Visita Zingali Omniray Recording Theatre | Parte seconda

Visite e interviste
27.03.2015
Zingali Omniray Recording Theatre
Zingali Omniray Recording Theatre

alla prima parte dell'articolo

 

 

“Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani, la sua testa e il suo cuore è un artista.”

San Francesco D’Assisi

 

Questa massima si adatta perfettamente alla figura di Giuseppe Zingali. Non lo dico certo per piaggeria, ma ritengo la realizzazione dello Zingali Omniray Theatre un’opera d’arte a tutti gli effetti. Ci siamo. Come avevamo esclusivamente anticipato su queste pagine, tutto è pronto. La grande e lucidamente folle idea di Giuseppe sta per vedere la luce. Credo che il nostro sia fondamentalmente un melomane, intriso da una passione sfrenata per la musica e per la sua “giusta” riproduzione. Il Theatre è la sua creatura, la concretizzazione di un progetto che condensa tutte le pulsioni e gli aneliti che hanno pervaso l’attività professionale di Zingali negli ultimi trent’anni.

 

Strutturalmente è un teatro/auditorium di 600 mq complessivi, dotato di un palco di oltre 100 mq e di una platea di che può ospitare circa 350 persone. Allo stesso tempo svolge anche la funzione di studio di registrazione. La natura trina della sala è avvalorata dalla presenza di un massivo banco di missaggio che compare all’ingresso, in posizione dominante su tutto lo spazio. Al momento non sono presenti poltrone, ma suppongo costituiscano una fornitura mobile a seconda dell’evento. Ho visitato l’ambiente qualche giorno fa per la seconda volta e sono rimasto impressionato.

 

Non sono un tecnico, ma avendo frequentato, per diletto amatoriale, luoghi in cui si suona e si registra musica, posso testimoniare che tutti i parametri costruttivi fondamentali per la realizzazione di una struttura del genere sono stati applicati fin nel minimo dettaglio, a cominciare dall’isolamento acustico, sia per quel che riguarda il rumore aereo che quello strutturale. Per questo è stata effettuata un’accurata scelta di materiali, insieme alla perfetta progettazione di porte, visori acustici, pareti e contro-pareti, sistema di condizionamento e impianto elettrico. Curatissimo anche il trattamento acustico della sala, con ampio utilizzo di rivestimenti in legno, con inserti di pannelli di pelle naturale e spessi tendaggi sfumati tra il rosso e il verde scuro. L’effetto perfettamente ottenuto è una risposta in frequenza uniforme percepita battendo le mani da più posizioni, con una forte sensazione di equilibrio tra assorbimento e diffusione, palco compreso. Non ho potuto ancora avere un riscontro diretto, ma sono sicuro che sia stato fatto un grosso lavoro sul tempo di riverbero RT60, che, per uno studio, andrebbe idealmente collocato tra 0,3 e 0,6 secondi. RT60 è l’unità di misura del tempo di riverbero, il termine si riferisce al tempo necessario, in funzione delle caratteristiche fisiche dell'ambiente, per avere una perdita di segnale di 60 dB.

 

L’estrema attenzione profusa nella costruzione del teatro, molto affine alla maniacalità costruttiva dei diffusori Zingali, cela un progetto nel progetto. La sala è stata ideata per ospitare l’esibizione di artisti e registrarne le performance in presa diretta. Allo stesso tempo fornire ai medesimi la possibilità di registrare interi album in un contesto ambientale e acustico unico. In un caso o nell’altro potendo decidere della presenza o meno di pubblico in platea. Il teatro assume in questo modo una simbologia: quella del rapporto tra la musica dal vivo e la sua registrazione. L’obiettivo è quello di promuovere, attraverso l’incisione, una relazione di agevole intercambiabilità tra esibizione e disco, fondata su un’identità sostanzialmente assoluta. In sostanza la musica riprodotta si afferma come parametro della musica eseguita dal vivo. Il progetto descritto si colora di connotati molto profondi perché apre spazi enormi all’affermazione di un concetto ideologico che ha il mio totale e incondizionato sostegno. La musica riprodotta intesa come fatto culturale e la qualità del suono registrato come oggetto culturale da conservare e diffondere, facendo emergere gli aspetti tecnico/creativi della registrazione e quelli sociologici, fino ad arrivare all’incisione del suono come interpretazione musicale del testo. La registrazione non può continuare banalmente a essere considerata un arido processo tecnico, quanto, al contrario, un sostituto tecnologico di una prassi musicale antica, ma di straordinaria identità culturale: il concerto.

 

La proposta del progetto Zingali è epocale: convergere l’attenzione del fruitore nella direzione dei fenomeni che sono le consequenziali diramazioni della registrazione. Possiamo riassumerli nella creazione e sviluppo di nuovi generi musicali, nello sviluppo di neo modalità di ascolto e nelle tecnologie a esse legate e, ultimo nella lista ma primario per valore, nello sviluppo di una cultura dell’ascolto condivisa da una società. La valenza storica e sociologica che assume la registrazione così intesa la assurge a un responsabile ruolo di “testimonianza”. Come esempio, basti riflettere sull’importanza che ha avuto la tecnologia nel poter fissare musiche non scritte come il jazz e l’etnica.

 

Lo Zingali Omniray Theatre consentirà, altresì, ai fortunati musicisti che lo frequenteranno, di incidere la propria musica al top dell’emotività collettiva, superando i disagi della ipnotica, stressante e inutilmente perfezionistica pratica della registrazione in studio, che spesso si riduce in aride session tutt’altro che jam. L’appassionato, allo stesso tempo, magari con poca voglia di intellettualismi, potrà tranquillamente godersi qualche ora di buona musica dal vivo in un ambiente ideale e magari a stretto contatto con gli artisti. Parlo di artisti con la maiuscola, perché i nomi che Giuseppe ci ha accennato sono da brivido.

 

Attendiamo con trepidazione l’annuncio dell’inaugurazione dell’opera, alla quale ReMusic conta di poter rendere, nei panni di orgogliosi e autentici appassionati di musica e bel suono, una testimonianza speciale.

 

 

Per ulteriori info: al sito Zingali Acoustics

L'esterno degli Zingali Omniray Recording Theatre, altro che sala d'attesa...
L'esterno degli Zingali Omniray Recording Theatre, altro che sala d'attesa...
Giuseppe Zingali sul palco dell'Omniray Recording Theatre.
Giuseppe Zingali sul palco dell'Omniray Recording Theatre.
Ovunque monitor e array Zingali, ovviamente.
Ovunque monitor e array Zingali, ovviamente.

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