Addio Mr. Bose

Correnti sonore | pillole editoriali
16.07.2013

Correnti sonore, i miei "editoriali in pillole": niente di troppo serio o impegnativo, solo un'opportunità in più per comunicarvi la nostra passione.

 

 

 

Eh sì, ci ha lasciato anche Amar Gopal Bose. Devo constatare e devo anche farmene una ragione: tanti miti e grandi uomini dell’hifi mondiale ci stanno lasciando. Io ho cinquattaquattro anni e, quando ero molto giovane, i personaggi che facevano grande l’hi-fi erano personaggi e uomini maturi con alle spalle già un bagaglio di esperienze tale da inventare nuovi modi di ascoltare musica da apparecchi di riproduzione moderni.

Le Bose 901 erano una vera rivoluzione. Il suono riflesso e non più diretto fu un fulmine a ciel sereno per tutti. Ricordo ancora un impianto con amplificazione a due telai Bartolomeo Aloia con i Bose 901: il suono sembrava provenire da tutte le pareti della stanza, ti circondava ed emozionava.

Meno fantastiche mi sono sembrate le Acoustimass, le bollai subito per mancanza di medie frequenze e non mi piaceva il suono del subwoofer completamente avulso dal resto dell’immagine sonora. Ricordo che gli amici mi bersagliarono con frasi non troppo simpatiche, salvo darmi ragione qualche tempo dopo!

Amar G. Bose aveva avuto ragione nel proporre sempre delle idee innovative. Era un pioniere e un rivoluzionario, mi piaceva tanto anche se non ho mai posseduto una coppia di suoi diffusori.

Aveva 83 anni, nato a Filadelfia il padre era un esule bengalese la madre americana, laureato in ingegneria acustica al MIT, Massachussetts Institute of Technology, dove poi ha anche insegnato.

Non mi voglio dilungare oltre.

Fa piacere invece l’articolo comparso sulle pagine di Leggo in data 15 luglio, fa piacere leggere che l’hi-fi tradizionale sta tornando in auge grazie al desiderio di tornare a usufruire di un palcoscenico musicale più consono. Fa piacere leggere che la Chario è considerata tra i marchi-cult del settore assieme a nomi come Tannoy, Pioneer, Klipsch e JBL.

Buon ascolto a tutti e viva la musica!

 

 

 

 

11 giugno 2013

 

Il suono

 

“Come posso migliorare il mio impianto?” Questa è una delle domande più frequenti che mi rivolgono gli appassionati. A mio modo di vedere le cose dell’hi-fi, a questa domanda io non saprei proprio come rispondere se non con un’altra domanda: “Qual è il parametro che risulta carente?”.

 

Ammesso che io riesca a offrire delle risposte valide, perché non mi sembra di essere stato davvero utile all’appassionato che mi ha chiesto aiuto?

 

Oggi è proprio la giornata delle domande e delle risposte difficili.

 

Già, perché per correttezza intellettuale devo riconoscere che l’argomento è talmente vasto che non può essere esaurito con una domanda e con una risposta.

Ma il vero obiettivo di questo editoriale è un altro che, forse, esaurisce la domanda iniziale e, nel contempo, dovrebbe essere lo scopo finale di ogni audiofilo: il “suono”.

Meglio ancora dovrei dire la “ricerca del suono”, dove per suono intendo il suono che ognuno di noi ha dentro, nell’anima e che dovrebbe ritrovare quando allestisce un sistema hi-fi. Se, per assurdo, tutti gli appassionati audiofili o neofiti avessero ben in mente il suono che desiderano ottenere dal proprio sistema, le cose sarebbero molto più semplici. In questo caso tutti gli appassionati mi chiederebbero: “Come posso ottenere questo tipo di suono?”

 

Purtroppo le cose non stanno in questi termini. Moltissimi si avvicinano all’hi-fi con le idee non chiare e, di fatto, non sono neanche tanto aiutati da chi invece dovrebbe offrire consigli utili e imparziali, a cominciare dalla maggior parte dei negozianti che, a onor del vero, fanno i negozianti e tentano di vendere ciò che a loro conviene maggiormente.

 

Torniamo allora alla definizione di suono. Come ho detto, auspico fortemente che ognuno di noi abbia ben in mente il suono che desidera ottenere, tra questi anche il “non-suono”, nel senso che se si desidera ostentare il proprio sistema come status symbol allora il suono non è importante e sarà sufficiente acquistare i componenti alla moda più costosi e belli. Per tutti gli altri sarà molto importante avere dentro di sé il riferimento preciso e, in questo caso, sarà altrettanto importante saper distinguere il buon suggerimento da quello che allontana dal proprio modo di intendere la musica e il suono. Insomma, sarà molto importante avere sicurezza delle proprie idee. Ricordatevi che a sbagliare siete capacissimi da soli senza l’aiuto di nessuno. Faccio un esempio. Mi è capitato di parlare contemporaneamente con due persone che volevano acquistare un primo impianto, il primo ascoltava esclusivamente musica jazz e ho consigliato un impianto con amplificazione a valvole e diffusori ad alta efficienza; il secondo ascoltava esclusivamente musica rock e ho consigliato un amplificatore a transistor accoppiato a diffusori americani. Naturalmente mi guardo bene dal citare marche e modelli, ma la cosa interessante è che i due amici non si aspettavano di ricevere suggerimenti differenti a seconda dei propri gusti musicali e si domandavano come mai. Anche questo mi sembra un gran bell’argomento che affronterò nei futuri editoriali, per il momento sarà sufficiente stimolare l’attenzione di tutti voi su quanto parziale sia un sistema hi-fi in relazione soprattutto alla pretesa di riprodurre la realtà il modo fedele.

 

Riuscite quindi a capire quanto sia importante avere le idee chiare sul suono che si vuole raggiungere? Diventa ancora più importante quando si ascolta musica in generale senza avere un genere musicale preferito. Questo tipo di ascolto eclettico riguarda la maggior parte dei fruitori di musica, anch’io posso sicuramente essere annoverato tra questa tipologia di amanti della musica, infatti ascolto rock, jazz e musica classica indifferentemente e con egual soddisfazione a patto che sia buona musica. Il mio sistema è improntato sulla dinamica e sulla trasparenza, due parametri che sono basilari per il mio gusto personale, ma che potrebbero non soddisfare il gusto di altri appassionati che ricevono soddisfazione nell’ascoltare un altro genere di suono, magari maggiormente caldo e avvolgente oppure scolpito e dettagliato, o anche profondo e tridimensionale. In questo modo è anche più facile giudicare la qualità di un sistema audio, basta conoscere in anticipo quale risultato si voleva ottenere.

 

Vorrei che tutti gli appassionati si soffermassero un momento sul concetto di “suono”, magari anche ragionando su quante volte, durante il percorso audiofilo, si è cambiata idea sul suono che doveva avere il nostro sistema audio. Cambiare idea non è così drammatico, è sicuramente indice di maturità ed elasticità mentale, sicuramente da preferire alla cocciuta e immotivata caparbietà.

Non abbiate paura di avere delle convinzioni e delle idee precise ma siate pronti a mettere in dubbio le vostre certezze e confrontarle con le certezze degli altri. In questo modo tutto diventa più divertente e interessante.

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