Sulla riproduzione del suono

14.06.2024

Mi occupo da parecchio tempo di suono in forme diverse, sia per quel che riguarda l’azione del suonare uno strumento e comporre musica, sia per la registrazione della stessa e infine della sua riproduzione.

Questo ultimo aspetto riguarda la progettazione e realizzazione di sistemi di amplificazione e di altoparlanti di qualità. Voglio quindi condividere alcune riflessioni sui sistemi per amplificare il segnale delle sorgenti e sui sistemi di altoparlanti per trasformare questo segnale elettrico amplificato nuovamente in onde sonore.

Per quello che la mia esperienza mi ha insegnato, un segnale elettrico di una sorgente, sia questa di un microfono, di un giradischi, di un convertitore digitale analogico, ecc. necessita di una serie di modifiche e adattamenti per poter poi essere inviata a degli altoparlanti. Si tratta in pratica, per i segnali di “linea”, di essere elevati come livello e di essere forniti di sufficiente energia per pilotare adeguatamente i nostri diffusori. I segnali provenienti da un microfono necessiteranno di un ulteriore guadagno, mentre quelli che arrivano da un giradischi, oltre al maggior guadagno, necessitano pure di una equalizzazione che compensi una maniera specularmente inversa quella adottata all’atto della realizzazione del disco.

Bene, ho potuto notare che, ad esempio in un amplificatore integrato, più il percorso del segnale – pur elevandolo e trattandolo come serve – è semplice e lineare, meno componenti quindi attraversa, più questo conterrà le informazioni che aveva all’ingresso.

Con questo non voglio dire che apparecchi complessi, ben progettati e realizzati, non possano suonare bene. Tutt’altro! Però rispetteranno meno il messaggio che gli è stato fornito, rispetto appunto a un circuito parimenti realizzato, ma di tipologia più semplice.

Questo vale anche per i diffusori… Resta evidente che un segnale che debba attraversare uno stuolo di induttanze, resistenze, condensatori e quant’altro per essere poi indirizzato a quattro, cinque, “N” altoparlanti, sarà naturale e pulito quanto l’acqua del Lambro! - NdR | Fiume tristemente noto per il suo livello di inquinamento.

Allora bisogna decidere quale filosofia nella riproduzione del suono adottare, quella in cui tutto “strumentalmente” è perfettamente controllato. O quella opposta, in cui si semplifica tutto al massimo, accettando anche una certa limitazione tecnica, pur di modificare il meno possibile il nostro segnale. Oppure una delle infinite vie di mezzo.

Dalle mie ricerche posso dire che, sia una circuitazione semplice all’estremo, sia una via di mezzo ragionevolmente semplice, mi hanno sempre fornito i migliori risultati, soprattutto a livello emozionale e di veridicità del messaggio musicale. Eh, sì… Perché è l’emozione che ci procura e la credibilità di quello che stiamo sentendo che fanno la differenza tra un ascolto, anche valido – ma che in qualche modo ci tiene a distanza – e uno che ci coinvolge completamente, sospendendo le funzioni critiche sull’impianto e trascinandoci interamente nella musica, caratteristiche che sono le guide dei miei studi.

Certamente stiamo sempre parlando di progetti di alto livello e realizzati a regola d'arte, in cui la semplicità non è sciatteria progettuale, ma anzi filosofia guida per l'ottenimento delle migliori prestazioni, che devono esserlo anche strumentalmente.

A proposito quindi di prestazioni elettriche, è evidente che nel momento in cui stiamo parlando di oggetti atti a riprodurre la musica, questi, entro certi limiti, non debbano stravolgere il segnale elettrico, che poi, una volta ricomposto, sarà appunto la musica che ci interessa. Quindi una giusta misura di prestazioni strumentali è necessaria, ma non è l'obiettivo. In pratica è inutile, ad esempio, avere una banda passante da strumento di misura, quando poi il messaggio musicale, anche con tutte le sue armoniche non supera i 15-16 kHz… Però una buona risposta in frequenza, il mantenimento di una fase corretta e soprattutto la capacità di esprimere una dinamica elevata, il più possibile vicina a quella degli eventi reali riprodotti, è assolutamente indispensabile per ottenere prestazioni musicali elevate. Dirò di più, l'attento studio e messa a punto della distorsione e del suo spettro armonico sono fondamentali per avere un oggetto realmente ben suonante.

Per ulteriori info: al sito Alchimista Audio

di Claudio
Piovesana
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