Nell'immagine principale, Sir John Eliot Gardiner © Chris Christodoulou
Questo concerto ha suscitato un interesse particolare per la partecipazione di una star del mondo musicale, Sir John Gardiner, in quanto rappresenta uno delle prime tappe del suo ritorno sul podio dopo la decisione di ritirarsi dalle attività concertistiche. Gardiner deve la sua notorietà fin dagli inizi degli anni ’70, in quanto mente e direttore del Monteverdi Choir e della sua Orchestra, creati rispettivamente nel 1964 e 1968. Le sue attività musicali da allora sono state innumerevoli, per lo più incentrate prima sulla musica antica poi barocca e classica e sulla esecuzione di questa con strumenti originali, in nome della filologia e della prassi esecutiva di quelle epoche, molto ben documentate online da numerosissime testimonianze e filmati.
In questi due concerti della stagione concertistica 2024-2025 della Tonhalle di Zurigo non ha diretto una delle sue orchestre, l’ultima delle quali fondata l’anno scorso, la Constellation Choir & Orchestra, bensì l’Orchestra della Tonhalle, che conosce da diversi anni essendo ormai ospite abituale a Zurigo. Ciò che mi ha intrigato, però, è stata la scelta del programma musicale, incentrato sul periodo romantico e post-romantico, questo, per un barocchista DOC come lui per me è davvero particolare, specialmente vedendo spuntare nel programma una sorprendente sinfonia di Sibelius dopo due brani di Ludwig van Beethoven
E così il concerto si è aperto con l’Ouverture Egmont dell’uomo di Bonn. L’organico è di un ottavino, due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, quattro corni, due trombe, timpani e archi. La disposizione orchestrale vede gli archi in semicerchio, da sinistra a destra, i primi violini, i violoncelli, le viole e i secondi violini a destra. Dietro gli archi in prima fila i legni con a centrosinistra i flauti e a centrodestra gli oboi. Subito dietro a questi, due corni a destra, i clarinetti più in centro e i fagotti più a destra. Nella fila successiva da sinistra, i rimanenti due corni, trombe in mezzo e i timpani a destra. Poi in fondo all’orchestra allineati i contrabbassi, sempre più presenti nelle disposizioni orchestrali più datate che ho sentito.
Basata sulla storia eroica del conte di Egmont, l’ouverture riflette in pieno lo spirito beethoveniano, con passaggi potenti quanto espressivi. Gardiner ha fatto suonare l’orchestra della Tonhalle, a parte i violoncellisti, in piedi, come usavano le orchestre del periodo barocco. L’interpretazione è stata caratterizzata da un ritmo ben evidenziato e da una lettura precisa e chiara della partitura. Le prime battute, un Sostenuto ma non troppo, mi parevano eseguite con un lieve carattere melancolico anche se i passaggi marcati erano ben incisivi. Passando all’Allegro ecco un cambiamento radicale, con un ritmo veloce che scandiva l’alternarsi di passaggi potenti oppure dolci e marcati, giocando sulla dinamica. È stata una bella interpretazione, che mi ricordava le sue registrazioni delle sinfonie di Beethoven con l’Orchestre Révolutionnaire et Romantique, seppure con strumenti moderni e non dell’epoca.
Il secondo brano del programma della serata è stato il Concerto per piano e orchestra n. 1 in do maggiore op. 15 di Beethoven. Esso può essere considerato il predecessore dei concerti sinfonici, quindi per una orchestra con un organico più grande di quelli di quel periodo. Seppure Beethoven si fosse inspirato alla Prima Scuola di Vienna, quella che definiva il cosiddetto classicismo a cui appartenevamo Haydn e Mozart, già in questa composizione giovanile si intravede però lo stile personale di Beethoven, caratterizzato da contrasti talvolta aspri e da una straordinaria precisione nel disegno ritmico. Inoltre, Beethoven era tecnicamente molto più avanzato al pianoforte rispetto ai suoi colleghi di Salisburgo e componeva per musicisti di elevata qualità esecutiva. Il risultato è un concerto con una parte solistica potente e brillante, che richiede doti pianistiche tutt’altro che semplici. Il solista, in questo caso, è stato il polacco Piotr Anderszewski, che si era già messo in evidenza nel mondo internazionale fin dagli anni ’90, eseguendo recital nei maggiori teatri e concerti con le più famose orchestre e direttori. Infatti, è presente una sua valida discografia, oltre all’aver ricevuto diversi riconoscimenti e premi. Durante l’esecuzione del primo concerto per pianoforte di Beethoven ha dimostrato la sua capacità tecnica e interpretativa, affrontando molti passaggi in modo meditativo pur tenendo un’articolazione marcata, senza scadere nel romantico più bieco con la quasi mancanza di ampi o corti respiri e mettendo invece in risalto una notevole quantità di sfumature finissime. Ho avuto la netta percezione di un contrasto fra la sua interpretazione e quella di Gardiner, più potente, brillante, marcata, esteriormente energetica ma anche più fluida, come quella con cui esegue le sinfonie di Beethoven. Il solista invece ha suonato sottovoce, quasi una lettura interiore valorizzando ciascuna nota. Durante le sue entrate dopo un passaggio orchestrale ho spesso avuto l’impressione che tendesse a rallentare il passo, scivolando verso lo stato meditativo e interiorizzato. Questo contrasto inaspettato mi ha messo in uno stato di irrequietezza, mi son posto delle domande. Tutto questo nonostante ci fossero musicisti tecnicamente molto bravi, gente che sapeva il fatto proprio, specialmente durante il Rondo, l’allegro scherzando del terzo movimento. Questo contrasto mi è apparso sorprendente ma per me poco piacevole. L’esecuzione è stata però apprezzata moltissimo dal pubblico che ha freneticamente applaudito, ringraziato dal solista – vedi ancora qui – con uno stupendo bis di Bach, la Sarabande dalla Partita BWV 825.
Dopo la pausa l’orchestra della Tonhalle di Zurigo diretta da Sir John Eliot Gardiner ha eseguito la Sinfonia n. 5 in mi bemolle maggiore op. 82 di Sibelius, un’opera scritta in un periodo nel quale la forma sinfonica era in trasformazione con più dissonanze e armonie cromatiche, scivolando verso l’impressionismo. Sibelius però ha seguito uno stile proprio, che a quell’epoca non ebbe un grande successo e per questo instillò nell’autore dubbi sui risultati. Questo lo spinse a rielaborare la struttura in ben due nuove stesure, abbandonando la prima versione, portando però così successo e popolarità a questa sinfonia. Questa struttura è ancor oggi fonte di discussioni fra gli esperti, offrendo diversi punti di vista alle analisi dei musicologi.
L’organico è di due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, quattro corni, tre trombe, tre tromboni, timpani e archi.
Gardiner ha messo in evidenze le voci principali nei vari passaggi della sinfonia con tale chiarezza e accuratezza che ho avuto l’impressione di una mancanza di amalgama delle parti principali con il resto dell’orchestra. Le entrate sono state, forse di proposito, abbastanza grossolane, come pure le dinamiche, e non ho avuto la percezione della continua trasformazione dei motivi musicali. Il pubblico era decisamente di altro parere e alla fine ha acclamato di continuo gli interpreti, logica conseguenza del finale spettacolare della sinfonia. Gardiner è sempre stato accettato e benvenuto alla Tonhalle di Zurigo e anche questa volta non ha fatto eccezione.

Per me è stata un’esperienza positiva sia dal punto di vista del sentire bellissime composizioni, che raramente ho sentito in concerti, sia per aver dato la possibilità alle mie orecchie di percepire il bellissimo e spettacolare suono dell’orchestra in un’ambiente ideale, un suono che mi fa volare tra le nuvole. Figuriamoci poi se suonato da ottimi professionisti come i professori dell’orchestra zurighese. Mi resta l’impressione, però, che il suono orchestrale che Sir Gardiner ha per Sibelius non sia quello a cui sono abituato con esecuzioni di altri grandi direttori.
Programma
Tonhalle Zurigo Stagione 2024-25
giovedì 20 e venerdì 21 febbraio 2025
Tonhalle di Zurigo
Orchestra della Tonhalle di Zurigo
Sir John Eliot Gardiner, Direttore
Bomsori Kim, pianoforte
Ludwig van Beethoven, 1770-1827, musica di scena Egmont, Ouverture op. 84
Ludwig van Beethoven, 1770-1827, Concerto per piano e orchestra n. 1 in do maggiore op. 15
Jean Sibelius, 1865-1857, Sinfonia n. 5 in mi bemolle maggiore op. 82
Per ulteriori info:
al programma della stagione 2024-25 della Tonhalle
al sito della Tonhalle Orchestra Zürich