Desidero affrontare la prova del preamplificatore passivo magnetico Music First Audio in versione Stevens & Billington Limited rivolgendomi ai meno smaliziati tra gli appassionati audiofili. Perché? Perché i più esperti già sanno che cosa è un preamplificatore passivo magnetico e poi perché desidero affrontare l’argomento dei preamplificatori magnetici nel modo più semplice possibile.
In effetti, presso i normali rivenditori hi-fi, non si incontrano facilmente questo tipo di apparecchi.
Facciamo un po’ di storia.
Tutto è cominciato quando regnava incontrastato l’analogico come unica sorgente musicale. A quei tempi era necessaria la presenza di un preamplificatore perché i livelli elettrici in gioco erano veramente esigui, a volte anche di 0,1 mV (millivolt), fino ad arrivare addirittura a 5 mV per le testine MM. Questi erano, anzi sono, i livelli elettrici generati da un piccolo gruppo elettromagnetico come quello presente nei fonorivelatori. Un così flebile livello elettrico ha necessità di essere elevato in modo adeguato da una catena di guadagni idonea, vedi a questo proposito il nostro articolo di Michael Mardis sui guadagni.
Con l’arrivo del digitale le cose sono molto cambiate, CD player e convertitori hanno livelli di uscita elettrica che arrivano anche a 3,2V come ad esempio nell’Audio Note DAC5. Ci si è cominciato a domandare quale fosse la necessità di un preamplificatore e se tale presenza non fosse alla fine più un danno che un bene: il preamplificatore costringe il segnale audio a percorrere più strada facendogli attraversare dei dispositivi di guadagno e di attenuazione con conseguente degrado del segnale stesso.
In molti erano convinti che si potesse a questo punto collegare direttamente la sorgente digitale al finale di potenza, tanto più che alcuni CD player possiedono un controllo di volume interno, addirittura digitale, quindi senza l’impiego del dannoso potenziometro di attenuazione. All’atto pratico ci si è accorti che le cose non stavano esattamente così e che le configurazioni CD player/finale di potenza che funzionassero davvero ce ne erano veramente poche a causa dei difficili interfacciamenti elettrici e delle impedenze in gioco. Quest’ultimo è un argomento talmente interessante e importante che sarà oggetto di approfondimento tecnico in un articolo che uscirà in futuro su ReMusic.
Ecco perché mi rivolgo agli audiofili più giovani e meno smanettoni, proprio per incuriosirli e informarli introduttivamente su alcuni aspetti che riguardano i pre passivi che sembrano tornare molto di moda e che potrebbero migliorare il suono di un impianto che ha come sorgente un computer.
Bene, partiamo allora.
Innanzi tutto si definisce passivo un apparecchio che non ha bisogno di alimentazione elettrica, quindi il segnale che lo attraversa non subisce alcun tipo di trasformazione elettronica se non in termini resistivi o induttivi.
Il preamplificatore passivo offre la possibilità ai vari segnali audio provenienti dalle sorgenti sia di essere selezionati in vari ingressi sia di essere attenuati per mezzo del potenziometro. Si tratta quindi di una macchina estremamente semplice e funzionale, che pone particolare attenzione alla qualità dell’unico componente presente lungo il percorso del segnale, vale a dire il potenziometro.
I pre passivi possono essere anche di tipo magnetico, cioè contenere al loro interno uno o più trasformatori attraverso i quali passa il segnale audio. Si tratterebbe a questo punto di fare ulteriori distinguo che riguardano la tipologia dell’attenuatore e le caratteristiche dei trasformatori, ma anche questo sarà argomento sviluppato nell’articolo tecnico di cui vi dicevo poc’anzi che vi informerà sull’argomento: OK?
Ciò che è importante dire in questo momento è che, come succede anche con i rimanenti componenti della catena audio, anche il pre passivo potrebbe non interfacciarsi elettricamente in modo adeguato e quindi, in questo caso, dare l’impressione sbagliata di non essere un buon prodotto se inserito tout court nel sistema audio.
Dunque, dopo questo lungo ma necessario preambolo, veniamo al nostro Music First Stevens & Billington Limited che è un preamplificatore passivo magnetico con ingressi e uscite bilanciate e sbilanciate XLR e RCA. Il Music First ha ricevuto molti premi dalla stampa internazionale e riscontri positivi dalle riviste web; si parlava comunque della versione precedente del Music First priva di connessioni bilanciate.
Il cabinet è assolutamente ordinario, in alluminio da due millimetri, le due manopole anteriori sono delegate rispettivamente alla gestione dei sei ingressi, quattro RCA e due XLR, e del volume con progressione a ventotto scatti compreso il “mute”. Nella parte posteriore, pur trattandosi di un pre passivo, troviamo l’ingresso per l’alimentazione esterna a 12 volt che alimenta un led esterno di servizio e il grosso motore del potenziometro. Il Music First ha infatti un piccolo e plasticoso telecomando solo per il volume, niente controllo a distanza degli ingressi. Molto intelligentemente le uscite sono sdoppiate sia per il bilanciato che per lo sbilanciato, il Music First quindi permette comodamente di mettere in pratica un sistema bi-amplificato. Sono presenti anche due selettori a levetta, uno per la scelta della circuitazione bilanciata o sbilanciata, l’altra per l’utile scelta di due tipi di guadagno +6 dB o 0dB per adattarsi alle sensibilità dei finali.
L’interno del Music First si presenta abbastanza disordinato con un intreccio impressionante di bei cavi in rame placcati in argento e smaltati, saldati punto-punto e raccolti sommariamente con fascette di plastica. L’impressione non è delle migliori e mi domando se non si fosse potuto razionalizzare gli spazi in modo più appropriato. Il mio stato d’animo però si riprende osservando la coppia di trasformatori per il controllo del volume (TVC) TX102 MKII della Stevens & Billington protetti da una capsula schermante, eccellenti attenuatori a ventotto sezioni. Si fanno notare per la qualità i due bei componenti a scatti della ELNA e il grosso motore del potenziometro. Troviamo inoltre l’unica piccola scheda elettrica per il controllo del motore del potenziometro e per il led di servizio.
Rimontato il tutto sono pronto per l’utilizzo.
Sappiate che questo Music First ha bisogno di un lungo periodo di rodaggio, la qual cosa mi ha lasciato stupito e perplesso visto che non c’è ombra di circuitazione elettrica e componentistica. Ma forse anche i trasformatori hanno necessità di essere usati un po’ prima di dare il meglio di sé. Ve lo riferisco in modo da prepararvi ad un primo ascolto abbastanza deludente: suono gommoso, scuro ed impastato. Lasciatelo quindi funzionare per una quindicina di giorni prima di buttarlo dalla finestra… scherzo!
Ho inizialmente inserito il Music First nella mia catena audio a transistor: cd player, preampli e diffusori auto costruiti, finali mono AM Audio B80, cavi di segnale in argento auto costruiti, potenza e alimentazione White Gold e Systems and Magic Pearl.
Ho selezionato il guadagno del Music First a +6 dB data la sensibilità di 1V dei miei finali a transistor in classe A.
Se è vero, come è vero, che qualsiasi circuitazione elettronica introduce comunque rumore e colorazioni, allora dovete cominciare ad abituarvi ad un suono assolutamente privo di rumore e colorazioni varie: vi avverto, non è facile! La sensazione d’ascolto è completamente nuova e potrebbe essere uno shock nel senso che l’impatto potrebbe piacere o non piacere. Tutto un suono nuovo quindi, anche la gestione del volume è cambiata completamente, abituatevi a tenere la tacca del volume in posizione ore tredici e non abbiate paura di alzare il volume e oltrepassare i limiti che in precedenza vi siete imposti o ai quali eravate abituati. Noterete che il suono non vi verrà più in faccia come succedeva prima, ma tutto avverrà alle spalle dei diffusori con un’immagine tridimensionale che sfonderà la parete di fronte a voi! Il suono è completamente cambiato e inizialmente avrete l’impressione di una mancanza di dettaglio, ma non è così. Quel che cambia è lo spettro delle frequenze, sembra che tutto si sia linearizzato, noterete bassi più profondi e controllati, medie perfettamente amalgamate limpide e pulite, alte fresche e reali. Concentratevi su un parametro importante del suono riprodotto: la timbrica delle voci e degli strumenti. Il timbro è ciò che vi fa riconoscere la natura del suono, è ciò che distingue uno strumento da un altro, una voce da un'altra. Migliore è la timbrica della registrazione di una voce femminile maggiore sarà la sensazione che questa risulti vera e naturale, lo stesso vale per gli strumenti musicali. Ecco, tutto vi sembrerà più vero, tutto vi sembrerà più reale, meno artificiosamente illuminato, tutto vi risulterà più armonico e coinvolgente. La mancanza del tappeto di rumore è una consapevolezza della quale vi renderete conto solo quando reinserirete di nuovo il vostro preamplificatore attivo nel vostro sistema. In questo caso rivolgete l’attenzione e concentratevi sulla esistenza e sulla differenza della qualità delle armoniche di contorno. Provate ad alzare il volume, noterete che adesso non riuscite più a parlare con la persona che vi sta vicino e che siete portati ad alzare molto la voce. Sono convinto di una cosa: non ci sono vie di mezzo, tutto ciò o vi piacerà o non vi piacerà. Niente sarà più come prima e se ciò che ascoltate con il Music First inserito nel vostro sistema vi piacerà non potrete più tornare indietro.
La vostra musica preferita subirà un’iniezione di naturalezza, di armoniche di contorno e di timbro. Per non parlare dell’immagine che risulterà ampia in tutte e tre le dimensioni restituendo un palcoscenico musicale molto gradevole e coinvolgente, a prescindere dal genere musicale.
Consiglio di passare un lungo periodo di tempo in compagnia del Music First e comunque di qualsiasi altro preamplificatore passivo magnetico, non si finirà mai di scoprire nuove sensazioni d’ascolto che hanno la necessità di maturarsi nel vostro animo e nel modo di ascoltare musica riprodotta. Consiglio, in attesa del nostro articolo di approfondimento, di fare un piccolo sforzo per informarsi al meglio sull’argomento riguardante l’interfacciamento elettrico.
Il Music First Audio Stevens & Billington Limited è un oggetto hi-fi che può trasformarsi in un giocattolo divertente e sconcertante. Come ho detto inizialmente anche il pre passivo a trasformatori ha le proprie idiosincrasie. Una di queste è sicuramente la sensibilità del finale con il quale lo accoppiate. Ho la certezza che il Music First ami i finali con un’alta sensibilità quindi con un basso voltaggio in ingresso, tipologia a valvole per lo più, e inoltre ami anche i cavi di segnale capacitivi come l’Audio Tekne ARA 250 o ARA 500. Personalmente l’ho collegato al mio Audio Innovation 500 e al Trafomatic Experience Two che ho asservito come finali, utilizzando un ingresso di questi integrati e i risultati sono stati molto interessanti. Altro gioco molto interessante potrebbe essere quello di non sostituire il vostro preampli ma inserire il Music First tra pre e finale, basta collegare il segnale proveniente dal vostro abituale preamplificatore a un ingresso linea del Music First e collegare il finale alle uscite.
Ah, grande!
Inoltre non stupitevi se i segnali analogico e digitale hanno qualità sonore differenti, ricordo che le impedenze diverse potrebbero adattarsi in modo diverso.
Se la nostra passione è una cosa seria, è però anche vero che può essere un bellissimo gioco e il Music First, sebbene sia molto costoso come tutti i pre magnetici, risulta un magnifico giocattolo con il quale divertirsi a più non posso. Tenete in considerazione che la qualità del pre passivo magnetico è direttamente proporzionale alla qualità del trasformatore utilizzato e che i trasformatori di qualità costano molto. Esistono pre passivi magnetici più economici ed esistono pre passivi magnetici più costosi del Music First, sappiate che otterrete generalmente un suono commisurato alla spesa che avete fatto.
SCHEMA RIEPILOGATIVO
voto massimo ***** stelle
Timbrica ***** | Estremamente corretta su tutti i range di frequenza.
Dinamica **** | Molto realistica, attacchi e rilasci veloci e controllati. Range dinamico ampio.
Dettaglio **** | Molto naturale e ricco di armoniche di contorno.
Trasparenza **** | Di ottimo livello grazie ad un bassissimo tappeto di rumore.
Immagine ***** | Ampia e tridimensionale.
Velocità ***1/2 | Transienti giustamente rapidi e realistici.
Costruzione *** | Migliorabile quella interna, di buon livello e gradevole l’estetica.
Rapporto qualità/prezzo *** | Adeguato al segmento di appartenenza.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Ingressi: 4 x RCA sbilanciati, 2 x XLR bilanciati
Uscite: 2 x RCA, 2 x XLR
Connessioni interne: filo di rame rivestito in argento di 0.6 mm saldati a mano punto a punto, la versione Silver presenta un filo interno d’argento puro al 99,99%
Connettori: Neutrik XLR e interruttori rotanti a contatto d’argento ELMA costruiti in Svizzera
Interruttore a +6db: significa che l’unità è passiva con guadagno, così che gli amplificatori possono essere pilotati alla loro massima efficienza
Distributore Italia: al sito Audio Point Italia
Prezzo di listino Italia alla data della recensione: 4.300,00 euro
Sistema utilizzato: all'impianto di Roberto "The Rock" Rocchi