Olivia Trummer | For You

15.07.2022

Un album come questo For You della cantante e pianista tedesca Olivia Trummer è in grado di provocare nell’ascoltatore qualche levitazione a mezz’aria, grazie alla voce agile e ammaliante della leader. Ma parte di questa sensazione di leggerezza la dobbiamo anche ai musicisti che l’accompagnano. Senza togliere nulla ai meriti della Trummer, giunta al settimo disco della sua carriera, tra questi collaboratori ce ne sono due come Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria che costituiscono l’architettura stabile e portante di questa classica formazione a tre. Inoltre, ci sono anche due ospiti d’eccezione come Fabrizio Bosso alla tromba e Kurt Rosenwinkel alla chitarra. Il risultato finale è un paziente gioco a incastri in cui voce e strumenti risultano ben amalgamati in una musica che ha il jazz come matrice di base ma anche qualche gradevole sfumatura pop easy listening a scompigliarne i capelli.

 

La qualità delle composizioni non è altissima ma si affaccia tuttavia ai piani nobili, nicchiando talora in momenti statici e un po’ ridondanti, per poi in un secondo tempo liberarsene come una farfalla dalla crisalide. La Trummer, forte dei suoi studi classici e di numerosi riconoscimenti per la sua attività pianistica, conosce molto bene l’arte di far cantare non solo la sua voce ma anche quella del suo strumento, servendosi di pochi, puliti ed efficaci tocchi d’accompagnamento. For You è un disco per intimità notturne, non sollecita grandi eccitazioni ma più che altro momenti idonei alla riflessione, all’insegna di una performance composta e costantemente autocontrollata.

 

Olivia Trummer - For You

 

Thirsty in the Bathtub è una lenta, ipnotica bossa nova che apre l’album. Qualche nota di piano elettrico, una discretissima batteria per ricordarci la radice latina del ritmo e il ruolo del contrabbasso poderoso di Bonaccorso. La voce della Trummer cerca di dimostrare la sua potenziale sensualità, soffermandosi su timbri mediobassi spesso poco più che sussurrati. Mi viene in mente l’approccio di Suzanne Vega, con quel suo modo gentile e disincantato di cantare Qualche stacco ritmico movimenta il brano ed è la tromba di Bosso a imbroccare un elegante assolo e ad accompagnare la Trummer verso il finale. Si tratta quindi di una traccia leggera, con una punta di sofisticatezza, all’insegna di un certo disimpegno formale.

Segue Ever Changing Heart in cui le somiglianze con la Vega paiono diventare un po’ più marcate dal punto strettamente vocale. Il piano imposta gli accordi iniziali con energica chiarezza e compare l’avvisaglia della chitarra di Rosenwinkel, che tende a raddoppiare il canto della Trummer. Il primo assolo del chitarrista è sicuramente buono ma ancora meglio è quello che si ascolta nei pressi del finale con una sequenza di note veloci e melodiche, sul modello dello stile di George Benson.

One Way Streets è finalmente il brano dove si apprezza in modo più completo la personalità della cantante, che questa volta non ha bisogno di alcun paragone di riferimento. La voce si sostiene perfettamente da sola, letteralmente volando tra le note di piano che impostano una costruzione armonica decisamente più complessa. rispetto al brano precedente. La tromba di Bosso è molto professionale ma non ispiratissima, anche se copre ampiamente buona metà dello svolgimento del brano, supportando degnamente la canzone.

Your Love is Free è una ballad, un po’ scura e un po’ romantica, tra il blues e la classica love song. Anche in questa circostanza la voce si esprime nel migliore dei modi e come nel pezzo precedente sfoggia una gradevole unicità. L’assolo di Bonaccorso cerca espressività piuttosto che esibizionismo, per non intaccare la delicata fragilità dell’insieme. Chiudono gli intensi e ben intonati vocalizzi della Trummer.

New Start s’avvicina melodicamente a certe performance dei Manhattan Transfer. Qui la tromba cerca inizialmente angoli in ombra, crea obliquità, trasformandosi in un veloce assolo consuntivo, con il crescendo degli strumenti del trio a occupare l’intero spazio sonoro disponibile. La melodia del brano resta articolata ma non diventa mai macchinosa grazie alla molta – magari pure troppa – attenzione formale che si mantiene all’interno della composizione.

Atmosfera notturna per la title-track For You, forse il brano geometricamente più semplice di tutto il disco. Ballatona lenta, un tempo poteva essere idonea alla mattonella, ma che comunque oggi mostra di sapersi ben districare tra un pop-soul con qualche abbellimento di troppo e una spruzzatina di jazz.

Con Piece of Love ritornano sia l’avatar di Suzanne Vega che quello di George Benson ma con molto più soul e tanto di coro femminile al seguito. Insomma, molta pop music ben disegnata con un certo disimpegno, come se la Trummer puntasse comunque nelle sue composizioni più che altro a una sorta di rilassato divertimento.

Walking on One Way Street è un’ottima creazione in cui si ascolta solo musica senza canto, se si esclude qualche appunto corale. Finalmente la Trummer la percepiamo su un livello più completo per quello che riguarda il suo pianoforte, con un paio di scale cristalline e qualche arpeggio adamantino. Un brano pieno di variazioni, eterogeneo e multiforme, che finisce confluendo in un assolo di batteria di Angelucci, delicato e non invasivo, sempre al di qua del limite invalicabile della discrezione.

Fall Song è molto malinconica, con le note iniziali di piano che ricordano l’inizio dello standard It Never Entered My Mind della coppia Rodgers & Hart. Ma è solo una fortuita analogia e nulla più. Invece il brano, molto lento e colloquiale, mette in luce non solo le sfumature vocali della Trummer, con la sua capacità di prendere le note alte con assoluta sicurezza e intonazione, ma anche la tromba, finalmente più coinvolta e avvolgente di Bosso.

Road to Peace parte come una sorta di blues, mascherato dagli snaps delle mani e mostrando qualche ombreggiatura alla Gershwin, almeno in certe suggestioni. Il cantato, per altro, fa di tutto per allontanarsi dall’impronta blues, se non fosse per Rosenwinkel, che, con un ponderato assolo coadiuvato dal passo soffice della batteria, cerca di riportare tutto nei termini iniziali.

Si chiude con la Trummer al piano e alla voce in perfetta solitudine nel finale Undress Me in un romantico tuffo melodico che ci riporta agli anni ’40-’50 del jazz vocale.

 

Olivia Trummer

 

Non nascondo di essere stato un po’ combattuto nel valutare un lavoro come questo. Da un lato impeccabile, sofisticato, ben suonato e sufficientemente ispirato. Dall’altro, però, si registrano alcuni momenti che si muovono in un ambito fin troppo pop. Poca sintesi, in certi tratti, e qualche momento tirato un po’ in lungo. Ad ogni modo la Trummer è un’ottima cantante che dimostra possedere uno stile eufonico, gradevole e un’esemplare intonazione. Non le difetta nemmeno la lungimiranza, visto che la band che ha scelto per farsi accompagnare è costituita dai migliori collaboratori che poteva pensare di riunire attorno a sé.

 

Olivia Trummer

For You

CD e vinile Flying Spark 2022

Reperibile anche in streaming su Qobuz 24bit/96kHz e Tidal MQA

di Riccardo
Talamazzi
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