Da quasi sei anni un gruppo guidato dal musicologo Kai Hinrich Müller cerca di avvicinarsi alle pratiche esecutive della seconda metà del XIX secolo. A queste ricerche si è allacciato il progetto Wagner Lesarten, in inglese Wagner Readings, lanciato nel 2018, un progetto artistico-scientifico di Kent Nagano, Concerto Köln e Kulturstiftung des Landes Nordrhein-Westfalen. Il progetto si è posto l'obiettivo di scoprire qualcosa di nuovo nell'antico in riferimento alla pratica esecutiva storicamente informata, conosciuta con la sigla HIA, e di liberare il Magnus Opus di Wagner dai suoi quasi 150 anni di storia di ricezione eseguendo un Ring des Nibelungen che sarebbe stato interamente nello spirito del compositore. Ciò dovrebbe offrire al pubblico di questo secolo una vista completamente nuova e inaspettata sul Ring e fornire spunti interessanti sulla pratica esecutiva dell'era romantica.
Il risultato sonoro di questo concerto alla KKL con l’esecuzione de L'Oro del Reno, approfondimento qui, che è la ripetizione di diversi altri concerti già avvenuti in Germania, è la vera prova del fuoco di tutti questi anni di ricerca con diverse pubblicazioni, podcast, ecc. ecc. Ma perché tutto questo? Le esecuzioni odierne delle opere di Wagner sono molto diverse da quelle di qualche decennio fa, secondo Nagano non è una questione di giusto o sbagliato ma fa piuttosto parte di un'evoluzione naturale che apre nuove prospettive quanto più le interpretazioni si discostano dal compositore e dal suo tempo. Come è consuetudine con compositori contemporanei, Nagano è affascinato dall’idea di poter avere un colloquio anche con il compositore del passato. Per questo tutti questi studi e ricerche soprattutto concernente le visioni di Wagner: che tipo di sonorità o suoni aveva in mente, che tipi di voci preferiva, come era la tecnica di esecuzione, e persino ricostruire o utilizzare gli strumenti del periodo. Un lavoro portato molto nei dettagli come, per esempio, lo scivolamento continuo da una nota all’altra, basandosi ad esempio su litografie dell’epoca. Anche la tecnica del canto che Wagner voleva è stata studiata. L’importanza dell’utilizzo di strumenti di quell’epoca è basilare perché si sa quanto a Wagner interessasse il suono di uno strumento per la sua musica. Un esempio sono le famose tube wagneriane.
L’organico del dramma musicale è di tre flauti, un ottavino, tre oboi, un corno inglese, tre clarinetti, un clarinetto basso, tre fagotti, otto corni che suonano anche due tube di Wagner in Si bemolle e due tube di Wagner in Fa, tre trombe, una tromba bassa, quattro tromboni di cui due tenori, un basso e un contrabbasso in Fa, un basso tuba, otto timpani, grancassa, piatti, triangolo, tam-tam, diciotto incudini, macchina del tuono, sette arpe, sedici violini primi, sedici violini secondi, dodici viole, dodici violoncelli e otto contrabbassi.
Nel concerto nella sala del KKL con il posizionamento dei musicisti sul palco, il suono orchestrale è stato più diretto rispetto a una disposizione in buca. La disposizione della sezione archi è stata quella denominata Europea o Tedesca, con la differenza che anche alla destra sono stati disposti tre contrabbassi. Le sezioni molto vaste dei fiati e degli ottoni hanno utilizzato la maggior parte del palco dietro agli archi, gli strumenti a percussione a destra nell’angolo in fondo al palco, le arpe a sinistra dietro i primi violini. I solisti, in abiti da concerto, si sono mossi con mimiche nello spazio anteriore del palco, fra il direttore e la platea.
Fin dai primi suoni del preludio è stato chiaro che non si sarebbe trattato di una normale rappresentazione de L'oro del Reno. Ascoltando la sezione archi è stata lampante la differenza rispetto agli strumenti moderni, che hanno una gamma armonica più rotonda, chiara e piena. La tecnica di utilizzare il vibrato solo come rinforzo ha aumentato la percezione di un suono più grezzo come pure in generale i legni e gli ottoni che non avevano le consuete caratteristiche di brillantezza. La minore dinamica dell’orchestra rispetto a una con strumenti moderni è stata più che compensata dal fatto che gli orchestrali erano sul palco mentre di solito in teatro stanno nella buca. In undicesima fila, posizione centrale, non ho sentito il bisogno di avere più dinamica e questo anche essendo abituato a sentire le sinfonie di Bruckner e Mahler nelle prime file. Con i solisti davanti all’orchestra si è mantenuto il concetto originale della priorità dei solisti rispetto all’orchestra, durante tutta l’esecuzione non ho mai avuto il problema di non sentire chiaramente i solisti ed è stato impressionante notare come non avevano avuto nessuna difficoltà a sovrastare tutta l’orchestra.
La direzione di Nagano è stata molto dettagliata, precisa e con tempi relativamente sostenuti, tutta l’opera è stata eseguita in circa due ore e dieci minuti cercando di raggiungere l'obiettivo presunto di Wagner secondo cui L'oro del Reno non dovrebbe durare più di due ore. Il suono dell’orchestra è stato preciso, molto pulito e trasparente, non mi sono accorto di errori o disturbi sonori che mi avrebbero distratto dall’ascolto anche nei passaggi più “piani” degli ottoni. Nagano sa cosa vuole, non cerca la teatralità, né nel gesto né nel suono, sovente è molto fine nel gestire i diversi livelli di dinamica, specialmente nei crescendo in cui tiene sempre sotto controllo con la mano gli orchestrali in relazione ai cantanti. Non sono la persona adatta a giudicare in modo dettagliato le voci, ascolto poco opere liriche, però ho notato la loro grande nitidezza e la pronuncia articolata delle parole. I caratteri dei personaggi sono stati molto ben interpretati da parte di tutti i cantanti, non solo nel canto ma anche nelle loro espressioni facciali e nei loro gesti: sguardi gelosi, rabbia furiosa, puro orrore, deterioramento fisico, beatitudine stupita, per citare solo alcune emozioni, e non solo durante la loro parte cantata. Per me è stato impossibile scegliere una voce sopra le altre, per me l’esecuzione è stata ottima da parte di tutti.
Alla fine, c’è stata uno standing ovation convinta e lunga del pubblico. Sono curioso di quando metteranno in scena il resto del Ring. Andrò molto probabilmente a sentirlo anche a costo di viaggiare a Colonia, tanto mi è piaciuta questa esibizione.
Programma
Lucerne Summer Festival
Martedì 22 agosto 2023
Sala da concerto KKL di Lucerna
Dresdner Festspielorchester
Concerto Köln
Kent Nagano, Direttore
Simon Bailey, Wotan
Mauro Peter, Loge
Dominik Köninger, Donner
Tansel Akzeybek, Froh
Gerhild Romberger, Erda
Annika Schlicht, Fricka
Nadja Mchantaf, Freia
Daniel Schmutzhard, Alberich
Thomas Ebenstein, Mime
Ania Vegry, Woglinde
Ida Aldrian, Wellgunde
Christian Immler, Fasolt
Eva Vogel, Flosshilde
Tilmann Rönnebeck, Fafner
Richard Wagner,1813-1883, L'oro del Reno, Das Rheingold, dramma musicale in quattro scene
Foto
© Peter Fischli / Lucerne Festival
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