Premesse
Il mercato Hi-Fi – nella sua deriva onanistica Hi-End soprattutto – da troppo tempo ripropone schemi e idee, circuitazioni e soluzioni. È inevitabile. Di mercato si tratta. E io mi annoio. E insieme a me si annoia la maggior parte dei miei collaboratori, amici e lettori audiofili di lungo corso.
È quindi per mia volontà, colpa e responsabilità che ReMusic si impegna praticamente dall’inizio della sua ancor giovane vita in una discreta azione di scouting rivolta a scoprire e portare alla luce quanto di potenzialmente nuovo si possa sentire. Con successi e insuccessi, ma sicuramente con molta più emozione. Per noi per primi e – speriamo – anche per i lettori.
Come abbiamo scritto nel nostro Manifesto, vogliamo ancora innamorarci.
I super OTL Linear Tube Audio, i supertweeter TakeT a poche decine di euro, i cavi e le circuitazioni “talebane” di Omega Audio Concepts… Questi sono solo alcuni esempi di quanto si può effettivamente fare e far suonare diversamente. Va da sé che, poi, diversi marchi e modelli molto affermati, solidi e bensuonanti, riscuotono tutto il nostro rispetto e la massima approvazione. Ma, avendo già a disposizione una bella Golf, un giro su una Tesla non si rifiuta…
Grazie all’amico Giuseppe Trotto avevamo avvicinato tempo fa Gennaro Muriano, diventato a sua volta amico personale e collaboratore ReMusic. La sua circuitazione NTS, applicata nei modelli di ampli a nome Traslatore e presentata per primi da noi qui, ha creato un bel po’ di rumors. Abbiamo quindi rivolto alcune delle domande più ricorrenti allo stesso Muriano. Se qualche lettore ne avesse altre, siamo ovviamente disposti a considerarle e girarle a Gennaro.
NdR e NB a conclusione del 21 settembre 2021 - Gli articoli, lo spazio e la fiducia personale che abbiamo sinceramente dedicato alle creazioni Muriano Research hanno ulteriormente portato a domande precise, sia da parte dei lettori che sullo stesso FB, vedi anche solo ad esempio qui. Le domande riguardavano specificatamente i dispositivi di amplificazione finali dei suoi apparecchi. Alcuni tecnici del settore hanno sollevato la questione, chiedendogli esplicitamente che tipo di "dispositivi ottici" attualmente sul mercato fossero in grado di pilotare in corrente un diffusore. Risultava cioè esserci il "sospetto tecnico" che i dispositivi ottici in questione fossero usati da Gennaro solo come semplice "isolamento galvanico" in uno stadio intermedio del suo circuito di amplificazione e che, quindi, lo stadio finale di innalzamento del segnale, di amplificazione propriamente detta, fosse svolto da comuni dispositivi a stato solido – transistor, MOSFET, integrati, moduli o chipset in classe D – diversamente da quanto sempre da lui asserito. A questa semplice domanda, lecita e corretta, Gennaro Muriano non ha tuttora voluto o saputo dare doverosa risposta, rendendosi irreperibile. Per questo motivo, fin dal 3 novembre 2020 Muriano non fa più parte della Redazione ReMusic. Il presente articolo e questo di prova del suo Traslatore restano comunque, nero su bianco, a testimonianza di un genuino percorso dell'interesse ReMusic per il nuovo, la sperimentazione e l'entusiasmo di chi la persegue onestamente. Siamo pur sempre solo una rivista di ascolto di apparecchi audio e ci mettiamo sempre la faccia, ma non il culo.
Domanda: Gennaro, nella tua circuitazione NTS - Natural Transfert System si parla di stadio acceleratore, di dispositivi ottici di potenza, di accordatura finale… In sintesi, quali sono le principali differenze tra un’amplificazione tradizionale e la NTS del Traslatore?
Gennaro Muriano: Sono due sistemi profondamente diversi. Nell'amplificatore tradizionale il segnale che entra viene elevato di potenziale, sia in tensione che in corrente, normalmente in due fasi differenti. Nel primo stadio, che ha anche funzione di buffer d'impedenza e può comprendere più sezioni circuitali, avviene l'innalzamento di voltaggio del segnale o amplificazione di tensione. Nel secondo stadio, di solito lo stadio finale, avviene l'elevazione in potenza o amplificazione di corrente. Sintetizzando al massimo il suo principio di funzionamento e la sua spiegazione, potremmo immaginare l'amplificatore come un alimentatore duale in corrente continua a tensione variabile, ove al posto delle manopole per variare la tensione di uscita troviamo un ingresso di segnale che serve a modulare continuamente l'uscita dell'alimentatore, che a questo punto segue abbastanza fedelmente l'andamento del segnale che entra.
Nel Traslatore il segnale che arriva viene sdoppiato e attraversa due percorsi differenti: il primo prevede il passaggio attraverso un acceleratore di flusso controllato dal segnale stesso – acceleratore di reazione – che eleva nella stessa fase, e a livello considerevole, voltaggio e corrente. Questo flusso ad alta energia serve a pilotare un dispositivo ottico stagno che produce un fascio luminoso ad ampio spettro cromatico, da milioni di colori, che è la trasposizione esatta del segnale in entrata. Il fascio di luce è poi proiettato su un elemento attivo di potenza, all'interno del dispositivo stesso, che genera un segnale elettrico perfettamente identico a quello in ingresso ma con la possibilità di raggiungere potenziali molto elevati quasi istantaneamente.
L'altra parte di segnale, sdoppiata all'ingresso, transita senza subire alcun trattamento dall'ingresso e serve come metro di paragone al sistema auto-adattivo, per confrontare che il prodotto in uscita sia del tutto identico a quello in entrata.
Domanda: Quali vantaggi offre l'impiego del Traslatore al posto di un amplificatore classico di alta qualità?
Muriano: Un qualunque ottimo amplificatore ad alta fedeltà, a prescindere dalla tipologia – valvole, stato solido, ibrido – mette a disposizione una determinata potenza utile su un certo carico, che nelle migliori realizzazioni segue l'ideale raddoppio di questa al dimezzarsi della resistenza di carico. Questo almeno sul banco di prova, con i pacchetti di segnali test e i carichi passivi e attivi fissi. Tuttavia il comportamento di un amplificatore nella realtà è strettamente influenzato da tre fattori:
- il volume di ascolto
- l'andamento in frequenza, istante per istante, della musica
- le caratteristiche del diffusore
La potenza nell'amplificatore e la sua effettiva fruibilità, a differenza di quanto si potrebbe pensare, è la caratteristica in assoluto più importante e più condizionante le sue prestazioni. Se prendiamo ad esempio un finale da 50 watt per canale, immaginiamo che questi watt – e anche qualcuno in più – siano disponibili almeno per tutta la banda audio di 20-20.000 Hz, se non oltre. Nella realtà questi 50 watt oscillano momento per momento in base alle tre variabili suindicate e possono aumentare e diminuire considerevolmente, se consideriamo che dalla potenza in uscita dipende il livello sonoro. È quindi abbastanza facile intuire che, se la potenza non è costante a tutte le frequenze e per tutti i volumi di ascolto, il nostro finale altererà in modo non trascurabile il suono. Proprio perché non sarà in grado di amplificare tutte frequenze contemporaneamente allo stesso livello. Per brevità non prendiamo in considerazione le somme e sottrazioni di armoniche e le distorsioni proprie del suo funzionamento.
Mappa a blocchi circuitazione Muriano Research NTS, vedi anche nelle immagini della colonna di sinistra o direttamente QUI.
Il Traslatore utilizza in uscita un’unità ottica di potenza che, attraverso un sistema auto-adattivo sensibile, adegua le caratteristiche d’interfaccia di questa unità al contenuto in frequenza della musica, al volume di ascolto e alle caratteristiche del diffusore, ivi incluso il suo cavo di collegamento. Il tutto in tempo reale e costante. Questo permette di avere un livello di amplificazione pressoché lineare per tutte le frequenze, indipendentemente dal livello di ascolto e in funzione delle richieste energetiche del diffusore. In questo modo si ottiene la esatta traslazione del segnale musicale dall'ingresso all'uscita. Ciò è impossibile negli amplificatori normali perché i dispositivi di uscita – transistor finali, trasformatori valvolari, condensatori di uscita – hanno caratteristiche fisse ben determinate.
Domanda: E rispetto agli attuali amplificatori digitali, vi sono delle similitudini funzionali o soniche?
Muriano: Assolutamente no. Gli amplificatori digitali, sia quelli su base PCM che i semi-analogici PWM, prevedono almeno un processo di conversione/decodifica del segnale o la modulazione di una portante RF – come nelle radio a onde medie – e successiva demodulazione-filtratura del segnale audio. Questi amplificatori nascono originariamente per ottenere elevati rendimenti di potenza e il loro impiego primario è negli impianti professionali PA e nel car audio SPL. Hanno però una personalità sonora abbastanza tipica.
In un’amplificazione NTS la componente audio non viene mai portata in formato numerico né sommata ad altri segnali. Riguardo al suono, il Traslatore può essere considerato del tutto privo di caratterizzazione, almeno nel senso tradizionale del termine.
Domanda: È stato concepito per rendere meglio con determinate tipologie di diffusori: alta efficienza; monovia, bassa efficienza…? O si può impiegare con ogni tipo di altoparlante mantenendo i suoi pregi?
Muriano: Non ci sono categorie di diffusori che predilige o per cui sia stato ottimizzato. Proprio in virtù del fatto che può adeguare dinamicamente tutti i suoi parametri di uscita in funzione delle caratteristiche del diffusore, non ci sono preclusioni in merito. Sia per quanto riguarda l'impedenza e la sensibilità, che per la tecnologia costruttiva.
Per la stessa ragione, il suo rendimento energetico è di molto superiore a quello di un amplificatore classico, rendendo possibile l'impegno di una potenza di uscita relativamente bassa – 28 W nella versione base – anche per pilotare diffusori impegnativi che normalmente richiedono amplificazioni dotate di parecchi watt e ampere.
Domanda: Nel nostro primo articolo su questa tua tipologia di macchine ho inserito un discreto elenco di modelli: come si distinguono e per cosa?
Muriano: Non essendo un prodotto industriale né un progetto che prevede l'assemblaggio di elementi standard premontati, è possibile disegnare un’unità in base alle esigenze del caso, mantenendo ovviamente gli elementi della macchina di base che andranno poi a essere interfacciati agli elementi richiesti: connessioni IN/OUT bilanciate o sbilanciate, regolatori di livello e connessioni di uscita di formato e numero in funzione delle esigenze. Il tutto è collocabile in un telaio anch'esso configurabile alla bisogna.
Domanda: In termini di affidabilità e stabilità d'uso come si comporta? Richiede una manutenzione o calibratura a intervalli prefissati? Ci sono elementi maggiormente soggetti a usura o di durata definibile?
Muriano: L'unità viene calibrata e accordata una tantum in fase di realizzazione. Tali regolazioni rimangono stabili nel tempo e non richiedono ritocchi ulteriori. Gli elementi elettronici passivi e attivi e le parti meccaniche, come connessioni, potenziometri di livello e commutatori, sono di elevata qualità costruttiva e hanno aspettativa di vita almeno paragonabile a quella di pari componenti montati su amplificazioni top class. Gli elementi speciali come alcune parti dell'acceleratore e i moduli ottici hanno usura molto lenta e sono praticamente garantiti a vita.
Domanda: In caso di guasti ci sono rischi per gli altoparlanti?
Muriano: In caso di avaria un sistema di controllo interviene istantaneamente a porre in modalità recovery la macchina, impedendone il riavvio anche accidentale, fino a risoluzione del problema.
Per ulteriori info: vai al sito Muriano Research
Listino prezzi dei principali apparecchi Muriano Research alla presente data:
- finale Intermezzo 5W 2.500,00 euro
- integrato Intermezzo 5Wi 3.200,00 euro
- finale Traslatore 28W 4.800,00 euro
- integrato Traslatore 28Wi 5.500,00 euro
- finale Traslatore 90W 9.200,00 euro
- integrato Traslatore 90Wi 9.900,00 euro
- preampli Anarchico FR - Full Range 1.800,00 euro
- preampli Anarchico TR - Total Recall doppio telaio e telecomando 4.200,00 euro
NdR | Il raddoppio di potenza in watt è logaritmico, quindi queste macchine offrono realmente più o meno il doppio della potenza l'una dall'altra. Purtroppo il mercato ci ha sempre fatto pensare che un ampli da 100 watt fosse il doppio di uno da 50, ma solo in termini aritmetici, non di pilotaggio...