ReMusic intervista Alberto Guerra di AGD Production

04.06.2020

Oggi intervistiamo Alberto Guerra, CEO di AGD Production, non tanto per il suo recente e fuminante exploit nel mondo delle moderne amplificazioni audio, ma per la sua precisa e documentata esperienza nel settore dei semiconduttori di potenza. Abbiamo già presentato i finali AGD Vivace qui e i The Audion qui. Ricordiamo ancora la competenza di Alberto con il suo CV aggiornato qui e partiamo con le domande riguardanti il tema dell'intervista, che è il seguente: perché è ormai un dato di fatto che nelle amplificazioni audio in un futuro non lontano resterà solo la classe D, o una prossima superiore.

 

Prezzo Sanken 2SA1295

 

 

Il prezzo riscontrato alla data di uscita dell'articolo di un classico transistor singolo bipolare - BJT, PNP, Sanken 2SA1295, ormai fuori produzione.

 

Domanda: Alberto, da qualche tempo a questa parte sento che i produttori di amplificazioni a stato solido hanno difficoltà a reperire i “classici” componenti finali del settore, quali ad esempio i transistor bipolari o le “saponette” Sanken. Me lo confermi? Cosa puoi dirci a riguardo?

Alberto Guerra: Tutti i componenti elettronici hanno una vita produttiva ben definita. Lo sviluppo tecnologico e la competizione sono gli elementi che guidano le decisioni delle aziende sulla convenienza economica nel mantenere linee produttive, disponibilità e, ovviamente, prezzi.

La “Golden Age” dei bipolari è ormai passata da trent’anni e le tecnologie produttive di questi prodotti hanno enormi difficoltà nell’essere mantenute, questo sia in termini di impianti ormai obsoleti per macchinari e processi, di know-how di tecnici e ingegneri e anche ovviamente del materiale di base nelle dimensioni dei wafer di silicio, che non sono ormai più disponibili. Insomma, tutta la supply chain del prodotto diventa sempre più difficile da sostenere, anche a fronte di una forte riduzione della domanda.

 

2N3055

 

Un transistor bipolare originariamente non pensato per l'audio, il 2N3055 PO3, ma con il suo complementare MJ2955 è nato l'Hi-Fi moderno e popolare grazie alla loro implementazione sull'integrato NAD 3020.

 

Domanda: Il mercato globale ci spinge a pensare di poter avere tutto quanto conosciamo ed è stato pensato e prodotto nei decenni della modernità, quelli post-bellici, sempre e comunque. Anche solo in questo periodo sono disponibili repliche e cloni di giradischi, radio vintage e registratori a cassette. Alcuni produttori lavorano persino a nuovi registratori a nastro. Questo è possibile anche con i loro componenti come i transistor finali di potenza o MOSFET storici?

Guerra: Ovviamente non è possibile per i componenti a semiconduttore. Le infrastrutture necessarie per mantenerne la continuità produttiva non possono essere mantenute o riprodotte una volta dismesse. Quindi una volta esaurite le scorte non ci sarà più alcuna possibilità di riprenderne la produzione.

 

Domanda: Molto interessante. Cosa succede, allora, quando vediamo una “replica” di un apparecchio, o un suo remake, o una rivisitazione, a distanza di anni o decenni? Stiamo guardando e magari acquistando una sua “simulazione”, cioè un circuito nuovo come disegno e componenti, che però “fa finta” di essere quello originale? O, ancora peggio, secondo la tua opinione di tecnico del settore ne resta solo il nome?

Guerra: Dipende, ci sono varie possibilità. A volte esiste una legittimità, assicurata da un brand riconosciuto, altre volte – molte volte – solo la parte estetica del prodotto ha l’unica veridicità con il prodotto originale.

Ma bisogna comunque fare dei distinguo.

Per esempio, nel caso dei circuiti a discreti è praticamente impossibile reperire i componenti originali dopo 30 o 40 anni. Quindi il circuito, se viene duplicato, sebbene identico da un punto di vista di schema elettrico, non potrà che essere diverso per quanto riguarda le caratteristiche complessive. Ho detto “diverso” e non ho espresso un giudizio qualitativo poiché, a volte, i nuovi componenti usati potrebbero essere decisamente migliori rispetto a quelli prodotti con tecnologie obsolete di decenni passati. In ogni caso, una copia è una copia e non potrà mai avere il valore del prodotto originale.

 

Fake 2N3055

 

Cercare i componenti vintage ha anche dei rischi, qui un fake del 2N3055.

 

Domanda: Siamo abituati a pensare che le valvole, quelle NOS ad esempio, abbiano virtualmente le stesse caratteristiche e offrano le stesse prestazioni di quando sono state realizzate: si può dire la stessa cosa dei componenti a stato solido di produzione datata?

Guerra: Questo vale certamente per i semiconduttori, ma gli effetti dello stoccaggio in ambienti umidi o corrosivi può avere impatti nefasti sulla loro usabilità pratica. Ad esempio, le metallizzazioni soffrono la corrosione, i contenitori plastici possono essere affetti da delaminazioni causate da cicli di temperatura e di conseguenza l’ermeticità del prodotto viene compromessa. Quando questo succede, la contaminazione e corrosione del chip all’interno è praticamente garantita, e quindi la funzionalità compromessa e ovviamente anche l’affidabilità.

Se però i componenti sono stati mantenuti correttamente, certamente le caratteristiche originali non saranno alterate al momento del loro impiego. La vita dei semiconduttori come ho detto è di ordini di grandezza superiore a qualsiasi prodotto elettromeccanico. Stiamo parlando di secoli...

 

Domanda: I transistor quindi hanno un comportamento diverso se sono stati veramente utilizzati o semplicemente immagazzinati? Certamente esiste la classica curva di mortalità, ad esempio.

Guerra: Sì, ovviamente, nel caso siamo stati utilizzati e se hanno appunto superato la parte iniziale della curva, quella della mortalità infantile, il componente si trova a operare nel plateau della curva e pertanto nella condizione di stabilità, il cui periodo è appunto misurato in decenni come minimo.

 

2SK175 Hitachi

Inventati dai Bell Labs, un esempio di MOSFET, il 2SK175 e il suo complementare 2SJ50 sviluppati da Hitachi soprattutto per il campo audio e che hanno fatto la fortuna di prodotti storici, come gli ampli della neozelandese Perreaux.

 

Domanda: Ma esistono ancora aziende, fabbriche o linee produttive per questo genere di componenti?

Guerra: Al contrario delle valvole, per le quali nel corso degli anni '70 sono state letteralmente trasferite tutte le vecchie linee produttive dai paesi occidentali a quelli al tempo in via di sviluppo, così non è stato per molti componenti a semiconduttore, in questo caso bipolari, in quanto i costi di trasferimento non avevano alcun senso economico. E pertanto, una volta dismesse le produzioni, non c’è stata nessuna continuità nella supply chain. ON Semiconductor e Sanken ad esempio, hanno ancora in catalogo qualche referenza di decenni fa, ma il loro numero è praticamente minimo e i prodotti storici a brand Motorola - ora ON Semiconductor, Sanken, Sanyo o Toshiba sono letteralmente estinti.

 

Domanda: E cosa accade al suono di questi apparecchi se usiamo componenti nuovi, non avendo altro, nelle vecchie architetture? Ad esempio, un classe A o AB fatto adesso si comporta in modo differente dall’originale di 40 anni fa realizzato con i componenti di allora? Questo discorso vale anche per le riparazioni, naturalmente.

Guerra: Il suono è il risultato dell’effetto di molti componenti, sia attivi che passivi. Oggi le tecnologie dei materiali sono avanzatissime rispetto a quelle di decenni fa e, ovviamente, se nel design o re-design di un vecchio schema si fa leva su questo avanzamento il risultato non potrà che essere positivo. Purtroppo, però, se la cosa è sicuramente vera per la stragrande maggioranza dei componenti passivi, ad esempio condensatori e resistenze, potrebbe non esserlo per i componenti attivi se sostituiti con nuovi part number con caratteristiche intese dal produttore per operare in commutazione e non in lineare, oppure sostituiti con altri con caratteristiche termiche non adeguate, ad esempio package differenti. Quindi bisogna sempre capire quali compromessi il designer ha scelto per utilizzare cosa attualmente è disponibile.

 

 

12AT7 RCA Black Plate

 

Le valvole NOS o NIB, New Old Stock o New In Box, non sono illimitate per definizione, qui una delle più apprezzate, la 12AT7 RCA Black Plate.

 

Domanda: Le valvole sono tornate e resteranno come nicchia-nella-nicchia di mercato. I transistor bipolari e molti MOSFET storici non sono più prodotti, stanno finendo – se non sono realmente già scomparsi – e non verranno più prodotti. Cosa resterà del passato o cosa ci riserva il futuro nel campo dei dispositivi/componenti di amplificazione audio?

Guerra: L’innovazione non si può fermare e sono più che convinto che l’impatto delle nuove tecnologie nel campo audio non potrà che essere positivo. Le tecnologie dei materiali, dei semiconduttori di potenza, nei circuiti integrati non potranno che portate ulteriori miglioramenti e sostanzialmente continuare nella missione di una riproduzione sempre più realistica del messaggio musicale.

 

Domanda: La classe D è quindi praticamente inevitabile? Resterà solo quella, come fosse Highlander? O si andrà oltre?

Guerra: Credo che la classe D, con le sue variazioni topologiche, sarà sempre più dominante, sia perché intrinsecamente migliore come linearità by design, che per la compattezza, per non dimenticare l’impatto sulla dissipazione di potenza, cioè l’efficienza. Inoltre, credo che la riduzione delle dimensioni dei sistemi di amplificazione, grazie alla quasi completa eliminazione dei dissipatori e la possibilità di utilizzare sistemi di alimentazione più avanzati darà più mano libera agli industrial designer nel creare prodotti con design alternativi.

 

Domanda: In conclusione, cosa possiamo dire allora a chi rifiuta a priori o quasi le nuove architetture di amplificazione? Questi “puristi” hanno ragione ad affermare che i nuovi finali sono “senz’anima” o che addirittura vanno a privare il suono di componenti o particolari che invece con le soluzioni classiche, a detta loro, venivano resi?

Guerra: Forse dovremmo invitarli a usare dei cotton fioc? Scherzo, ovviamente, ma non troppo. Che dire: personalmente le prese di posizione “assolutiste” non le ho mai capite. La tecnologia e la scienza non sono un dogma e pensare di rimanere legati a sistemi con il 15% di efficienza e vita operativa effettiva di qualche centinaio di ore non è una scelta sostenibile ovviamente. Il problema non è nella mancanza di “anima” in un prodotto, piuttosto nella capacità dei designer di creare un oggetto ben suonante, a prescindere dalla topologia, per capire gli elementi che correttamente influenzano la qualità del suono e interpretarli scientificamente, fisicamente, elettronicamente e non in forma “esoterico-taumaturgica”.

Le competenze o ci sono o non ci sono.

Quindi, ai sedicenti puristi, per usare uno stile alla De Luca suggerisco di non rintanarsi dietro a un dogma, quando in realtà, con un po’ di umiltà, considerazione e curiosità, si possono fare delle scoperte illuminanti in campo audio.

 

 

Per ulteriori info: al sito AGD Production

di Giuseppe
Castelli
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