Premesse
Quando si parla di qualità d’ascolto soggettiva, c’è sempre voglia di valvole in campo audio. Nonostante si sia a cent’anni esatti dai primi studi sul transistor, vedi qui, gli ancor più datati, nel senso di precedenti, ”tubi a vuoto” mantengono un interesse veramente fuori dal tempo: ormai si può dire. Non starò a qui a spiegarne i motivi. Molto è stato detto e scritto. Anche solo recentemente abbiamo persino avuto il conforto di autentiche ricerche scientifiche sull’argomento, vedi qui. Resta semplicemente il fatto che basti ascoltarle per capire quanta immediatezza, espressività, naturalezza e senso di vicinanza al messaggio audio – premesso il corretto interfacciamento con i giusti altoparlanti o diffusori – siano in grado di restituire le valvole.
C’è poco da aggiungere. Il transistor è fondamentalmente un interruttore, per quanto veloce, velocissimo. Un transistor si comporta appunto come un interruttore pilotato dalla tensione. E tutte le sue applicazioni successive, dai circuiti integrati ai classe D, sono implementazioni di un sistema di amplificazione che prevede l'interruzione o la attivazione del segnale da riprodurre piuttosto che la sua riproduzione analogica "in continuo".
I tecnici mi perdoneranno per queste mie approssimazioni. Se no, me ne farò una ragione. Ma a mio parere è preferibile la superiorità di un sistema centrato su altoparlanti pilotabili da valvole – con maggiore purezza sonica e ampiezza di banda – rispetto a uno costruito su altoparlanti che necessitano per essere mossi di transistor o altri dispositivi successivi.
È quindi con motivato interesse che ho in prova il Lab12 Mighty, un finale di produzione piuttosto recente che sulla carta cerca di unire caratteristiche del buon suono dei tempi passati con alcuni miglioramenti costruttivi di buon senso.
Lab12 è un’azienda greca che sugli ampli a valvole la pensa come me, tanto che afferma che “niente si avvicina di più al suono degli amplificatori audio single ended in pura classe A”. Dispone quindi a catalogo di un’ampia offerta di ampli integrati, finali, pre phono, pre linea attivi e passivi, DAC, distributori d’alimentazione e cavi. Con l’eccezione del pre passivo True, tutti gli apparecchi destinati all’amplificazione del segnale utilizzano valvole.
Il mio sopra accennato interesse nasceva dal fatto che il Lab12 Mighty è sì il finale meno potente nella produzione Lab12, circa 10 watt, ma usa una sola valvola per canale, di fabbrica una EL34, una delle poche valvole “nate per l’audio”, perché a suo tempo appunto appositamente progettate per l’amplificazione audio. Per essere precisi e completi, anche il Lab12 Suono Mk2 utilizza una sola valvola per canale, arrivando a ben 25 watt, ma non essendo personalmente interessato alle realizzazioni basate sulla KT150 – una valvola di concezione moderna, vedi un esempio qui – ho preferito rivolgermi al sound del detto “nella botte piccola c’è il vino buono”. Son gusti personali, dovuti a decenni di ascolti e confronti, nulla di assoluto o incontestabile.

Design
Il Lab12 Mighty è un amplificatore finale di potenza da circa dieci watt per canale. Approfondiremo più avanti il significato dell’approssimazione insita nel termine “circa”. Può funzionare in due configurazioni diverse, a triodo o in ultralineare, cioè single ended a pentodo. Monta di fabbrica delle valvole EL34 ma può montare indifferentemente anche delle 6550 o KT88. Il cambio delle valvole non comporta regolazione del bias, che non è automatico ma a resistenza catodica. L’ampli viene dichiarato come privo di controreazione, anche se a onor del vero una veloce ricerca sul web suggerisce che il bias a resistenza catodica introduca un bel po’ di controreazione, questo in configurazione ultralineare. Rimando qui a una generica scheda Wikipedia e qui all’analisi “partigiana” dell’amico Stefano Bianchini riguardo alle caratteristiche delle due configurazioni, nel caso voleste approfondire l’argomento.
Per questo finale vale quanto da me già scritto qui a suo tempo. Si trattava nello specifico di un integrato non più in produzione. Ma in comune con il Mighty aveva la possibilità di switchare fra diverse tipologie circuitali e, di conseguenza, rese all’ascolto. In sintesi, quando acquistate un Lab12 Mighty, acquistate due finali, con differenti impronte musicali, per quanto magari sfumate possano risultarvi.
Va da sé che il Mighty si rivolge a diffusori ad alta sensibilità/efficienza, personalmente inizierei dai 91 dB in su, con destinazione specifica intorno ai 96-100 dB. Per anni ho usato un Audio Tekne IT2 da 12 watt per canale su delle Yamaha NS-1000 M sentendo bene tutto, a parte il punch da diffusore pro, che è finto per definizione.

Costruzione
Solida, e non ci sarebbe altro da aggiungere. Volendo esagerare con la descrizione, si parte da due lamiere di metallo, superiore e inferiore, piegate a “U” e unite al pannello frontale in alluminio da cinque mm e a quello posteriore. Le parti in metallo immagino siano verniciate a polvere mentre il frontale in alluminio ha finitura anodizzata con sabbiatura a vetro. Se posso anticipare un’opinione, la qualità percepita è alta, la finitura piacevole e robusta, e il fatto che questo nero opaco non sia sensibile a ditate o unto vario me lo fa molto apprezzare.
Il frontale dispone di due VU meter, uno per ciascun canale, per rendere visivamente conto della potenza in uscita, marchiati Nissei e dal look volutamente rétro. La sezione in rosso dei VU meter segnala il clipping della valvola, il suo “soft clipping” come molti ormai sapranno. Al centro del faceplate si vedono tre LED rossi, che segnalano l’accensione generale e il corretto stato di funzionamento dei singoli canali.
Il top riporta i trasformatori d’uscita incalottati, le valvole d’uscita, gli interruttori da modalità triodo a ultralineare, le valvole pilota – delle 6N1P, doppi triodi ad alto guadagno, che non possono essere cambiate se non da un’assistenza specializzata e autorizzata – e l’interruttore d’accensione. Le valvole sono russe e segnate da 1 a 4, sia sui loro vetri che sulle scatole che le contengono. La posizione è 1-2 e 3-4 da sx a dx a seconda che si tratti di quelle di potenza o di quelle driver. Gli interruttori/switch vanno verso i trasformatori per il funzionamento a triodo e verso le valvole per quello in ultralineare.
Il retro dispone di ingresso stereo RCA e morsetti d’uscita per i diffusori nelle due posizioni 4 e 8 ohm, più negativo in comune. Per dei diffusori con range di impedenza da 2 a 6 ohm si consiglia l’uscita a 4 ohm del Mighty, per quelli da 6 a 16 la seconda a 8 ohm. La dotazione di serie non prevede il cavo di alimentazione ma la presa è la classica IEC, potrete quindi sbizzarrirvi a provare di tutto, dal cavo termosaldato da PC a quello più esoterico Hi-End.
Sul pannello inferiore sono avvitati dei classici piedini di gomma ed è assicurato il trasformatore toroidale, all’apparenza più che correttamente dimensionato.
Svitando quattro viti da metallo laterali, due per lato, e un’altra più piccola sul fondo si accede all’interno, veramente ben composto e ordinato. Si parla di una sola scheda ma completamente a due canali, perfettamente simmetrica per piste e componenti utilizzati. Questo fa del Mighty un finale dual mono a tutti gli effetti. A cominciare proprio dall’alimentazione, dove sì il trasformatore è unico ma i secondari sono due, uno per canale. Molti componenti sono rimarchiati Lab12, per evitare sguardi indiscreti sui loro valori e non legarsi necessariamente a degli specifici brand di fornitura. Il poco cablaggio è di sezione generosa e perfettamente twistato.
La circuitazione SRSG - Separate Rails, Separate Grounds è proprietaria e nel suo complesso significa che i circuiti ad alta corrente sono totalmente indipendenti dai circuiti di segnale. Si utilizzano cioè un array di messa a terra a stella per i ritorni ad alta corrente e un altro array di messa a terra a stella per i ritorni di segnale.
Per i fan di audio porn, il tutto è libidine per gli occhi.
La fiducia dell’azienda nelle proprie capacità costruttive si tocca anche nella garanzia offerta: ben cinque anni sull’apparecchio e di un anno, come di norma, sulle valvole.
Ascolto
Il termine inglese “mighty” significa “potente” e il nostro Mighty non delude le attese. Appena acceso dà tutto, senza risparmio. Ha un’impronta con una bella fisicità, un suono vivo, un po’ tendente a quello monitor, che proietta il suono – personalmente lo preferisco – invece di ricostruirlo in proporzione. Dopo le consigliate 150 ore di rodaggio – fatte tutte e in abbondanza, non crediate che siano ubbie da idiofili – il finale in estrema sintesi ha mantenuto questo profilo sonoro, affinandolo e scaldandolo insieme.
Riguardo al dettaglio della sua circuitazione triodo/ultralineare, Enrico Zanni di Audiovision Modena, distributore Lab12 per l’Italia, ha interrogato per me il responsabile e progettista, Stratos Vichos, che ci ha gentilmente risposto nel modo che sintetizzo come segue: “Ovviamente saprete che le EL34 sono pentodi. In modalità triodo lo schermo principale della valvola è collegato direttamente all'anodo. Questa è la topologia circuitale più vicina a quella del triodo ottenibile su, appunto, un pentodo. In questa modalità triodo la potenza in uscita del Mighty è di circa 7 watt. In modalità ultralineare lo schermo è invece collegato a una presa intermedia separata sul trasformatore di uscita. In questo caso la potenza in uscita del Mighty è di circa 10-11 watt.” Ecco allora spiegati i valori di potenza che vi avevo riportato nella sezione Design. Approssimando, l’ultralineare tende a offrire il suono di un triodo con un po’ più potenza. E controllo, perché il 43% circa del segnale emesso dalla valvola ritorna alla valvola attraverso il trasformatore, e questa è controreazione. È una via di mezzo fra pentodo e triodo
Confesso quindi che, all’ascolto, il Mighty mi ha destabilizzato, sono rimasto interdetto. Come al solito cerco, controllo e studio le premesse tecniche. Voglio sempre documentarmi per farmi un’idea per quanto mi è possibile di come dovrebbe suonare un apparecchio o un diffusore. Nel tempo si capisce che certe circuitazioni o implementazioni di altoparlanti danno esiti ricorrenti, hanno “lo stesso suono”, cioè si somigliano all’ascolto, campanellino più o campanellino meno. Venendo al punto, come avrete letto anche solo dai link che vi ho proposto più sopra, in rete non si parla benissimo della configurazione ultralineare. Si dice abbia un sacco di distorsione per ottenere poi pochi watt in più. Si dice pure che far suonare a triodo un pentodo sia inutile se non addirittura controproducente. Sì, il suono sarà molto simile a un triodo vero, ma le griglie in più, anche se neutralizzate, porteranno comunque a un suono “meno puro”, meno trasparente.
Però io non sono affetto da “pensiero religioso”, non credo che una cosa debba suonare così e cosà solo perché “si dice”. Bisogna giudicare i risultati, ascoltare con le proprie orecchie. Se no verrei meno ai miei compiti, all’essenza dell’essere audiofilo. E all’ascolto il Lab12 mighty mi ha dato solo soddisfazioni. Ho passato ore, giorni e settimane semplicemente ad ascoltare musica, non chiedendomi nulla sul “come è fatto”. E questo per parte mia mette una discreta pietra tombale sull’argomento.
Altro pregiudizio da soppesare è quello che recita che i single ended suonino “mosci”. A mio avviso, non è sicuramente il caso del Mighty. Sia in configurazione triodo che in ultralineare – tra l’altro, quest'ultimo è un modo per far suonare a triodo un pentodo – il finale è risultato vivido senza essere colorato. Tutto meno che noioso, su questo non ci piove.
Infine, un appunto e un consiglio. Sul manuale c’è scritto che la selezione della modalità di amplificazione triodo/ultralineare può essere effettuata ad ampli acceso, ma abbassando il volume. È vero. L’ho fatto. Ma il finale dà certe schicchere sui diffusori che a me non piacciono affatto. Spiacente. Devo dirvelo. Quindi mi son di volta in volta comportato come segue. Volendo passare da triodo a ultralineare o viceversa, a finale caldo l’ho spento a musica in corso e senza abbassare il volume. Tempo una dozzina di secondi i condensatori si sono scaricati e non è più uscito suono. Ho allora cambiato la posizione dell’interruttore/switch e riacceso il finale. In capo a pochi secondi la musica è ritornata, magari addirittura sullo stesso brano musicale, permettendomi per di più dei bei confronti rapidi. Non ci sono svantaggi. Si può fare. Ovviamente non compulsivamente. E questo mi porta a dire anche che, se voglio sentire qualcosa “d’atmosfera”, preferisco la configurazione a triodo. Invece, se voglio “battere il tempo”, vado per l’ultralineare. Non prendetemi alla lettera ma è un bel sentire, sono esperienze molto piacevoli.
Pro
Il finale suona bene, è “sano”, va oltre le mie fisime tecniche, magari semplici pregiudizi, come accennavo. Ha un comportamento da “stato solido” – si accende, suona e si spegne senza noie di nessun tipo – e un’anima, un sound “valvolare” dei migliori – vivo, veloce e vivace, tanto per usare i primi aggettivi con la “v” iniziale che mi vengono in mente.
È di interfacciamento facile, l’ho provato con pre a integrati, pre passivi o a valvole e ha sempre reagito in modo tendenzialmente neutro, non “mettendoci del suo”, ma rivelando quello che c’era prima e dopo di lui, le caratteristiche di chi lo pilotava e quelle dei diffusori che doveva pilotare, il comportamento di un piccolo campione.
Las but not least, soprattutto di questi tempi, Enrico Zanni di Audiovision Modena è inoltre distributore vero, un appassionato del proprio mestiere con assistenza tecnica reale e “su piazza”, cioè in attività, da molto tempo.
Contro
Veri e propri, nessuno. L’esemplare in prova ha un leggero ronzio tipico dell’alta tensione valvolare su entrambi i canali, ineliminabile, soprattutto se si ascolta come me con diffusori da 100 dB e oltre. Sul canale destro si aggiungeva inoltre un diverso ma ancor più leggero ronzio, più acuto, dovuto probabilmente a una regolazione fine ancora da effettuare. Cose che succedono, soprattutto a rodaggio raggiunto, e queste sì sono eliminabili sul banco di un tecnico specializzato.
La circuitazione, come detto, è invece una scelta progettuale: o vi va bene così o dovrete passare oltre. Rimane comunque il fatto che il Mighty mi risulta essere l’unico sul mercato con possibilità di doppia configurazione triodo/ultralineare e sul quale si possa fare del bel tube rolling senza dover passare da regolazioni di laboratorio, ottenendo pure un pelo di potenza in più nel caso di valvole 6550 o KT88.
Chissà
Non ho competenze tecniche per analizzare i pro e contro del tipo di circuitazione adottata, ma sospetto che il modo con cui sia stata implementata abbia centrato un’area di equilibrio, una confort zone per ottenere i risultati cercati. In questo senso credo che il Mighty sia frutto di una ricetta vincente, di un equilibrio d’autore, ha un “blend”, è frutto di una miscela e secondo me conferma quanto il produttore afferma, cioè che è frutto di “innumerevoli ore ad ascoltare”. Non è un “me too”, non è un finale come ce n’erano altri, nel suo piccolo è veramente fuori dall’ordinario
Metafore veloci e sintesi finale
Il Lab12 Mighty è un piccolo grande ampli di pochi watt, quelli che da un marchio più blasonato potrebbero costare parecchie migliaia di euro in più.
A chi è rivolto
È il finale di chi ha già sentito tutto e vuole ricominciare senza indebitarsi. Oppure di chi non ha mai avuto un finale a valvole e vuole iniziare bene, sempre senza svenarsi e sempre a condizione di proporgli i diffusori adatti. Poche vie, poco o niente crossover, il gioco è fatto e la musica regna.
Timbrica | estensione in frequenza, capacità di riproduzione fedele dello strumento e delle sue armoniche
Neutra, senza preferenze o coloriture, se cercate delle caratterizzazioni, come quelle dei finali con condensatori che caricano e marcano il suono, non è l’apparecchio che andate cercando.
Dinamica | micro (dettaglio) e macro (assoluta), estensione e velocità dei transienti
Molto corretta in generale, equilibrata, dipendente ovviamente dalla sensibilità/efficienza dei diffusori, si parla sempre di un finale di pochi watt complessivi, ma anche qui dei valori rassicuranti, che non tentano il primato ma la naturalezza.
Immagine | ambiente, trasparenza, scena, piani sonori, palcoscenico virtuale, senso di presenza, risoluzione
Tendente alla trasparenza più che alla massa, alla lucidità più che al peso, ma con un gran bel senso di presenza complessivo. Un pelo più aperta in triodo e un poco più “densa” in ultralineare, piccole differenze che vanno molto a gusto e in funzione della qualità del supporto o del brano audio.
Tonalità | impostazione generale dell’apparecchio, se presente o caratteristica: ad esempio calda, fredda, virata, ambrata, lucida, opaca…
Valgono, mutatis mutandis, le considerazioni del precedente parametro.
Emozione | capacità di coinvolgimento emotivo, molto dipendente dagli accoppiamenti, parametro assolutamente anarchico e personale
Devo rispondere “di pancia”: mi piace e mi è piaciuto. Diverse volte e in diversi setup mi son sentito dire o ho pensato fra me e me: “ma senti come suona... che gli devo chiedere di più?”. È una considerazione che vale quello che vale, prendetela così com’è.
Costruzione e imballo | Come già detto, solida e concreta la prima, in cartone e mousse di polietilene, e pratica e affidabile la seconda: delle voci ineccepibili, insomma.
Rapporto prestazioni/prezzo | In linea con i prodotti Hi-Fi di grande brand, sinceramente consigliato.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Potenza di uscita: 10watt/canale
Risposta in frequenza: 20Hz-25KHz -0,9dB
Impedenza d’ingresso: 100kOhm
Impedenza consigliata diffusori: 4-8ohm
Valvole utilizzate: 2x 6N1P doppi triodi, 2x EL34 pentodi di potenza
Sensibilità in ingresso: 600mV a triodo / 400mV in ultralineare
Ingressi: 1 linea stereo sbilanciato con connettori RCA
Uscite: morsetti per filo nudo o terminato con banane, forcelle, spadine o capicorda
Colori disponibili: nero opaco
Alimentazione: 230VAC 50Hz / 115VAC 60Hz
Consumi: 150VA max
Dimensioni: 32x17x29cm LxAxP
Peso: 9kg
Accessori: manuale di istruzioni
Per ulteriori info: scarica qui il manuale Lab12 Mighty
Distributore ufficiale Italia: al sito Audiovision
Prezzo Italia alla data della recensione: 2.117,50 euro
Sistema utilizzato: al mio impianto