Giuseppe Maino, italiano ma internazionale

Redazionali
27.07.2015
Giuseppe Maino
Giuseppe Maino

Fino a qualche giorno fa non conoscevo l’Ingegner Giuseppe Maino. Dopo aver sentito la sua storia, le sue vicissitudini ed essermi appassionato alla sua avventura, che ha dell’incredibile, ReMusic mi ha incaricato dell’onore di scriverne. Spero di riuscire a trasmettervi le stesse belle sensazioni che ha trasmesso a me.

 


Le premesse
Tutto ha inizio nei primi anni ’90, quando Giuseppe, ancora studente di ingegneria, inizia a progettare i suoi primi amplificatori con valvole EL34 e alcuni diffusori.
Tante cose poi succedono nella vita di Giuseppe, come in quella di tutti. Traslochi, amori e incarichi di lavoro, questi ultimi sempre più onerosi. Ma, un piccolo spazio per la passione dell’Hi-Fi, riesce sempre a trovarlo.

 

Il progetto di ampli a trasformatori auto compensati di Ari Polisois

 

Il progetto di ampli a trasformatori auto compensati di Ari Polisois, comparso originariamente sul N° 62 di Costruire Hi-Fi, ordinabile a questo link

 

Da molto tempo sta studiando un amplificatore dotato di trasformatori auto compensati. Il progetto sulla carta – vedi qui sopra un estratto – è molto interessante ma di non facile realizzazione. Tra gli appassionati è una specie di leggenda metropolitana. Gli abbiamo cosi chiesto di spiegarci meglio come funziona questa tipologia di trasformatori. Riassumendo il suo pensiero, possiamo dire che, sostanzialmente, con gli amplificatori a valvole siamo rimasti fermi a tecnologie degli anni ’30 e ’40. Le tipologie sono sempre quelle: single-ended, push-pull e OTL. Quelli con valvole single-ended e in coppie push-pull utilizzano trasformatori d'uscita con traferro, mentre gli OTL sono sì privi dei trasformatori d’uscita ma poco efficienti e molto instabili. Questo per sintetizzare al massimo, visto che tutti siamo un po' partigiani per uno o più di queste tipologie circuitali...

La grande novità dei trasformatori auto compensati è che nel loro circuito single-ended non si ha bisogno del traferro, quindi funzionano senza interrompere il circuito magnetico.
In sostanza potremmo dire che i trasformatori auto compensati hanno un circuito definito terziario che compensa la corrente di polarizzazione della valvola opponendosi a questa e, di conseguenza, bilanciandola.
Abbiamo due avvolgimenti che lavorano in controfase: il primario e il terziario. Il terziario si oppone al primario nel campo magnetico usando la stessa corrente di polarizzazione.
Il segreto sta nel fatto che il terziario funziona esclusivamente per la polarizzazione e non per il segnale musicale.

Ma ora torniamo alla nostra storia. Giuseppe, grazie alla sua tenacia e all’amico Carlo, che è sempre li, pronto a spronarlo, nonostante le tante difficoltà, alla fine riesce a ultimare il suo amplificatore.

Carlo è smanioso vuole ascoltarlo, ma Giuseppe prima vuole che tutte le misure soddisfino la sua precisione da Ingegnere.

Carlo è sempre più smanioso, scalcia ormai per quanto è impaziente: “Dobbiamo assolutamente ascoltarlo, basta con ‘ste misure, attacca i diffusori e vai!”

Ma, niente. Giuseppe, noncurante della curiosità ossessiva di Carlo, continua con le sue misurazioni.

Finalmente, dopo tante difficoltà, momenti di sconforto e tentennamenti, decide che è arrivato il momento di ascoltare il suono del suo amplificatore. All’epoca però non aveva una coppia di diffusori idonea a far suonare il suo ampli, cosi decide di farsi prestare una coppia di Martin Logan, diffusori elettrostatici un po’ difficilotti. L’amplificatore emette finalmente i suoi primi vagiti e Giuseppe, pur essendone abbastanza soddisfatto, inizia a invitare un po’ di gente a casa per avere più feedback possibili.


Come accennato sopra, in pratica i trasformatori auto compensati sono in grado di bilanciare da soli la corrente di polarizzazione, liberando il segnale musicale: il trasformatore si comporta quasi come se non ci fosse. In soldoni tutto ciò si manifesta all’ascolto con una messa a fuoco migliore e tutti coloro che ascoltano l’amplificatore di Maino gli riconoscono questa peculiarità.

Nel frattempo Giuseppe è in contatto con il progettista dei trasformatori auto compensati, Ari Polisois, su cui potete trovare maggiori informazioni a questo link, e gli comunica che l'amplificatore è pronto. Alle misure ha addirittura surclassato i valori di potenza e distorsione previsti! Ari rimane di stucco e decide di andarlo a trovare a Roma da Parigi per verificare le misure personalmente. Perché? Semplice. Ari gli confessa che i suoi dati erano frutto di simulazioni al computer e il prototipo non aveva mai raggiunto quelle caratteristiche, il suo era un progetto teorico... Come dice il proverbio, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Non esistevano fino a quel momento delle realizzazioni concrete con tali caratteristiche. Ma Giuseppe ce l’ha fatta e, chissà, molto probabilmente è stato il primo!

Tornando alle riunioni di casa sua, fu proprio durante una di queste che Ari Polisois e Pierre Touslet gli propongono di partecipare all’ETF, l'European Triode Festival, che si sarebbe svolto quell'anno a Berlino. Che cos’ha di particolare questa manifestazione? Semplice, si partecipa solamente se si viene invitati da uno dei membri e per essere invitati bisogna aver fatto qualcosa di veramente interessante...

Il Gotha delle valvole e dell’alta efficienza!

Nulla avviene per caso. Infatti nel frattempo Giuseppe aveva messo a punto proprio una coppia di diffusori ad alta efficienza con caricamento dei medi e degli alti a tromba e la parte bassa in bass reflex. Chiamati Niagara, tale nome derivava dal fatto che chi li aveva ascoltati aveva detto che erano in grado di riprodurre una cascata di armoniche. Questo era il diffusore ideale per il suo amplificatore, ideale anche per presentarsi a Berlino.

A Berlino, per l’ETF 2013
Ulteriore precisazione: sì, quello che state leggendo è tutto vero…


È finalmente giunto il momento di partire, Giuseppe e il suo amico Carlo caricano la macchina con l’amplificatore, un semplice pre passivo, le casse Niagara e una vecchia ma onesta gloria come fonte digitale: il Denon DCD-1800R.
Il viaggio è lungo e faticoso e ricorda un po’ quei viaggi danteschi che si facevano alla fine del Liceo per festeggiare la Maturità.
Giunti sul posto, si recano alla reception e la gentile signorina che li accoglie dice che loro due non risultano sulla lista degli invitati. I nostri amici si guardano e pensano: sarà un segno del destino beffardo? Quello dei soliti italiani in cerca di fama che si avventurano all'estero e vengono respinti? Dopo qualche minuto la receptionist li guarda sorridente e gli dice che è tutto risolto, anzi, tutti sono molto incuriositi dal fatto che per la prima volta partecipi all’ETF una rappresentanza italiana!

I nostri ora devono farsi un giro e scegliere tra le sale rimaste libere quella dove allestire l’impianto.
Ovviamente non perdono l’occasione di dare una sbirciata agli altri impianti presenti.
Onestamente non sembra di essere a una manifestazione Hi-Fi, più forse a una dimostrazione della NASA.
Amplificatori particolarissimi, diffusori con soluzioni tecniche a dir poco estreme, insomma, ci troviamo in luogo di scienza più che in luogo per riprodurre musica.

Finalmente Giuseppe e Carlo hanno trovato una sala idonea.
Forse è un po’ troppo grande e bisognerà faticare un po’ per la messa a punto ma, purtroppo, le sale migliori ormai sono state già prese.
La musica inizia a scorrere, le Niagara cantano a basso volume e dopo poco inizia a entrare il pubblico.

Tra i primi ad arrivare c’è un gruppetto di persone con evidentemente a capo un signore dai lineamenti orientali, che sembra sapere il fatto suo. Lo chiameremo Mr X. Capirete poi il perché.

Mr X comincia a girare su e giù per la sala. Carlo lo guarda un po’ perplesso. Giuseppe capisce subito che Mr X non è pazzo ma vuole verificare le eventuali rotazioni di fase delle trombe delle Niagara.

Mr X si avvicina al buon Maino e gli dice che di lì a poco sarebbe tornato con dei suoi dischi e vuole sapere se lui fosse disponibile per un ascolto.
Giuseppe, approfittando della vicinanza di Mr X, sbircia il suo nome sul tesserino appeso alla giacca.

Jean Hiraga.

Sì, proprio “quell’Hiraga”, l’unico, quello della Maison de l’Audiophile!

Di lì a poco, il maestro, il guru, insomma, chiamatelo come vi pare, sarebbe tornato per ascoltare meglio l’impianto di Giuseppe!

Puntuale come un orologio svizzero, alle 17.00 spaccate Hiraga ritorna nella sala e mette i suoi scagnozzi davanti alla porta, per non far entrare nessun altro, e inizia la propria attenta sessione di ascolto.

Giuseppe è distrutto. Il viaggio è stato molto lungo. La giornata stressante. Ma Hiraga continua a mettere musica fino quasi allo stremo, lo stremo di Giuseppe.

I nostri amici oramai barcollano, del resto sono le due del mattino. Sì, avete capito bene, Hiraga san ha sequestrato i nostri amici dalle 17.00 alle 02.00!

Dopo queste nove ore di ascolto Hiraga si gira verso Giuseppe e gli dice: ”Senti, domani devo fare la presentazione di un disco, non è che posso utilizzare il tuo impianto invece che il mio?”

Giuseppe, travolto più dalla dalla stanchezza che dall’apprezzamento del suo lavoro, acconsente senza ulteriori domande.

Al mattino dopo
Il disco che avrebbe dovuto riprodurre l’impianto di Giuseppe è un vecchio 78 giri degli anni ’20, pagato la bellezza di 128.000 Yen, che era stato utilizzato solamente due volte.
La prima, per essere ovviamente lavato e la seconda per essere registrato.
Tutto è stato curato alla perfezione. Sulla testina utilizzata per la registrazione è stato creato un traferro con un filo al tungsteno e chi ha lavorato il metallo di non so bene quanti micron ha lavorato per circa tre mesi. Questo per farvi capire la meticolosità del tutto.

La domanda da porsi ora è: “Perché andare a ripescare una registrazione così vecchia e fare tutta questa fatica?”. Semplice, lo scopo era quello di riprodurre una registrazione senza alcuna elaborazione digitale, riportando direttamente su CD il contenuto del 78 giri.
Hiraga voleva far sentire un’immagine sonora separata tra il rumore di fondo del disco, il classico “pop” proprio del vinile e il violino in riproduzione.

Per intenderci, prendete per esempio una cantante di opera lirica che canta sotto la doccia. Il suono riprodotto dall’impianto deve essere celestiale e il rumore di fondo della doccia non deve infastidire il contenuto musicale. Solo un impianto al top è in grado di creare questa separazione.

Giuseppe è un po’ preoccupato, in quanto sa bene che la registrazione che si andrà a riprodurre sarà tutt’altro che perfetta, tant’è che chiede al maestro Hiraga di poter far ascoltare anche qualche brano scelto da lui. Il maestro acconsente, conscio del fatto che, tanto, la sua presentazione con l’impianto di Giuseppe finirà proprio all’ora di pranzo, ossia quando tutti si alzeranno per rifocillarsi…

Inizia la dimostrazione di Hiraga. Giuseppe scruta le facce dei circa ottanta presenti. È molto teso. In sala c’è anche il presidente dell’ETF, persona molto seria e altrettanto critica. Proprio lui, a un certo punto della dimostrazione, si alza in piedi e dice in testuali parole: “La registrazione è imperfetta, l’amplificatore è perfetto”.

A questo punto credo ci sia ben poco da aggiungere, se non che sull’amplificatore del nostro Giuseppe è stato posto uno scettro con una corona, che sono sicuramente più eloquenti di mille parole.

L’amplificatore di Giuseppe esce dall’ETF come il Re della manifestazione.

 

The KIng III - Photo Courtesy www.morfeus.cc


I progetti successivi
Arriviamo ora al 2014 e più precisamente a quando Maino viene invitato in Olanda presso una nota scuola di progettisti di amplificatori per fare da giudice, frangente in cui gli viene chiesto da Menno van der Veen, un recensore e costruttore molto conosciuto – qui il suo sito, di costruirgli una coppia di diffusori come quelli ascoltati all’ETF.

Maino acconsente e decide inoltre di apportare alcune modifiche alle sue Niagara, come, ad esempio, un woofer di nuova generazione.

I risultati sono molto interessanti. Tra i tanti, giusto per citarne qualcuno, la rotazione di fase compresa tra zero e otto gradi in un range di frequenze che va dai 150 ai 20Khz, oppure la massima escursione di circa 45° in corrispondenza della risonanza del woofer. Qui potete scaricare le specifiche tecniche complete e ufficiali e qui la prima recensione dello stesso van der Veen.

Siamo ora nel 2015 e anch’io, nel momento in cui scrivo mi accingo ad ascoltare le Niagara con le ultime migliorie, spero di poter dire un domani di essere stato tra i primi ad ascoltare e a scrivere di un successo italiano finalmente capace di confrontarsi con il mondo che conta dell'High-End.

 

 

NdR | Nel frattempo l’Ing. Maino ha creato il marchio Quintafila per i suoi prodotti – qui il suo sito – e ha trasferito casa e lavoro in quel di Abu Dhabi. Ecco qui i suoi dati, per chi volesse contattarlo direttamente:

 

Ing. Giuseppe Maino

QUINTAFILA

7th Street - Block M21

Mussafah Industrial Area

Abu Dhabi

UAE

 

Mobile (UAE): +971-55.3091513

Mobile (Italy): +39-339.2051314

Office (UAE): +971-2.5635963

Skype: SkypeASK21

L'Ing. Giuseppe Maino e il nostro Giuseppe Castelli
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ETF 2013: Giuseppe Maino e Jean Hiraga
ETF 2013: Giuseppe Maino e Jean Hiraga
Giuseppe Maino presenta il finale King III
Giuseppe Maino presenta il finale King III
Un momento della presentazione
Un momento della presentazione
Jean Hiraga commenta il King III
Jean Hiraga commenta il King III
Da sinistra a destra: Ari Polisois, Menno van der Veen, Giuseppe Maino e Pierre Touslet
Da sinistra a destra: Ari Polisois, Menno van der Veen, Giuseppe Maino e Pierre Touslet
Da qui in poi, alcune immagini del finale King III in costruzione,
fino alla veste finale, come presentato all'ETF 2013" />
Da qui in poi, alcune immagini "al banco"
del finale King III in costruzione,
fino alla veste finale, come presentato all'ETF 2013
Un salto avanti nel tempo, ETF 2014, da sinistra a destra e in secondo piano:<br />Jean Hiraga, Giuseppe Maino, Tim De Paravicini e Tatsuyoshi Moriyama
Un salto avanti nel tempo, ETF 2014, da sinistra a destra e in secondo piano:
Jean Hiraga, Giuseppe Maino, Tim De Paravicini e Tatsuyoshi Moriyama
ETF 2014: Tatsuyoshi Moriyama e Giuseppe Maino
ETF 2014: Tatsuyoshi Moriyama e Giuseppe Maino
ETF 2014: Saburo Degawa e Giuseppe Maino
ETF 2014: Saburo Degawa e Giuseppe Maino
Il King III nella sua veste attuale e definitiva
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di Giuseppe
Castelli
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di Francesco
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