Finali AGD The Audion

28.11.2019

Per quanto poco presente in natura, da una decina d’anni il gallio è entrato a far parte sia pure inconsapevolmente della nostra quotidiana esperienza dacché insieme all’indio e allo stagno ha sostituito il mercurio – tossico per l’uomo e per l’ambiente – nei comuni termometri che utilizziamo per misurare la temperatura dei nostri figli. È però in tempi più recenti, con il pensionamento delle tradizionali lampadine a incandescenza, che la richiesta per il prezioso minerale da parte dell’industria ha subito una vera e propria impennata, tanto che viene da chiedersi se, a fronte di una produzione mondiale di appena 70 tonnellate l’anno, disponiamo di abbastanza gallio per soddisfare la richiesta dell’emergente mercato delle lampade a LED.

Sottoforma di arseniuro - GaAs oltre che per la produzione dei LED è anche largamente utilizzato nei semiconduttori che lavorano in alta frequenza in virtù di una risposta più pronta durante la fase di commutazione. Nella continua corsa alla realizzazione di semiconduttori sempre più performanti, soprattutto in risposta alla crescente domanda del mercato dell’information technology per CPU operanti a frequenze sempre più elevate, sono stati concepiti molti nuovi composti binari ottenuti dalla reazione di metalli rari o nobili con l’azoto, cui appartiene anche il nitruro di gallio - GaN utilizzato per i MOSFET dello stadio di potenza dei finali oggetto della prova odierna. Il maggior costo di produzione di tali leghe metalliche, difficili da ottenere, giacché per la loro sintesi occorrono temperature molto alte ed elevate pressioni, impatta conseguentemente quello dei semiconduttori che se ne avvantaggiano limitandone la diffusione a particolari e specifiche applicazioni. Nonostante ciò gli analisti prevedono che il mercato del nitruro di gallio raggiungerà entro il 2020, il ragguardevole valore di 1,75 miliardi di dollari.

 

Avendo di recente recensito un'altra coppia di finali monofonici a commutazione, i BeCube Mono Amp AudioDinamica, di cui potete leggere qui, e avendo ReMusic già ospitato qui la prova degli AGD Vivace in anteprima europea, non mi dilungherò in considerazioni tecniche su questa tipologia di amplificatori. A tal proposito rimando il lettore interessato ad approfondire tali aspetti alla lettura degli articoli di cui sopra.

Tornando gli AGD The Audion in prova, devo confessarvi che ero molto curioso di ascoltarli, principalmente per due motivi. In primis per l’inconsueta scelta del loro progettista di racchiuderne lo stadio di potenza all’interno del bulbo di una KT88 e di chiamarli come la prima valvola termoionica di cui si abbia testimonianza, quella inventata nel lontano 1906 da Lee De Forest: The Audion, appunto. Secondariamente perché non era trascorso molto tempo da quando avevo ospitato gli AudioDinamica ed ero quindi confidente che avrei saputo cogliere eventuali seppur sottili differenze fra i due.

Precisato, al fine di evitare qualsiasi fraintendimento, che al netto di questa stravagante similitudine visiva gli apparecchi in prova non condividono nessun’altra caratteristica con gli amplificatori valvolari, non sarà quindi falsa modestia la spiegazione data dal suo progettista Alberto Guerra per questa curiosa scelta progettuale? “Otherwise a class-D amp just look like a box”, afferma con semplicità. E dal punto di vista sonoro cosa dobbiamo invece aspettarci? Troveremo forse maggiori punti di contatto proprio dove non ci aspetteremmo di trovarli? È quello che cercheremo di scoprire. Mettetevi comodi, preparatevi un drink e continuate a leggere.

AGD The Audion

Esteticamente, rispetto ai loro fratelli maggiori, gli AGD The Audion monoblock, questa coppia di finali mono, hanno un ingombro più contenuto e proporzioni che per certi versi richiamano quelle di molti ampli cuffie valvolari. Proprio le dimensioni contenute e il peso non eccessivo sono la caratteristica delle amplificazioni in classe D e T. Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, ritengo che questi aspetti costituiscano un importante plus di questa tipologia di apparecchi. Con i loro quattordici centimetri di larghezza e diciannove circa di profondità e altezza per appena tre chilogrammi di peso ciascuno, gli Audion hanno permesso al vostro redattore di tenerli appoggiati sulla scrivania di fianco al computer portatile con cui sta scrivendo questa recensione: troppo comodo! Ma hanno permesso anche di collegarli con estrema facilità a tutto quanto gli è passato per le mani durante il tempo che hanno trascorso qui. Coloro che possiedono finali, ma anche integrati, dal peso di svariate decine di chilogrammi sanno bene come si diventi in fretta pigri e si rinunci facilmente a sperimentare accoppiamenti differenti, anche solo per evitare l’indomani di dover fissare un appuntamento con l’osteopata.

Con i Vivace, gli Audion condividono un telaio interamente costruito in alluminio, anche se questa volta in un’inedita versione lucidata a specchio in luogo della sola finitura satinata. Sul frontale, di ben dieci millimetri di spessore e fissato con quattro torx incassate, campeggia il nome del costruttore fresato a CNC e colorato in rosso a richiamare quanto stampato anche sul vetro del GaNTube.

Fatta eccezione per le dimensioni della base, gli Audion non hanno nulla a che spartire con i vecchi Flying Mole, ve li ricordate? Quelli sì che erano degli anonimi scatolotti neri. Dal punto di vista estetico gli AGD giocano in un campionato di serie A. Senza aver ceduto alla tentazione di racchiuderne il contenuto in un grande e pesante quanto inutile chassis come fatto da altri costruttori, gli Audion, al contrario, mettono in bella mostra il loro contenuto più prezioso e qualificante. Il colpo d’occhio già appagante ad apparecchi spenti è semplicemente sorprendente quando andiamo ad accenderli allorché una corona di LED di colore ambra ne illumina il contenuto con una imitazione ben riuscita delle valvole a cui si ispirano.

 

Continuando con le similitudini con il mondo dei tubi a vuoto, ecco che sulla faccia superiore dell’apparecchio, fissata al resto del telaio da ben otto viti incassate, trovano posto la gabbia cilindrica a protezione della “valvola” – e non delle dita del suo proprietario, in quanto come prevedibile non sviluppa una temperatura apprezzabile nemmeno dopo ore di funzionamento ininterrotto – e gli ottimi morsetti di collegamento per i diffusori di produzione WBT.

Sul retro dell’apparecchio, al centro, troviamo la vaschetta di alimentazione in standard IEC con porta fusibile che funge anche da selettore per la tensione di alimentazione e relativo interruttore. Ai lati, i due ingressi disponibili sia in standard XLR che RCA, e lo switch di selezione.

Il fondo dell’apparecchio, costituito anch’esso da una lastra di alluminio da cinque millimetri, poggia su quattro piedini in alluminio massiccio dotati di O-ring con funzioni di smorzamento delle vibrazioni. Nel complesso la realizzazione meccanica è di qualità molto elevata e trasmette al contempo solidità e raffinatezza. Molto azzeccato a mio personalissimo gusto l’abbinamento fra l’alluminio lucidato a specchio e il colore rosso cupo utilizzato per evidenziare il marchio fresato sul frontale e stampato sul GaNTube. Di tutto rispetto poi i cavi di alimentazione forniti a corredo, anch’essi di produzione AGD, dal buon diametro e rivestiti da una calza in nylon di colore rosso e nero che si sposa alla perfezione con i colori sopra menzionati.

 

Il mood di questi apparecchi è, per così dire, di stampo motociclistico e credo di non sbagliare ritenendo che gli audiofili appassionati anche di due ruote e in particolare quelli devoti alla casa di Milwaukee ne saranno entusiasti.

 

Internamente regna un elevato ordine e un assemblaggio curato. Particolare attenzione è stata posta per evitare i disturbi elettromagnetici che si possono generare fra le due PCB sovrapposte separandole con un opportuno schermo metallico. Filatura ordinata e di qualità e condensatori audio grade completano il quadro.

 

Come ho già detto, il vero cuore pulsante di queste elettroniche è racchiuso all’interno del vetro di una normale valvola KT88. La scelta invero molto originale è stata dettata dalla necessità di marketing di rendere immediatamente riconoscibile la produzione di AGD ma anche per permettere attraverso una sorta del tutto particolare di tube rolling di modificarne certe caratteristiche come il guadagno o la potenza. Proprio per quanto concerne quest’ultima, il loro progettista mi ha anticipato che il prossimo anno sarà presentato all’Axpona 2020 un nuovo GaNTube da 350 watt racchiuso questa volta all’interno del bulbo di una più capiente KT150. Questo sì che è thinking out of the box!

 

AGD The Audion

 

Nel prepararsi all’ascolto di un nuovo apparecchio, ognuno di noi più o meno inconsciamente tende a collocarlo già in una determinata categoria sulla base delle prestazioni attese. Quando queste sono limitate, spesso veniamo favorevolmente stupiti da ciò che ascoltiamo. Viceversa, se queste sono alte, rischiamo di rimanerne delusi. Non avere preconcetti è più facile a dirsi che a farsi. La classe D allo stato attuale di certo non ha ancora conquistato il cuore degli audiofili ad oltranza. Non di meno, gli apparecchi in prova non appartengono al gruppo già abbastanza nutrito di produttori che implementano tout court gli arcinoti moduli Hypex, Icepower, Pascal, etc. Ciò che abbiamo per le mani quest’oggi appartiene a un’enclave assai più ristretta di apparecchi che condividono l’impiego di semiconduttori al GaN e caratteristiche progettuali e costruttive volte al superamento dei limiti e dei difetti di tale tipologia di amplificazione. Una sorta di élite per la quale le mie aspettative di recensore non possono che essere alte. Per quanto ne so, esistono a oggi solo pochi produttori che si avvantaggiano dell’utilizzo del GaN: AGD, Merrill Audio, Technics, Red Dragon Audio, Java HiFi. Per tutti si tratta di apparecchi reference o giù di lì. Gli stessi produttori che forniscono i transistor impiegati non sono al momento molto numerosi, i primi esemplari prodotti da International Rectifier risalgono al 2010 ma, come di consueto, c’è da aspettarsi in futuro un aumento dell’offerta e una conseguente diminuzione dei prezzi anche grazie all’ingresso sul mercato di player del peso di Texas Instruments e Analog Devices.

 

In meno di dieci anni si è raggiunto inoltre un già consistente aumento prestazionale. Se i primi esemplari prodotti potevano vantare una velocità di switching doppia rispetto ai migliori mosfet dell’epoca basati sul silicio, oggigiorno è diventato comune un aumento di velocità di dieci volte e più, cosa che ha permesso di ridurre l’uso di feedback fino a eliminarlo completamente a tutto vantaggio di un’aumentata dinamica e focalizzazione.

 

Non di meno vale la pena sottolineare come molti progettisti e costruttori che ancora non hanno aderito a questa nouvelle vague, non siano comunque rimasti con le mani in mano ma abbiano al contrario introdotto nuovi prodotti molto interessanti come Hypex con l’NC1200, impiegato da Nord Acoustic, o la neonata Purifi di Bruno Putzeys che propone un nuovo e interessantissimo modulo che racchiude tutto il know-how maturato con la serie NCore di Hypex. Il mercato per questa tipologia di apparecchi è per certi versi ancora molto giovane e interessanti novità ci attendono nell’immediato futuro. Molti marchi già fortemente votati all’implementazione di questa tipologia di amplificazione stanno sviluppando progetti che si basano sull’utilizzo di FET GaN, una su tutti NuPrime. Chi ancora non si è sbilanciato in tal senso è perché sta attendendo che produttori come IcePower, Hypex, PowerSoft, Tripath, Sangway etc. rendano disponibili i propri moduli basati su tecnologia GaN per impiegarli in maniera diretta nelle proprie realizzazioni a tutto vantaggio dell’economia di scala.

 

AGD The Audion

 

Giunti a questo punto è arrivato il momento di iniziare il nostro percorso musicale in compagnia di questi due fascinosi finali. Per la nostra prova utilizzeremo preamplificatori a stato solido e a valvole, mentre come sorgenti utilizzeremo come di consueto lettore CD, player di rete e computer. I diffusori saranno prevalentemente monitor su stand ma anche speaker di maggiore litraggio. Come già scritto l’aver da non molto tempo recensito un'altra coppia di finali in classe D rendeva particolarmente interessante, almeno inizialmente, ripercorrere la stessa scaletta già utilizzata con l’intento di catturare eventuali differenze fra gli apparecchi. Giusto il tempo di recuperare gli appunti presi nelle precedenti sessioni d’ascolto e sono pronto a iniziare con FKA Twigs e il suo LP1 per continuare con Point di Cornelius.

 

La prima caratteristica che colpisce di queste elettroniche è l’estrema silenziosità, soprattutto se li paragoniamo a finali valvolari. Questa desiderabile caratteristica contribuisce non poco a esaltare l’elevata analiticità e velocità di cui sono capaci. I suoni più impulsivi sono riprodotti con attacchi fulminei e decadimenti altrettanto rapidi. Il controllo della gamma bassa è da primato. Come già osservato in precedenti esperienze d’ascolto. le amplificazioni in classe D permettono un uso particolarmente generoso del volume proprio grazie all’elevato controllo in gamma bassa di cui sono capaci. Anche quando utilizzati per pilotare woofer di grosso diametro. Veramente sorprendente quanto sono stati in grado di fare alle prese con Morph the cat di Donald Fagen. Un CD gradevolissimo ma contraddistinto da basse frequenze fin troppo invadenti. Con gli Audion, pur senza uscirne smagrito, il basso è risultato controllato, profondo e viscerale senza mai sporcare il medio alto, che al contrario, conservava intatti tono e spazialità, quando generalmente l’unico modo per migliorarne l’ascolto è quello di abbassare il volume. Differentemente dagli AudioDinamica, con gli AGD non mi è parso che l’utilizzo di woofer di maggiori dimensioni abbia contribuito a “riscaldare” la tonalità di queste elettroniche. Che, seppur tendenti al “chiaro”, non sono mai risultate fredde o poco comunicative nemmeno con i piccoli midwoofer delle LS50 o delle Fostex G1300MG. L’erogazione della potenza avviene sempre senza incertezze, indipendentemente dal contenuto dinamico e dal volume d’ascolto utilizzato. La velocità – il dato di slew rate dichiarato era già di per sé molto indicativo – è sempre adeguata anche quando si ascoltano brani dall’elevata dinamica come alcune incisioni della Cincinnati Pops Orchestra o lo splendido live allo Yoshi’s di Dee Dee Bridgewater, dove i tweeter metallici dei monitor impiegati hanno semplicemente incominciato a volare. Insomma, una coppia di finali, che prendendo a prestito lo spot pubblicitario di un noto energy drink, sono capaci di mettere le ali anche all’impianto più rilassato e seduto.

L’appetito, si sa, vien mangiando ed è stato continuando l’ascolto di altri brani energizzanti pop e R&B che mi sono imbattuto nell’unico difetto – ma è un vero difetto? – di queste elettroniche. Gli Audion non amano la loudness war. Anzi non amano nemmeno i missaggi con voci avanzate e spazialità artificiosamente aumentate. Insomma, per dirla tutta, sono un poco snob! Spesso si scrive e si legge di elettroniche che mal digeriscono le incisioni meno curate, ebbene queste elettroniche AGD si pongono in vetta alla mia personale classifica. Perfetti epigoni del dottor Jekill e mister Hyde, sono capaci di suonare in maniera sontuosa con le migliori incisioni di musica acustica e risultare al tempo stesso detestabili con molta dell’odierna produzione mainstream. Con quest’ultimo tipo d’incisioni, anche se non sono giunto all’efferatezza di porre nel Lector un Californication dei Red Hot Chili Peppers, i bassi seppur sovrabbondanti riescono ancora a risultare controllati e il suono non è particolarmente boomy. Quello piuttosto che diventa fastidioso sono le medio alte, che tendono a farsi spigolose fino a manifestare, con le peggiori registrazioni, una spiccata acidità. Le voci sono quelle che ne risentono maggiormente diventando nasali e manifestando acute sibilanti anche in incisioni in cui prima non avevamo ravvisato il problema. È quindi questo comportamento un difetto grave delle apparecchiature in prova? Una restrizione all’utilizzo? Dipende. Preciso che non ritengo la musica mainstream di minor valore artistico rispetto alla musica colta, al jazz, alla sinfonica. Ma che spesso sia mal registrata, questo sì. Ci si può a lungo interrogare se un apparecchio per la riproduzione audio di alto livello qualitativo debba suonare ugualmente bene con ogni tipo di musica o se possa al contrario essere progettato per riprodurre al meglio uno specifico genere musicale. Non conosco quale sia la risposta corretta, come non saprei dire chi abbia ragione fra i sostenitori dell’Hi-Fi e quelli del My-Fi. Quello che posso dire è che personalmente a un apparecchio che si comporta da buon all-rounder preferisco quello che anche a costo di una forte caratterizzazione sia capace di eccellere per qualche specifico aspetto. In tal senso gli Audion sono fra i finali più analitici che abbia mai ascoltato. Sono in grado di aggiungere dettaglio come e più di un preamplificatore di pregio, caratterizzando fortemente la resa finale dell’impianto in cui sono inseriti. Se foste alla ricerca di un’elettronica dal suono magnificente per dettaglio e correttezza timbrica capace di non scadere nella freddezza del suono radiografante e dalla velocità sufficiente a riprodurre qualsivoglia escursione dinamica accettereste il fatto che possa non suonare altrettanto bene con tutta la musica esistente? Io sì. Non mi doterei mai di un apparecchio che per far suonare bene anche con ciò che è nato male introducesse una sorta di equalizzazione per sottrazione al contenuto musicale riprodotto. Gli Audion sono come un’autovettura sportiva di razza, a fronte di prestazioni entusiasmanti non gli potete anche chiedere la comodità di una spaziosa famigliare. È vero: ogni minima imperfezione del manto stradale verrà trasferita al volante. Ma volete mettere la precisione dello sterzo e l’inebriante sensazione di totale controllo che un’autovettura del genere è in grado di regalarvi? Dategli in pasto delle valide registrazioni e sono pronto a scommettere che accetterete di rivedere alcune vostre posizioni in merito alla classe D.

A costo di risultare ripetitivo, quello che voglio sottolineare e che, al di là di possedere materiale ben inciso o ben registrato, non importa qui se siete vinilisti o liquidisti, ma se come il sottoscritto amate alternare differenti elettroniche a seconda del genere ascoltato o in base all’umore del momento, sappiate che questi finali AGD possono trovare posto anche all’interno di catene di livello alto se non altissimo. Il loro suono è estremamente ricco e dettagliato, costituito da un numero pressoché infinito di sfumature. Le prestazioni dinamiche e i volumi indistorti di cui sono capaci possono appagare qualsiasi audiofilo, compreso quello a cui piace ogni tanto gonfiare i vetri del salotto! Tutta questa ricchezza d’informazioni è accompagnata da un equilibrio tonale veramente eccellente. La rappresentazione spaziale è generalmente buona o molto buona soprattutto in ampiezza, per quanto attiene invece alla profondità e alla sensazione di avvolgimento le valvole hanno ancora qualche freccia in più al loro arco. NdR - Frecce “eufoniche”, ovviamente…

 

A chi consigliare queste elettroniche? In primis agli appassionati di musica jazz ma anche a chi predilige la musica da camera e più in generale a coloro che privilegiano l’acustica. Personalmente li ho apprezzati moltissimo anche con l’elettronica di Brian Eno, Ryuichi Sakamoto, Alva Noto, Cornelius e con la musica iterativa e minimalista ricca di variazioni tonali di Philip Glass e Ravi Shankar. A prescindere dal genere musicale ascoltato, a chi desideri esplorare le amplificazioni in classe D e che avendo già altre amplificazioni a valvole o a transistor allo stato dell’arte sia alla ricerca di un prodotto sicuramente all’altezza di quelli già in suo possesso. Per le qualità soniche di assoluto valore, per la minuziosa realizzazione meccanica e i preziosi materiali impiegati e non di meno per il singolare design che ne permette un insolito quanto facile futuro upgrade tramite tube rolling, il mio FI* per questi AGD The Audion è di quattro.

 

*Il Farewell index, FI, esprime quant’è doloroso per il recensore il distacco dalle apparecchiature in prova al momento della loro restituzione. I valori di questa scala vanno da un minimo di 0 o “nessun rimpianto” a un massimo di 5 “se me lo posso permettere lo compro!”.

 

 

Software utilizzato

FKA Twigs - LP1 - Young Turk Recordings 889030011824

Cornelius - Point - Polystar Japan B01KAS00JC

Cornelius - Mellow Waves - Warner Music Japan WPJL-10106

Bjork - Vespertine - Polidor 589000-2

Donald Fagen - Morph The Cat - Reprise Records 9362-49975-2

Dee Dee Bridgewater - Live At Yoshi’s - Verve Records 7773

Cincinnati Pops Orchestra - Star Tracks - Telarc CD-80084

Alva Noto – Unieqav - Noton PDIP-6576

FSOL - ISDN - Virgin 7243 8 40387 2 4

Philip Glass - Einstein On The Beach - Elektra 7559-7935-9

Ravi Shankar - Passages - Sony Classical CD23

AIR - 10.000 Hz Legend - Virgin 7243 8 10332 2 7

Burial - Burial - Hyperdub HDBCD001

Sakamoto - Chasm - Warner Music Japan WPCL-10072

Sakamoto - Plankton - Milan CD 399 846-2

Quincy Jones - Ultimate Collection - A&M Records 583 565-2

Chiara Civello - Canzoni - Sony Music 88843063812

Rachelle Ferrell - First Instrument - Blue Note 72438 27820 2 5

Petra Magoni - Musica Nuda - Radio Fandango 0171232RAF

Roberta Gambarini - So In Love - Groovin' High 060251 7960107

Lucia Minetti - Jazz Nature - Velut Luna - CVLD 294

Joss Stone - The Soul Session - Virgin 00602557280036

Melody Gardot - My One And Only Thrill - Verve Records 1796781

Ben Harper - Diamonds In The Inside - Virgin 7243 5 82502 2 0

Stereolab - Cobra And Phases Group Play Voltage In The Milky Night - Warp Records D23R

I Am Kloot - I Am Kloot - Music On CD MOCCD13795

 

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

Potenza di uscita: 85W 0,01% THD+N, 20Hz÷20kHz, 8ohm

Distorsione armonica totale THD+N: <0,005% 10W/1KHz

Massima potenza d’uscita: 170W 0,1% THD+N, 1kHz, 4ohm

Banda passante: 5Hz÷100kHz ±3dB

Impedenza d’ingresso: 40kOhm, 600ohm su richiesta

Efficienza: >94%

Rapporto segnale/rumore: <-130dB pesato A

Frequenza PWM: 400kHz

Dimensioni: 140x191x191mm LxAxP

Peso: 2,3kg cad.

Tensione di funzionamento: 110-240V selezionabile dall’utente

 

Distributore ufficiale: vendita diretta, in cerca di distributori locali, al sito AGD Production

Prezzo alla data della recensione: 6.800,00 euro la coppia in versione satinata, oggetto della prova, e 7.500,00 euro la coppia in versione SE lucidata a specchio

Sistema utilizzato: all’impianto di Paolo Mariani

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