La Royal Concertgebouw Orchestra è da decenni una delle orchestre più acclamate nel mondo, avendo avuto dalla fine dell’Ottocento direttori musicali illustri come Mengelberg, Jochum, Haitink, Chailly e Jansons, che hanno collaborato a lungo con l’orchestra mantenendone la qualità estremamente elevata e curando costantemente la sua caratteristica sonora, tipica e apprezzata. Dopo il licenziamento del Maestro Gatti del 2018, la Concertgebouw ha avuto diversi direttori ospiti, fra cui dal 2021 quello d’onore, l’ungherese Iván Fischer. Guardando nel futuro, a partire dal 2027, l’orchestra avrà di nuovo un direttore musicale con la nomina di Mäkelä.
In programma come pezzo iniziale l’Ouverture de I Maestri cantori di Norimberga di Wagner, che in una decina di minuti presenta già i motivi centrali dell'opera e rappresenta quindi una sorta di pool tematico che espone le caratteristiche dei personaggi. In linea con la sua trama, che si svolge nella Norimberga rinascimentale, Wagner utilizza tecniche polifoniche che raramente si trovano nelle sue opere. Al contrario della prassi normale, il compositore ha scritto prima l’Ouverture e poi l’opera, il che mostra interessanti dettagli su come aveva lavorato avendo già in mente tutti i temi. Wagner inizia con l'imponente tema della processione dei Maestri Cantori e presenta anche un appassionato tema d'amore e della competizione, grazie alla quale l'eroe Walter dovrebbe conquistare la mano della sua amata Eva.
L’organico è di un ottavino, due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, quattro corni, tre trombe, tre tromboni, una tuba bassa, timpani, piatti, triangolo, un’arpa e archi. La disposizione orchestrale, tutti in semicerchio, è stata da sinistra a destra: primi violini, secondi violini, viole e violoncelli. Nella prima fila, dietro gli archi, i legni con al centro flauti e oboi, nella fila successiva clarinetti e fagotti. Dietro i secondi violini, quindi a sinistra, hanno preso posto l’arpa e i corni mentre tutto il resto della sezione ottoni è stato disposto di fronte e alla destra delle viole. La particolarità della disposizione, mai vista finora, risulta dalla posizione dei contrabbassi allineati tutti dietro la sezione legni al centro davanti ai timpani, avendo con molta probabilità impatto sul timbro generale dell’orchestra. Dopo il concerto, parlando con il maestro Fischer di questo argomento, mi ha detto che dopo decenni di esperienze e di prove ha trovato che questa sistemazione con i contrabbassi in quella posizione aiuti da una parte la sezione legni a percepire meglio quello che l’orchestra sta suonando, in modo specifico è il ritmo scandito dei contrabbassi dietro le spalle che aiuta molto, oltre che a dare un carattere particolare al timbro orchestrale. Questo è anche il motivo per il quale descrivo la disposizione orchestrale, fattore molto importante per qualsiasi direttore di riguardo e che influisce sul timbro complessivo e sugli effetti sonori spaziali, quindi anche sulla percezione dell’interpretazione. Penso che questo tema della disposizione degli strumenti dovrebbe essere considerato di più da parte degli audiofili che utilizzano la musica sinfonica per testare gli impianti Hi-Fi. Non si tratta solamente di un fattore cosmetico casuale, dettato magari da motivi di praticità durante una registrazione o per fare un certo effetto da parte del fonico, ma è parte integrante di un’interpretazione. Inoltre, conoscendo la disposizione, si può controllare se l’impianto riproduce chiaramente e nella giusta posizione gli strumenti, se questi rimangono durante un pezzo fissi, oltre che controllare che in quel punto del palcoscenico sonoro il timbro rispecchi quello degli strumenti che dovrebbero essere in quella posizione. Ma in primo luogo serve a sentire quel palcoscenico sonoro che il direttore ha previsto.
Già dalle prime battute dell’Ouverture I Maestri cantori di Norimberga di Wagner si è percepito un suono caldo di sottofondo, intendo con questo un maggior rapporto delle basse e medie frequenze rispetto a quelle alte su gran parte del palcoscenico. I timbri della sezione archi con un suono pieno intenso si sentivano bene durante tutto il pezzo e non avevano alcuna difficoltà a reggere i fortissimi degli ottoni. Il suono dei contrabbassi allineati quasi in fondo, secondo me, ha tolto una parte della trasparenza e della localizzazione dei singoli gruppi d’archi, incidendo con un aumento dell’amalgama del suono e scurendo in modo quasi uniforme il timbro. Gli ottoni, essendo alla destra, non squillavano direttamente verso gli ascoltatori della platea, dove ero seduto, perdendo un poco del timbro brillante e dell’impatto. L’interpretazione di Fischer ha messo in risalto questa volontà di avere un suono molto compatto, con sottili differenziazioni di colore e intensità sonora, da non confondere con il disordine, senza evidenziare estremismi emozionali ed espressivi ma eseguendo la partitura in modo preciso rispettando i crescendo e diminuendo e le punteggiature. Chi si aspettava un Wagner molto potente, emotivo, trionfalistico oppure con passaggi molto idillici, sarà stato sicuramente deluso. L’esecuzione dell’orchestra è stata molto buona, evidenziando il carattere degli strumentisti di essere molto bravi a suonare come un’unità, e anche a dialogare molto positivamente fra di loro.
L’opera principale della serata, senza pausa, è stata la Settima Sinfonia di Gustav Mahler, un’opera colossale con una durata di circa ottanta minuti, vedi approfondimento qui. Nessun'altra sinfonia di Mahler ha conosciuto una gamma così ampia di interpretazioni come la Settima Sinfonia, sia dal punto di vista scientifico e teorico che da quello dei musicisti, dei direttori e dell'orchestra. Si potrebbe scrivere un libro su tutte le teorie e citazioni di esperti. I cinque movimenti, che non furono affatto scritti in ordine cronologico, anzi i due Nachtmusik già durante i lavori della Sesta sinfonia, sono:
I Langsam: Allegro risoluto, ma non troppo
II Nachtmusik (I): Allegro moderato. Molto moderato (Andante)
III Scherzo: Schattenhaft. Fließend aber nicht schnell
IV Nachtmusik (II): Andante amoroso
V Rondo-Finale
L’organico è vastissimo, con ottavino, quattro flauti, il quarto anche ottavino, tre oboi, corno inglese, quattro clarinetti, clarinetto basso, tre fagotti, controfagotto, quattro corni, flicorno baritono, sostituito a volte dall'euphonium, tre trombe, prima tromba anche cornetta, tre tromboni, tuba, timpani, grancassa, tamburo, piatti, triangolo, tam-tam, campanaccio, tamburello, bastoncini di ruta, da suonare sul fusto della grancassa, glockenspiel, campane tubolari, mandolino, chitarra, due arpe, e naturalmente archi; comprende anche strumenti inusuali.
La disposizione orchestrale non è stata cambiata rispetto al pezzo d’apertura, a parte che in questo caso l’orchestra utilizza tutto lo spazio a disposizione.
La sinfonia inizia in tonalità irrisolte, persino dubbie, un accordo di sei quinte negli archi e nei legni, sul quale il flicorno tenore intona una melodia lugubre, che poi prosegue attraverso i legni e gli archi e termina con una marcia funebre. Mahler una volta descrisse questo assolo di flicorno tenore di apertura come una “enorme ombra”, e altre volte disse: “Qui la natura ruggisce”. Ci sono anche molte situazioni diffuse nella fantastica forma del suono e nella strumentazione: allo stesso tempo abbagliante e pallida, esile e cupa, stridula e silenziosa. L'elaborazione e gli sviluppi tematici vengono a loro volta bruscamente interrotti, indirizzati in una direzione inaspettata o disintegrati. Queste caratteristiche son state esposte da Fischer e l’orchestra senza andare nell’estremismo, senza risaltarle oltre quello che io definirei da buon Kapellmeister tedesco. Ma il timbro caratteristico di quest’orchestra è ottimale per questo inizio. Le tante situazioni poco chiare, di incertezze, in quest’opera di Mahler, incominciando fondamentalmente dal non definire se la tonalità sia una maggiore o minore, cambiando continuamente, continuano per i primi tre movimenti della sinfonia e parte del quarto. Fischer non ha presentato un’interpretazione altamente emozionale in questi conflitti e incertezze ma li ha evidenziati in modo molto bilanciato, anche se non direi completamente da intellettuale. Anche il passaggio nella seconda parte della seconda Nachtmusik dall’oscurità verso un sogno notturno di mezz’estate e poi, nell’ultimo movimento, in un mondo nuovo, chiaro, ideale, il più piacevole possibile, è stato evidenziato senza rompere gli equilibri sonori fra le sezioni orchestrali, mantenendo un amalgama sonoro denso. L’orchestra ha seguito fedelmente la linea chiara, precisa e meticolosamente studiata imposta dal direttore, producendo un suono impressionate come volume e solidità durante i “tutti”, trasparente e perfetto tecnicamente durante i passaggi più cameristici e solistici. L’esecuzione è stata lungamente acclamata dal pubblico, che non è stato ripagato da un bis come sperato. Una gran bella serata con interpreti speciali.
Programma
Lucerne Summer Festival
Mercoledì 23 agosto 2023
Sala da concerto KKL di Lucerna
Royal Concertgebouw Orchestra
Iván Fischer, Direttore
Richard Wagner, 1813-1883, I Maestri cantori di Norimberga, Ouverture
Gustav Mahler, 1860-1911, Sinfonia n. 7 in Mi minore
Foto
© Patrick Hürlimann / Lucerne Festival
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