Finale Symphonic Line RG7 MK4

17.10.2012

 

ReMusic Spark AwardSe dovessi descrivere con un concetto semplice l’amplificatore Symphonic Line RG7 MK4, potrei farlo con un ossimoro: cattivo a fin di bene.

Dico questo perché il finale di potenza in prova possiede la forza di domare e rendere docili tutti i diffusori ad alto grado di osticità strapazzandoli fin nel midollo. Questo finale è anche in grado di riuscire pervicacemente a estrarne la polpa, la parte musicalmente commestibile che si cela dietro ogni corteccia sonora, seppure apparentemente impenetrabile.

Il Symphonic Line è semplicemente fenomenale, tanto più a suo agio quanto inferiore è l’efficienza del sistema di altoparlanti.

 

Spark in the Dark Symphonic Line RG7 MK4 

Addenda - 6 maggio 2016, Munich High End: ai lati Giuseppe Castelli e Roberto Rocchi, Direttori ReMusic, al centro, Herr Rolf Gemein, CEO e proprietario Symphonic Line, alla consegna del premio Spark in the Dark ReMusic.

 

L’alta efficienza? Kryptonite!

Ho provato ad accoppiarlo con una paio di Klipsch Heresy II serie: il suono sembrava uscire da un radiolone degli anni ’40, e neanche tanto ben sintonizzato.

Ho trascorso del tempo a cercare di capire il fenomeno, essendo testimone del fatto che amplificatori di potenza belli tosti, Mark Levinson 334 su tutti, possono regalare ottime performance di ascolto anche in sinergia con diffusori caratterizzati da sensibilità superiori a 95 dB.

La soluzione dell’enigma doveva evidentemente essere cercata nelle specifiche tecniche.

Mi è venuto in ausilio l’indaffaratissimo Direttore Castelli, il quale mi ha indotto a proiettare l’attenzione verso il cosiddetto damping factor, il fattore di smorzamento, aggiungendo che, in un suo impianto del passato, con un Symphonic Line gestiva in scioltezza una coppia di pannelli elettrostatici.

In effetti il finale RG7 presenta un Dampfungs faktor pari a 800.

Questo valore sta a significare che la nostra macchina lavora con un’impedenza d’uscita bassissima, intorno a 0,01 ohm: da qui deriva l’ineguagliabile capacità di pilotaggio. Siamo al cospetto di una dichiarata filosofia di ascolto, che rende peculiare il marchio di Duisburg: non esistono coni che possano opporre resistenza in maniera assoluta, ma bisogna farli vibrare nel modo giusto e corretto. Al fattore di smorzamento si unisce un tempo di salita di 0,8 micro secondi, che è linfa pura per gli altoparlanti.

 

Rolf Gemein, fondatore e plenipotenziario Symphonic Line, è alla quarta versione di questo ampli, certamente la più matura. Tutte le sue elettroniche sono costruite artigianalmente in Germania e nessun aspetto dello sviluppo può ritenersi casuale. Le dimensioni dell’RG7 sono anomale. Il finale non ha estensione in profondità, ma appare come un corpo compatto che compensa l’assenza di coda con una maggiore altezza, e mostra una struttura straordinariamente massiva, con un cabinet spesso ben 5 mm, e un frontale da 8 mm, a specchio, dal design lineare, sul quale è discretamente serigrafato il logo dell’azienda. Nessun indicatore luminoso, nessun tasto o interruttore: l’accensione è collocata sul pannello posteriore, al centro, solidale alla vaschetta IEC, con un LED rosso che informa se l’unità è in fase di funzionamento. Sono due i motivi di questa opzione fisico/dimensionale. Il primo coincide con l’esigenza di dover trasportare più agevolmente quasi trenta kg di peso; il secondo è il progetto di rendere il percorso del segnale il più breve possibile.

 

Lo scenario che appare guardando l’interno, lascia senza fiato. La simmetria è assoluta, la logistica arguta e funzionale, come si richiede a un circuito dual mono. Al centro regnano, imponenti, due trasformatori toroidali da 350 VA ognuno, collocati a torre, oltre che ben schermati e smorzati. A sinistra, come a destra, campeggiano due batterie da cinque condensatori di filtraggio ciascuna, selezionati al fine di emettere la stessa energia a tutte le frequenze. Complessivamente sono in grado di sviluppare ben 130.000 mF di capacità: roba forte!

Tutto è eccellenza all’interno del Symphonic Line e tante sono le innovazioni rispetto alle precedenti versioni. Ben otto diodi per canale, FET per lo stadio di ingresso, alla ricerca di un’alta impedenza, mentre i transistor di potenza sono dei bipolari, tutti marcati Toshiba. I circuiti stampati sono realizzati in resina epossidica di alto spessore e le alette dissipatrici sono state rinforzate. Il cablaggio interno, tutto di riferimento, prodotto da Symphonic Line, è di ampia sezione, con i capi fissati da morsetti in platino, come in platino sono costruiti i terminali per i diffusori, di marca WBT, che offrono un serraggio forte e sicuro. Gli ingressi sono solo RCA.

 

Siamo al cospetto di artigianato tedesco di altissimo livello: facciamocene una ragione e cerchiamo di imparare la lezione. Spesso noi italioti siamo forti in chiacchiere e il resto del mondo ci passa sulla testa!

 

Approfondendo la conoscenza di questa fantastica elettronica, si viene pervasi da un profondo senso di armonia. Il progettista medesimo dichiara che l’interazione armoniosa non si applica esclusivamente alle frequenze, ma anche alle parti meccaniche. La velocità di risonanza di tutti i corpi attraverso i quali scorre il segnale, dal microfono ai componenti, deve essere armonizzata, pena un decadimento proporzionale del piacere di ascolto. Questo è pensiero, meditazione, impulso, cuore, non pura ingegneria. Gemein intende interagire con la musica e gli strumenti di riproduzione, non solo attraverso l’orecchio, ma con la mente, con l’anima, con tutta la persona, alla ricerca costante dell’incanto e delle vibrazioni durevoli. Se lui prova gioia, può rendere felici anche gli altri. Sovente un nuovo materiale, un transistor o un condensatore, fanno da volano a un’evoluzione, che è in grado, a sua volta, di sviluppare il senso dell’udito e la sensibilità del sistema nervoso. Queste sono le ragioni per cui, anche a distanza di vent’anni, gli apparecchi possono essere aggiornati e portati ad una categoria superiore.

Uno degli obiettivi primari dell’evoluzione è costituito dalla ricerca dell’equilibrio tonale. Un circuito può essere molto lento, come pure troppo veloce: entrambi gli estremi sono negativi. Persino una larghezza di banda pari ad un megahertz non è indice di qualità. Uno dei fondamentali attributi che alimentano la virtù di un’elettronica è l’impercettibilità dei transienti da parte di colui che ascolta. Il transito tra uno stato armonico e un altro non deve poter essere individuabile.

 

Io questa sensazione l’ho provata. Avevo preso l’impegno di far sentire a casa sua il Symphonic Line, così ho dato la precedenza ad un disco “tedesco” per le sedute di prova. Sto parlando di I wonder why di Wolfgang Bernreuther, LP prodotto dalla Clearaudio nel 2003. Si tratta di un lavoro atipico, non nel genere, che è profondamente blues, quanto negli attori. Si prova stupore davanti al fatto che un chitarrista teutonico, privo anche dei connotati fisici che la musica del diavolo richiede, possa comporre un capolavoro che sembra partorito dalle viscere del delta del Mississippi. Le prime note di Crossroads, di Robert Johnson, sono sconvolgenti. La voce è integra, colma, densa, autentica, senza code, senza anticipi. Ogni sollecito di corda, ogni soffio di sassofono, ha vita nel momento esatto in cui viene creato, e non travalica mai i confini spazio/temporali della propria dimensione naturale. Il passaggio dalle armonie rilassate di Fire and rain di James Taylor, alla vivacità di The sky is crying di Elmore James, è praticamente perfetto. Un grande amplificatore, per poter essere considerato tale, deve imporsi come dominatore e padrone indiscusso dell’arte, ovvero del contenuto artistico del supporto musicale cui sta dando espressione. Il potere del Symphonic Line è concentrato nella destrezza di mantenere l’inerzia della riproduzione, anche in presenza di bruschi cambiamenti di ritmo, timbro e colore. Il nostro non cede a ritardi o accelerazioni, ma dispensa energia in assetto costante, mai in maniera progressiva o decadente, ma puntualmente reattiva al tono.

Ancor più evidenti, questi connotati emergono nel momento in cui gira sul piatto Songs for Drella, LP, Sire Records, 1990, opera che gli amici/rivali Lou Reed e John Cale hanno voluto dedicare alla memoria del loro mentore, Andy Warhol. Ascoltando questo disco si acquisisce quello che è il significato intrinseco del concetto di dinamica, la cui intensità non è data da una primitiva e ingannevole misurazione in decibel, ma da un rapporto interattivo e vitale tra gli elementi costitutivi del messaggio sonoro, ovvero silenzio di fondo e strumenti, considerando tale anche la voce. Concentratevi su questo lavoro, provate a seguire i percorsi dei vocalizzi insani dei due protagonisti, e la faida tra l’afflato colto di una viola impazzita di elettricità e lirismo contro la genuinità sottomessa delle chitarre, esteriormente miti, ma indiavolate sotto la pelle. Capirete perfettamente ciò che intendo parlando di transienti e dinamicità. Ogni emissione vocale e strumentale, la profondità oscura del silenzio di fondo, tutti hanno il proprio valore intrinseco, il proprio posto, il proprio apprezzamento. Una Fender suonerà come una Fender, uno Steinway come uno Steinway, uno Stradivari come uno Stradivari: è giusto che sia così, deve essere così, è una legittima aspettativa.

 

Tutto ciò che ho raccontato del Symphonic Line RG7 MK4 potrebbe già essere più che sufficiente per attribuirgli un valore di eccellenza. Ma ci sono altri due non trascurabili aspetti che lo proiettano sul piano dell’assoluto, della trascendenza.

Il buon Rolf ha lavorato alla sua creatura in osservanza della teoria di Feng Shui, la quale attribuisce alla vivacità dei colori verde, giallo, rosso e arancione, un’incidenza positiva sulle emozioni e sui processi cognitivi. Davanti ai colori sgargianti misti, si prova uno stato di benessere, perché i sensi sono stimolati dal punto di vista emozionale e intellettuale. Ne sono l’emblema le etichette del produttore, che risaltano sulla superficie del pannello posteriore e sul top dei trasformatori.

L’aura filosofale del Symphonic Line viene esaltata sfruttando le virtù della lacca C37 di Dieter Ennemoser, con la quale sono stati impregnati tutti i singoli componenti dell’amplificatore, ovvero condensatori, resistenze e bobine. Alla base di questo composto, acronimo di Carbonio37, è fondata una teoria che si ispira all’essenza del corpo umano e della sua temperatura, in stretta relazione con tutta la materia organica che presenta simile composizione chimica. Secondo il liutaio tirolese, purtroppo scomparso, utilizzando il prodotto, si crea un saldo rapporto armonico tra il soggetto trattato e l’individuo, messi in una sorta di comunicazione vibratile. Premesso che le sensazioni umane non sono universali, uno studio recente sui violini ha dimostrato l’efficacia della teoria C37. Un musicista professionista ha effettuato un test al buio, con il risultato di non classificare come vincitore uno Stradivari, ma un violino di produzione recente, laccato Ennemoser. Io ho un flacone di lacca C37: un giorno la proverò.

 

Non si può certo affermare che l’RG7 sia una banale comune elettronica. Piuttosto, a dispetto di un’apparenza discreta e tendente a defilarsi, si rivela una vera e propria scatola magica. Quando è in funzione, ti viene voglia di ruotare il potenziometro in senso orario, sebbene non perda la sua essenza anche a volumi bassi tipicamente notturni. Ho avuto la sensazione, durante gli innumerevoli ascolti, di udire anche il riverbero naturale dei suoni, come se gli strumenti fossero strutturati e tangibili nell’ambiente. Magistrale è la proposizione delle basse frequenze, di una profondità oltre natura. Di riferimento sono da considerare i medioalti, così forti, presenti, mai aggressivi. Questo apparecchio, che sviluppa una potenza di 140 W su 8 ohm, in classe AB, ha una personalità spiccata, e offre performance sonore di qualità gold, mettendo a disposizione elementi di studio e riflessione in un’area che va dalla filosofia alla tecnica pura, con una marcata nobiltà esoterica. Per apprezzarlo appieno sarà necessario spogliarsi di ogni sovrastruttura mentale condizionata dalle specifiche e dai parametri elettrici, che risultano tutt’altro che familiari con elettroniche omologhe di pari rango.

 

Il Symphonic Line “è” uno dei pochi amplificatori di mia conoscenza capaci di incidere culturalmente sull’ascoltatore, contribuendo alla fornitura di tutte le chiavi di analisi e comprensione di quel fenomeno conosciuto come ascolto della musica.

Non ho indugi: Spark in the Dark!

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

Potenza: 2x140W su 8ohm, 2x250W su 4ohm, 2x330W su 2ohm

Corrente: 60A per canale

Fattore di smorzamento: oltre 800

Impedenza d’ingresso: 1V a 1Okohm

Dimensioni: 450x150x210mm LxAxP

Peso: ca. 28kg

Finitura: cromo o alluminio nero/argento

Capacità di pilotaggio: non problematica, adatto a diffusori elettrostatici o diffusori che richiedono bassa impedenza, stabile anche al di sotto di 1ohm

Distorsione: non udibile

Range di frequenza: 2Hz-400kHz

Velocità: 80Vµsec

Distributore ufficiale per l’Italia: al sito de Il tempio Esoterico

Prezzo di listino Italia alla data della recensione: 7.500,00 euro

Sistema utilizzato: all'impianto di Giuseppe "MinGius" Trotto

 

 

 

DIRITTO DI REPLICA | LA PAROLA AL PRODUTTORE

Dear Mr Giuseppe Castelli

we are very happy about your Test Symphonic Line RG 7 MK 4 you Write very Fine and correct about our since 30 Years working for live Music with Dynamik and Heart in Natural Absolute High Fidelity.

Thanks and for your very good Magazine happy Future.

Rolf Gemein, Symphonic Line

29/11/2012

N.d.R. La superficie cromata del frontale dell'apparecchio è perfettamente specchiata. Le apparenti imperfezioni sono il riflesso del tavolo fotografico.
N.d.R. La superficie cromata del frontale dell'apparecchio è perfettamente specchiata. Le apparenti imperfezioni sono il riflesso del tavolo fotografico.
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N.d.R. La superficie cromata del frontale dell'apparecchio è perfettamente specchiata. Le apparenti imperfezioni sono il riflesso del tavolo fotografico.
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