Io e il mio impianto

Diritto d’autore: i redattori si presentano
17.06.2019

NdR | Dal 30 luglio 2021 Filippo Colacicco non fa più parte della Redazione ReMusic.

 

Sono nato nel 1961, quindi nei mitici anni ’60, come diceva il buon Gianni Minà... Ascoltavo e canticchiavo da bambino tutte le canzoni in voga all’epoca, tipo I watussi o Con le pinne, fucile ed occhiali o Guarda come dondolo, magari accennando un twist… Più grandicello, alle medie, non potevo perdere l’appuntamento con la mitica Hit Parade con radiolina attaccata all’orecchio nel tragitto verso scuola… Ma il colpo di fulmine avvenne con Impressioni di settembre e Celebration della Premiata Forneria Marconi… E da lì inizio il mio viaggio in una musica più ispirata, che mi coinvolgeva emotivamente.

 

Combinazione volle che, per acquistare questo disco della PFM con mio padre, ascoltammo per caso per la prima volta un buon impianto nel negozio dove, sia io che mio fratello, rimanemmo a bocca aperta… Qualche minuto dopo eravamo in un negozio di Hi-Fi a prendere il primo impianto… Ricordo un Pioneer 8500 e diffusori JBL Decade L36… Di lì in poi… un virus per mio padre che, persona amante della musica, di fotografia, di astronomia, collezionista di armi e altri i tipici hobby dell’epoca, virò sull’Hi-Fi per ascoltare la sua musica jazz e classica. Io la musica rock, prog e tutto quello che seguì in quel magico periodo, fecondo dei più grandi gruppi musicali che hanno fatto la storia di quei generi. All’epoca, ai tempi del liceo, c’era la bella abitudine di riunirsi al sabato pomeriggio per ascoltare le ultime uscite in vinile e malgrado si dica che quello sia stato il periodo d’oro dell’Hi-Fi, ricordo che impianti di un certo livello li avevamo in pochi, per cui ricordo pure la pazienza di mia madre nel sopportare l’invasione di una dozzina di compagni che adoravano ascoltare le JBL 4315 pompare Genesis, Pink Floyd, Led Zeppelin, etc. a tutta birra con qualche centinaio di watt… Bei tempi… Poi, diventato maggiorenne, un periodo di oblìo, con la musica ascoltata prevalentemente in macchina, più attratto dai viaggi, le ragazze o il judo che, praticato fin da ragazzino, con l’impegno agonistico divenuto più intenso per le gare nazionali, gli impegni di studio universitari, dove però per arrotondare per un paio di anni ho fatto il DJ al My Way, una discoteca in voga all’epoca in quel di Napoli, il ritorno di fiamma all’ascolto della musica avviene alla fine degli anni ’90, per caso, a causa di una persona che mi introdusse all’ascolto audiofilo e io rimasi incantato da come si potesse e dovesse ascoltare la musica… E soprattutto mi colpì il realismo di quell’impianto sofisticato, a trombe, pilotato con pochi watt a valvole e tanti accorgimenti di messa a punto che portavano a quel risultato così coinvolgente. E da lì è ripreso il mio cammino con esperienze di ascolto e impianti di ogni tipologia.

 

Partivo da un sistema del passato ma con le sempreverdi Ess AMT 1AM monitor pilotate da pre e finale Threshold. Poi ho provato un bel po’ di cose, dalle Quad, alle Tannoy, Altec 19, Sonus Faber, valvolari vari e stato solido, dai McIntosh al Musical Fidelity A1000, Pioneer A09, Pathos Twin Towers e tanti altri che non ricordo neanche più… L’impianto con cui avevo trovato pace era con le mitiche Klipschorn profondamente upgradate e pilotate con vari valvolari…

 

L'impianto di Filippo Colacicco

 

Al momento questo impianto per motivi logistici è in standby e l’attuale saletta o tana audiofila prevede due diffusori larga banda prodotti custom da Kiom e dal liutaio Cav. Marco Sellitto in massello di mogano sapele invecchiato ormai circa una cinquantina di anni che, con qualche piccola variante, accolgono diversi altoparlanti monovia Seas, Supravox, Tang Band. Sì, perché, oltre alle trombe, un altro mio amore, che mi è servito anche come scuola, sono stati i diffusori larga banda con i famosi Audio Tekne in Carbon block.

 

L'impianto di Filippo Colacicco

 

Le amplificazioni che alterno sono un ampli artigianale completamente in componentistica NOS, con telaio in legni armonici, e un amplificatore che ormai di Audio Note conserva solo il frontale.

 

L'impianto di Filippo Colacicco

 

Le sorgenti sono un Marantz CD16 Reference con trafo di uscita Audio Tekne, un lettore di rete Pioneer N-70AE, un convertitore a valvole Blacknote DSS 30i tube, un pre phono Pro-Ject DS con super alimentatore per il giradischi Thorens TD 320 MKIII con braccio Jelco e testine varie, Grado Reference Platinum, Nagaoka MP-200, Denon 103 modificata tratte con lacca Sublima Jiva.

 

Tutti i cablaggi sono di ADM Audio con connessioni Bocctech.

 

I diffusori vengono occasionalmente coadiuvati con alcuni generi da due subwoofer Sunfire True Signature e l’intervento di supertweeter a nastro Bohlender posizionati posteriormente.

 

Poco utilizzate due cuffie Stax Lambda Signature col loro ampli a valvole moddato, varie altre cuffie AKG, B&W e Sennheiser, il tutto poggiato su tavolini Guizu.

 

Altri accessori sono grafite ad alta densità ovunque sotto elettroniche e diffusori, pietre risonanti di Leonardo Lamberti e due Schumann Audio 2C di Claudio Checchi

 

L’ambiente di ascolto è moderatamente trattato con pannelli di sughero su tre lati della stanza, materiale acustico fonoassorbente negli angoli e al soffitto.

 

Altri impianti sparsi per casa sono: nello studio delle Snell Type E IV con ampli Peachtree Audio, un Arcam Solo con delle Kef e subwoofer Kef, delle Yamaha NS 690 con ampli Luxman e ora, per della prove dopo il ricablaggio, con un glorioso Sugden A21a.

 

Ccirca 800 CD, un 300 vinili e 5 tera di hard disk in Hi-Res e DSD.

 

Buona musica a tutti…

 

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di Filippo
Colacicco
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