Introduzione
Mette un po' in imbarazzo dover redigere delle note introduttive di un amplificatore prodotto dalla Yamaha Corporation. Il colosso giapponese non avrebbe certo bisogno di presentazioni: la sua storia è già "storia" industriale e sociale degli ultimi centotrent’anni della nostra civiltà. Volendo sorvolare su alcuni settori produttivi – le moto ci piacciono ma saremmo terribilmente fuori tema – mi sembra opportuno ricordare la lunga e vastissima esperienza della antica Nippon Gakki Company Limited nella realizzazione di strumenti musicali. Il noto logo, con il trio di diapason incrociati, è lì a ricordarci quale fu la loro prima missione. Questo elemento, della loro tradizione produttiva, da sempre mi ha fatto pensare che chi conosce bene gli strumenti musicali conosca anche l'arte di riprodurre fedelmente il loro suono. Qualità possibile: è questo che sin dalla fine degli anni '70 hanno rappresentato i prodotti Hi-Fi della Yamaha nel mio immaginario di modesto appassionato di alta fedeltà. Quindi, prodotti di pregio, generati da una solida realtà industriale e con un rapporto Q/P invidiabile. Mi fa piacere ricordare il loro, ormai antico, payoff pubblicitario “Natural Sound". Lo faccio perché mi interessa scoprire se ciò corrisponde, anche nel presente, a verità.
Fuori dalla confezione
La prima cosa che cattura la mia attenzione, aprendo l'imballo, è un bel telecomando, pesante con la superficie in alluminio spazzolato. Si rivelerà, nel corso delle successive prove, completo nelle sue funzioni e perfettamente funzionante. Quello che si desidera lo si ottiene senza incertezze e senza dover ogni volta "mirare" per centrare il sensore di ricezione. Ci tengo a specificare questo fatto perché, sembrerà strano, ma spesso, anche in amplificazioni di costo ben più elevato, il telecomando si è rivelato oggetto “leggerino”, non ben rifinito e dall'incerto funzionamento, soprattutto nella fluidità della regolazione del volume motorizzato. Il nostro amplificatore integrato Yamaha A-S2100 mostra il suo carattere sin dalla prima volta che si solleva la scatola che lo contiene: venticinque chili di elettronica possono causare qualche cedimento se non si è opportunamente preparati al peso! Non sono certo un sostenitore tout court della regola “tanto peso = qualità” ma, a meno di non trovarci dentro i classici mattoni, per un amplificatore in classe AB questo significa normalmente robusta costruzione, trasformatori di grande potenza e dissipatori adeguati. Segnalo l'assenza del manuale di utente in formato cartaceo: a qualcuno potrà mancare tale fisico supporto, ma potete rimediare facilmente scaricandolo qui. Effettuato il download potete scegliere nel file PDF la lingua che preferite e se, proprio non riuscite a farne a meno, stampare le pagine che vi interessano. Il manuale è ben fatto, esaustivo, pieno di informazioni tecniche interessanti: insomma, anche se la trama non è al livello della migliore letteratura, una lettura consigliata! La versione in prova su queste pagine dell'A-S2100, è quella silver con i fianchetti laccati finitura piano black, potete scegliere anche il colore black per l'ampli e noce per i laterali. Ed eccolo qui il nostro bell'ampli, fuori dalla confezione: il rimando al design della produzione anni '70, quelli della Serie CA della gloriosa casa nipponica, è immediato. Non solo la presenza dei VU meter che s’illuminano all'accensione, ma anche le eleganti manopole in alluminio pieno alcune con il tipico taglio rettangolare, a baguette, altre cilindriche. La visione frontale indubbiamente trasmette eleganza e rigore estetico. Nel pannello posteriore spiccano gli otto robusti e comodi terminali di uscita in ottone – speaker A/B/A+B, comodi per chi scegliesse la configurazione biwiring – che permettono il collegamento delle casse sia con banana plug che con filo spellato. Dimenticavo: nella confezione trovate anche un cavo di alimentazione con connettore IEC di buona qualità, cosa non così scontata come si potrebbe credere. Voglio ricordare che l'amplificatore in prova è il "fratello mediano” della attuale serie top due canali della Yamaha, che comprende il flagship A-S3000 e il più economico A-S1100.
Tecnicamente parlando
Alla prima accensione si rimane un po' perplessi: una veloce sequenza di numerosi ticchettii fa pensare che qualcosa non vada. In realtà, nulla di guasto, si tratta di micro relais che, dopo gli opportuni check, abilitano le varie funzioni dell'ampli. La scelta degli ingressi è veramente ampia, sia per numero che per tipologia. Interessante la presenza degli ingressi XLR, con possibilità di scegliere il gain dal comando attenuator, naturale compendio di un’architettura bilanciata full-stage. Ancor più interessante e non frequente in generale è la presenza di un piccolo commutatore phase che ci permette di invertire, in caso di necessità, la fase del segnale bilanciato. Volume motorizzato, bilanciamento, audio mute a -20dB sul volume impostato e controlli di tono agiscono in maniera logica attraverso un chip di controllo della New Japan Radio Co. Yamaha definisce questo tipo di azione come "parallela", facendo capire che il segnale in questo modo non è costretto a percorsi tortuosi di entrata e uscita dai vari controlli che ne degraderebbero la qualità. Comunque, sì, avete letto bene, ci sono i controlli di tono! I puristi a questo punto possono serenamente inorridire e incollarli in maniera perenne in posizione centrale. A tutti gli altri dico: fatene, se necessario, buon uso e sappiate che il loro modo di agire è un po' particolare. Ogni volta che operate un regolazione in + o - su bass o treble si attiva una funzione automatica di fade in / fade out che abbassa e rialza il volume in pochi secondi. Inizialmente si rimane un po' disorientati, ma l'abitudine è cosa veloce. È possibile sfruttare la sezione pre e quella finale in maniera separata attraverso i classici I/O RCA, Pre OUT / Main IN, fate attenzione a non utilizzare l'ingresso Main IN con dispositivi privi di controllo di volume, pena l'erogazione a massima potenza della sezione finale!
Molto curata l'alimentazione, con un robusto trasformatore schermato dotato di numerosi avvolgimenti secondari che rendono, almeno parzialmente, indipendenti le due sezioni simmetriche dell'amplificatore. L'architettura scelta è di tipo flottante, con quattro poderosi condensatori di filtro da 22.000 µF della Nippon CHEMI-CON marchiati dalla Yamaha. Numerosi regolatori di tensione aumentano l'indipendenza e la stabilità dei vari circuiti. La sezione finale è in classe AB a MOSFET con buona capacità di aumentare l'erogazione al diminuire dell'impedenza di carico e ottima riserva dinamica.
Veramente di ottimo livello la scheda indipendente che gestisce l'ingresso phono, sia per testine di tipo MM che MC. Realizzata con estrema cura e totalmente a componenti discreti è sicuramente uno dei punti di forza dell' A-S2100. Volendo proprio trovare una mancanza potrei lamentare l'impossibilità di adattare la capacità su MM e la resistenza di ingresso su MC, per meglio sfruttare le varie tipologie di testina e le caratteristiche elettriche dei cavi. I valori fissi di sensibilità sono quelli definibili standard: 0.1mV/50 ohm MC, 2.5mV/47 kohm MM. I risultati con le testine utilizzate per la prova – MC Denon DL103 e MM Grado Prestige Gold1 – posso definirli comunque eccellenti.
Interessante la soluzione adottata per i piedini di sostegno: il gommino centrale è magnetico, una volta rimosso il peso si sposta su delle piccole punte coniche, aumentando così l'isolamento alle vibrazioni.
Merita senza dubbio un piccolo capitolo a parte l'amplificatore per cuffie di cui è dotato l'A-S2100. Per prima cosa ci tengo ad accogliere positivamente l'attuale inversione della tendenza che, per molti anni, aveva privato gli amplificatori integrati dell'uscita cuffia. Logico pensare che chi voglia delle eccellenze si predisponga, fisicamente ed economicamente, all'acquisto di cuffie costose e amplificatori dedicati. Ci siamo occupati più volte e in molti articoli di queste eccellenze, ma è giusto considerare che non tutti gli audiofili abbiano le stesse esigenze dal mondo dell'ascolto in cuffia. Ma cosa ci dobbiamo aspettare nel nostro caso? La prima questione rimarchevole è che La Yamaha abbia pensato di equipaggiare il nostro amplificatore con un selettore denominato Trim tramite il quale è possibile regolare il guadagno in quattro step: -6, 0, +6 e +12 dB. Questo tipo di controllo è molto utile per adattare il volume di ascolto in relazione alla sensibilità delle cuffie utilizzate. Il manuale specifica: "Amplificatore cuffie di alta qualità per il pilotaggio a bassa impedenza". Nelle caratteristiche tecniche apprendo che, a 1 KHz, quello che posso aspettarmi con bassa distorsione sono 50 mW per canale. Visti i dati non nutro grandi aspettative quindi inizio le prove con delle cuffiette leggerine, di bassa impedenza, adatte all'ascolto con i lettori portatili. Volano letteralmente! Anche con l'attenuazione di -6 dB c'è birra sufficiente per la sordità. Passo allora a un test ben più impegnativo, ovvero le HiFiMaN HE400, cuffie poco sensibili, sempre a bassa impedenza, che vogliono decisamente una buona riserva di corrente per esprimersi al meglio. Anche in questo caso pilotaggio ineccepibile, molto equilibrato con il gain a +6 dB. Non sono ancora soddisfatto, voglio contravvenire alle indicazioni della casa e provarci le mie storiche AKG K260 da 600 ohm e qui cade un pochino la mascella! A fronte di un’aspettativa "bassa" e una indicazione di tipologia errata, mi ritrovo le mie vecchie cuffie ad alta impedenza a esibire una prestazione che raramente mi è capitato di ascoltare. Forse chi a scritto il manuale e inserito le caratteristiche tecniche non ama molto le cuffie, altrimenti qualche parolina in più di merito l'avrebbe ben spesa!
Ascolto
Cosa penso sia, almeno in parte, deleterio per un amplificatore? Sicuramente il fatto di "interpretare" il segnale della sorgente. Siamo sempre alle solite, non sono le caratteristiche tecniche che mi fanno capire se il suono di un elemento della catena di riproduzione mi potrà piacere o meno. Bisogna ascoltarlo, possibilmente in una situazione "controllata", all'interno della quale è importantissimo conoscere la registrazione che andiamo ad ascoltare, gli altri elementi dell'impianto e l'ambiente di ascolto. Questo modello, che più che matematico potremmo definire psicoacustico, ci fornisce un metro di giudizio abbastanza valido, giudizio che comunque non può prescindere dai gusti dell'ascoltatore. Vale la pena dirlo sin da subito: questo A-S2100 non interpreta. Il suono che ne viene fuori è quanto mai comandato dalle caratteristiche dell'incisione, non ci sono eufonie di comodo o, per usare un francesismo, "paracule". Una registrazione carente, non equilibrata, dalla grana grossolana ne uscirà fuori esattamente per quello che è. Ammetto che questo ad alcuni potrebbe non piacere, lo trovo lecito e perfettamente inserito nel grande gioco godereccio del My-Fi. Personalmente preferisco conoscere la verità: senza veli, senza occulte equalizzazioni e senza elementi non presenti nella volontà dei musicisti e dell'ingegnere del suono che ha realizzato l'incisione che sto ascoltando.
Lo splendido stadio phono realizzato da Yamaha per questo amplificatore mi ha portato a condurre le prove di ascolto utilizzando il "vecchio" vinile. Dopo molti anni e molte elettroniche provate riesco ancora a sorprendermi di come alcuni elementi di registrazioni conosciute a menadito, possano prendere nuova luce e nuova forma. La prima impressione è che tutto il messaggio sonoro sia valorizzato e correttamente riprodotto.
Anche se, come detto, il giradischi, è stata la sorgente più utilizzata nelle sessioni di ascolto, non mi sono fatto scappare la possibilità, vista la grande offerta di ingressi dell' A-S2100, di prove con lettore CD e musica liquida gestita da un paio di DAC e anche in streaming attraverso un piccolo apparato Google Chromecast. Nessuna difficoltà e nessuna lamentela anche con le sorgenti digitali: ciò che sgorga puro tale rimane, diversamente ogni inquinamento viene rilevato in maniera impietosa.
Nell'introduzione mi chiedevo se l'antico slogan che parlava di "Natural Sound" si potesse ancora applicare alle recenti produzioni Yamaha: la risposta è decisamente sì! Quindi se la domanda finale è “ma come suona questo A-S2100?”, la mia personale risposta è che, nei limiti del possibile, non suona... amplifica e basta! La riserva di potenza e la capacità di erogarla anche su carichi difficili – vedi le mie vecchie B&W 802 – è esemplare senza nessuna incertezza o cedimento. Ancora qualcuno si sta chiedendo a quale genere musicale questo amplificatore sia particolarmente adatto? Anche qui la risposta è asciutta e senza remore: a quello che voi preferite, a patto che la registrazione sia di buona qualità.
Da un punto di vista dell'ascolto, le considerazioni e i giudizi fatti per le casse possono essere traslati senza problemi per l'uscita cuffie. Assoluta la linearità e neutralità percepita, a fronte, ovviamente delle caratteristiche timbriche e dinamiche delle varie cuffie utilizzate.
Considerazioni finali
Della centralità dei gusti personali, in termini di suono ma, perché no, anche in termini estetici, non discuto: il meglio è ciò che piace. Ne ho già parlato in precedenza e in altri articoli e lo ribadisco solo allo scopo di relativizzare, coscienziosamente, il mio giudizio. Altrettanto in coscienza però, non posso rilevare che un amplificatore costruito in maniera ordinata, robustissima, estremamente completo nella dotazione di ingressi, uscite, funzioni, con ottime capacità di pilotaggio su carichi difficili, timbricamente neutro, a meno che non si voglia giocare con i controlli di tono, dotato di una ottima uscita per cuffie e, almeno per il sottoscritto, molto bello esteticamente non sia caldamente da consigliare. Un’ultima considerazione sul prezzo: in assoluto non bassissimo, ma per quello che vi portate a casa, giustificato fino all'ultimo centesimo! Posso a questo punto non consegnare allo Yamaha A-S2100 il nostro ReMusic Spark in the Dark?
Selezione musica ascoltata
Alice in Chains - MTV Unplugged (LP-1996)
David Bowie - Blackstar (LP-2016)
Cincinnati Pops Orchestra - Orchestral Spectaculars, Erich Kunzel (Telarc CD-2002)
Dave Matthews Band - Away From The World (CD-2012)
Dire Straits - Brothers in Arms (LP-1985)
Frank Zappa - Joe's Garage Acts 1,2&3 - Remastered 180g (LP-2016)
George Gershwin - Rhapsody in Blue / West Side Story - Bernstein & Los Angeles Philharmonic Orchestra, Deutsche Grammophon (LP)
Kaleo - AB (LP-2016)
Marillion - Misplaced Childhood (LP-1985)
Mumford & Sons - Wilder Mind (LP-2015)
Nick Cave and the Bad Seeds - Live from KCRW (LP-2013)
Peter Gabriel - OvO (CD-2000)
Radiohead - A Moon Shaped Pool (LP-2016)
Regina Spektor - Remember Us to Life (LP-2016)
Stevie Wonder - Journey through the Secret Life of Plants (LP-1979)
SCHEMA RIEPILOGATIVO:
Voto massimo ✳✳✳✳✳ Spark, le scintille ReMusic
Timbrica: ✳✳✳✳1/2 | Assolutamente neutra, comandano registrazioni, casse ed ambiente.
Dinamica: ✳✳✳✳1/2 | Sia nella componente macro che in quella micro di assoluto pregio.
Dettaglio: ✳✳✳✳1/2 | Potreste scoprire cose mai sentite nei vostri brani preferiti.
Trasparenza: ✳✳✳✳✳ | Si vede proprio tutto! O dovevo dire... si sente?
Velocità: ✳✳✳✳1/2 | Decisamente sportiva, dotata di ottima accelerazione, controllo, tenuta e rapida frenata... ah, scusate era un amplificatore! Con Yamaha ci si confonde facilmente!
Immagine: ✳✳✳✳ | Quella che ci viene fornita dalla registrazione, l'A-S2100 non apre orizzonti impossibili si limita a mostrarceli per quello che sono.
Costruzione: ✳✳✳✳1/2 | Un carro armato raffinato, contraddizione in termini ma, non trovo migliore definizione. Retrò e sobria l'estetica.
Rapporto prezzo prestazioni: ✳✳✳✳✳ | Anche se il prezzo non è in assoluto basso, direi che vale tutti gli euro spesi per il suo acquisto. Possibilità, facendo attenzione al mercato, di offerte e street price molto interessanti.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Potenza d'uscita massima: 160+160W su 4 ohm, 1kHz, 0.7%THD, per modelli Europa
Potenza dinamica elevata/canale: 105/135/190/220W, 8/6/4/2ohm
Fattore di smorzamento: 250
Risposta in frequenza: 5Hz-100 kHz, +0dB/-3 dB
Deviazione di equalizzazione RIAA: 20Hz-20kHz +/-0.5dB
Distorsione armonica totale: 0.025%, da CD a Speaker Out, 20Hz-20kHz
Rapporto segnale/rumore CD/Line: 103 dB a 200mV
Rapporto segnale rumore Phono: 85dB MC, 93dB MM
Sensibilità/impedenza d’ingresso: 200mV/47kohm CD
Sensibilità/impedenza d'ingresso Phono: 0,1mV/50ohm MC, 2,5mV/47kohm MM
Dimensioni: 435x157x463mm LxAxP, 17-1/8x6-1/8x18-1/4inch WxHxD
Peso: 23,4kg, 51.6 lbs.
Distributore ufficiale Italia: al sito Yamaha Music Europe GmbH - Branch Italy
Prezzo Italia alla data della recensione: 2.199 euro, street price rilevati tra il 10 e il 20% in meno
Sistema utilizzato: all'impianto di Mauro Cittadini