Un artista come l’americano Kevin Kastning, originario di Wichita, pianista, chitarrista e compositore, è anche ideatore e costruttore di strumenti musicali decisamente inusuali. Le sue chitarre, infatti, sono elaborate a partire da un modello austriaco ottocentesco, lo Schrammel, strumento cordofono a doppio manico armato da un numero variabile di corde. Questi strumenti di nuova progettazione sono definiti come “doppia contrachitarra”, “chitarra contralto” e vari ibridi in cui le stesse corde variano di quantità, superando il classico standard di una muta da sei per arrivare a moltiplicarsi ancora fino a sei volte tanto, allargando molto, quindi, le possibilità espressive dello strumento originario. Chitarre, dunque, ma estremamente personalizzate, tanto da poter essere percepite come dispositivi sonori dalle estensioni timbriche e tonali che superano i classici limiti di una chitarra tradizionale, perché ci sono musicisti che guardano ben oltre il pentagramma.
Kastning si è formato musicalmente sia nella sua città natale sia alla Berklee di Boston, suonando jazz con vari gruppi ma avendo sempre in mente il contributo compositivo che lui stesso e le sue chitarre avrebbero potuto offrire alla musica contemporanea. Il suo curriculum vanta una cinquantina di incisioni discografiche, anche se la maggior parte di esse sono da spartirsi in varie collaborazioni con altri artisti che si sono incamminati lungo la sua stessa linea progettuale. Suo compagno d’avventura in questo ultimo lavoro, Rubicon I, è un altro chitarrista dalle molteplici velleità, quel Mark Wingfield che in Inghilterra si è fatto le ossa attraverso il rock e il jazz ma che condivide con Kastning l’attrazione fatale per la musica classico-moderna. È la settima volta che questa coppia di autori lavora insieme, perlomeno stando alle uscite discografiche*. Che tipo di prodotto ne esce, alfine, da questa collaborazione? Non certo una musica facilmente fruibile, questo è bene chiarirlo da subito. Molta intensità, molta introversione, ma dobbiamo scordarci ogni presunzione di interpretare linearmente i codici secretati di questi musicisti. Si procede spesso oltre i limiti della tonalità in territori poco frequentati, caratterizzati da una continua tensione di ricerca e di avventura. Si tratta di una serie di composizioni quasi interamente improvvisate, dove il connubio tra la chitarra elettrica altamente effettata di Wingfielde e le timbriche acustiche degli strumenti di Kastning formano un ibrido straniante, percorso da effetti elettronici ma anche da frammenti pianistici e tastieristici in cui gli abituali confini formali vengono cancellati e l’orizzonte si allarga vertiginosamente in nuovi, illimitati spazi sonori. I concetti di “bello” e di “armonico”, così come siamo abituati a pensarli, vanno rivisti e ricondotti a un’estetica differente, i cui paradigmi portanti non sono comunque ancora completamente compresi e non solo dal grande pubblico.
Le sei tracce di questo album iniziano con Event horizon. Un vento elettronico di base sottolinea gli arpeggi misteriosi di Kastning che gioca tra timbriche disparate, pizzicate dalle numerose e non sempre ben identificabili corde dei suoi strumenti. Commoving distance si presenta con lo strumento di Wingfield che rammenta molto da vicino certe introduzioni alla Terje Rypdal, paragone che mi sento di sostenere anche per altri brani di questo Rubicon I. Si sovrappongono, in questo frangente, diversi frammenti d’assolo degli strumenti acustici ed elettrici, ma si tratta di discorsi spezzettati, un insieme di sentimenti altalenanti non lineari di difficile condivisione emotiva. Arriviamo a Dynamic horizon e qui compare qualche nota di piano a sovrapporsi ai suoni elettrici di Wingfield. In questo brano sembra esserci una ricerca più melodica da ritrovarsi negli accordi cupi e drammatici del pianoforte. In realtà l’orizzonte descritto sembra meno dinamico rispetto a quanto indicato dal titolo e, tutto sommato, questo facilita un certo allentamento di tensione, in grado di offrire un maggior margine di rilassatezza nell’ascolto. Ancora il pianoforte in The lensing, con un’intro quasi tradizionalmente classico in cui vengono estromesse le chitarre di Kastning a vantaggio di sonorità più decise. È il brano che personalmente preferisco, mi rimanda a certe visioni paesaggistiche in stile ECM, grigi panorami sonorizzati da colonne musicali introspettive. Quasi una ricerca, nel profondo della coscienza, di qualche filone di pensieri coerente, per poi ritrovarsi invece con una serie di sentimenti contrastanti e fondamentalmente irrisolti. Loop quantum si annuncia con un fruscio elettronico che pare simulare uno scroscio di pioggia o l’imperversare di un vento cosmico. Torna il dialogo spiritato tra la chitarra elettrica e i suoni acustici dove le corde più basse vengono percosse insistentemente, quasi a bilanciare la ricerca di note più acute condotte da Wingfield. Si chiude il discorso musicale con Particle horizon, con dei suoni di sottofondo che potrebbero essere prodotti da una tastiera o forse ancora dai numerosi effetti innescati dalla chitarra elettrica. Il filone compositivo non cambia, l’atmosfera un po’ angosciante resta fino all’ultimo, la traccia improvvisativa continua per la sua strada senza stravolgimenti inaspettati.
In complesso ci troviamo di fronte a una musica enigmatica, di non facile traduzione, poco incline a essere considerata per la sua piacevolezza e che si distende in un dialogo a due piuttosto esclusivo, in cui non è scontato farsi coinvolgere. Forse un eccesso di ridondanza in alcuni punti o la sovrabbondante lunghezza di alcune frasi delle composizioni contribuiscono a creare una punta di disagio, non so quanto coscientemente voluto, che ogni tanto affiora qua e là nell’ascolto. Bisogna però tener conto che il viaggio in territori di questo tipo è tutto da scoprire e che lo sforzo dei due musicisti è palpabile nel cercare di ricreare dei nuovi confini, di trovare paradigmi inconsueti entro cui testare inedite percezioni emotive.
*NdR | La maggior parte dei dischi editati fino a oggi da Kastning e Wingfield, sia in coppia che singolarmente, sono facilmente rintracciabili su Qobuz, Tidal e Spotify.
Kevin Kastning & Mark Wingfield
Rubicon I
CD Greydisc 2021
Reperibile attualmente in streaming su Bandcamp in mp3 e YouTube