Nelson Pass è una figura di spicco nel panorama mondiale dell’alta fedeltà. Un’autentica leggenda vivente che ha progettato e tuttora progetta elettroniche tra le più ambite e considerate dalla comunità audiofila: dai vecchi Threshold e Adcom, ai Pass Labs e First Watt.
Una delle cose che più ammiro di Nelson Pass è la disponibilità alla condivisione delle sue conoscenze, lui è un vero attivista nella comunità degli autocostruttori, ovvero del DIY audio, acronimo di Do It Yourself. La sua filosofia costruttiva e la sua estetica del suono riprodotto sono chiaramente espresse in numerosi articoli pubblicati per lo più su questo suo sito. Nessun segreto, dunque. Il viatico per il paradiso, secondo Nelson Pass, è un amplificatore rigorosamente single ended: il più efficace in termini di raffinatezza nel trattare segnali deboli e valorizzare le sfumature timbriche, in classe A,per ridurre drasticamente la distorsione e di bassa potenza, che consente l’utilizzo di una sola coppia di dispositivi di amplificazione, emulando ciò che nelle valvole è dato dai monotriodo.
Corollario di questo pensiero è la semplificazione assoluta nel percorso del segnale con una formula progettuale essenziale e una componentistica altamente selezionata e specializzata, capaci di eliminare ogni fattore di degrado.
Nell’amplificatore finale Pass Labs XA25 il progettista ha voluto quindi dare pratica attuazione a detti principi. L’XA25 si compone di soli tre stadi accoppiati in corrente continua con solo tre coppie di dispositivi di amplificazione in push-pull, senza utilizzo di compensazioni di frequenza. Sono stati impiegati pochissimi componenti attingendo dalla migliore produzione NOS - New Old Stock di JFET e MOSFET in configurazione cascode scelti accuratamente dal progettista.
La tipologia circuitale è rigorosamente single ended in grado di erogare 25 in pura classe A su 8 ohm. Lo stadio di uscita è stato affidato a due grossi MOSFET LXYS da 800 watt con capacità di transienti da 200 ampere. La particolarità di questi MOSFET è che non necessitano di resistenze in serie ai pin, eliminando quindi ogni forma di degenerazione e controreazione dal percorso del segnale, contribuendo a rendere questo finale estremamente terso e luminoso.
Addirittura, secondo il progettista, la purezza del segnale ottenibile sarebbe superiore a quella dei celebrati monotriodo con le valvole 2A3 o le 300B, il cui segnale sarebbe comunque mediato dai trasformatori d’uscita.
Ai minimi valori di distorsione del circuito si associa anche una bassa impedenza d’uscita che favorisce un fattore di smorzamento particolarmente elevato, pari a 500, piuttosto inusuale negli amplificatori Pass Labs, che contribuisce a definire il carattere veloce, asciutto e trasparente di questa elettronica.
La semplificazione introdotta nell’XA25 non deve trarre in inganno, ovvero, non è stata dettata dalla necessità di mettere sul mercato un prodotto più economico rispetto alle linee X.8 e XA.8, anche se, guardando il prezzo di listino, l’XA25 è l’entry level dei finali Pass Labs. Ci troviamo, piuttosto, di fronte a un vero e proprio esercizio di stile volto a realizzare un progetto volutamente minimale che ha come obiettivo dichiarato la trasparenza assoluta.
Un prodotto unico e irripetibile, non esistendo attualmente componentistica che consenta di sviluppare ulteriori progetti di maggior potenza senza dover irrimediabilmente compromettere l’estrema semplicità del percorso del segnale.
Stereophile ha ben sintetizzato qui il pensiero della stampa specializzata su questo apparecchio: “XA25 is what might be the most transparent amplifier available at any price”. Frase impegnativa, ma che, alla luce dell’esperienza di questa recensione, mi sento di condividere.
L’XA25 è figlio anche dell’esperienza del brand First Watt che Nelson Pass ha voluto tenere sempre distinto da Pass Labs, per l’approccio sperimentale e artigianale della produzione, focalizzato sulla massimizzazione di alcuni parametri della riproduzione sonora, che ha dato vita ad interessanti progetti in classe A di bassa potenza.
Pass ha attinto a piene mani da quell’esperienza e l’XA25 è probabilmente il coronamento di un percorso che esporta in Pass Labs le migliori intuizioni di First Watt e si pone come momento di sintesi di tutto un dibattito fatto di scambi di idee e suggerimenti nell’ambito della community DIY audio durato ben tre anni, prima che il progetto prendesse definitivamente forma.
Ho chiesto via email a Nelson Pass come si colloca l’XA25 rispetto a First Watt.
Il progettista ha precisato che l’XA25 resta inconfondibilmente un Pass Labs. È molto più grande e potente di un First Watt, malgrado si collochi sulla stessa fascia di prezzo e mostri apparentemente gli stessi dati di targa. Con sottile umorismo, ha aggiunto che in First Watt, 25 watt significano 25 watt. In Pass Labs, 25 watt significano almeno 100 watt. Questo per dire che, se questo progetto, del tutto peculiare e sperimentale, è approdato in Pass Labs e si è potuto fregiare di questo marchio non è solo per la filosofia di suono che persegue, ma anche per il trattamento anabolizzante e la cura maniacale dei minimi dettagli che onorano la leggendaria affidabilità e longevità del produttore americano.
Una rapida occhiata alle misure: 25 watt su 8 ohm in classe A, 50 watt su 4 ohm in classe A e 100 watt su 2 ohm in classe AB. 50 watt di picco in classe A su 2, 4 e 8 ohm. L’amplificatore resta stabile fino a carichi di 0,5 ohm e stazza ben 21 kg di peso.
Sono numeri importanti, che lasciano intendere l’imponenza di questo amplificatore e la sua grande capacità di erogazione di corrente. Non lasciamoci fuorviare dall’idea che si tratti solo di un raffinatissimo piccolo finale single ended in classe A.
Ho inserito il Pass Labs XA25 nel mio impianto e ho avviato un rodaggio di circa un centinaio di ore prima delle quali, avventurarsi in un giudizio può essere fuorviante.
I tempi di riscaldamento ottimale, partendo dalla macchina in standby, sono particolarmente lunghi, circa un’oretta. Con la macchina completamente spenta, una mezza giornata di standby e, a seguire, una buona mezz’ora di funzionamento sono quasi indispensabili per apprezzarne appieno le potenzialità.
Il sodalizio con Audio Research è risultato ottimo, sia elettricamente che timbricamente. In secondo ascolto ho utilizzato un preamplificatore passivo Audio Tekne LT 9701, match a mio avviso timbricamente meno riuscito a causa del prevalente carattere del giapponese, che ha stemperato l’esuberanza del finale americano imponendo il suo passo caldo e rotondo.
Nel mio impianto, l’immagine si presenta coesa e sviluppata nelle tre dimensioni.
Il palcoscenico è terso e assolato come un pomeriggio d’aprile. Era tanto che non utilizzavo questa metafora, ma è come se il palcoscenico fosse davvero investito di una calda luce pomeridiana che fa letteralmente esplodere la scena nei suoi dettagli più minuti e reconditi.
Una luminosità e trasparenza che mi hanno riportato indietro ai ricordi del Graaf GM20, magnifico finale valvolare OTL di Giovanni Mariani con cui ho convissuto un certo periodo di tempo, che faceva proprio della trasparenza il suo punto di forza: tanto per notarlo, anche nel Graaf stadi accoppiati in continua, classe A e… nessun trasformatore d’uscita. Tuttavia, il basso perentorio e la botta dinamica del Pass Labs là non c’erano. Del resto, la capacità di pilotaggio dell’XA25, stabile su carichi di 0,5 ohm, un OTL se la può solo sognare.
Faccio mente locale nell’archivio della mia personale esperienza d’ascolto per cercare qualcosa che si avvicini a questo finale in fatto di trasparenza. Partiamo dai monotriodo, ad esempio.
Ho ancora nitido il ricordo dell’Air Tight 300B, dove l’elevatissima qualità dei trasformatori Tamura garantisce purezza e neutralità del segnale e non pregiudica la luminosa essenza delle valvole. Tuttavia, al netto delle differenti capacità elettriche, il concetto di trasparenza del monotriodo resta pur sempre caratterizzato da una mediazione eufonica di carattere interpretativo che appare piuttosto lontana dalla cruda essenzialità del Pass.
Anche scomodando un valvolare monotriodo anabolizzato come il KR Audio Kronzilla SX, altro vecchio compagno di giochi ibrido MOSFET/triodi, il confronto col Pass Labs è improponibile. Indubbiamente il Kronzilla è capace di un suono dinamico, possente e corposo, ma non fa della trasparenza ed estensione il suo punto di forza.
Sul fronte stato solido, nemmeno un’elettronica veloce come il Burmester 956 MK2 – caratterizzata dall’estrema semplificazione circuitale, l’accoppiamento in continua degli stadi e l’alto fattore di smorzamento – riesce ad avvicinare la trasparenza del Pass. Del resto il tedesco fa abbondante uso di controreazione e una più convenzionale configurazione bilanciata con stadi di amplificazione in parallelo, tutti fattori penalizzanti rispetto all’ideale perseguito da Nelson Pass.
Per certi versi, concettualmente più vicine all’XA25 restano le elettroniche Gamut, caratterizzate da una sola coppia di dispositivi di amplificazione in uscita: ma le similitudini cessano qui, a iniziare dal fatto che non sono elettroniche in classe A.
Nemmeno in casa Pass Labs è facile trovare un’elettronica che si avvicina all’impostazione estremizzata implementata nell’XA25. Il finale XA30.8, apparentemente simile, ha una configurazione bilanciata e un suono leggermente più rotondo e corposo, rinunciando a qualcosa, in termini di trasparenza assoluta, ma guadagnando in spessore nelle regioni del mediobasso.
Ma torniamo al suono dell’XA25. Dicevamo, suono asciutto e trasparente, ma tanta, tanta classe. Classe A, nello specifico. Luminosità e definizione che non sconfinano nella fatica d’ascolto, perché il tessuto armonico non è fatto di abbagliante acciaio cromato ma di purissimo argento liquido.
L’inserimento del Pass nell’impianto produce un pronunciato “effetto monitor”, che assicura una lettura spietata di ogni minimo dettaglio, A macchina calda, tutto scorre fluido, magmatico e ammaliante. Il paradosso del Pass è che a fronte di tanta definizione non ci sono spigoli vivi né accenno a indurimenti, tutto è straordinariamente contrastato ma a tessitura talmente fine da dare finalmente un senso alla tanto abusata parola “raffinatezza”.
Registro, per contro, una leggera contrazione della mediazione ambientale fatta spesso di oscuri reverberi che il riferimento sembra maggiormente privilegiare secondo quell’approccio prospettico così caratterizzante il suono Audio Research.
L’orizzonte del Pass Labs è parimenti esteso e profondo, ma decisamente sdrammatizzato e, per certi versi, meno suggestivo. Tutto sembra svolgersi a colori vivi, senza troppo indulgere sui toni grigio-celesti della lontananza. Del resto, è proprio la vivida purezza cromatica a rendere impressionante l’XA25. Gli strumenti acustici sono di un realismo e – consentitemi di aggiungerlo – di una bellezza disarmante.
I piccoli ensemble jazz sono un’autentica goduria. Le voci si stagliano sull’orizzonte del palco con realismo impressionante.
L’impatto dinamico è assistito da un basso pugnace e scoppiettante, che rende piacevoli anche i programmi più contrastati e marca la differenza con analoghe realizzazioni di bassa potenza di qualità, sia a valvole che a stato solido.
Pur se con toni più chiari e luminosi del riferimento, lo spessore dei protagonisti c’è tutto ed è congruo a garantire tutta l’immanenza e l’effetto presenza che l’evento richiede.
A questo punto, tornare ad ascoltare il riferimento è un’esperienza istruttiva e destabilizzante al tempo stesso. Mi ci è voluto del tempo per ritarare l’orecchio, prima di ritrovare nell’Audio Research tutta l’estensione e l’apertura che gli ho sempre riconosciuto. La prima sensazione è stata quella di un suono morbido e scuro. Se non avessi ascoltato e apprezzato innumerevoli volte il mio finale a confronto con tante blasonate elettroniche, sarei stato indotto a pensare a un malfunzionamento o esaurimento delle valvole. In compenso, il nerbo e la potenza del push-pull di valvole 6550 hanno fatto riacquistare ai diffusori tutta la stazza e il litraggio che il Pass aveva un po' ridimensionato.
Venendo alle conclusioni, il Pass Labs XA25, come è ovvio che sia, non è un amplificatore universale. Le caratteristiche sonore richiedono un attento ascolto e le caratteristiche elettriche ne fanno un’elettronica altamente specializzata da interfacciare con attenzione, anche se la cura Pass lo ha reso comunque un macigno in grado di farsi rispettare pressoché ovunque.
L’XA25 è una di quelle elettroniche estreme che rappresentano un punto di arrivo della tecnologia e del know-how in fatto di semplificazione progettuale, essenzialità, purezza, trasparenza e definizione nella riproduzione musicale. Da appassionato posso solo aggiungere che è una di quelle pochissime elettroniche oggi in commercio con una storia da raccontare, fatta di sfide e obiettivi ambiziosi e per molti versi raggiunti.
Alla luce di quanto ascoltato, possiamo confermare che il Pass Labs XA25 probabilmente è il più trasparente amplificatore in commercio, a prescindere dalla fascia di prezzo.n Da ascoltare assolutamente e, a poterselo permettere, acquistare e collezionare come riferimento.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Tipologia: amplificatore finale stereo a stato solido in classe A
Guadagno: 20dB
Potenza in uscita: 25 watt su 8 ohm, 50 watt su 4 ohm in classe A; 100 watt in classe AB
Impedenza d’ingresso: 47kOhm
Fattore di smorzamento: 500
Corrente di picco massima in uscita: 10A, 200watt di picco su 2ohm; 50watt in classe A di picco su 2, 4 e 8ohm
Dimensioni: 43x15x44cm LxAxP
Peso: 21kg
Prezzo: 6.620,00 euro
Distributore ufficiale Italia: al sito Audio Reference
Prezzo Italia alla data della recensione: 6.620,00 euro
Sistema utilizzato: all’impianto di Emilio Paolo Forte