La regolazione di base, braccio e testina del giradischi

Redazionali
17.04.2015
Brinkmann Spyder
Brinkmann Spyder

Base, braccio, testina... La prima cosa che dobbiamo ricordare nel momento in cui regoliamo questi elementi fra loro è che lo scopo che ci prefiggiamo è la risultante di diversi obiettivi a volte contrastanti fra loro.

 

Infatti dovremo avere un braccio capace di tenere ben "ferma" la testina nel solco e al contempo capace di seguire con la massima leggerezza la spirale concentrica verso il centro del disco, opponendo il minimo ostacolo possibile a questo movimento.

Dovrà mettere la testina nella condizione ottimale di lettura e quindi avere il minore errore possibile nell'angolo di tangenza nella lettura, essere assoggettato a una minima forza di skating, cioè di pattinamento verso l'interno del disco della testina montata su braccio infulcrato, al quale contrapporre, tramite un meccanismo di antiskating una forza opposta, che resterà sempre un sistema impreciso di correzione, comunque a posteriori.

Dovrà al contempo essere dotato di un ridotto momento inerziale, in quanto nella realtà i dischi non sono perfetti, sia per le ondulazioni che per le non esatte centrature del foro.

Ma questo richiederebbe un braccio il più corto possibile, per cui l'errore di tangenza naturalmente aumenterebbe. Inoltre eventuali ondulazioni del disco diventerebbero pericolosamente capaci di fare letteralmente decollare la puntina fuori dal solco.

 

Naturalmente la base o giradischi vero e proprio dovrà mettere questo braccio in condizione di sfruttare al meglio le sue caratteristiche per non vanificarne le qualità.

All'insieme base-braccio viene da un lato richiesto di "estrarre" il più velocemente possibile le vibrazioni prodotte dal cantilever e insistenti sul braccio al di fuori dello stesso. Al contempo la base dovrà agire in egual modo rispetto a quelle prodotte dal motore e al contempo isolarlo dalle frequenze esterne.

L'ultimo elemento richiesto è una rotazione perfettamente regolare, costante e silenziosa.

 

Proprio per il fatto che alcune di queste esigenze si trovano in antitesi con altre, il progettista spesso si trova davanti al dover scegliere quello che reputa il minore dei mali e in tal senso si possono trovare giradischi che perseguono filosofie differenti.

 

Più recentemente ci si è accorti di quanto fosse necessario ricercare una risonanza dell'insieme giradischi – base e piatto motore – che si posizionasse alle più basse frequenze possibili, cioè lontane dallo spettro udibile.

 

Per anni si è tentato di risolvere con soluzioni più o meno efficaci ciascuno di questi singoli problemi relativi a bracci e basi, considerando una filosofia scelta e mirando a quello che si reputava il minore dei mali.

 

Per anni si sono prodotti oggetti, ottimi anche alle misure, che mostravano il fianco a parecchie critiche una volta inseriti in un impianto Hi-Fi domestico.

 

A un certo punto, però, qualcuno cominciò a vedere il problema nel suo insieme e non più a considerare il singolo componente, ma il giradischi come un tutt'uno di tavolino-base-braccio-testina. Si è vista ad esempio la proposta di Goldmund e del suo giradischi Reference poggiato su un tavolino di una certa altezza – o "bassezza" – e rigidità, completamente accoppiato al pavimento tramite punte.

Il giradischi in se stesso era di alta massa con un piatto di massa elevata – questo ai tempi, oggi sarebbe più considerata medioalta – con controtelaio sospeso in modo regolabile, ma di base semi-rigido, su un telaio a sua volta poggiato tramite punte al tavolino e trazione a cinghia, la cui velocità veniva controllata da un sistema al quarzo e regolata, così come il braccio, da un meccanismo esterno integrato nel tavolino…

 

Il braccio era un ibrido tangenziale/unipivot motorizzato, in pratica un unipivot di media massa e lunghezza la cui base era un carrello motorizzato che si spostava linearmente, e la testina di produzione Clearaudio su specifiche richieste da Goldmund.

 

La filosofia scelta da Goldmund per il suo prodotto top era quella della ricerca della massima velocità di estrazione delle vibrazioni prodotte e già una FR- Frequenza di Risonanza di due hertz era garantita.

 

Queste furono tutte soluzioni applicate inizialmente su sistemi top che poi ebbero varie ricadute su giradischi ben più abbordabili che apparvero negli anni successivi sul mercato.

 

Dall'altra parte si poteva invece vedere una Versa Dynamics che, per il suo modello top di gamma, proponeva di "isolare" completamente la testina e il disco dal mondo esterno tramite sospensione ad aria di tutte le parti in gioco, riduzione massima della lunghezza del braccio – come aveva già fatto, ma in modo diverso, Southern con il braccio Triquartz – accoppiata alla perfetta planarità del disco, sempre con trazione a cinghia e FR attorno a 1,5 hertz. Qui la dinamica veniva intesa come portata più dalla velocità inerziale del braccio, nel Goldmund dall'accoppiamento.

 

Naturalmente a questi seguirono diversi altri giradischi e bracci o insieme degli stessi che estremizzavano delle filosofie o che facevano mix di queste, quasi tutti comunque apportarono nuove idee e tenevano conto gli uni degli altri reputando giustamente l'insieme giradischi nella sua totalità.

 

Gli ultimi oggetti, quali ad esempio il Caliburn Continuum, ci indicano nuove idee che probabilmente presto si vedranno applicare anche su oggetti meno estremi e costosi.

Ad esempio l'alimentazione a batteria del motore, o il mix della sospensione magnetica/aria per evitare di stressare il perno, mista a un braccio dual unipivot di materiali nuovi, leggerissimi e rigidissimi al contempo.

 

Ma anche i nuovi Pierre Lurné e/o Wilson Benesch con ricerca sulle forme e sul materiale utilizzato per le canne dei bracci, sempre da abbinarsi alle scelte fatte per le basi. O i nuovi Rega. Insomma, i giradischi che ormai non hanno più problemi di FR ricadenti in banda audio e capaci quindi di garantire una vera risposta flat in banda audio udibile sono la quasi totalità.

 

Ma vanno ancora visti come oggetti da usare in modo accorto per estrarne il meglio.

 

Ad esempio, Rega va poggiato, se si può, su una mensola a muro e NON su un tavolino, pur valido...

 

Tutto questo premesso, passiamo alla regolazione vera e propria.

 

Per prima cosa, dopo aver scelto il supporto adatto – per le basi rigide, decisamente meglio una mensola, per le altre direi che è abbastanza indifferente – dobbiamo metterlo in bolla. La base del giradischi dovrà essere messa in bolla allo stesso modo e le molle, nel caso di giradischi particolarmente flottanti, andranno regolate in modo che il piano si ottenga in corrispondenza del piatto quando lo stesso, premendo il perno centrale in direzione verticale e rilasciandolo, abbia un movimento perfettamente verticale, "a pistone", senza oscillazioni laterali.

 

 

Il braccio va regolato secondo questa successione:

 

  1. Montaggio testina e collegamento pagliuzze secondo codice colori ricordando che rosso = canale DX+, verde canale DX-, bianco = canale SX+, blu = canale SX-. Se su retro della testina non ci fossero i colori o i codici – è raro ma può capitare – basta ricordare che il canale SX è inciso: non è proprio esattamente così, ma è tanto per semplificare – osservando la testina frontalmente mentre legge, sulla "faccia" del solco "interna" e quindi verso il perno. Per cui di solito – e credo che pochissime siano le eccezioni, forse solo la Denon – sul retro della testina in lettura, il pin rosso è quello in alto verso il perno e il verde quello in basso. Il bianco sarà quello alto verso l'esterno e il blu in basso. È consigliabile usare un paio di pinzette, tipo quelle per francobolli, per infilare i cavetti Litz del braccio sui pin. Sconsigliato usare il tester sulle testine, specie MC.
  2. Regolazione di massima del peso o VTF - Vertical Tracking Force: per evitare danni – salvo pochi rari casi, tipo SME IV o V – io suggerirei l'uso della bilancina amagnetica.
  3. Regolazione VTA: mettere la canna del braccio orizzontale agendo sull'altezza del braccio.
  4. Regolazione dell'overhang e controllo errore sui punti nulli: se non si dispone della dima specifica del braccio, o se se ne usa una universale, conoscendone i valori con un cartoncino e della carta millimetrata la si può riprodurre agevolmente.
  5. Regolazione precisa peso.
  6. Regolazione VTL: inclinazione laterale, la testina vista di fronte deve risultare verticale. Necessaria con bracci unipivot o con portatestina "rotabile" se non perfettamente fissato.
  7. Regolazione antiskating.

 

Per tutte queste regolazioni, al fine di facilitarsi la vita, sarebbe consigliabile dotarsi di: 

  • disco test
  • disco in vetro per l'antiskating, oltre a un disco con un solo strumento/voce perfettamente centrale e al solito disco test con la traccia dedicata
  • bilancina per peso e sempre disco test per verifica risultato
  • una mina sottile e lunga circa 10 cm, 1 pezzettino di scotch e 1 rettangolo di foglio di carta millimetrata 15 cm x 6 cm incollato su cartoncino rigido, per regolare facilmente allineamento nei punti nulli, VTL e VTA

 

Se in successivi momenti preferirete regolare il VTA - Vertical Tracking Angle in modo più alto o più basso rispetto alla orizzontalità, ricordarsi di ricontrollare i vari passaggi in quanto, pur se di poco:

  • muterete l'allineamento nei punti nulli
  • muterete la VTF
  • muterete il VTL

 

Fatto questo, il braccio è a posto e dopo aver controllato per l'ultima volta che i cavetti Litz che escono dalla testina siano ben raccolti in alto, che non rischino di toccare il disco in lettura e che il lift del braccio sia regolato alla giusta altezza… potete iniziare ad ascoltare!

Braccio Goldmund T3, piatto Goldmund Studio, base Goldmund Reference
Braccio Goldmund T3, piatto Goldmund Studio, base Goldmund Reference
Versa Dynamics Model One, versione semplificata del 2.0<br />(non solleva il piatto su cuscino ad aria e non aspira il disco sul piatto)
Versa Dynamics Model One, versione semplificata del 2.0
(non solleva il piatto su cuscino ad aria e non aspira il disco sul piatto)
Caliburn Continuum
Caliburn Continuum

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