Processore audio DSPeaker Anti-Mode 2.0 Dual Core

29.07.2014

Quali sono i componenti fondamentali in un impianto Hi-Fi?

 

Le registrazioni dei dischi e l’ambiente. Questa è la risposta che mi viene da fornire, in modo un po' provocatorio, a quanti si ostinano a comprare diffusori inadeguati ai propri ambienti d'ascolto e/o posizionarli in maniera alquanto approssimativa. Questo perché, come è normale che sia, bisogna convivere con i vincoli delle nostre abitazioni, con i nostri figli e soprattutto, con le nostre mogli. Il sogno di molti sarebbe una sala dedicata al nostro hobby, ma spesso non è possibile e, anche se lo fosse, non è detto che questa stanza soddisfi i canoni e le abitudini di noi audiofili.


Nel corso degli ultimi anni si è parlato sempre più di correzione ambientale e sono spuntate come funghi varie soluzioni, soprattutto software per i pc. Io stesso nel corso degli anni ho provato varie soluzioni più o meno valide e soprattutto più o meno semplici da utilizzare. Ricordo ancora quando comprai il Behringer Deq 2496 e dopo pochi giorni, preso dallo sconforto per il non semplicissimo utilizzo, lo rimisi in vendita.


Per ovviare o quantomeno cercare di arginare i problemi di acustica ambientale in maniera facile e immediata, si può far ricorso al protagonista di questa prova, ovvero il DSPeaker Anti-Mode 2.0 Dual Core che viene importato dalla AV Solutions e proposto a un prezzo di listino di 899,00 euro.


All’interno dell’imballo troviamo un alimentatore separato, su cui torneremo più avanti, l’Anti-Mode 2.0 Dual Core, le istruzioni in inglese, il microfono e un cavo USB.


Il cabinet è costruito con materiali metallici ed è di buona fattura, non è quindi il solito cabinet "plasticoso". Le dimensioni sono contenute, peccato per il display veramente piccolo che già da un metro di distanza risulta difficilmente leggibile.


Sul retro troviamo tutte le connessioni eccetto la connessione digitale coassiale, con gli inevitabili problemi nel connettere cavi RCA di sezione generosa come i Musical Cable che sto provando in questi giorni.
Per quanto riguardo l’interno c’è poco da dire, è tutto molto ordinato e sembra di trovarsi davanti all’interno di un PC.


Questo apparecchio sicuramente non è il top della correzione ambientale, ma ha dalla sua il fatto di essere di una semplicità disarmante, specie per chi non mastica molto di computer o non è un tecnico del suono.
Per quanto riguarda il processore, l’Anti-Mode 2.0 Dual Core ha varie possibilità di utilizzo, può infatti essere utilizzato come correttore ambientale, la funzione principale, preamplificatore digitale controllabile in remoto tramite telecomando e ancora come equalizzatore, oltre che come DAC: insomma, una macchina versatile e utile.


Per connetterlo nel caso di un sistema composto da pre e finale possiamo interporlo tra questi due o, nel caso invece di un integrato, possiamo collegarlo al tape out.


Che inizino le danze
Un po' spaventato dalle esperienze pregresse con oggetti simili e temendo le solite complicazioni, dopo aver collegato l’Anti-Mode 2.0 Dual Core e aver posizionato il microfono nel punto di ascolto, spingo un solo pulsante e regolo il volume di uscita. Nel giro di qualche minuto il processore elabora la correzione: quasi una magia!


Un consiglio: durante la fase di elaborazione chiudete la porta della stanza e cercate di evitare che rumori esterni e quant’altro influiscano sull’elaborazione dei dati. Non tenete il microfono con le dita e non posizionatelo vicino a superfici riflettenti o assorbenti e, ovviamente, ricordate di metterlo all’altezza delle vostre orecchie nel vostro punto d'ascolto.


Questa è una cosa fondamentale, io stesso dopo la prima misurazione sono rimasto deluso dal risultato.
Ho così effettuato un'ulteriore misura utilizzando come supporto per il microfono il cavalletto della mia reflex e il cambiamento è stato netto.


Due appunti sul microfono: sarebbe utile fornire come optional un cavalletto o qualcosa di simile per reggerlo, altra cosa utile potrebbe essere una prolunga per il cavo che, per alcune installazioni, potrebbe risultare troppo corto.


Bene, come dicevamo poco sopra, dopo circa dieci minuti di analisi abbiamo la nostra correzione ambientale.
L'Anti-Mode 2.0 Dual Core è stato studiato per intervenire principalmente in gamma bassa ed è in grado di decidere la giusta correzione, sulla base dei dati raccolti durante l'analisi, fino a un massimo di 500 Hz.


Abbiamo due modalità di correzione:


Automatica - Si effettua una misurazione in ambiente e in base a ciò che è stato rilevato si stabilisce la frequenza limite di equalizzazione su cui intervenire, in automatico vengono selezionati i filtri da utilizzare.


Avanzata - Con questa modalità possiamo stabilire la frequenza massima di equalizzazione, sempre nel limite dei 500 Hz, si ha la possibilità di compensare gli avvallamenti con un massimo di due dB e anche in questa modalità i filtri vengono scelti in automatico.


Volendo, c’è anche la modalità multipoint per fare misurazioni da vari punti di ascolto.


 

Molti si staranno domandando: perché limitare la correzione a un massimo di 500 Hz? Semplice, perché è il range di frequenze più critico e che ha le maggiori interazioni con l’ambiente. Certo una correzione a spettro intero non mi sarebbe dispiaciuta, ma direi che è un aspetto marginale.


Come suona
OK, l'Anti-Mode 2.0 Dual Core ha finito la sua correzione ambientale. Adesso si può passare all’ascolto e fare un confronto diretto tra l’ascolto con e senza correzione ambientale, selezione possibile tramite l’apposito tasto bypass.


La prima sensazione è quella di una gamma bassa molto più leggera, meno impatto dinamico e, non lo nascondo, nasce in me un po' di delusione.


Per questo motivo bisogna fare un po' di fine tuning e, allo stesso tempo, domandarci se come abbiamo ascoltato fino a ora fosse corretto o meno.


Insomma, una volta ricavata la nostra correzione ambientale, è bene perderci un po' di tempo per fare dei piccoli ritocchi senza ovviamente stravolgere i risultati, altrimenti la nostra correzione sarebbe nulla.


Personalmente ho deciso di rinforzare un po' la gamma bassa tramite i filtri personalizzabili presenti nel menu, ma senza mettere mai mani all’equalizzatore parametrico, per non rendere vana la correzione ambientale.


L’equalizzatore parametrico è stato invece comodissimo per impostare una configurazione “notturna” ovvero eliminare quasi totalmente la gamma bassa in modo da poter alzare un pochettino più del normale il volume senza essere linciato dai vicini.


Su suggerimento dell’importatore ho anche provato a mettere l'Anti-Mode 2.0 Dual Core in crisi, posizionando i diffusori in maniera improbabile o provando ad esempio a invertire la fase a un diffusore oppure facendogli correggere delle omnidirezionali. Ebbene, anche in questi casi l’Anti-Mode 2.0 Dual Core ha saputo difendersi e proporre correzioni interessanti.


Mi soffermo un po' sul grafico e noto un buco sulle basse frequenze su cui l'Anti-Mode 2.0 Dual Core sostanzialmente non interviene, giro la domanda all’importatore Massimo Duclair e lui mi risponde che non interviene al fine di non stressare troppo sia l’amplificatore che i driver dei nostri diffusori.


Gli ascolti proseguono e pian piano comincio a familiarizzare con il nuovo ascolto e noto come siano evidenziati i dettagli sonori, come la gamma bassa goda di maggiore articolazione e le voci sia maschili che femminili siano chiarissime e timbricamente corrette.


Ragazzi, è qui che si traggono i maggiori benefici!


Insomma quello che emerge dalla prova è che il suono risulta meno impastato, le risonanze in gamma bassa sono svanite e, specie ad alto volume, la fatica di ascolto è sparita e l’intelligibilità è nettamente migliorata. Questo fa sì che si possa alzare il volume senza perdere i dettagli mantenendo comunque un’ottima focalizzazione.


La cosa che mi è venuta spontanea dopo la correzione, non solo a me ma anche ad altri amici che hanno partecipato alle mie prove, è stata di modificare la posizione dei diffusori al fine di migliorare l’immagine sonora.


Altra cosa che mi sento di segnalare è che con sorgenti analogiche il risultato appare meno evidente.


Per quanto riguarda le prestazioni del DAC e del preamplificatore, non posso assolutamente parlarne male, ma devo suggerire di sostituire l’inadeguato alimentatore di serie con qualcosa di più serio come, a esempio, una batteria.


Molti appassionati si sono lamentati del DAC che arriva massimo a 24Bit/96kHz, dell’ingresso USB a 24Bit/48kHz o del fatto che il DAC non legga i DSD. Per quanto mi riguarda questi sono aspetti relativamente importanti, invece mi concentrerei nell’investire risorse nel miglioramento dell’alimentazione.


Tutti contenti del lavoro dell'Anti-Mode 2.0 Dual Core?


Ovviamente, no. C’è chi lamenta una diminuzione delle basse frequenze troppo evidente o chi è contrario a priori all’operazione di linearizzazione che svolge quest’apparecchio.


Io sono rimasto soddisfatto, soprattutto per l’interfaccia utente veramente semplice e intuitiva. In assoluto si possono trovare soluzioni migliori, ma non così semplici e di veloce installazione. In più la qualità del preamplificatore e del convertitore in un impianto di livello medio-basso potrebbero essere sufficienti e proporsi come valide alternative a costo zero.


In sintesi si tratta di un apparecchio interessante, che strizza l’occhio a chi non vuole o non può utilizzare un computer e ai poco esperti in materia di acustica.


A chi si rivolge l'Anti-Mode 2.0 Dual Core?


È la soluzione ideale per l’appassionato che ha una bella coppia di Infinity IRS, che non ama molto il PC e affini ma vuole comunque dare una sistemata a quelle fastidiosissime risonanze che fanno vibrare i vetri delle finestre, ma che allo stesso tempo non ha né voglia né tempo di mettersi a smanettare con ingombranti “bass trap” et similia, dall’estetica a volte anche discutibile.


Al contrario, non lo consiglierei al fortunato possessore di una coppia di Rogers LS 3/5 perché onestamente ci sarebbe ben poco da correggere per ovvie limitazioni alle basse frequenze del diffusore stesso.


Queste le impressioni dell’amico Mauro:


“La prima cosa che bisogna sconfiggere è l'abitudine. La maggior parte di noi si è assuefatta, nel tempo, al suono del proprio impianto nell'ambiente domestico dove con tanta cura è stato allocato e posizionato. Un cambiamento abbastanza 'forte' come quello introdotto da questo DSPeaker-Anti-Mode 2.0 Dual Core inizialmente può spiazzare e risultare anche poco gradevole perché – è strano dirlo – alla fine anche sui difetti abbiamo plasmato il nostro gusto. Passato il primo momento di sconcerto è bene iniziare a ragionare e analizzare il risultato di quel Room Response che l'apparecchio ha rilevato. L'equalizzazione agisce tra 0 e 500 Hz e, nelle tre situazioni che avuto modo di provare (due impianti e due diversi posizionamenti delle casse), la cosa più eclatante è stato un distinto asciugamento della gamma bassa. Questo permette sicuramente un miglior dettaglio strumentale e la possibilità di alzare il volume un po' oltre a quello che normalmente siamo abituati a fare. In alcuni casi anche la scena è risultata più ampia. Ritorno sul fatto che l'apparecchio sia facile e intuitivo da utilizzare, alla fine ci sono riuscito anch'io che normalmente sono abituato alla "fisicità" dell'audio squisitamente analogico. Auspicabile un'evoluzione DSPeaker in un completo all-in-one, in grado di gestire autonomamente file musicali da memoria di massa, magari dotandolo di un display un pochino più grande... sapete, con l'età che avanza! Le prestazioni del DAC interno sono a mio giudizio più che onorevoli, molto lineare nella risposta e piacevole, peccato la limitazione in USB a 48/24. Un appunto: l'alimentazione di serie mi è sembrata al di sotto della qualità generale dell'apparato. La sostituzione del piccolo switching da muro con una semplice batteria 12V al piombo ha dato risultati sensibili di miglioramento soprattutto in gamma medio bassa.”


Caratteristiche tecniche dichiarate dal produttore

Ingressi: 2 RCA, 2 XLR, 1 Toslink S/PDIF, USB, datalink, connettore alimentatore
Uscite: 2 RCA, 2 XLR, 1 Toslink S/PDIF, jack per il microfono.
DSP Cores: 1 x VS1000, 2 x VS8053 IceDragon
Processore: 40-bit, 2 canali
Filtri DSP: Anti-Mode 2.0 Multi-Rate, House Curve filter, Linear-Phase Tilt, Parametric EQs, Adjustable Infrasonic, Adjustable cross-over
Range dinamico: > 108dB
Controllo del volume a step: 0.5 dB
Sensibilità Ingressi: XLR 3.9/7.9 Vrms, RCA 2.5/5.0 Vrms
Tensione d’uscita: RCA 7.2 Vrms max, XLR 14.4 Vrms max
Misure: 236x55x146mm LxAxP


Prezzo di listino per l’Italia alla data della recensione: 899,00 euro

Distributore ufficiale per l'Italia: al sito AV Solutions

Sistema utilizzato: all'impianto di Francesco Taddei

 

 

DIRITTO DI REPLICA | LA PAROLA AL PRODUTTORE
Thanks for the review.
Only thing I would like to point out is that the single most important setting that sometimes needs to be adjusted after calibration is a setting called "Compensation". It is found in the Audio settings menu.
It adjusts the whole corrected range compared to the uncorrected range. If anyone feels the bass is lacking after calibration, it is this setting that they should increase to get the bass level they are accustomed to. I would really appreciate if this could be mentioned as there is no need to even explore the PEQs or House curve, as it's this "Compensation" setting which affects the total level of the perceived bass.
Best regards,
Toni Liitola

di Francesco
Taddei
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