Le vere misure del digitale | seconda parte

17.01.2012

Come anticipavamo nella chiusura della prima parte di questo articolo, nelle prossime immagini vedremo come si comporta un convertitore a 5.000 Hz, ovvero ancora nel pieno dell’udibilità.

 

Come per le immagini precedenti i segnali sono sinusoidale, ad onda quadra, a dente di sega e triangolare ad una frequenza di 5.000 Hz (5 KHz):

 

 

 

 

A questo punto le differenze diventano evidenti, l’onda sinusoidale è ancora molto buona, ma la quadra, il dente di sega e la triangolare sono evidentemente distorte.

 

Come ultima analisi mi sono soffermato su di una frequenza al limite dell’udibilità, ma ancora percepita da quasi tutti gli audiofili, i 10.000 Hz (10 KHz) e i 15.000 Hz (15 KHz).

Come per le immagini precedenti i segnali sono sinusoidale, ad onda quadra, a dente di sega e triangolare a frequenze di 10.000 Hz (10 KHz) e 15.000 Hz (15 KHz):

10.000 Hz

 

15.000 Hz

 

10.000 Hz

 

15.000 Hz

 

10.000 Hz

 

10.000 Hz

 

15.000 Hz

 

Diventa a questo punto evidente di come la sinusoide sia perfetta e di come le onde a dente di sega, triangolari e quadre si siano trasformate in sinusoidi o, peggio, in onde balorde, come la triangolare a 10.000 Hz.

 

 

Conclusioni

 

Analogico o digitale, questo è il dilemma. La scelta è strettamente legata a una valutazione di tipo personale. I sistemi analogici hanno una precisione intrinseca migliore dei sistemi digitali. La loro precisione sui dettagli relativi alla coerenza della scena e ad alcuni dettagli sonori è davvero incredibile. Di contro, hanno un rapporto segnale/rumore che spesso non è tollerabile, oltre ad avere un decadimento estremamente rapido della qualità legata all’usura del supporto in vinile: i migliori supporti si deteriorano de 10-15% già dal sesto passaggio del pick-up. Senza considerare che esiste il problema della polvere.

Per quel che riguarda il digitale, oggi esistono sistemi di conversione a 192 KHz e 24 bit che possono assicurare un dettaglio incredibile, con un livello di rumore e di ricostruzione scenica che ha davvero dell’inaudito. Di contro, anche nel digitale esistono dei problemi relativi alla conversione dei formati: il passaggio da una frequenza di campionamento di 44.1 KHz ad una di 48 KHz produce una quantità di perdite matematiche di risoluzione tali da considerare l’ascolto quasi impossibile. Stesso dicasi per una conversione da 192 KHz a 44.1 KHz.

 

In conclusione, queste misure sono state realizzate per dimostrare come i sistemi digitali possono essere comparabili con i sistemi analogici. A patto, ora lo sappiamo, che vengano soddisfatte alcune specifiche di base come la frequenza di campionamento A/D e conversione D/A non inferiore a 192 KHZ, la frequenza di conversione D/A uguale a quella di campionamento A/D, la profondità del livello di bit non inferiore a 22 bit, la frequenza di campionamento estremamente stabile (low jitter).

 

Bazzecole, insomma.

 

Comunque sia, buon ascolto, qualsiasi sistema scegliate…

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