Premessa
I prodotti Symphonic Line sono diventati degli ospiti speciali e sempre graditi per ReMusic. La loro altissima qualità sonora affascina fin dal primo ascolto e, personalmente, sono sempre felice quando posso provare una apparecchio costruito dall’Ing. Rolf W. M. Gemein.
In questo caso ho l’opportunità di testare il CD player Symphonic Line Vibrato, che rappresenta l’entry level delle sorgenti digitali Symphonic Line, seguito, in ordine crescente, dal CD-Player, dal Reference e dal Belcanto.
Naturalmente il termine entry level deve essere rapportato ai prodotti Hi-End della Symphonic Line che comunque sono di alta qualità e, quindi, abbastanza costosi. Infatti il Vibrato costa 5.800 euro e deve essere considerato una sorgente digitale di grande qualità in grado di soddisfare i palati più fini ed esigenti.
Descrizione
Inutile anche dire che, come tradizione Symphonic Line, i fronzoli sono lasciati ad altri brand mentre la sostanza e, in questo caso, l’essenzialità sono portate alle estreme conseguenze. Infatti il Vibrato, come del resto molte sorgenti digitali di stampo Hi-End, brilla per l’assenza dei comandi esterni manuali, per cui senza il telecomando, che peraltro permette il controllo del volume, il Vibrato è totalmente inutilizzabile. Per fortuna Gemein mi ha informato che è disponibile su ordinazione anche un pesante telecomando in alluminio costruito vuoto dal pieno dal costo di 380 euro. Per informazione, mancano il libretto d’istruzione e le caratteristiche dichiarate, esiste solo la garanzia e qualche foglio dattiloscritto con alcune informazioni come, per esempio, dove posizionare le eventuali punte e come utilizzare il telecomando. Evidentemente per Gemein queste sono le informazioni importanti.
Salto, inoltre, l’inutile e noiosa descrizione dell’apparecchio anzi, informo tutti i lettori che, d’ora in poi, se volete vedere come è fatto l’apparecchio basta osservare le numerose e belle foto che trovate qui a sinistra e che, cliccandole, aumentano di dimensione. Le sensazioni, invece, non possono essere fotografate e vi dico che l’apparecchio è davvero pesante perché costruito utilizzando spesse lamiere che, tra l’altro, garantiscono una certa rigidità che preserva da deleterie vibrazioni e risonanze. L’interno stupisce per la densità e qualità di componentistica utilizzata, tanto che si è dovuto sovrapporre due schede per mancanza di spazio. Purtroppo i chip di conversione si trovano sulla scheda nascosta e non me la sono sentita di svitare e separare le schede per soddisfare la mia curiosità. Posso dire che il layout risulta molto curato e, come dar torto all’ingegnere, particolare attenzione è stata posta al delicato stadio di alimentazione.
Filosofia
Il fatto che Gemein si sia deciso dopo tanti anni a produrre una linea di ben quattro modelli di sorgenti digitali la dice lunga sul miglioramento della qualità dei chip di conversione digitale di ultima generazione. L’ing. Gemein, infatti, è sempre stato convinto che la qualità musicale assoluta si possa raggiungere solo con la sorgente analogica di altissima qualità, ma avendo a disposizione eccellenti chip a venti e ventiquattro bit si poteva finalmente cominciare a lavorarci sopra. Rolf Gemein è sempre stato parco di informazioni tecniche, mentre ha sempre dichiarato che l’importante è ottenere una timbrica irreprensibile, un’ampia e profonda scena sonora e una dinamica omogenea su tutto il range di frequenze. Tutto questo si può ottenere solo con un fine tuning a orecchio perché l’oscilloscopio in questo caso è completamente inutile. Devo dire che la questione mi trova assolutamente d’accordo per molteplici motivi che, sostanzialmente, si possono ricondurre all’idea di evitare una standardizzazione tecnica che renderebbe anche abbastanza omogeneo il risultato sonoro. Stessa cosa dicasi per i diffusori e per gli altoparlanti che ormai, per rispettare gli standard tecnici e le misure imposte dai programmi per PC di rilevazione dei dati di riferimento, suonano un po’ tutti non dico uguali ma con un’impostazione timbrica e tonale di tipo “standard” e ciò vale per tutti i diffusori di ogni dimensione e tipologia.
Per tornare al Symphonic Line Vibrato devo dire che possiede una personalità sonora decisa e originale, certo bisogna un po’ abituarsi all’assenza dei comandi posti solitamente sul frontale del cd player, prova ne è il fatto che molto spesso mi faccio cogliere dal panico di aver smarrito il telecomando e di doverlo recuperare nelle parti più nascoste o lontane della mia sala d’ascolto. Ma tant’è, ed è necessario pensare di avere a disposizione una macchina sportiva dove le comodità e gli accessori non sono altro che un impedimento al raggiungimento di prestazioni davvero estreme.
Prestazioni
Di prestazioni estreme si parla quando si ha a che fare con Symphonic Line. Il Vibrato non perdona niente a nessuno.
La registrazione non è un gran che? Il Vibrato te lo dimostra.
La tua amplificazione o i tuoi diffusori non sono all’altezza delle prestazioni? Il Vibrato te lo sbatte in faccia senza nessun timore reverenziale.
I cavi non sono quelli giusti? Il Vibrato ti aiuta a scegliere quelli idonei senza difficoltà.
Il suono del Vibrato è quindi trasparente e neutro? No, non è cosi. Il Vibrato ci mette del suo, ma in termini di timbrica, di immagine, di velocità, di micro e macro dinamica, di omogeneità nella pur ampia risposta in frequenza. Insomma sembra che il Vibrato, tanto per fare un’analogia automobilistica, abbia il turbo, una sorta di sovra alimentazione che rende il motore agile, veloce, elastico e potente.
Come le auto di razza anche il Vibrato ha la necessità di un lunghissimo periodo di rodaggio, almeno tre o quattro settimane durante le quali consiglio di lasciarlo sempre acceso. Appena inserito nel sistema, quindi senza aver effettuato alcun rodaggio, il Vibrato offre immediatamente all’ascoltatore una serie di buone prestazioni che delineano chiaramente fin da subito il carattere sonico della macchina, ma col passare del tempo queste prestazioni da buone diventano eccellenti, acquisendo sicurezza e omogeneità di emissione sonora.
Ascolto
Passiamo quindi alla prova di ascolto che ho condotto usando il CD test di ReMusic in collaborazione con Artesuono, dischetto che è stato utilizzato per testare i sistemi al Munich High End.
Il primo brano mette in evidenza quanto eccellente sia la capacità del Vibrato di descrivere un’immagine correttissima e molto ampia. Lo xiloaerofono viene riprodotto con la giusta tridimensionalità che non è solo descritta dietro i diffusori, ma anche davanti ai diffusori, come se la registrazione fosse olofonica. Il secondo brano genera delle incredibili basse frequenze che convincono per profondità e controllo dinamico. Nel terzo brano gli impulsi percussivi godono di velocità e controllo lungo le frequenze medie e alte. La voce naturale e calda della Vendramin emoziona e coinvolge, così come le note della fisarmonica che esprimono tutto il colore interpretativo che Roberto Daris riesce a donare allo strumento. La capacità della risoluzione timbrica del Vibrato si evidenzia nel sesto brano, dove il Fender Rhodes si esprime al meglio col suo tipico “vibrato” gutturale e ambrato che ha reso celebre e inconfondibile questo strumento elettronico. Bellissimo il sax del settimo brano, ricco di dettagli armonici di grande spessore timbrico. La voce femminile della Favot nel decimo e undicesimo brano è riprodotta splendidamente. La tipica emissione di gola e di petto che questa artista riesce a generare viene messa in evidenza con nuances tonali eccezionali. Ascoltare il brano numero quattordici è una vera esperienza. Il contrabbasso è pieno e ligneo, la voce maschile è grassa e ruvida al punto giusto, contornata da tutti i dettagli che precedentemente non avevo avuto modo di notare. L’emissione è decisa e netta sia per quanto concerne la voce che gli strumenti che man mano si sostituiscono e si sovrappongono nel tempo e nello spazio. Anche la musica rock gode di tutta la dinamica, la pressione sonora e il controllo necessario a rendere vivido e godibile l’ascolto. Inoltre, il palcoscenico sonoro che il Vibrato è in grado di disegnare è incredibile. Infine, il pianoforte Gran Coda Fazioli viene restituito con tutte le armoniche di contorno e la timbrica che hanno reso celebre in tutto il mondo questo pianoforte italiano e che ormai non può mancare nei migliori teatri d’opera del mondo. Anche con la musica classica il Vibrato regala emozioni grazie alla timbrica naturale, ai veloci picchi dinamici e al controllo che si evidenzia nei repentini attacchi e nel decadimento dei rilasci che riconduce con netta evidenza all’ambiente in cui è stata effettuata la registrazione.
Per riprendere l’aspetto olofonico, o Q-Sound, della scena musicale decido di ascoltare Amouse to Death di Roger Waters e The Final Cut dei Pink Floyd. Se con le registrazioni tradizionali si ha una grande riproposizione del palcoscenico sonoro e del quadro musicale, con registrazioni olofoniche lo spettacolo è assicurato. La voce anziana e roca di Alf Razzel che evoca il ricordo del commilitone Bill Hubbard si manifesta in modo puntiforme sulla parete sinistra della sala, mentre il ruggito di un felino si sente distintamente sulla parete destra, per non parlare del carretto trainato da un cavallo che scampanella percorrendo la parete sinistra per poi passare ben dietro i diffusori e scomparire lungo la parete di destra. Potrei accennare al tuono che si abbatte in mezzo alla sala d’ascolto come altre ad altre forme di suono straordinario di queste due grandi opere rock, ma preferisco dire che, lungi dal voler necessariamente spettacolarizzare l’effetto sonoro, il Vibrato è in grado di riprodurre con le giuste dinamiche qualsiasi tipo di segnale, sonoro e non, che passa tra i suoi circuiti. Questo significa che quando il segnale è dolce e delicato, anche il Vibrato è dolce e delicato e il suono che ascoltate sarà dolce e delicato.
Pro
Solidità teutonica. Accuratezza tecnica. Certezza di avere individuato un sicuro riferimento sonoro.
Contro
Non mi piace l’idea di dipendere dalla funzionalità e presenza del telecomando. Si è quasi obbligati ad acquistarne uno di riserva se non si vuole rischiare di rimanere senza sorgente digitale per periodi anche troppo lunghi. Il cassettino della meccanica mi risulta rumoroso e anche fragile pur non dovendo riscontrare alcun malfunzionamento.
Conclusioni
Il Vibrato mi è piaciuto perché il suo sound si avvicina molto al mio gusto personale. Infatti riesce a valorizzare moltissimo quella sensazione di “presenza naturale” che tento di ricreare con la scelta dei componenti del mio sistema audio. Il Vibrato riesce a essere ricco di dettaglio nella fascia centrale della risposta in frequenza, e controllato e armonico negli estremi banda.
Invito gli appassionati a giocare con il volume selezionabile nel Vibrato e il volume del preamplificatore. Regolare i due livelli è un gioco molto divertente e ricordo che il potenziometro del preamplificatore in effetti è un attenuatore che avvicina al tappeto di rumore al massimo della attenuazione cioè a volume basso.
Il Symphonic Line Vibrato riesce a non far rimpiangere la sorgente analogica, lasciarsi sfuggire la possibilità di ascoltarlo sarebbe una follia e questo la dice lunga circa il gran pregio che attribuisco a questa sorgente digitale che, per questo motivo, può essere sicuramente annoverata tra le… macchine da musica.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
24 bit, uscita in classe A
Distributore ufficiale Italia: al sito de Il tempio Esoterico
Prezzo Italia alla data della recensione: 5.800,00 euro
Sistema utilizzato: all’impianto di Roberto “The Rock” Rocchi