Integrato Omega Audio Concepts DNA

20.04.2018

Quanto gioca a favore di un oggetto Hi-Fi l’estetica o il nome piuttosto che le effettive prestazioni sul campo? Me lo sono sempre chiesto ogni volta – e sono tante le occasioni – in cui ho testato o semplicemente ascoltato prodotti le cui fortune non erano certo ascrivibili a ciò che erano in grado di offrire in sala d’ascolto. Certo il marketing o il solo appeal merceologico di un prodotto sono quanto mai importanti, lo sanno bene tutti coloro che per mestiere vendono qualsiasi cosa, il che rende opinabile che tutti scelgano A piuttosto che B per come suona. Questo è il motivo, fatta eccezione per i consumatori compulsivi che “devono” cambiare a prescindere, per il quale talvolta gli oggetti di riproduzione domestica transitano nelle case di alcuni appassionati con la velocità di un Frecciarossa.

Ciò che piace in modo superficiale o a prima vista, spesso stanca presto.

Perché sto dicendo tutto questo lo capirete alla fine della prova.

Omega Audio Concepts Integrato DNA

 

L’oggetto di cui tratterò comunque è l’integrato Omega Audio Concepts DNA, tutt’altro che banale, anche a un primo contatto visivo. Stiamo parlando di un ampli dal costo importante, di singolare fattura e provvisto, caso inconsueto soprattutto per questa fascia di prezzo, di una alimentazione separata posta in un telaio del tutto identico.

Esso risulta totalmente privo di comandi, essendo gestibile interamente da un tablet Asus, nel quale è presente un’applicazione che provvede alla gestione dell’elettronica, riassumibile poi nella selezione dell’ingresso e nella regolazione del volume.

La cosa, inizialmente sconcertante, si rivela poi pienamente fruibile, seppure in un solo caso mi è capitato che il tablet perdesse “contatto” con l’ampli, il che mi ha costretto a spegnerlo e riaccenderlo, il tablet. Addio mie vecchie e care manopole…

L’oggetto è tremendamente futurista, se mi passate il termine, un monoblocco in alluminio ricavato dal pieno di eccellente fattura, solido e, come dire, imperscrutabile. Mi ha sorpreso non poco il livello di questa elettronica dal punto di vista realizzativo, pensando che proviene da una realtà artigianale e appare notevole lo sforzo del progettista Renato Filippini di presentare un prodotto raffinato e maturo, nonché di sicuro impatto estetico, dovuto all’assoluta essenzialità nella forma e ricercatezza nei materiali.

 

Due parole sul marchio, che nasce nel 2013 come evoluzione della precedente Sigma Audio e i relativi cavi Cableless, questi ultimi di eccellente qualità, pari se non superiori a modesto parere di chi scrive della migliore produzione mondiale.

Ricordo molto bene l’ascolto che feci del lettore digitale Rise, un autentico fuoriclasse in grado di rivaleggiare con qualunque concorrente, seppure in una categoria di prezzo decisamente elitaria.

Dunque un percorso evolutivo che nasce da idee precise e sviluppate negli anni con cura e maestria di chi crede nel proprio lavoro e nei risultati che ottiene.

 

Omega Audio Concepts Integrato DNA

 

Tornando al nostro oggetto, i due telai dell’integrato DNA sono uniti da ben tre cordoni di alimentazione, il che ci fa subito dedurre che la stessa è separata tra i due canali e tra le diverse sezioni – preamplificatrice e finale – dell’elettronica. In effetti nell’alimentatore sono presenti ben quattro trasformatori toroidali, con le relative sezioni rettificatrici e con un’attenta realizzazione delle masse del circuito dell’amplificatore, al fine di eliminare ogni traccia di disturbo.

 

Il credo del progettista, per i cui caposaldi vi rimando a quando scritto qui in occasione della prova su ReMusic della sorgente digitale, dunque si rivela in un’attenzione dedicata sia agli aspetti circuitali che realizzativi, per effetto principalmente di una ponderata ricerca dell’isolamento delle varie sezioni circuitali, nonché a soluzioni che privilegiano la salvaguardia della purezza del segnale audio – sembra ovvio ma lo è meno di quanto si pensi, minimizzando l’utilizzo di componentistica passiva, peraltro di ottima qualità.

La sezione finale, secondo uno schema tanto caro alla scuola inglese, prevede l’uso di un solo dispositivo di potenza con il suo complementare, per erogare una potenza di una cinquantina di watt.

 

Chi progetta elettroniche o semplicemente le realizza come autocostruttore, sa quanto sia difficile implementare circuiti apparentemente essenziali e minimalisti, in quanto il tutto per offrire eccellenti responsi sia strumentali che all’ascolto deve essere realizzato con attenzione e cura estrema per la componentistica, da selezionare e scegliere con attenzione.

 

Piuttosto facile da fare con i tubi, un po’ meno con lo stato solido.

 

Quanto emerge comunque da un primo contatto con l’oggetto in questione, è una decisa sensazione di solidità e concretezza priva di fronzoli ed essenziale, corroborate da un peso dei due oggetti non indifferente e assolutamente giustificato dalla sostanza presente al loro interno.

 

L’amplificatore e il suo imprescindibile alimentatore sono stati provati in due contesti ben differenti: nel mio, con diffusori Klipsch Cornwall III e Heresy III, e in un secondo con diffusori Focal Micro Utopia, di efficienza e caratteristiche timbriche ben differenti dai miei speaker americani.

Devo subito dire che raramente un’elettronica ha mostrato caratteristiche sonore cosi coincidenti con quelle che sono le dichiarazioni d’intenti del costruttore. In effetti, se volete sapere come suona questo amplificatore, vi assicuro che leggendo sul sito della casa la filosofia sonora del marchio, nonché gli obiettivi prefissati, vi sarete fatti un’idea molto vicina alla realtà. Il progettista rincorre nelle intenzioni assoluta neutralità e mancanza di qualunque contributo additivo al segnale originale.

 

Ascoltando il DNA, direi che l’obiettivo è pienamente raggiunto.

 

È uno degli amplificatori più neutri mai ascoltati, di una neutralità così marcata che a suonare in un qualche modo sembra il resto dell’impianto ma non lui, che pure ne è il baricentro.

Lui, il DNA, si limita ad amplificare, senza alterare o, poiché l’ampli perfetto non l’ha inventato nessuno, facendolo comunque in modo piuttosto impercettibile.

Contribuisce a ottenere questo una riproposizione del palcoscenico piuttosto arretrata, il che aiuta soprattutto con le Klipsch a mitigare qualunque accenno di “urgenza” in gamma media, qualunque sottolineatura.

Neutralità estremamente marcata dunque, come testimonianza di una ricerca meticolosa del segnale originario, della sua pervicace conservazione, senza accenni a smussature o interpretazioni di alcun genere.

Il tuo disco suona così, sembra volerti dire.

La timbrica dunque, con il pedissequo rispetto dell’origine, non può che essere riprodotta secondo le caratteristiche del resto dell’impianto, perché l’elevata neutralità di cui è capace renderà il DNA semplice testimone di ogni alterazione che ogni impianto produce sul messaggio originario.

Sembro insistente nel dirlo, ma questa caratteristica è decisamente marcata e meritevole di sottolineatura, come marchio di fabbrica dell’oggetto.

Mi sono sorpreso a non notare più i lievi rigonfiamenti nel medio basso delle Klipsch se non quelli propri dei diffusori, cosi come le sottolineature sul medio-alto delle Focal sono state ingentilite e riportate sul dovuto binario della correttezza.

Quelli che sono lievi caratteri timbrici propri dei diffusori provati, che spesso amplificazioni meno corrette rendono debordanti, qui sono ricondotte in un’area di confortevole personalità, senza manifestarsi per un difetto percepibile.

Insomma, il DNA si limita ad amplificare senza alcun cenno di protagonismo, riallinea con maestria un equilibrio prima precario e si fa ascoltare a lungo, senza apparenti pretese se non quella di preservare le orecchie, provocando alla lunga una sorta di assuefazione uditiva nella quale non compare neanche per un istante un cenno di fatica d’ascolto.

 

Mai con il DNA vorrete abbassare il volume perché infastiditi.

 

Beninteso, esso non aggiusta, e dunque un pessimo disco suonerà in modo pessimo, ma le incisioni appena decenti passeranno davanti a voi con un insolito senso di benessere acustico, nella consapevolezza sempre maggiore che tutto sembra essere rimesso a posto, o comunque in ordine.

Detto questo, se vi par poco, potrei aggiungere un livello di raffinatezza musicale molto marcato, per effetto di sonorità indistorte anche a un orecchio attento, il che comporta una finezza di grana degna di oggetti ben più costosi.

Ovviamente cotanta coerenza timbrica trova evidente pari nelle doti di ricostruzione spazio-temporale del palcoscenico sonoro, nel quale un’omogeneità di eccellente livello aiuta senza alcuna fatica il nostro cervello in quell’opera di ricostruzione e simulazione dell’evento musicale che separa un impianto eccellente da uno solo buono.

I suoni provengono da punti immaginari ben definiti e materializzano cantanti e strumenti con appena un cenno di miniaturizzazione. Sorprende l’eccellente allineamento temporale delle sonorità, possedute tutte da pari velocità, molto elevata, ed è pienamente riconoscibile un amalgama sonora compatta e uniforme.

 

Tutte le doti di una ottima amplificazione a stato solido sono dunque presenti, con il dovuto contrasto e una dinamica che, se nelle forti escursioni forse paga un eccesso di controllo dell’elettronica, nel micro riesce a far distinguere non solo dove si trova lo strumento ma anche il modo con cui viene suonato rispetto agli altri.

 

Dove forse il DNA paga qualche punto rispetto alle amplificazioni di riferimento, per me tutte a tubi, è nel contenuto armonico degli strumenti e delle voci, ambito nel quale però in generale lo stato solido fatica a tenere testa alle migliori realizzazioni valvolari. NdR – Caratteristica che però molti inputano alla presenza e costruzione dei trasformatori d’uscita degli ampli valvolari.

C’è dunque una maggiore sensazione di riproduzione, nel senso di antitesi all’esecuzione reale, con suoni appena scarnificati nel loro corpo armonico, seppure c’è da dire che ben pochi e a ben altri e alti prezzi sono riusciti con i transistor o mosfet a fare di meglio.

 

In tale coerenza musicale sembra superfluo sottolineare come ottimi livelli di dettaglio e trasparenza consentano di discernere con facilità ogni elemento sonoro, senza alcun rischio di vedere – o meglio ascoltare – impastamenti sonori o confusione di alcun tipo, anche e soprattutto a livelli elevati d’ascolto.

L’eccellente silenziosità dell’elettronica, particolarmente apprezzabile con diffusori ad alta efficienza, consente ascolti a basso volume incredibilmente chiari e dettagliati, per ascolti per così dire “notturni” molto piacevoli.

 

Un’amplificazione dunque con la quale, come dicevo prima, non sentirete mai il bisogno di abbassare il volume per eccesso di fastidio ma neanche di alzarlo per capire meglio cosa suona.

La potenza, che con le Klipsch non è mai poca, neanche con le più piccole Focal sembra avere il fiato corto, e direi che in regime dinamico i watt indistorti siano ben più di quelli dichiarati, sembra di ascoltare un buon cento watt, con un clipping seppur poco progressivo, come normale per uno stato solido, caratterizzato più da una compressione dinamica che da armoniche perniciose e fastidiose all’ascolto.

 

Conclusioni.

Avevo iniziato con il parlare di marketing e scelte poco oculate.

Tante volte in quarant’anni di passione mi sono imbattuto in prodotti eccellenti ma poco appetibili, sia per una carenza di caratteristiche soprattutto estetiche che di fascino o interesse per il marchio.

Mi rendo conto che una realtà artigianale, seppure di nicchia tecnologica di rilievo, come l’Omega Audio Concepts, possa avere difficoltà nel far conoscere e commercializzare quanto produce, rispetto se non altro a concorrenti più dotati nel marketing e in capacità distributive. Ma ritengo che un appassionato attento debba imparare, se già non l’ha fatto, ad approcciarsi con realtà meno note ma non per questo meno valide.

Questo perché, a fronte di una rivendibilità futura meno agevole, si possono ottenere vantaggi di non meno rilevanza, quali un’assistenza post vendita più attenta e vicina alle esigenze del cliente, nonché in una minore omologazione, anche nelle performance sonore, che un prodotto artigianale può vantare rispetto oggetti a maggiore vocazione industriale.

Penso comunque che questo eccellente integrato sia dotato di peculiarità davvero interessanti, mostrando in sede d’ascolto caratteristiche che lo fanno annoverare tra i prodotti che non stancano ma che anzi alla lunga convincono sempre di più per effetto di una neutralità e di doti di equilibrio decisamente rare.

Quanto detto ci consente di attribuire al DNA una sorta di universalità d’uso, in quanto esso potrà pilotare praticamente ogni diffusore fino ovviamente ai limiti consentiti dalla potenza di uscita, che non è certo elevatissima seppure sufficiente nella stragrande maggioranza dei casi.

Un amplificatore, per certi aspetti, sul quale porre le fondamenta di un impianto votato alla fedeltà pura, senza ammiccamenti o furbate in grado spesso di ammaliare al primo approccio, ma che poi si rivelano come difetti da correggere.

E allora perché correggere qualcosa che è possibile avere da subito già corretta?

I concorrenti ci sono e, in questa fascia di prezzo, che definirei medio-alta, tutti hanno qualcosa da dire. Ma ben pochi amplificatori hanno suonato davanti a me con questa chiarezza d’intenti e, se vogliamo, con la discrezione di questo DNA.

Io resto fedele alle mie valvole, ma averne di amplificatori come questo.

 

 

Timbrica ****1/2 | Non prende le 5 stelle soltanto perché il contenuto armonico non raggiunge per me il massimo ottenibile. Estremi gamma completi ed estesi, neutralità ai limiti della perfezione.

 

Dinamica **** | Micro dinamica migliore della macro, per effetto di un controllo in alcuni tratti quasi eccessivo. Estrema correttezza dei contrasti, nei quali non si perde mai la coerenza.

 

Dettaglio ****1/2 | Molto elevato, voci intellegibili sempre e strumenti molto a fuoco.

 

Trasparenza **** | Facilità anche nei frangenti più affollati nel riconoscere le fonti sonore. Separazione tra i due canali eccellente unita a un silenzio di fondo ai massimi livelli.

 

Immagine ***1/2 | Piuttosto arretrata e alta ma non molto larga, con un lieve effetto corridoio. Nessuno strumento comunque suona nei diffusori.

 

Velocità ****1/2 | Molto elevata, soprattutto nei rilasci. Nella consecutività delle note non ci sono accavallamenti temporali con una fase molto corretta.

 

Costruzione ***** | Ottimamente realizzato in un monoblocco di alluminio insensibile a vibrazioni o disturbi esterni. Elevata ingegnerizzazione.

 

Rapporto qualità/prezzo **** | Il costo è rapportato alle prestazioni e alle caratteristiche costruttive. La potenza pur non elevatissima non costituisce un limite evidente. Da evitare solo in ambienti difficilmente sonorizzabili per dimensioni o con diffusori molto complessi.

 

Scala da * a ***** non rapportata al costo ma in valore assoluto.

 

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

 

Unità di amplificazione
Cabinet in alluminio ricavato dal pieno con macchine a controllo numerico - CNC
Massa segnale analogico separata da massa circuito alimentazione
Componentistica SMD con tolleranza allo 0,1% per resistenze e condensatori nello stadio di preamplificazione e amplificazione
Nessun condensatore in serie sul percorso del segnale
Sistema di connessioni interne ed esterne realizzato con conduttori ELEMENTS brevettati Omega Audio Concepts
Controllo di volume digitale con singola resistenza sul percorso del segnale a passi di 0,5 dB
Tre ingressi ad alto livello con connettori RCA
Impedenza di ingresso 10kohm
Potenza 50W su 8ohm, 80W su 4ohm
Rapporto Segnale/Rumore 100dB
Sistema di controllo per volume e selettore ingressi con telecomando in dotazione
Dimensioni 255x90x255mm LxAxP
Peso 11,5kg

Modulo alimentatore
Trasformatore toroidale per sezione alimentazione, preamplificazione e controllo di volume
Trasfomatori toroidali separati per canale desto e sinistro, dalla sezione alimentazione a quella di potenza degli stadi finali
Cabinet in alluminio ricavato dal pieno con macchine a controllo numerico
Vaschetta IEC con fusibile
Assorbimento massimo 300W
Dimensioni 255x255x80mm LxPxA
Peso 10,5kg

 

 

Distributore ufficiale Italia: al sito Omega Audio Concepts

Prezzo Italia alla data della recensione: 7.250,00 euro

Sistema utilizzato: all'impianto di Paolo Di Marcoberardino

Vista interna della sezione di alimentazione.
Vista interna della sezione di alimentazione.
Vista interna della sezione di amplificazione.
Vista interna della sezione di amplificazione.
Una vista d'insieme dei modelli della serie Omega Audio Concepts DNA sul proprio rack.
Una vista d'insieme dei modelli della serie Omega Audio Concepts DNA sul proprio rack.
di Paolo
Di Marcoberardino
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