Intervista braccio Hedgebeth Sonority

02.09.2012

Esclusiva ReMusic | Alcuni giorni fa, Roberto “The Rock” Rocchi, amico e Co-direttore ReMusic, mi ha parlato con entusiasmo di un suo nuovo amico conosciuto su Facebook: Randolph, l’impavido Mr. Hedgebeth, architetto. Visto e considerato che noi dobbiamo essere antenne e captare le novità, detto fatto, eccoci qua a intervistarlo, in quanto progettista di un braccio nuovo di zecca.

 

Domanda: Oggigiorno non sembra ci sia molto spazio per nuovi bracci…

Randolph D. Hedgebeth: Ho deciso di progettare il Sonority Tonearm per dar seguito alla mia ricerca volta a ottenere le frequenze molto basse nel sistema di riproduzione degli LP. Dobbiamo infatti tener presente che negli LP vi sono innumerevoli informazioni subsoniche ambientali le quali, ho scoperto, valorizzano di gran lunga l’esperienza musicale d’ascolto ma sporcano inevitabilmente le altre frequenze. La soluzione di applicare un filtro anti rumble e/o mettere a punto un sistema di attenuazione, provoca senza dubbio l’abbattimento delle frequenze subsoniche, ma è un semplice palliativo, destinato a ottenere solo un sistema inadeguato. Infatti la puntina continuerà a tracciare comunque le frequenze subsoniche. È molto meglio costruire un braccio che legga i solchi in maniera pulita e indistorta e che riesca a tracciare in modo inequivocabile le frequenze molto basse, piuttosto che cercare di “ignorarle”.

 

Domanda: Non c’era nessun altro braccio in grado di accettare tale sfida?

Hedgebeth: Ho deciso di progettare il Sonority Tonearm perché l’ambiente subsonico è semplicemente ostile alla stragrande maggioranza dei bracci, sia vecchi che nuovi. Partendo dal presupposto che il tracciamento della testina dipende molto dal braccio, ho provato molti giradischi e bracci conosciuti accoppiandoli con il mio sistema che scende molto in basso e utilizzando incisioni che conosco molto bene e so contenere informazioni che, parimenti, scendono molto in basso. Tutti hanno fallito e uno in maniera plateale. Mentre stava tracciando il solco a 12 Hz del brano eseguito dalla Liverpool Pipe Organ, il suono che si sentiva era leggermente distorto in tutto lo spettro di frequenze e con il solco a 10 Hz era molto distorto. Era evidente la mancanza di tracciamento. Quando lo stilo entrava nel solco a 8 Hz il braccio veniva gettato fuori dal solco. Ho dovuto afferrarlo al volo prima che cadesse sul disco per non rischiare di danneggiare quest’ultimo. Era chiaro che il giradischi tradizionale, sia pur ottimizzato al sistema del braccio, era inadatto allo scopo.

 

Domanda: Stai parlando di frequenze molto basse.

Hedgebeth: Sì. Un’altra cosa da tenere in considerazione sono le onde sismiche presenti nella maggior parte del mondo, perché la crosta terrestre si muove e vibra continuamente anche se è difficile che noi ce ne rendiamo conto visto che i nostri corpi si sono adattati a queste micro vibrazioni costanti. Gli apparecchi audio più recenti non hanno alcun sensore o sistema di controllo che ne tenga conto e noi sappiamo solo che esistono forti vibrazioni e terremoti, soprattutto se viviamo in zone ad alto rischio sismico o vicino ai vulcani. La verità è che le micro vibrazioni sono continue e chi per mestiere legge i sismografi monitora ogni cambiamento e ogni aumento di attività sismica in tutto il mondo, anche se ovviamente i giornali e le TV non lo riportano quotidianamente. Dallo studio dei terremoti si evince sia quanto lavori la crosta terrestre in situazione estreme sia quanto lavori in micro scala.

 

Questa è una forma di “distorsione” che non possiamo ignorare quando facciamo il setup del nostro giradischi. Le frequenze in questione sono molto più basse e molto diverse da quelle con cui ha a che fare l’approccio tradizionale della “Massa Effettiva”. Parlo per esperienza diretta essendo stato testimone di come si è comportato il mio giradischi durante un terremoto di magnitudo 4.2 occorso nel 2000. L’epicentro era vicino a casa mia. Non ha vacillato grazie al modo in cui avevo sospeso l’intero sistema. Vi erano inoltre anche i rumori in bassa frequenza generati dal traffico, dai passi della gente e da altri martellii e colpi provenienti dagli edifici vicini.

 

Domanda: Si sa, è una storia infinita…

Hedgebeth: Infatti, quella del braccio è una condizione contraddittoria. Quando traccia un disco il braccio ha bisogno contemporaneamente sia della massa infinita che dell’assenza di massa unita a una stabilità assoluta. Una condizione impossibile. Ho fatto ogni sforzo possibile per risolvere questa situazione nella maniera più semplice.

 

Domanda: Malgrado tutto, forse hai trovato una soluzione efficace.

Hedgebeth: Alla fine ho optato per un braccio con una lunghezza effettiva di 250 mm. Ho ritenuto tale soluzione come la più fattibile prima che il problema del Momento di Inerzia divenisse impraticabile utilizzando una testina di massa media.

 

Dopo aver studiato a lungo le opzioni fornite da un braccio tangenziale, ho deciso che ciò che faceva al caso mio, per risolvere brillantemente tutti gli aspetti contraddittori del progetto, era invece un braccio unipivot.

 

Esiste infatti una “condizione geometrica” creata dalla maggior parte dai bracci tangenziali che non mi convinceva. Il pivot verticale, invece, è molto al di sopra della superficie del disco dove traccia lo stilo. La pur minima deformazione del vinile porta a un crescente dislocamento angolare del VTA e a un errore molto maggiore nel caso di un braccio tangenziale a causa della intrinseca rigidità del sistema.

 

Con questa situazione del VTA, le complessità arrivano a un livello inaccettabile se si opta per un tracciamento tangenziale.

È alquanto improbabile ottenere una soluzione completamente soddisfacente. Io almeno non l’ho trovata. I bracci tangenziali risentono particolarmente delle frequenze subsoniche oltre a essere particolarmente fragili. Ho considerato parecchie soluzioni diverse da quella che poi ho scelto e le ho scartate in principio o per i troppi dettagli conflittuali.

 

Domanda: Questo per quanto riguarda il tracciamento. Invece per quanto riguarda la rigidità del braccio?

Hedgebeth: Un’altra situazione che reputo critica riguarda l’accoppiamento diretto tra lo stilo, il cuscinetto del pivot e il perno del giradischi. Qui occorre la massima rigidità possibile. I cuscinetti ad aria e la levitazione magnetica lasciano molto a desiderare a tal riguardo. Infatti, le sospensioni e i cuscinetti non fanno parte del sistema rigido e agiscono facendo levitare parte del sistema all’esterno senza separare il braccio dal perno del giradischi o il piatto dal plinto. Sospendere pneumaticamente l’intero insieme sarebbe un’ottima soluzione per separarlo dalle forze esterne.

 

Il primo obiettivo che mi ero riproposto era quello di costruire una canna del braccio che fosse la più leggera e rigida possibile in modo da resistere in un ambiente subsonico senza produrre risonanze o colorazioni nel suono durante la riproduzione. Dopo aver tentato tutti gli approcci, convenzionali e no, ho deciso per un progetto che prevede un’intelaiatura sottile a tre gambe. La cosa più importante da tenere a mente è comunque la drastica riduzione del momento di inerzia. Credo profondamente che questo sia di gran lunga più importante di qualsiasi altro singolo aspetto. A prescindere dalla geometria di base, ciò riguarda più profondamente l’azione dello stilo nel solco e riduce considerevolmente il momento di inerzia.

 

Il secondo obiettivo è stato quello di ottenere una massa infinita. L’ho raggiunto in parte usando il liquido di smorzamento simmetrico in configurazione unica come si vede dalle foto. Ciò ha anche un ulteriore vantaggio che è quello di fornire la necessaria resistenza anti-skating; un’ulteriore semplificazione, quindi. Per regolare la massa totale del braccio ho disposto dei blocchi di massa regolabili vicino e tutt’intorno il perno, per ridurre significativamente il momento di inerzia. Anche il contrappeso è configurato in maniera analoga. Si ottengono più di 45 gr di massa senza avere un incremento significativo del momento di inerzia. È possibile ottenere una massa di circa 10:1.

 

La geometria del braccio produce il minimo errore di tracciamento entro un raggio di 60 mm. Il punto in cui è alloggiato il perno del braccio e la puntina dello stilo sono su un piano orizzontale rispetto alla superficie del disco. Questo per ottenere massima stabilità e il minimo errore a ogni livello. Qui è dove hanno fallito tutti i bracci tangenziali che ho provato. La massa del braccio è al di sotto di questo livello e crea un sistema molto stabile e ben smorzato. Non si avvertono risonanze Q. Il funzionamento in ambiente subsonico diventa una passeggiata.

 

Domanda: In termini tecnici è un gran risultato. Sin dal primo sguardo la geometria del tuo braccio sembra realmente innovativa.

Hedgebeth: Una delle più importanti caratteristiche geometriche è data dal fatto che lo stilo e il perno del braccio sono sullo stesso piano. Unito al progetto del mio nuovo giradischi, questo braccio è realizzato in modo tale che la sospensione primaria dei sistemi, su tutti i piani, sia sul piano della superficie del disco. Per ottenere la massima stabilità, la maggior parte della massa di assemblaggio è ben al di sotto di questo piano. In questo modo il perno del braccio, lo stilo e la superficie del disco non vengono disturbati dalla maggior parte delle vibrazioni esterne, nel senso che queste ultime non vengono tradotte in altri vettori di disturbo del braccio. Anche le deformazioni del disco vengono trattate in maniera molto più neutra con un effetto trascurabile sul VTA. Le deformazioni hanno pochissimo effetto sulla riproduzione. L’intero assemblaggio è effettivamente isolato dalle vibrazioni esterne. Il disco è perfettamente fissato al piatto con un singolo clamp avvitato.

 

Tale condizione rende irrilevanti gli esercizi e le regole matematiche riguardanti la “Massa Effettiva”. A proposito della mia domanda di prima su “perché mai hai progettato un braccio che comunque risuonerebbe?”…

 

Domanda: Curioso, stavo giusto per farti la stessa domanda…

Hedgebeth: L’effetto che questo approccio ha sul resto della larghezza di banda audio non è irrilevante. Vi è una profonda riduzione e cancellazione di risonanze e microvibrazioni nella canna del braccio al fine di ottenere la massima prestazione da ogni testina phono. Un ulteriore aiuto viene dal liquido di smorzamento. Senza parlare delle capacità subsoniche notevolmente potenziate.

 

La selezione dei materiali del braccio è stata fatta in primo luogo tenendo conto dell’assenza di ogni risonanza e poi di ogni altra necessità strutturale o funzionale. La configurazione dell’intelaiatura e la scelta della carta fenolica rinforzata per il porta testina ha un profondo significato relativamente a tutte le caratteristiche desiderate. Il magnesio è più di due volte la massa e MOLTO risonante. Le differenze soniche in una comparazione allineata sono risultate chiare e inequivocabili. Ciò, insieme al legno di sequoia scelto come materiale della canna del braccio, completa l’ assemblaggio più importante. L’Old Tech viene invece preferito quando si usano gli adesivi super High Tech Epoxy fatti su misura.

 

Domanda: Com’è costruito il resto del braccio?

Hedgebeth: Il concetto unipivot è un concetto molto preciso e molto semplice se applicato con l’ausilio di un alloggiamento a vaschetta di plastica molto high tech e un punto di perno assicurato da una sfera da 10 grani. Ho utilizzato un sistema a secco per ottenere il massimo accoppiamento tra lo stilo e il braccio, tra il perno del giradischi e il piatto, tra la superficie del disco e la spirale del cantilever. Il progetto del mio nuovo giradischi ha un sistema a cuscinetto simile. I blocchi di massa in rame pieno dell’assemblaggio del braccio favoriscono un perfetto accoppiamento dei cuscinetti.

 

Nonostante non sia una parte mobile la struttura in bronzo della base è quello che tiene insieme il tutto. Ha una massa smorzante, consente il sollevamento del braccio e può contenere il preampli phono opzionale. Questo elimina il solito cavo lungo e il segnale della testina ha un rapporto più intimo con le elettroniche che lo lavorano. Per le MM ad alta uscita e le testine MM è prevista un pre phono a valvole, mentre per le testine MC è previsto un amplificatore a stato solido con elevazione in corrente. I connettori Limo sono stati infine scelti per le loro elevate prestazioni.

 

La stabilità generale del braccio è eccellente grazie alla semplicità delle regolazioni delle forze laterali e del VTA.

Quando sarà disponibile il sistema completo sarà possibile operare tramite telecomando per alzare e abbassare il braccio.

 

Domanda: Potresti darci qualche “impressione d’ascolto”? Ovviamente dal punto di vista del costruttore.

Hedgebeth: Possiedo un London Reference che non ho ancora sentito. Ho avuto un Decca Gold, modificato Garrott che ha dimostrato di essere “il” braccio per il Decca.

Il mio Takeda Labs Miyabi è assolutamente fenomenale anche con questo il braccio. Ho anche avuto un Sonus Blue, un ADC XLM Mk.II e un Denon 103D. Tutti eccezionalmente performanti una volta “ottimizzati” col braccio.

Con le Denon e Decca si ottenevano bassi assolutamente tellurici con una “aderenza” mai sentita con altri bracci. Le altre testine si comportavano altrettanto bene tranne che per il “grip di ferro” della Denon o della Decca. Penso che il motivo siano le specifiche delle testine che il mio braccio riesce a rivelare.

 

La cosa impressionante era l’ADC XLM. Era quasi incredibile nei bassi come la Denon e la Decca e allo stesso tempo offriva un’esperienza musicale incredibile ed estremamente soddisfacente. A prescindere dal suo costo, mi ha veramente colto di sorpresa. Non direi che possa sostituire l’Allaerts o la Miyabi ma non c’è una grossa differenza per come legge il solco.

 

Con il mio braccio riesco ad analizzare la testine nella loro interezza. L’Allaerts scende molto in basso, 10 Hz, come riportato nelle sue specifiche. Non direi tellurico ma scuote le pareti con la sua profondità e la sua potenza. In confronto il profondo schiaffo del Decca è un’esperienza audio unica.

È molto facile col mio braccio riuscire a catturare tutte le sfumature delle prestazioni della testina.

 

Domanda: Grazie, Randolph, ReMusic è pronta a recensire la tua prima produzione.

Hedgebeth: Lo prometto, sarà una prima mondiale.

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

Geometria del braccio: 250mm Lunghezza, 16mm Overhang, 22 gradi Offset Angle, fornito con setup e dima.

Massa: Canna del braccio 13.5g con i cavi, 12g senza. Braccio completo 534g con10g di testina, un paio di Blocchi di Massa e Contrappeso per bilanciamento.

Liquido di smorzamento: le parti inserite nel liquido hanno un raggio di 54mm dal punto in cui è inserito il perno. Il liquido smorzante è silicone viscoso. Questo fornisce altresì la regolazione Anti-Skating nella maniera più neutra possibile.

Regolazioni: Tutte le regolazioni vengono fatte a mano o semplicemente con chiavi esagonali o chiavi a brugola.

Il Controbilanciamento è un semplice Contrappeso con dado di regolazione. L’Azimuth è assicurato da un piccolo dado immerso nelle barre filettate del fluido smorzante.

VTA: Il perno è regolabile verticalmente con apposita chiave fornita. Smorzamento e Anti-Skating sono regolabili alzando o abbassando le barre filettate. L’assemblaggio del braccio è completamente rimovibile senza alterare le modifiche effettuate. Testine diverse possono essere montate e regolate sul braccio.

Per ulteriori informazioni: scrivete direttamente al Dr. Randolph D. Hedgebeth

foto Clyde Keller<br />www.clydekeller.com
foto Clyde Keller
www.clydekeller.com
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Il portatestina in resina fenolica con una testina Allaerts MC 1 Boron.
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Il portatestina in magnesio.
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di Giuseppe
Castelli
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