trovare il corretto equilibrio di emissione.

Un “effetto collaterale”, in parte dovuto sicuramente al miglior suono dell’impianto, fa sì che, da quando l’apparecchio è stato messo in funzione, la frequentazione della mia sala d’ascolto sia diventata più gradevole, con un minor nervosismo dovuto a una maggiore capacità di concentrazione sulla musica e con una palese “barriera” ai problemi esterni del vissuto quotidiano. Insomma, da circa otto mesi ho sempre meno voglia di uscire dal mio buen retiro musicale, quella piccola sala d’ascolto che mi separa dagli affanni quotidiani. Detto questo e tornando alle questioni più squisitamente audiophile, sembra chiara una sua funzione positiva nel caso di ascolti incentrati sulla riproduzione di strumenti acustici e voci, mentre ne dichiarerei l’inutilità per gli appassionati metallari da 120 dB medi di livello di ascolto. In questo caso consiglio caldamente una cuffia antinfortunistica, che vi preserverà da una triste ma inevitabile sordità precoce. E risparmierete pure…

 

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

Alimentazione: 220Vac

Tipo di onda: sinusoidale pura a 7.83Hz e 432Hz

Emissione primaria: da 10mG a 150mG a 7.83Hz

Emissione modulazione: da 0mG a 75mG a 432Hz

Bobine: dedicate da 100mm

Diagramma emissione: toroidale

Sistema di alimentazione: lineare con stabilizzazione della tensione sovradimensionata per venti volte la potenza massima di utilizzo

Armoniche: -65dB

Protezioni: fusibile primario sulla rete e termofusibile interno

Dimensioni: 178x88x225mm LxAxP, manopole comprese

Peso: 1,3kg ca.

Per ulteriori info: scrivi qui a Evotech Srls, Strada dell’Acquedotto 5/A, 70129 Bari BA Italia

 

Distributore ufficiale Italia: al sito Diapason Hi-Fi

Prezzo Italia alla data della recensione: 525,00 euro

Sistema utilizzato: all'impianto di Daniele Sabiu

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