Plinius è un'azienda neozelandese che nasce negli anni ’80 e che nel tempo si è distinta sempre più per i prodotti che ha proposto sul mercato, tutti caratterizzati da linee molto gradevoli alla vista e che, al contempo, trasmettono una sensazione di straordinaria robustezza.
Nel 1990 ha iniziato a produrre la fortunata serie M di preamplificatori proponendo poi, nel 1992, il finale SA-250, dalle prestazioni notevoli e ancora attualmente apprezzatissimo in ambito audiofilo.
Nel 2006 inizia la denominazione in lingua maori degli apparecchi Plinius, allo scopo forse di diffonderne la cultura indigena e di incuriosire i potenziali acquirenti, oppure di creare un legame con il passato ribadendo l' importanza della tradizione dei popoli, alla quale dobbiamo spesso i successi dei nostri tempi: d’altronde siamo quelli che eravamo e saremo quello che siamo.
Sempre nel 2006, Plinius inizia ad approfondire gli studi di settore e a progettare apparecchiature sempre più sofisticate, fino ad approdare ai giorni nostri introducendo nel mercato prodotti di qualità assoluta, quali quelli della serie Reference SA-103 e SB-301 e il nostro Kiokio, un finale da oltre 300 watt su 8 ohm.
Il nome dell’apparecchio mi ha molto incuriosito e mi sono documentato sul suo significato: i Kiokio sono una specie di felce dalle fronde molto rigide che si trova solo in Nuova Zelanda ed è molto diffusa nelle sue paludi e nei suoi boschi. Forse l’intento della casa madre non è stato casuale: accostando l’oggetto a una pianta così rigogliosa e forte al tempo stesso, ha voluto sottolineare quanto il prodotto in questione sia robusto e armonioso.
Il finale Kiokio, oggetto della nostra prova, è un “mostro” di circa 30 chili che, compreso di imballo, è difficilmente trasportabile da una sola persona. Fortunatamente ho potuto condividere la fatica del trasporto con la mia dolce consorte.
La presenza del Kiokio si fa “sentire” fin dall’inizio, sebbene la sistemazione in ambiente non abbia avuto particolari problematiche grazie anche all’imballaggio curato fin nei minimi dettagli. A tal proposito ho potuto notare la finezza nel fornire, assieme alle istruzioni tecniche per l’installazione/uso, anche un bel paio di guanti bianchi.
Il Kiokio è un finale di potenza stereo dotato, secondo quanto dichiara la casa produttrice, di ben 310 watt per canale su un carico di 8 ohm e, in teoria, non dovrebbe avere alcuna difficoltà nel pilotare i diffusori più ostici, avendo un’uscita dichiarata di 470 watt su un carico di 4 ohm.
Il dato dichiarato di erogazione di massima corrente istantanea "100 A... gulp" mi fa sfregare le manine e sperare in grandi prestazioni del mio diffusore 3 vie, avido di corrente.
Sul retro, l’ampli è dotato di ingressi bilanciati e sbilanciati e di due coppie di connettori WBT di potenza per ciascun canale utilizzabili per poter effettuare comodamente l'eventuale biwiring.
Sempre sul pannello posteriore c’è il commutatore di accensione generale che mette l’apparecchio in Standby; il tastino sul frontale consente al circuito di soft-start di completare l’accensione dell’apparecchio dopo qualche secondo.
Sul pannello frontale è presente il sempre molto utile tasto Mute.
Il pannello posteriore è dotato, inoltre, di uno switch che permette, nel caso vi sia necessità, di risolvere il ground–loop: fastidiosissimo rumore di fondo che si potrebbe generare in caso di contatto con gli chassis di altri apparecchi dell’impianto.
Ho contattato l’azienda per avere ulteriori info sulla loro elettronica e in pochi giorni le mie richieste sono state, molto cordialmente, soddisfatte.
Il Kiokio monta due grossi toroidali da ben 1100 watt ciascuno e una decina di condensatori di filtro da 6800 microfarad. Lo chassis - detto H-Chassis per la sua configurazione ad H - è ingegnerizzato in modo da avere sulla parte superiore i circuiti relativi all’alimentazione. I BJT di potenza, ben 16 per canale, sono distribuiti uniformemente tra la parte superiore e quella sottostante. Il settore inferiore dello chassis contiene i due grossi toroidali e, al centro, si colloca il circuito di “soft-start”. Il Kiokio è inoltre dotato di protezioni per le sovracorrenti e per le alte temperature.
Impressioni di ascolto
Sulle primissime ore di funzionamento del finale non mi pronuncio poiché l’iniziale freddezza e mancanza di profondità in basso era sicuramente data dal fatto che l’apparecchio in prova non aveva mai lavorato prima. La cosa che immediatamente ho rilevato, comunque, è stata la ricostruzione millimetrica dei dettagli e la perfetta collocazione degli strumenti.
Dopo una decina di ore complessive di funzionamento ho deciso di fare una sessione di ascolti di un paio di ore e di spingere anche un po’ con il volume. Beh… la parola che mi viene da esclamare è... devastante!
La sensazione iniziale, come immaginavo, è letteralmente sparita.
La voce di Freddy Mercury sembra stampata sulla parete di fondo, gli strumenti della Dallas Wind Symphony in Molly on the Shore sono tutti nitidi e brillantemente presenti e, in particolare, la grancassa, in lontananza, è percepibile con una naturalità da me mai ascoltata altrove. La voce di Emma Shapplin in Spente le stelle è emozionante e, in alcuni passaggi, mi da anche un po’ di brividi. La voce di Tori Amos è calda e molto coinvolgente.
L’ambienza e l’ariosità della scena musicale sono ampie e a volte si ha la sensazione di esservi immersi.
Dopo un’oretta di funzionamento sembra che il suono diventi un po’ troppo aperto, anche se, a onor del vero, credo che la mia sorgente contribuisca notevolmente e, in parte, mi viene il dubbio che anche il mio pre, Bryston BP25, agisca su questa prevalenza dello spettro di frequenze medio-alte. Mi riservo di fare altri ascolti con una sorgente dalle caratteristiche diverse dall’attuale.
Proseguono gli ascolti, fugaci e non, e la sensazione di essere davanti a un apparecchio di alto lignaggio diventa sempre più vivida.
Con il trascorrere del tempo il finale restituisce voci naturali e presenti, tridimensionalità e scena acustica scolpite e, laddove le incisioni lo prevedano, dettagli nettamente definiti... davvero impressionante!
Ascolti successivi non fanno altro che confermare le impressioni più che positive sul prodotto... la cosa sorprendente è il modo in cui riesce a creare una scena ampia e profonda e al tempo stesso sminuzzare l’informazione sonora per poi ricostruirla con un’armoniosità non comune, senza la minima perdita di microinformazioni e senza aggiungere nulla al messaggio musicale. Decisamente corretto in moltissimi parametri di ascolto questo Kiokio.
Dopo altri ascolti, anche in compagnia di diversi amici audiofili, e non, posso concludere che questo finale è davvero sorprendente nelle prestazioni che è in grado di offrire, ma anche impietoso in occasione di interfacciamenti con altri apparecchi del sistema non all'altezza o registrazioni non felici: restituisce sempre tutto ciò che gli arriva con una perfetta trasparenza e con molte registrazioni di musica classica ben curate, chiudendo gli occhi, ho avuto la sensazione di avere l’orchestra davanti a me sul palcoscenico, distante esattamente quanto previsto dalla registrazione… una localizzazione degli strumenti millimetrica.
Il finale Plinius Kiokio è stato testato anche con un DAC di ultima generazione l’M2tech Young confermando un’elevatissima trasparenza.
Poi vi devo raccontare questa: una sera guardando una fiction in TV ambientata nel periodo delle crociate e, tra l’altro, realizzata anche piuttosto bene, l’audio restituito dall’impianto con inserito il Kiokio mi ha letteralmente stregato e ha fatto si che la mia attenzione fosse totalmente rivolta agli effetti e alle colonne sonore, distraendomi dalla storia che si delineava... proprio affascinante questo Kiokio!
Il Kiokio è stato provato anche con un DAC Reimyo e un preampli Shindo Claret e, anche in questo caso, nonostante il non perfetto abbinamento elettrico tra pre e finale – non a caso il preamplificatore della casa neozelandese esce con una tensione molto bassa di 500 millivolt e ha un guadagno contenuto per abbinarsi al meglio con la gamma dei finali Plinius – sono state confermate le doti straordinarie del finale, che è risultato armonioso, coinvolgente ed estremamente deciso nei passaggi musicali più difficili.
In conclusione, si tratta di un finale di potenza che definirei completo, una grande macchina da musica che vi proietterà nel mondo del’audio di altissima qualità. Utilizzando il Kiokio non rinuncerete a nessuno dei parametri fondamentali per ascoltare i vostri dischi preferiti.
Riassumendo
Dinamica: eccellente, soprattutto la microdinamica
Trasparenza: totale
Velocità: realistica
Immagine: ricostruzione della scena perfetta
Timbrica : eccellente
Dettaglio: impressionante
Non è colpa mia se ReMusic mi ha affidato un vero campione dell'amplificazione come prima esperienza di redazione e, confortato anche dall'ascolto di Roberto Rocchi, propongo un bello Spark in the Dark per il Plinius Kiokio che si è distinto per universalità e completezza delle prestazioni e in particolar modo per la ricostruzione scenica e l'ariosità dello spazio musicale.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Ingressi: 32dB RCA, 38dB XLR
Potenza: 310W rms per canale su 8ohm, 470W rms su 4ohm
Risposta in Frequenza: da 20Hz a 20kHz ±0.2dB, -3dB a 70kHz
Distorsione: <0.05% THD
Corrente di picco: 100A, protetto da fusibile
Velocità: <5uS
Rapporto S/N: 100dB da -20Hz a 20kHz
Impedenza di Ingresso: 47kohm
Dimensioni: 420x212x398mm LxAxP
Peso: 29kg
Distributore Italia: al sito de Il Tempio Esoterico
Prezzo Italia alla data della recensione: 11.990 euro
Sistema utilizzato: all'impianto di Roberto Fugito