Sono passati alcuni anni dall'ultima volta che ho ascoltato un'amplificazione Perreaux. Il ricordo comunque è ancora preciso: si trattava del preamplificatore SM2 e finale 2150, fantastica accoppiata che pilotava egregiamente una coppia di Rogers LS3/5A. Ricordo anche eccellenti risultati sonori grazie all'accoppiata pre SM3 e finale 3150. Devo anche dire che, inspiegabilmente, quest'azienda neo-zelandese non ha raccolto in Italia il grande successo che avrebbe certamente meritato, vista la qualità profusa che può essere considerata senza ombra di dubbio di livello assoluto.
Capirete allora la mia curiosità, ma soprattutto il desiderio, di constatare di persona, dopo questi anni, come la Perreaux possa essere cambiata. Ebbene, non è cambiata per niente. La qualità c'è ancora e ce n'è moltissima.
Oggi parleremo dell'Audiant 80i. Si tratta di un integrato da ottanta watt che include anche, come ormai uso comune per gli ampli che si rispettino, un convertitore digitale interno, oltre una sezione phono MM di ottimo valore. Il suo costo di 2.900,00 euro lo pone in un segmento di mercato molto affollato e di spietata concorrenza. Il fatto è che le caratteristiche sonore del Perreaux Audiant 80i sono talmente eccezionali che si potrebbe parlare tranquillamente di hi-end, vale a dire quella determinata fascia di qualità che fa parte del vertice assoluto per quanto concerne le apparecchiature audio. Bastano pochi secondi di ascolto per essere convinti di trovarsi al cospetto di una macchina che si eleva una spanna sopra alla normale attesa di qualità offerta dalla tipologia di apparecchi a questo prezzo. Il Perreaux Audiant 80i permette, quindi, l'ingresso nell'olimpo dell'hi-end non solo per il riscontro all'ascolto ma anche per le dotazioni tra le più complete che si possano immaginare e per le caratteristiche tecniche di grande interesse. In questo caso il prezzo dell'Audiant diventa assolutamente concorrenziale e il suo rapporto costo/qualità tocca un valore di elevato rilievo.
La potenza di questo Perreaux, come ho detto, è di 80 watt su 8 ohm che diventano ben 130 su 4 ohm. Ma è la combinazione tra il rapporto segnale/rumore pari a 105 dB a 80 W e il fattore di smorzamento pari a 400 che determina e realizza l'anima sonora di questo bell'ampli integrato: grande silenzio intertransiente ed estrema velocità. Tanto per parlare invece delle innumerevoli dotazioni, diciamo che gli ingressi sono ben cinque digitali e quattro linea, compresi un ingresso selezionabile HT loop dedicato ad un pre audio/video, e un ingresso phono MM con un guadagno di 40 dB. Avete letto bene. I cinque ingressi digitali, tra cui un USB di tipo asincrono, tradiscono la presenza di un convertitore interno 24 bit 96 kHz ESS Technology Sabre Reference ES9006 DAC.
Visto ciò che ho detto sino ad ora, non abbiate a stupirvi se il Perreaux Audiant 80i, nonostante le dimensioni che si possono considerare slim, pesa ben dodici chili. Inoltre, le linee del suo frontale risultano molto snelle grazie all'adozione di un ricercato design che prevede una divisione orizzontale del frontale per metà in alluminio spazzolato mentre l'altra, quella inferiore, di colore scuro, risulta essere un touch-screen nel quale sono state inserite le scritte retro illuminate dei comandi di servizio. L'unica cosa che rimane fisicamente esposta in modo visibile è la grossa manopola del volume che, praticamente, è alta quanto il frontale stesso. Il telecomando in dotazione permette qualsiasi tipo di comodo intervento dal punto d'ascolto essendo del tutto completo. Ma non c'è solo il design, c'è anche la sostanza. Provate a soffermarvi sui particolari del telaio dell'Audiant e lasciatevi affascinare dalla parte superiore in alluminio perfettamente satinata e dal particolare sistema per accedere all'interno dell'amplificatore. Una volta aperto, è il grosso trasformatore toroidale a rubare la scena e gran parte dello spazio a disposizione! Per non parlare delle due coppie di mosfet duali siliconici ad alta potenza Toshiba 2SJ201 - 2SK1530 e dei silenziosissimi relè per la selezione degli ingressi.
Un'altra nota che mi rende ulteriormente simpatico il Perreaux Audiant 80i è il suo logo. Stampato nel frontale e profondamente inciso nel lato superiore. Si tratta del disegno di un impulso di segnale in fase, in sostanza simile al logo di ReMusic costituito però da un impulso di segnale ma in controfase.
Viste le dimensioni piuttosto contenute, inserire nel sistema e nel mobile audio esistente questo Perreaux è di una facilità incredibile. A dire il vero l'ampli quasi sparisce alla vista e risulta ancora più sorprendente la gran voce che si sprigiona dai diffusori. Tra l'altro non scalda molto, neanche dopo un uso molto prolungato per cui inserirlo in un ripiano di altezza contenuta non risulta una pratica sconsigliata. L'unico consiglio che mi sento di suggerire è di porre l'Audiant su appoggi smorzanti poiché il grosso trasformatore vibra abbastanza anche se, in effetti, si fa sentire solo all'atto dell'accensione ma non produce assolutamente nessun rumore sugli altoparlanti anche al massimo volume e sulla sezione phono MM.
Inizia la prova d'ascolto con l'utilizzo della serie completa di cavi White Gold serie Reference Professional Stradivari che si sono dimostrati compagni fedeli ed affidabili per l'Audiant 80i che ha potuto così sfoderare tutte le sue doti performanti sfruttando la grande qualità di questi cavi italiani.
Stavo giusto rimettendo in ordine alcuni dischetti della Sheffield Lab, quindi ne approfitto e ascolto Pat Coil, una fusion di alto valore artistico con l'uso del pianoforte acustico. Potrei parlarvi dell'eccellente dinamica che è sprigionata con energia, potrei parlarvi del dettaglio che disegna un quadro sonoro ricchissimo di particolari, potrei parlarvi delle timbriche degli strumenti che si avvicinano in maniera impressionante a quelle degli strumenti ascoltati dal vivo, potrei parlarvi della delicatezza delle armoniche di contorno, potrei... ma il fatto è che tutte queste caratteristiche sono espresse contemporaneamente grazie all'ampli neo-zelandese, determinando in tal modo una gioia nell'ascolto che raramente è possibile creare e rilevare. Anche le voci femminili della registrazione di Amanda McBroom offrono la sensazione di vivere direttamente la rappresentazione. La separazione verticale del palcoscenico musicale coinvolge moltissimo l'ascoltatore rendendolo partecipe dell'evento registrato. La piacevolezza d'ascolto è ad alti livelli e la profondità dell'immagine proietta gli attori ben oltre la parete dietro l'impianto, disegnando un quadro dalle caratteristiche inequivocabili di tridimensionalità naturale.
Quest'ultima performance mi spinge a provare quanto possa offrire il Perreaux con il genere musicale classico. Mozart, Divertimento in D major K.136, xrcd24 Fim Super Sound II, una registrazione impietosamente ricca di dettaglio tanto che se un sistema risultasse appena squilibrato potrebbe ridurti le orecchie un colabrodo. Invece il Perreaux sfodera una naturalezza ed un controllo da vero campione, il fatto è che non posso credere che da un "cosetto" del genere si possa ottenere così tanto! Le piccole dimensioni dell'Audiant 80i fanno da sorprendente contrasto a un suono grande, opulento e lussuoso. Le basse frequenze vengono offerte con eccellente pressione sonora anche a volumi bassissimi manifestando un equilibrio nella risposta in frequenza che ha caratteristiche di lineare omogeneità.
Per procedere alla verifica della qualità del convertitore interno di questo splendido Perreaux, decido di scegliere un brano registrato in digitale a 24bit/kHz. Si tratta di una realizzazione Velut Luna, Patrizia Laquidara & Massimo Salvagnini Quintet, Goldfinger. Ascolto prima tramite la mia sorgente digitale auto costruita, con meccanica Philips CD PRO2, quattro convertitori Wolfson WM 8740 preceduti da un asincrono sample rate 192 kHz collegati alla meccanica con protocollo I2S. Utilizzo invece il mio Teac X25 come sola meccanica, sfruttando la famosa VRDS, ed utilizzando un cavo ottico di buona qualità per il collegamento con il DAC interno ESS del Perreaux.
Beh! Non arriva a raggiungere i livelli sonori del mio CDP, soprattutto nella restituzione del corpo e del dettaglio. Passo quindi al confronto con un DAC esterno di buona qualità come l'Arcam rDAC che mi permette di valutare con maggiore equilibrio la qualità del DAC interno del Perreaux. Ebbene, il convertitore interno EES del Perreaux si mette in luce per una capacità di restituire un suono più naturale e assolutamente privo di asprezze. Diciamo quindi che il DAC interno del Perreaux permette di soddisfare il gusto estetico dell'audiofilo più smaliziato, soprattutto se si utilizza come sorgente il computer per l'ascolto della musica in streaming.
Non potevo certo esimermi dal provare anche la sezione phono MM. Nell'occasione ho usato la testina Denon DL301 (avete letto bene, non la 103 ma la 301) collegata allo step-up 300. Sono subito colpito dall'estrema silenziosità della sezione phono dell'Audiant che, anche a volume al massimo, soffia pochissimo e bisogna mettere l'orecchio vicino all'altoparlante per percepire un leggerissimo soffio. L'ascolto è molto piacevole, un misto di dinamica e raffinatezza che non favorisce né l'uno né l'altro parametro, creando l'idea di una sezione ben studiata ed ingegnerizzata. Insomma, a mio giudizio bisogna spendere almeno ottocento - mille euro per un pre phono di qualità migliore.
Alla luce dei due accessori, vale a dire il DAC e il pre phono, e del loro valore intrinseco che supera abbondantemente i mille euro, ritengo che l'Audiant 80i debba essere considerato un vero affare. La qualità è molto alta e l'oggetto è davvero molto interessante per estetica e funzionalità. Il suo suono ricco, pieno e armonico è sicuramente di qualità superiore e permette al Perreaux Audiant 80i di entrare dalla porta principale del mondo dorato dell'high-end. Questo amplificatore integrato, costruito con orgoglio in New Zealand, permette in ogni caso di ottenere performance di stampo audiofilo in grado di sbalordire anche il più smaliziato critico degli appassionati. Concludendo, per me il Perreaux Audiant 80i è decisamente uno Spark in the Dark!
Caratteristiche dichiarate dal produttore:
Potenza: 80W su 8ohm - 130W su 4ohm
Distorsione armonica totale: 0,002% a 1kHz
Rapporto segnale/rumore: 105dB riferito a 80W su 8ohm
Fattore di smorzamento: 400 a 1kHz su 8ohm
Guadagno: 28dB
Ingressi analogici: tre linea RCA, un phono RCA
Ingresso HT: uno selezionabile
Impedenza ingresso phono: 47kohm
Guadagno phono: 40dB
Capacità ingresso phono: 100pf
Range volume: -90dB a +6dB
Uscite analogiche: una pre RCA, una linea RCA
Impedenza d'uscita analogica: pre 540ohm, linea 270ohm
Ingressi digitali: un USB asincrono 24/96, un coassiale, un ottico Toslink
Impedenza d'ingresso digitale: 75ohm
Convertitore DA: ESS Technology Sabre Reference ES9006 DAC 24bit/96kHz
Uscita DAC: 1,95V
Consumo: standby 1W, massima potenza 640W
Dimensioni: 431x67x309mm LxAxP
Peso: 11,5kg
Distributore ufficiale per l'Italia: Art of Music, Via Dal Lino, 23/2 - 40134 - Bologna, tel. 347.2532215
Prezzo alla data della recensione: 2.900,00 euro
Sistema utilizzato: all'impianto di Roberto "The Rock" Rocchi