ReMusic compie dieci anni

22.06.2021

NdR | Fedele al proprio understatement, la redazione si spende in poche e misurate parole su un grande traguardo simbolico, che va comunque onorato. Grazie quindi a tutti – redattori e lettori, produttori e distributori, amici e nemici – e avanti così...

 

Nella vita di ognuno alcune cose accadono perché ci s’impegna fortemente per farle accadere. Altre, nonostante tutti i nostri sforzi, non accadranno mai. Altre, infine, saranno figlie solo del caso.

Queste ultime rappresentano delle anomalie, dei punti di singolarità, che talvolta, in virtù della loro imprevedibilità, hanno forza sufficiente per modificare le nostre abitudini e per reclamare con veemenza uno spazio nella nostra vita.

 

Questo è quanto accadde al sottoscritto un paio di anni fa quando Giuseppe Castelli mi telefonò per la prima volta – non ci conoscevamo personalmente e non c’eravamo mai parlati prima – per chiedermi se fossi interessato a unirmi alla famiglia ReMusic, un evento del tutto inatteso, non cercato, e per questo ancora più piacevole. Se la memoria non m’inganna, ma non credo, perché ho una particolare abilità nel ricordare anche dopo molti anni le singole parole usate dal mio interlocutore in una conversazione, ricordo che fece espressamente uso del termine famiglia. Niente di particolarmente originale, anzi, un concetto abusato in ambito lavorativo, in politica, nello sport. Quello che mi colpì fu il modo con cui pronunciò quella parola, un misto di affetto, orgoglio e tristezza. Sì, anche tristezza: era come se l’averla nominata gli avesse riportato alla mente accadimenti non felici in cui l’integrità di quest’ultima era stata messa in discussione. Ricordo fu una lunga telefonata, credo che la scintilla scattò già dopo pochi minuti, così fu per me, e mi piace pensare che la cosa sia stata reciproca. NdR | Conferma esplicita. Si parlò ovviamente della passione che ci accomunava, ma anche di altro. In verità parlammo di tante cose, di tutto!

 

ReMusic la conoscevo già, e da lettore l’ho apprezzata fin da subito per lo spazio che dedicava alle immagini. Spesso si trattava di “ambientate”, ossia di fotografie che ritraevano gli apparecchi in prova in casa del recensore – ma penso sia più rispettoso chiamarlo appassionato – di turno. Come per le immagini anche le recensioni, alcune più, alcune meno, erano scritte con un linguaggio diretto, spigliato, talvolta senza filtri, da appassionati per appassionati. La scelta degli apparecchi di cui scrivere, poi, era sempre originale, intrigante. Come non mi accadeva più dai tempi in cui smisi di acquistare riviste, mi ritrovai ad attendere con impazienza la prossima “prova”.

 

Ora che ne faccio parte ne apprezzo le qualità che prima, da lettore, potevo solo supporre, ipotizzare. Il rispetto dell’altrui opinione, la libertà di espressione, la qualità, l’anticonformismo. Potrei continuare per un po’ fino a risultare stucchevole, ma è quello che ho trovato in ReMusic e nelle persone che la compongono.

Mi auguro che ci legge possa condividere il mio sincero apprezzamento per quanto fatto da ReMusic in questi dieci anni con la stessa passione che accomuna tutti noi, chi legge come chi scrive. Da appassionati per appassionati.

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