Cantico è una delle tante piccole ma belle imprese che ancora oggi, con decisione, positività e propositività, e già questo non è poco, popolano il mondo dell’alta fedeltà Italiana.
Cantico è frutto delle idee e della caparbietà di una persona disponibile, appassionata e preparata con cui parlar di apparecchi e diffusori è cosa sempre piacevole: Germano Ricci.
Dato questi presupposti e visto che questo articolo segna il primo incontro ufficiale di ReMusic con Cantico, mi è sembrato opportuno iniziare con un’ampia intervista che possa meglio introdurre le idee che stanno alla base della filosofia Cantico in generale e del progetto delle Cx8 2012 in particolare, di cui parliamo in questa sessione di ascolto.
Domanda: Germano, come nasce il “Signor Cantico”? Da che esperienze professionali e come sei giunto alla progettazione?
Germano Ricci, Cantico: Grazie, il “Signor Cantico”, cioè il sottoscritto, nel mondo dell'alta fedeltà entra a tredici anni, quando al posto del motorino chiede in regalo l'impianto stereo e questo era già un ovvio segno di squilibrio… Preistoria a parte, la mia azienda apre i battenti nel ‘99, dopo sette o otto anni di "apprendistato" ai tempi dell'università, passati fra ascolti, autocostruzione e produzione di elettroniche custom per diversi clienti, clienti che ancora oggi vengono da me e che non hanno ancora "mollato" quelle amplificazioni.
Aperta ACME Elettronica nel ’99, i primi prodotti audio sono stati un paio di kit per l'autocostruzione di un piccolo ampli single ended a triodi e un diffusore monovia in linea di trasmissione. L'audio "commerciale" si è aggiunto più tardi, circa tre anni dopo. Nel frattempo, progetti su progetti: elettroniche, una sequela di diffusori monovia, poi trombe a vario titolo, diverse evoluzioni dei Klipsch storici quali Heresy, La Scala e le Horn, e un po' di esperimenti con i coassiali Tannoy dei tempi d'oro.
La mia esperienza come "audiofilo" standard si è esaurita molto presto: dopo un paio di impianti "commerciali" e facendo riparazioni per conto di alcuni negozi dell'epoca mi sono reso conto di come a volti conti più il marketing che non la qualità del prodotto. Forse proprio questa esperienza mi portato a cercare sempre la qualità costruttiva e progettuale.
Domanda: Spesso capita che chi si accosta alla progettazione e alla realizzazione lo faccia perché sente di non riuscire a trovare sul mercato qualche cosa che nella stessa fascia di prezzo sia come lui vuole… O hai pensato “voglio fare a modo mio e magari anche meglio”?
Ricci: La spinta alla realizzazione di qualcosa che non c'è la sento sempre e comunque. In questo caso mi piaceva l'idea di dare corpo a una serie di progetti maturati negli anni, pensati per mettere un po' assieme certe caratteristiche dei diffusori ad alta efficienza con esigenze dimensionali un po' più attuali. La soluzione che mi è sembrata evidente è proprio quella del coassiale, certo, non un oggetto alla Tannoy e neppure quei "mostri" che uniscono un tweeter a cupola a un cono tradizionale: quelli non hanno certo le caratteristiche di un driver a compressione... Ho provato una serie di componenti, compresi quelli utilizzati da WLM, fino ad approdare al componente in uso. Acquistiamo l'unità base da B&C, probabilmente al momento il miglior produttore di altoparlanti pro che abbiamo in Italia e uno dei più apprezzati a livello mondiale, quindi ne modifichiamo le caratteristiche per adattarsi ai nostri utilizzi. In questo modo si possono unire le migliori caratteristiche degli altoparlanti ad alta efficienza, quali velocità, finezza di grana, quantità di informazione, articolazione e risoluzione armonica, a strutture di dimensioni relativamente compatte. Certo il suono non è da audiofili di primo pelo, ci rivolgiamo a un pubblico con esigenze di alto livello, indipendentemente dal prezzo di vendita degli oggetti.
Domanda: Quali sono i tuoi riferimenti? Insomma tutti ne hanno, di certo non sei partito con nelle orecchie, che so, le Maggies...
Ricci: I miei riferimenti… Beh, certi sistemi a tromba di alto livello, sicuramente i Tannoy antichi per il loro modo affascinante di suonare. Certi monitor da studio inglesi, ti citerei i Quested che possiedo. Certi antichi altoparlanti a larga banda per la loro naturalezza, poer esempio hai mai sentito parlare di certi altoparlanti ad alta impedenza? E poi le Klipsch, nel bene e nel male, che ho smontato e rimesso in sesto nel tempo. E poi LS3/5A e le Martin Logan CLS ognuna a suo modo un riferimento. Ti potrei poi elencare tutto ciò da cui preferisco stare alla larga, ma mi sembra indelicato...
Domanda: Quali, alla partenza i tuoi intenti, le tue mete?
Ricci: Se parliamo in generale della riproduzione, allora è semplice: tutti i progetti Cantico sono partiti dalla realizzazione di un monitor da studio per riascoltare dei master registrati dal vivo, che venivano letteralmente uccisi dai monitor "tradizionali", per non parlare dei diffusori Hi-Fi. Ecco, l'obiettivo sarebbe quello di smettere di uccidere la musica. Tutto qui.
Domanda: Senti di averlo raggiunto? Puoi rispondermi anche con un politicamente corretto “no”, va bene lo stesso, in fondo del viaggio il bello è il viaggio stesso, giusto?
Ricci: Hai ragione, il viaggio è la parte interessante. Soprattutto quando la meta di per se è irraggiungibile... Stando coi piedi per terra, ti dirò onestamente che nell'ambito dei relativi prezzi di vendita trovo che i vari Cantico facciano davvero un ottimo lavoro e, soprattutto, che facciano il lavoro "giusto". Se poi vogliamo parlare di un diffusore come la Cx15, allora ti dirò che considero il risultato davvero interessante in assoluto. Chiaramente, si guarda sempre oltre…
Domanda: Veniamo alle Cx8: sul tuo sito le definisci come “due vie coassiali con rinforzo sui bassi e configurazione a doppia linea di trasmissione proprietaria”, una definizione precisa, quantomeno compatta. Potresti per piacere szippare il concetto in una descrizione un po’ più articolata del progetto?
Ricci: Il Cx8 è un diffusore decisamente "fuori standard" sotto molti punti di vista. Prima di tutto si tratta di un apparecchio pensato per chi vuole ascoltare la propria musica, non importa quale sia il genere, nel modo più naturale possibile, scevro di tutte quelle caratteristiche "audiophile" che caratterizzano la totalità dei progetti attuali.
Come progetto mirato alla qualità sotto ogni aspetto prevede cabinet in MDF e massello di legni italiani con spessori dai 30 ai 38 mm con rinforzi interni in MDF da 30 mm, altoparlanti customizzati derivati dalla migliore produzione professionale nazionale, crossover con componentistica di alta gamma caratterizzato da bassissime perdite elettriche e cablaggio realizzato in con Litz Cardas ad alta purezza.
Alla base di tutto risiede un progetto il cui affinamento è durato anni con un approccio molto pragmatico e "solido" che ha coinvolto tutte le metodologie a nostra disposizione, dalla simulazione al computer, alle misure, a lunghe sedute d'ascolto. L'obiettivo fin dall'inizio è stato quello di realizzare un diffusore fuori moda, anzi "fuori dalla moda", che, come un abito sartoriale di tessuto pregiato, possa accompagnare il possessore per il quale lo stile è più importante del trend.
Fondamentalmente si tratta di un due vie, con il coassiale che copre la quasi totalità dello spettro audio: dai 2kHz in su se ne occupa il driver a compressione, sotto i 2KHz lavora la “parte woofer”. A supporto del woofer principale, che non è tagliato in basso, solo sotto i 100 Hz e con una pendenza di taglio molto dolce entra in funzione il woofer posteriore che fornisce energia solo a supporto dell'estremo basso. I due woofer lavorano nella stessa camera di compressione da cui partono due linee di trasmissione a sezione variabile. La linea principale che termina nell'apertura frontale emette all'esterno fornendo un'estensione fino a circa 40 Hz misurati in ambiente e non contiene materiale di riempimento per non abbatterne l'efficienza. La seconda linea ha un'estremità chiusa e si sviluppa all'interno del cabinet; la sua funzione è quella di linearizzare l'emissione della linea principale con un' azione esclusivamente acustica risonante, che non prevede quindi l'introduzione di perdite elettriche nel crossover o meccaniche in forma di materiali assorbenti all'interno delle linee stesse. Come puoi vedere dalla documentazione che ti ho dato, il sistema di caricamento D3L, pur somigliante nelle forme a un TQWT ha un funzionamento profondamente diverso da quest'ultimo e, di fatto, fornisce risultati totalmente differenti. Una roba così complicata mi è venuta in mente perché volevo un sistema compatto, con le prestazioni di un'alta efficienza a tromba...
Cercando la velocità e l'efficienza, di solito, tocca sacrificare la gamma bassa dovendo usare equipaggi mobili molto leggeri e magneti potenti. Da qui la necessità di studiare un caricamento particolare che permettesse di ricavare una gamma bassa realisticamente estesa da altoparlanti, che strettamente parlando, sono dei midrange in quanto a parametri di funzionamento e, di conseguenza, così rendono anche come risposta ai transienti, articolazione, dettaglio, velocità, realismo nelle dinamiche, ecc.
Domanda: Come nasce il progetto delle Cx8? Quali sono i punti focali su cui ti sei concentrato maggiormente?
Ricci: Cx8 è nato da un'insoddisfazione, una mancanza... Abbiamo diffusori moderni privi di anima e diffusori di grande tradizione dal suono terribilmente affascinante ma privi di quella vitalità che reputo importante per un ascolto davvero completo. Ecco, Cx8 è nato da un'idea di suono prima di tutto. Un suono dinamico e vitale, preciso a livelli monitor, ma musicale e godibile all'infinito.
Semplice? non proprio. Ecco perché la complessità del progetto ci ha portati a studiare un sistema di caricamento per la via bassa del tutto esclusivo, il D3L per un altoparlante del tutto "fuori standard" come il coassiale custom che utilizziamo. Visti, anzi, ascoltati i primi risultati è nata l'esigenza di farne un diffusore di gamma elevata dotandolo di quegli accorgimenti che "fanno la differenza", come un cablaggio di alta qualità, una selezione accuratissima dei materiali smorzanti all'interno del cabinet, differenziati a seconda del posizionamento e, quindi, della funzione e la costruzione stessa del cabinet, volta a ottimizzare il funzionamento senza perdite delle linee di trasmissione.
I punti focali sono essenzialmente un fondamentale realismo delle micro e macro dinamiche senza compressione agli alti livelli e perdite sui pianissimi, una grande velocità di risposta ai transienti grazie alle bassissime perdite nel sistema, una timbrica volta alla precisione e alla naturalezza senza le enfatizzazioni tipiche dei diffusori moderni agli estremi banda, il voluto non utilizzo del bass reflex e la grande capacità di focalizzazione e ricostruzione della scena naturale e mai enfatizzata, apportata esclusivamente dagli altoparlanti coassiali.
Domanda: Tra le varie caratteristiche si nota che le Cx8 sono nate con il bypass per un supertweeter di cui però sul sito non proponi o consigli alcun modello, presumo che sia ancora in studio: a che punto sei?
Ricci: La Cx8 è nata per l'utilizzo in abbinamento al supertweeter ultrasonico Murata che non è attualmente in produzione ormai da anni. Ho valutato nel frattempo una mezza dozzina di alternative senza trovare il giusto candidato alla successione. In questi giorni sto prendendo accordi con Mundorf per iniziare lo sviluppo di un trasduttore AMT dipolare ad hoc da 30KHz, che dovrebbe arrivare ai livelli di velocità necessari per interfacciarsi correttamente al tweeter a compressione di cui le Cx8 sono dotate. Se la sperimentazione darà i frutti sperati dovremmo avere il supertweeter definitivo per l'inverno.
Per ulteriori informazioni: al sito Cantico