Premesse
Quello dei costruttori di altoparlanti monovia o anche detti larga banda – vedi descrizione e caratteristiche generali in inglese qui – è un circolo riservato a pochi ma, allo stesso tempo, sorprendentemente ampio per un mercato ristretto come quello dell’Hi-End.
L’altoparlante presente nelle Cube Audio Magus in prova oggi si inserisce quindi in una nicchia di mercato al cubo, se non di potenza addirittura superiore: diffusori Hi-Fi > diffusori Hi-End > diffusori monovia larga banda > ecc. ecc. ,
I grandi nomi, quelli altisonanti, sono un po’ sulla bocca di tutti gli appassionati. Ne propongo una piccola selezione, sempre in rispettoso ordine alfabetico: AER, EMS - che ha rilevato oneri e onori della Fertin, Fostex, Lowther, Supravox, Tang Band, Voxativ.
Insomma, quella degli altoparlanti larga banda sembra non essere una produzione affollata ma potreste ricredervi navigando qui nel sito Spectrum Audio: andate nella sezione larga banda – Breitbandlautsprecher – e li troverete praticamente tutti.
Il fatto è che l’altoparlante larga banda è la chimera dell’Hi-End, il componente formato da parti diverse – qui sezioni di diaframma in grado di restituire diverse frequenze – e nella figura mitologica un mostro formato con parti del corpo di animali diversi. Noi, dopo averne sentiti molti, anche “mitologici”, e qui mi riferisco agli altoparlanti o ai diffusori con loro implementati, oggi andremo ad analizzarne uno finalmente con un gran “senso di realtà”. E l’anticipazione non voglia essere spoiler…
Design
La polacca Cube Audio è azienda relativamente giovane. La sua apparizione ufficiale è datata 2009, all’Audio Video Show di Varsavia, con un primissimo progetto di diffusore basato appunto su un proprio larga banda. Fin dall’inizio, quindi, l’intenzione è stata quella di creare un proprio modello di altoparlante, progettandolo ex novo, riprogettando i fondamentali di questa tipologia di altoparlante.
Per sentirne la versione considerata matura per il lancio commerciale si deve arrivare all’inizio del 2017, con le prime e lusinghiere recensioni sia dell’altoparlante Magus che dell’omonimo diffusore.
I fondatori Cube Audio sono Marek Kostrzyński, audiofilo e sviluppatore di diffusori per Pylon Audio, e Grzegorz Rulka, fisico e progettista.
Costruzione
I Cube Audio Magus sono diffusori monovia da pavimento caricati in linea di trasmissione TQWT – vedi approfondimento qui – e basati su un altoparlante larga banda bicono, l’F8 Magus, un 8” / 22,2 cm di diametro, 14 cm di profondità e ben 8 kg di peso. La casa dichiara 94 dB di sensibilità e 8 ohm di impedenza, quando gli altoparlanti in aria libera scendono invece a 6 ohm di impedenza nominale.
Il cabinet è uno snello parallelepipedo, in vista frontale, di 25 per 100 cm di larghezza per altezza, con 40 di profondità. Punte alte con sottopunte davanti, appoggi bassi sul retro, così da dare sia la giusta inclinazione alla cassa e sia il giusto accordo alla linea di trasmissione, posta alla base della cassa. N.B. Ne consegue che, sotto la cassa stessa, alla “bocca” dell’accordo, non vadano posti tappeti o materiali fonoassorbenti in genere, pena il deterioramento sonoro dell’accordo stesso: pavimento liscio, duro e puro, e via così. L'altoparlante è montato su una ulteriore flangia sporgente dal resto del cabinet, alla quale si avvita il pannello protettivo da usare in caso di movimentazione del diffusore.
Il bel lavoro di fiammatura della impiallacciatura delle Magus, dove i fogli dell’essenza legnosa di finitura proseguono di lato in lato, cercando di non interrompere la venatura.
Come anticipato, l’altoparlante in questione è il punto di arrivo di una sperimentazione, commerciale e non, molto lunga nel tempo e nel numero di prototipi testati, sempre traguardandoci con le realtà quasi artigianali del nostro settore. Non c’è nulla di “già visto” in questo altoparlante, tutto è nuovo o fatto diversamente, e questa alchimia fine è ben evidenziata in questo PDF – ahimè, sempre in inglese – tratto dalle argomentazioni fornite dalla stessa Cube Audio. Perché, chiederete voi, contrariamente al mio solito, non entro nei meandri tecnici della realizzazione, nei dettagli costruttivi originali e particolari, ma mi affido a un arido PDF, seppur esaustivo? Ma perché non vedo l’ora di mettervi a parte delle mie impressioni d’ascolto…
Ascolto
Insomma, oggi me ne approfitto: ReMusic è fondamentalmente una webzine Hi-End dedicata all’ascolto e passiamo subito al sodo, perché la tecnica qui è sopraffina e si spiega praticamente da sé.
Comincio col dire che, per ottenere il meglio dalle Magus, rispettarne le caratteristiche d’uso è fondamentale. Per arrivare al punto, vanno piazzate in un ambiente tra i 12 e i 25 mq e in questo intervallo di metratura non vi faranno MAI rimpiangere di avere una stanza considerata piccola – a torto o a ragione – o di non avere un diffusore multivia.
Vanno ben addossate alla parete, per ottenere quell’estensione sul basso che possono raggiungere, e suonano sorprendentemente bene e lineari già “piatte”, ma la casa consiglia un accentramento del frontale, un toe-in, di circa 5/10 gradi, questo non solo per aumentare la focalizzazione del centro scena ma anche per non sparare direttamente sulle orecchie i medioacuti, che in questo tipo di altoparlanti tendono a essere un po’ “esuberanti” in fatto di direttività.
Cube Audio Magus dB sensibility measured in ambient
Così facendo, sapranno restituirvi quanto di meglio si possa chiedere a un diffusore: musica senza limiti evidenti nella ricostruzione dell’evento sonoro. E scusate se è poco.
Mi complimento subito sulla loro qualità complessiva e premetto queste raccomandazioni riguardo alle condizioni d’uso perché le ho ben testate in due occasioni, a cavallo dei miei due (2) traslochi di quest’anno, che mi hanno decisamente usurato da tutti i punti di vista ma sono anche stati portatori di una situazione di vita attuale decisamente piacevole e a mia misura. Perché accenno in questa sede a questi traslochi? Perché le Magus sono arrivate poco prima del mio primo trasloco e se ne sono andate poco dopo il secondo, quello almeno per ora “finale”. Le ho potute quindi provare in una situazione ideale per loro progetto, a detta dello stesso costruttore, e in una seconda situazione “estrema”, perché proprio ben al di là delle loro possibilità. In sintesi, nel primo ambiente, la mia precedente sala d’ascolto, erano posizionate come da indicazioni del progettista, anche se in una “pittoresca” confusione data dalle incombenze del trasloco stesso. Erano contro la parete di fondo di una stanza di circa 35 mq complessivi, quindi persino più grande del consentito, ma con una cubatura decisamente inferiore – è quello che conta – visto che l’altezza al soffitto era di 2,4 m, cioè inferiore a quella standard, cosa che faceva rientrare la prova nei parametri consigliati. Dopo il secondo trasloco, non potendo ancora usufruire del mio nuovo ambiente d’ascolto, le ho provate in un locale perfettamente trattato dal punto di vista acustico, grande almeno una 50ina di mq, con pareti di altezza regolare, con le casse poste a un terzo della lunghezza dell’ambiente, quindi ben distanti dalla parete di fondo, e il punto d’ascolto a due terzi della sala, nella classica configurazione che differisce il più possibile l’arrivo delle prime riflessioni allo sweet spot.
Per radicalizzare ulteriormente le due sessioni d’ascolto, nel primo caso ho usato solo amplificazioni a bassa corrente e pochi watt, nel secondo degli ampli assai raffinati ma “correntosi” al tempo stesso.
Quanto vi ho premesso all’inizio di questo paragrafo dedicato all’ascolto è quindi frutto di prove articolate e fondate, anche se sempre interpretate da me, quindi potenzialmente imperfette e personali.
In sintesi, le Magus sanno di proprio quello che devono fare. Secondo me suonano con tutto, non hanno praticamente idiosincrasie, ma vanno pilotate con pochi watt, meglio se ottenuti utilizzando pochi dispositivi di potenza finali. Approfondisco ed esemplifico: meglio i miei 300B replica Western Electric 91A da circa 5/6 watt e il Maison de l’Audiophile Hiraga Classe A da 30 piuttosto che il sempre valido integrato in classe A Musical Fidelity A1000, utilizzabile anche come solo pre o finale, o gli splendidi finali Jeff Rowland Model 7 della seconda location d’ascolto, rispettivamente da 50 e 350 watt ciascuno.
Ha quindi avuto senso usare degli ampli così potenti quando lo stesso costruttore dichiara in soli 40 watt la potenza massima applicabile? Sì e no. Sì, perché a me ha dimostrato essere un accoppiamento sconsigliato e no per lo stesso motivo. Le amplificazioni “muscolari”, quelle che tendono – giustamente – a raddoppiare i watt al dimezzarsi del carico in impedenza, non rendono loro giustizia, le rendono “sterili”, le prosciugano, ne limitano le armoniche. Considerate che la stessa Cube Audio, nella relativa pagina-prodotto che vedete qui, arriva persino a suggerire una precisa lista di ampli, integrati o finali, che funzionano/lavorano bene con questi loro diffusori, affermando – e secondo me a ragione – che già 3 watt bastano per pilotare degnamente i Magus. Certo, questo tipo di consigli da parte dello stesso produttore può essere un’arma a doppio taglio. Così facendo magari ci si concentra su quanto suggerito singolarmente e non si ottiene una linea di condotta generale. Io comunque la tento, dicendo che il Magus è un campione della tipologia di diffusore da “lasciar suonare”, da non controllare. Da me provato anche con classe D, la tipologia di amplificazione usata come riferimento dalla stessa Cube Audio, e lo “scricciolo” Trends Audio TA-10.2P me ne ha dato ulteriore conferma: i Magus suonano con poco mentre con troppi watt vanno facilmente in compressione. Questo altoparlante, complice il grosso motore/magnete e il leggero gruppo mobile, sa già di suo quando partire e quando fermarsi, senza che un ampli glielo confermi necessariamente, e i tecnici comprendano e perdonino le mie approssimazioni letterarie/divulgative…
Aggiungo inoltre che, per raggiungere tutte le sottigliezze che questi diffusori sono in grado di esprimere, le connessioni sbilanciate sono un must. Quelle bilanciate tendono a “limare” i segnali più deboli e – bada bene – non sono io a dirlo, lo afferma uno che fa Nelson di nome e Pass di cognome… Estremamente presenti già a basso volume, come normalmente capita con i diffusori/altoparlanti monovia larga banda ad alta sensibilità, sono molto espressivi e intelligibili già con un filo di potenziometro, anche perché tendono a essere un po’ radiografanti sul medio, ma senza virare sul viola, cioè snaturare o alterare i toni.
Se vogliamo procedere con delle grandi approssimazioni, tanto per dare un orientamento finale di massima:
- non sono così “stizzosi” sulle amplificazioni come i Voxativ e scendono pure di più
- non sono così “grezzi” come i Lowther e salgono pure di più
- sono raffinati almeno come dei Supravox ma pure più autorevoli sul basso
Pro
Un diffusore monovia larga banda completo? Finalmente sì, almeno all’ascolto, perché convincente per coerenza complessiva, senza lacune o “buchi” evidenti nelle frequenze.
Contro
Quello del compromesso per ottenere la coerenza sul mediobasso a scapito della profondità d’immagine è l’unico caveat delle Magus. La tenuta in potenza, quella da monitor da studio, non la possono e non la vogliono né esibire e né raggiugere, ma la coerenza all’ascolto, la facilità con cui si fanno ascoltare, le rende coinvolgenti anche sul parametro della dinamica. Se le metti contro il muro regalano un’ottima presenza sui registri più gravi, ma perdono ovviamente in profondità della scena, parametro in cui purtroppo eccellono, tanto da farsi preferire in questa posizione quando il messaggio sonoro non richiede immanenza o una spessa cornice di bassi.
Chissà
Come ho già anticipato nella prova delle Atomica Strato, che trovate qui, il confronto con le Cube Audio Magus ha del paradossale. Mi cito liberamente ripetendo che le Strato sono un cabinet straordinario con al suo interno due altoparlanti di serie. Le Magus invece sono un altoparlante unico al mondo con attorno un cabinet piuttosto ordinario, tanto che – nota bene – la stessa Cube Audio fornisce qui i piani costruttivi delle proprie casse per il mondo del DIY audio. Scordatevi quindi il cabinet, qui il segreto è tutto nell’altoparlante. E, allora, quale sarà la via giusta in assoluto? Forse un mix delle due? Intanto possiamo dire che se – e sottolineo se – il cabinet delle Magus introduce delle “colorazioni”, probabilmente sono funzionali al risultato, quello della banalissima “godibilità d’ascolto”, e questo è quanto mi basta, almeno nell’uso quotidiano e dimenticandosi per un attimo delle teorie costruttive.
Metafore veloci e sintesi finale
Il Magus è un diffusore che intriga intellettualmente e intrattiene senza apparenti limiti all’ascolto. Alla fine, comunque, il colpo di scena c’è e scopriamo l’assassino, come in tutti i gialli che si rispettino. D’altra parte, avevo già disseminato qua e là nel testo dell’articolo qualche indizio, sempre come in tutti i gialli che si rispettino…
La chiave di lettura, la frase rivelatrice, il punto nodale di questo tipo di diffusore sta nell’assunto che trovate nel sito Cube Audio e che qui riporto in traduzione assolutamente libera e personale: "Crediamo che i diffusori larga banda possano creare un'illusione di musica dal vivo negata ai diffusori multivia. Palcoscenico sonoro stupefacente, grandissima olografia, medio magico, suono aperto e diretto che offre l’immagine più emozionante possibile della tua musica preferita. Se avete mai sentito una buona implementazione del diffusore larga banda, sapete esattamente di cosa stiamo parlando.".
Questo è. Altoparlante unico ed emissione percepita come completa. Larga banda ed emissione puntiforme. Tutte le fondamentali, anche se alcune attenuate, ma incredibile presenza e ricchezza di armoniche. E l’illusione è servita.
Sono quel genere di casse con le quali potrei convivere per sempre, da pace dei sensi, se non esistessero progetti molto più completi, complessi, difficili da settìare, impegnativi e, ahimè, estremamente più costosi… Chi ha orecchie per intendere, intenda.
A chi è rivolto
Se cercate un diffusore che non vorrete mai cambiare, che non vi crea problemi di posizionamento e interfacciamento – se ne rispettate le richieste – e che sia paradossalmente completo all’ascolto, anche se in confronto ad altri svelerà inevitabilmente i propri trucchi e le approssimazioni, beh, allora la vostra ricerca qui ha ben due opzioni… Potete farvelo, acquistando i soli altoparlanti e sfruttando i progetti pubblici messi a disposizione sul sito Cube Audio, o potete comprarlo, venendo in possesso di un diffusore già bell’e fatto, perché, se non l’avevo detto, personalmente trovo il Magus pure bello nella sua austera pulizia di forme funzionali.
Alcuni dei luoghi comuni più triti e ritriti per questo tipo di componenti, dati i risultati che sono in grado di ottenere, è scrivere che sono prodotti “per chi ha già sentito tutto”, “per chi ha il palato fine”, “per chi ha una grande esperienza d’ascolto”… Avete capito, si tratta appunto di espressioni vuote, che possono dire tutto e il contrario di tutto, ma che in questo caso si potrebbero ben spendere per cercare di approssimare quel senso di equilibrio nell’acquisto e appagamento all’ascolto che fa dimenticare il desiderio di cambiare – spesso compulsivamente – i propri diffusori. Soprattutto la ricerca di ulteriori “complicazioni” – più altoparlanti, altoparlanti diversi, più vie con relativi crossover – qui è virtualmente scongiurata, vista la capacità di convincere-e-avvincere all’ascolto di questi Cube Audio Magus.
P.S. Un plauso finale all’amico e professionista Attilio Caccamo di Tektron, che proprio recentemente si è accaparrato la distribuzione Cube Audio per l’Italia.
Timbrica | estensione in frequenza, capacità di riproduzione fedele dello strumento e delle sue armoniche
L’estensione è stupefacente, ma, non volendo esagerare, definiamola solo molto convincente. Certo che ci si deve dare dei pizzicotti per convincersi che è in funzione un solo altoparlante per canale… Le armoniche, i vibrati, i gorgheggi di ugole e strumenti sono il pane quotidiano di un larga banda e su questo i Magus si fanno trovare pronti.
Dinamica | micro (dettaglio) e macro (assoluta), estensione e velocità dei transienti
Diffusori molto rivelatori sia a basso volume che nei pianissimo, dinamica senza sforzo e molto convincente fino ai limiti fisici dell’altoparlante, che non è fatto per creare l’impatto di una amplificazione da stadio – per fortuna – ma che è sempre in grado di sorprendere per la velocità e la verosimiglianza degli attacchi. Anche qui, la coerenza del progetto convince all’ascolto.
Immagine | ambiente, trasparenza, scena, piani sonori, palcoscenico virtuale, senso di presenza, risoluzione
Immagine veramente “da catalogo”, che puoi legittimamente aspettarti da un larga banda ma con una matericità invece del tutto inusuale. Se l’ampiezza della scena è sempre da primato, la profondità risente un po’ della distanza dalla parete posteriore e qui si ha l’unico vero trade off delle Magus: per avere il mediobasso occorre stare vicino alla parete di fondo, come da progetto, per avere una profondità della scena da buco nero nello spazio occorre allontanarsene. Diciamo però che, già sapendolo, il compromesso si trova, eccome si trova.
Tonalità | impostazione generale dell’apparecchio, se presente o caratteristica: ad esempio calda, fredda, virata, ambrata, lucida, opaca…
Il tono è complessivamente neutro, con una leggera tendenza all’iperdefinizione, allo scontorno, sul medioacuto. Il mediobasso invece è lineare se i diffusori vengono posti come richiesto in prossimità della parete di fondo, venendo un po’ a mancare se allontanati. Quello che però sconcerta in senso positivo, è la linearità secondo me degli estremi di gamma, basso e acuti da primato se rapportati a un “solo” larga banda.
Emozione | capacità di coinvolgimento emotivo, molto dipendente dagli accoppiamenti, parametro assolutamente anarchico e personale
Come premesso nella descrizione di questa categoria e come ho scritto più sopra, questi per me sono diffusori ad alto tasso emozionale, che avvicinano a un’idea precisa dell’evento originale, facendo dimenticare gli eventuali limiti, molto eventuali… Una volta ancora si può dire che un diffusore in grado di risultare coerente mette automaticamente in secondo piano i propri limiti fisici.
Costruzione e imballo | Ottima e di grande essenzialità la prima, visto che buona parte si concentra sull’altoparlante, unico al mondo. Per quanto riguarda il trasporto, ogni diffusore arriva in una grande cassa di robusto legno, con il coperchio fermato da sei viti autofilettanti. Tolte le viti al coperchio, basta inclinare di lato la cassa, appoggiarla sul lato del coperchio e sfilarla alzandola. In questo modo, il diffusore comparirà, ben appoggiato sull’imballo interno del coperchio e avvolto in un robusto telo protettivo e con un pannello in MDF fermato da due brugole a protezione degli altoparlanti. È un’operazione da fare in due persone, ma con materiali e progetto ottimi. Sia imballare che tirare fuori una coppia di Magus è un gioco da ragazzi, con un imballo a prova del peggior corriere.
Rapporto prestazioni/prezzo | Molto alto se considerate il grado di intimità con la musica che si riesce a ottenere grazie a un solo altoparlante realmente a gamma intera e senza crossover, il facile interfacciamento con l’amplificazione e la semplice disposizione in ambiente.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Potenza massima applicabile: 40watt
Sensibilità: 92dB
Risposta in frequenza: 38Hz÷18kHz +/-6dB, la risposta in frequenza può variare e dipende dalle dimensioni della stanza e dalle apparecchiature elettroniche utilizzate
Dimensioni: 25x100x40cm LxAxP
Peso: 30kg
Distributore ufficiale Italia: al sito Tektron Italia
Prezzo Italia alla data della recensione: 9.900,00 euro
Sistema utilizzato: al mio impianto
DIRITTO DI REPLICA | LA PAROLA AL PRODUTTORE
Thank you. It is one of the best reviews that I read. It is very thorough and detailed and You managed to write about exactly what they do and how they sound. Congratulations!
Grzegorz Rulka
29/10/2021