Convertitore, preampli e ampli cuffie EarMen TR-Amp

05.03.2021

Distanziamento sociale e abitudini d’ascolto

L’anno appena trascorso non sarà dimenticato facilmente, com’è ovvio, ma per alcuni settori come quello dell’information technology il 2020 verrà ricordato anche come un anno di successi commerciali del tutto inattesi. L’incremento fatto registrare dal mercato dei personal computer nel corso del terzo trimestre dell’anno scorso è stato il più alto degli ultimi dieci anni. A trainare la crescita sono stati i dispositivi portatili, che, con sessantaquattro milioni di unità vendute, hanno sfiorato il record di 64,6 milioni di unità fatto registrare nel 2011. Per molti analisti di mercato l’isolamento imposto dalla pandemia e il conseguente cambio delle abitudini personali sarebbe una delle chiavi di lettura per interpretare i dati di mercato particolarmente positivi fatti registrare anche da altri comparti, come ad esempio quello dei device indossabili, i dispositivi portatili.

Venendo all’ambito a noi più caro, l’audio, la situazione attuale si presenta decisamente più articolata, rendendo più difficile l’interpretazione dei trend in atto. Se da un lato già dopo pochi mesi di lockdown a causa della mancanza di nuove uscite, si registravano cali di vendite significativi del segmento fisico, vinile e compact disc, a cui si accompagnava anche una riduzione dell’utilizzo delle piattaforme di streaming dovuta alla ridotta mobilità delle persone – secondo i dati di IFPI, più di tre quarti degli italiani che ascoltano musica lo fanno quando si trovano in auto – dall’altro, per il segmento TWS - True Wireless Stereo, composto da auricolari e cuffie senza fili, si prevede nel corso dell’anno una crescita del 39% per un totale che supera i 350 milioni di unità vendute - fonte dei dati Canalys. Una sorta di lipstick effect, che pare avere investito anche il mercato dell’Alta Fedeltà. Il concetto caro agli economisti descrive la tendenza dei consumatori, in momenti di recessione economica, ad acquistare piccoli oggetti ma di categoria premium, come per l’appunto alcune tipologie di IEM - in ear monitor o di amplificatori/DAC portatili per l’ascolto in cuffia, che mai come in questi ultimi tempi hanno subito un apprezzamento veramente esponenziale.

EarMen TR-Amp

Piccolo, seducente, ipertecnologico, queste le caratteristiche che l’appassionato ricerca in questa tipologia di prodotti e che ritroviamo anche nell’EarMen TR-Amp giunto qui in redazione. Se non siete degli assidui frequentatori di tutto quanto ruota intorno al vorticoso mondo dell’ascolto in cuffia, questo nome potrebbe non dirvi un granché. Forse anche apprendere che si tratta di un brand americano di stanza a Chicago, che però delocalizza la sua produzione in Europa potrebbe non essere particolarmente utile per orientarsi. Ma se vi dicessi che la produzione avviene in Serbia? Vi si è accesa la lampadina? Sì, sono proprio loro, quelli di Auris Audio.

 

EarMen è il brand per così dire portable di Auris Audio, pensato per coloro che preferiscono ascoltare in mobilità senza per questo rinunciare alla qualità. Auris Audio da parte sua vanta una ricca gamma di amplificatori per cuffie desktop, tutti valvolari, che culminano con l’Headonia 2A3, vero gioiello indiscusso di una collezione che racchiude anche altre pregevoli realizzazioni su base Noval con valvole ECC82/ECC99, oppure EL34 o PL95. Apparecchi che, oltre che per la raffinatezza sonora che li contraddistingue, si segnalano anche per l’estrema cura per il dettaglio con cui vengono realizzati.

 

Personalmente, pur non avendo ancora avuto la fortuna di provarne uno in condizioni per così dire controllate, cioè qui da me, nel confort del mio personale sacello audiofilo dove sono solito consumare i miei riti di ascolto, posso però affermare che quello che ho potuto udire in occasione delle consuete fiere di settore mi ha indubbiamente colpito favorevolmente. E non poco. Ecco quindi che con una buona dose di curiosità e non poche aspettative, mi accingo ad aprire il piccolo pacco arrivatomi da Belgrado.

 

Unboxing

Il TR-Amp è un DAC, un preamplificatore e un amplificatore per cuffie alimentato a batteria, dalle ridotte dimensioni e dal look particolarmente attraente e trovate il suo unboxing nella gallery immagini a fondo articolo. La piccola scatola di cartone di colore nero in cui viene venduto riporta sul coperchio l’immagine stilizzata del suo contenuto. Sul fondo, oltre alla raffigurazione del pannello frontale e posteriore dell’apparecchio, troviamo i loghi delle codifiche audio supportate e quelli di alcuni brand che hanno fornito la componentistica utilizzata per la sua realizzazione, più l’immancabile certificazione Hi-Res e un QR code che rimanda al sito web del produttore. Una volta aperta la confezione, troviamo il TR-Amp saldamente alloggiato in una vaschetta di schiuma ad alta densità, tagliata su misura con tale precisione da renderne difficoltosa l’estrazione, necessaria per accedere al sottostante contenitore in cartoncino contenente il resto della dotazione: certificato di garanzia di due anni, di sei mesi per la batteria, uno stringato manuale per l’utente, un elastico per fissare l’apparecchio al DAP o allo smartphone – e qui ne avrei preferiti un paio più il classico pad di gomma siliconica per rendere più stabile il tutto – e un generico cavetto da USB A a USB C dotato di fascetta avvolgicavo, che credo pensato per la sola ricarica dell’apparecchio, rimandando all’utilizzatore finale la scelta di un cavo di maggior pregio da utilizzare per il collegamento dati. Anche in questo caso sarebbe stata preferibile una dotazione più ricca e commisurata alla qualità dell’apparecchio, come un corto cavetto OTG per il collegamento audio. Completa la dotazione un sacchetto a rete con laccetto di chiusura per il trasporto, pratico e sorprendentemente efficace nel proteggere l’apparecchio da eventuali graffi durante il trasporto. Appena estratto dalla scatola, quello che mi ha colpito del TR-Amp è stata la sua taglia estremamente ridotta che, al netto della sporgenza della manopola del volume, è pressoché sovrapponibile a quella di un comune pacchetto di sigarette, undici centimetri per sei e mezzo. Il contenitore esterno è costruito interamente in alluminio lavorato CNC di quattro millimetri di spessore. Come per le realizzazioni di altri produttori, il pannello frontale e quello posteriore sono fissati con viti a vista di tipo Allen. La PCB viene inserita nel contenitore facendola scivolare al suo interno come fosse un cassetto. Quello che a prima vista potrebbe essere catalogato come un design non particolarmente originale, riserva però a un occhio più attento qualche particolare degno di nota, come la leggera curvatura della parte superiore, in grado di far risaltare l’ottima anodizzazione di colore rosso, o le fresature che circondano le due prese jack sul frontale e la coppia di USB poste sul posteriore. Comode e utili a migliorarne la presa, infine, le scanalature ricavate sui fianchi dell’apparecchio e i quattro piedini antiscivolo emisferici che lo rendono stabile sul piano d’appoggio anche quando vi colleghiamo una coppia di cavi RCA per utilizzarlo in ambito desktop. In mano, l’apparecchio appare solido e ben bilanciato, facile da impugnare e poco incline a sfuggirci di mano cadendo a terra.

EarMen TR-Amp

Sul davanti, oltre alla manopola del volume, anch’essa in alluminio e di colore silver, troviamo le due prese jack per le cuffie, entrambe sbilanciate, da 3,5 e da 6,3 mm, e un piccolo forellino per il LED di funzionamento.

Niente uscite bilanciate quindi, ed è un vero peccato, perché, come vedremo più avanti, il TR-Amp sa spingere con forza anche cuffie impegnative. Se la cosa può consolarvi, c’è di buono però che le due uscite possono essere utilizzate contemporaneamente. Nel caso, vogliate condividere la vostra musica con un amico o con l’attraente vicina di posto che vi siede accanto in aereo, vi consiglio di utilizzare cuffie di uguale impedenza, per poter meglio gestire il volume di riproduzione. Come dicevamo, questo piccoletto, spinge tanto. La casa dichiara 400 mW per 16 ohm e 350 per 32 ohm, potenze sufficienti a pilotare in maniera decorosa anche una magnetoplanare da 70-100 ohm. Con le IEM – i modelli che possiedo, spaziano dai 12 ai 32 ohm – il piccolo TR-Amp sa essere addirittura brutale. A differenza dell’iFi iDSD Pro Black Label, che dispone sia di una regolazione su tre posizioni della potenza erogata che quella proprietaria denominata iEMatch, per ottimizzare l’interfacciamento con IEM ad alta o altissima sensibilità, l’EarMen non offre alcuna regolazione eccetto quella del volume. Va da sé che con cuffie a bassa impedenza e alta sensibilità occorra quindi prestare molta attenzione nel dare volume, per non doversi letteralmente strappare gli auricolari dalle orecchie nel caso il potenziometro del volume fosse stato incautamente spostato. La gradualità e la linearità del potenziometro impiegato sono molto buone, con solo un leggero sbilanciamento fra i canali nel primo tratto della sua corsa, cui corrispondono, in verità, volumi d’ascolto così bassi da non essere rilevanti per l’uso che se ne può fare, soprattutto in mobilità. Per quasi tutte le cuffie provate l’ho tenuto all’incirca a ore undici e solo con le Sennheiser 800S mi sono spinto fino a ore tredici. Da segnalare un po’ di rumorosità, in forma di crepitii, durante l’azionamento, soprattutto quando collegato al personal computer, ma di entità tale da non costituire, di fatto, un vero problema.

Come già detto, le due uscite cuffia possono essere utilizzate simultaneamente e anche in questa configurazione il TR-Amp è capace di erogare molta potenza, per cui ancora una volta, fate attenzione alla manopola del volume. Ho provato ad ascoltare la stessa cuffia, collegandola alternativamente all’uscita da 6,3 e a quella da 3,5 mm, senza ravvisare particolari differenze, per cui mi sento di consigliarvi, nell’utilizzo nomade, quella da 3,5, magari sfruttando un cavetto con jack a 90° per migliorarne la trasportabilità. Entrambe le prese, infine, si sono dimostrate solide e ben ancorate all’apparecchio, garantendo sempre un contatto esente da balbettamenti.

EarMen TR-Amp

Passando a esaminare il retro dell’apparecchio, troviamo le due uscite RCA e un piccolo interruttore a levetta con cui selezionare la modalità di funzionamento fra pre out e DAC. Le due uscite sbilanciate, sia pure non dorate, sono opportunamente distanziate e permettono l’uso di cavi di dimensioni generose, il selettore offre una resistenza meccanica all’azionamento sufficiente per impedire spostamenti involontari. Accanto a quest’ultimo trovano posto due prese USB di tipo C, una per la ricarica dell’apparecchio – è sufficiente un alimentatore da 5 volt con un minimo di 2 ampere – e l’altra per il trasferimento dei dati. Quest’ultima caratteristica vale da sola il prezzo del biglietto! Era ora che qualcuno approcciasse la questione del trasferimento dati e della ricarica attraverso due USB distinte. La scelta poi di ricorrere alle piccole e pratiche USB C è da applauso: ho sempre trovato antipatico andare a tentoni per azzeccare il giusto verso d’inserimento delle loro sorelle maggiori.

Un suggerimento che mi sento di dare ai progettisti del TR-Amp per renderlo ancora più versatile è di praticare una piccola asola sul fondo del sacchetto di trasporto in modo da potervi collegare i cavi USB quando l’apparecchio è al suo interno, così come è possibile fare con l’iFi micro iDSD Black Label. In questa maniera potremmo riporre il tutto nello zaino o in una tasca del giubbotto con maggiore praticità e protezione anche mentre l’apparecchio è in funzione.

La batteria ai polimeri di litio da 3700 mAh si ricarica sufficientemente in fretta e usando il TR-Amp con le in-ear ha una durata di poco inferiore a quella dichiarata di dieci ore. Ovviamente, collegando due cuffie contemporaneamente o utilizzando cuffie over-ear a medio-alta impedenza, la durata si riduce, ma sarà ancora sufficiente a garantire almeno cinque o sei ore di funzionamento.

Dispositivi come il TR-Amp e in generale tutti gli amplificatori portatili per cuffie dotati di funzione di conversione digitale, sono dispositivi che si prestano a molteplici utilizzi. Per i più smanettoni sono come delle consolle per audiogiochi, e ben presto ci si ritrova a portarseli sempre con sé, nel weekend, in vacanza, in treno e in aereo. Anche se dotati, come per l'apparecchio in prova, di un solo ingresso digitale in formato USB, grazie alla crescente disponibilità di I/O digitali anche in quegli apparecchi che ne erano tradizionalmente privi le possibilità d’utilizzo non mancano di sicuro, così che, dopo averci collegato le tue IEM preferite, un attimo dopo hai già fatto il giro di tutto il tuo parco cuffie, compreso il computer, il tablet, lo smartphone, il DAP e anche lo streamer.

 

L'ascolto - Capacità di pilotaggio

L’erogazione di potenza di cui il TR-Amp è capace è senza dubbio la caratteristica che per prima si apprezza di questo piccolo apparecchio. Anche se Il miglioramento che hanno fatto registrare i lettori digitali portatili in questa specifica ha reso meno utile ricorrere a un’amplificazione esterna, nel caso non possediate un DAP e utilizziate uno smartphone come trasporto, avrete ancora bisogno di un amplificatore esterno per un ascolto ottimale.

In questa configurazione il piccolo di EarMen sa dare grandi soddisfazioni al suo utilizzatore, garantendo da un lato il pieno sfruttamento delle cuffie impiegate e dall’altro un tangibile miglioramento della qualità audio, ottenibile bypassando il DAC interno allo smartphone, che, salvo rarissimi casi, è di qualità piuttosto modesta. Come già accennato, ho avuto modo di provarlo in abbinamento a cuffie in-ear, on-ear e over-ear con impedenza crescente, fino a un massimo di 300 ohm. Come player ho utilizzato l’ottimo USB Audio Player PRO, mio consueto riferimento per quando utilizzo il cellulare come trasporto. Con tutte le IEM provate, indipendentemente dalla tecnologia impiegata – trasduttori dinamici, armature bilanciate o configurazioni ibride – il piccolo di EarMen si è rivelato assolutamente straripante. La pressione sonora raggiungibile con questa tipologia di cuffie è elevatissima, così che a micrometriche rotazioni della manopola del volume corrispondono cospicui incrementi di quest’ultimo. La possibilità di regolare il guadagno, avrebbe certamente permesso un migliore interfacciamento con le varie tipologie di cuffie impiegate, ma val la pena segnalare che, grazie all’estrema silenziosità dell’apparecchio, anche quando abbinato a cuffie in-ear ultrasensibili è possibile ascoltare a volumi mediobassi senza essere disturbati dal “soffio” che è invece frequentemente udibile in apparecchi meno raffinati. Con le cuffie grandi la resa, a mio gusto personale, è stata ancora maggiore. L’impedenza, di norma più elevata, aggiunge quell’inerzia utile a smorzare qualche eccesso d’irruenza che, con cuffie più morbide, soprattutto con le IEM V- shaped, si traduce in un’eccessiva brillantezza e in un suono un poco congestionato. Fra le cuffie in mio possesso, il miglior abbinamento è stato quello con le Pioneer SE-M10, che hanno un’impedenza di 100 ohm e una sensibilità di 103 dB/mW a un 1 kHz.

 

L'ascolto - Dinamica

Il crescente uso di sorgenti digitali per la riproduzione di file a elevato bitrate ha reso necessario l’impiego, anche per i dispositivi di tipo portatile, di DAC e amplificatori operazionali di elevata qualità, dotati di estesa risposta in frequenza e di elevata dinamica, così da poter restituire con il dovuto impatto e la necessaria verosimiglianza quanto contenuto nelle moderne registrazioni digitali.

Come consuetudine per le elettroniche desktop di Auris Audio, anche per il piccolo TR-Amp si è fatto ricorso a un chip di produzione ESS, nello specifico l’ES9038Q2M, un DAC a basso consumo energetico della serie Reference, espressamente studiato per i dispositivi portatili. Si tratta di un chip particolarmente apprezzato anche dal mercato Hi-End, per l’elevata versatilità che gli consente di trattare segnali PCM fino a 32bit/384kHz, DSD, nativamente fino a 128 e poi in DoP fino a 512, e MQA.

Per quanto concerne l’amplificazione, la scelta è ricaduta sul TP6120, un op-amp a feedback di corrente di Texas Instruments, che il produttore dichiara capace di una maggior banda passante, di un più basso livello di rumore e di una gamma dinamica più ampia rispetto agli op-amp tradizionali. Nella pratica, i 350 mW a 32 ohm dichiarati dal produttore, si sono dimostrati più che sufficienti per ottenere tutto quanto è nelle capacità di gran parte delle cuffie impiegate, riuscendo a far suonare quasi al massimo del loro potenziale anche le Sennheiser 800S. Ad aumentare la sensazione di verosimiglianza, particolarmente evidente per le registrazioni live di musica rock, oltre alla potenza di uscita, contribuisce anche l’eccellente valore di slew rate di 1300V/µs, che rende l’erogazione di corrente veramente istantanea. Il kick della batteria risulta perciò secco, veloce ma al contempo pieno, per nulla svuotato della sua componente più viscerale e materica. Durante gli ascolti effettuati, ogni qualvolta la musica riprodotta presentava dei forti contrasti dinamici, il piccolo diavoletto si è dimostrato assoluto padrone della situazione. La sua è un’interpretazione per così dire live, molto dinamica, vibrante e coinvolgente. Se dotati di buone cuffie, la tentazione di dare gas è tanta, ma come per una motocicletta, disporre di molti cavalli senza poter contare su di una buona ciclistica non ci permette di aprire il gas come vorremmo. Nel caso del TR-Amp, la riserva di potenza e la disinvoltura con cui il TP6120 sa operare in regime impulsivo ci consentono di aumentare il volume, grazie all’eccellente valore di distorsione del Sabre ES9038Q2M, che fa sì che il suono non subisca fastidiosi indurimenti o che le alte frequenze incomincino a inacidirsi a tal punto da risultare fastidiose o peggio trapananti. Avere così tanta potenza a disposizione potrebbe far nascere in molti il desiderio di un’uscita bilanciata e, in effetti, non sarebbe niente male. È però anche vero che in tal caso la potenza assorbita aumenterebbe notevolmente e l’autonomia della batteria interna da 3700 mAh potrebbe rivelarsi non del tutto adeguata. In una siffatta condizione d’utilizzo, la disponibilità di due porte USB separate per dati e ricarica ci viene in aiuto, permettendoci di aggirare il problema ricorrendo a un powerbank. Io ho utilizzato quello che mi porto appresso per ricaricare tablet e telefono quando viaggio. Ha funzionato benissimo, come dire, poca spesa tanta resa.

 

L'ascolto - Dettaglio

Il livello di dettaglio percepibile attraverso una qualsiasi catena di riproduzione audio è sempre frutto dell’interazione fra svariate componenti e apparecchiature e ciò vale sia per l’ascolto attraverso una coppia di diffusori che per quello effettuato tramite una cuffia stereo. In quest’ultimo caso, in particolar modo nel segmento mobile, può esservi un’integrazione spinta fra sorgente, decodificatore e amplificazione, come nel caso dei player digitali portatili o come nell’apparecchio in prova, fra DAC e amplificazione. In entrambi i casi, parlando di musica liquida, uno dei compiti più critici di tutto il processo è a carico dell’unità di conversione digitale-analogica. Come già accennato, anche per i propri apparecchi portatili, Miki Trosic, progettista e fondatore di Auris Audio, ha continuato a puntare sui chip prodotti da ESS, scelta che vi preciso essersi dimostrata assolutamente vincente anche per chi, come il sottoscritto, non può essere annoverato fra i fan della casa californiana. La mia frequentazione dei prodotti ESS è una consuetudine di lunga data, che risale addirittura ai primi anni ‘80. Allora la Electronic Speech Systems, questo è il significato dell’acronimo ESS, contribuiva sia pure solo a livello software a dare voce al mitico C64, al secolo sua maestà il Commodore. Oggigiorno il chip audio è integrato direttamente nella mobo, la mainboard, dei nostri personal computer, ma negli anni ’90, per dar loro voce, si ricorreva alle schede audio di Sound Blaster o a quelle di AdLib ed è proprio in quegli anni che ESS iniziava a produrre chip compatibili che ben presto trovarono spazio in un numero sempre crescente di dispositivi. È quindi possibile che l’audio del vostro computer o del vostro smartphone sia gestito da un convertitore della serie 9018, 9218 o 9028. In campo audio la linea PRO rappresenta l’apice evolutivo raggiunto dai DAC Sabre, iniziato nel 2008 e culminato con l’ES9038PRO. Premettendo, per evitare fraintendimenti, che quanto ascoltiamo di un DAC non sarà dovuto esclusivamente al chipset adottato ma frutto dell’implementazione che ne è stata fatta – alimentazione, stadio finale, ecc. – in generale la firma sonora di questi convertitori è improntata a una grande analiticità che, congiuntamente alla grande dinamicità di cui sono capaci, li rende particolarmente dettagliati e radiografanti, forse troppo. Personalmente, ma so di essere in buona compagnia, se da un lato li ho sempre apprezzati per l’alto potere risolutivo di cui sono capaci, che permette di discernere le più sottili nuance musicali, dall’altro li ho anche sempre trovati un tantino freddi e poco comunicativi. Le voci, seppur restituite in tutte le loro sfumature, mancano di quel pizzico di calore e pathos necessario per comunicare direttamente con il cuore dell’ascoltatore. Il suono di questi chip è per me un suono cerebrale, fatto di precisione e rigorosità, ma poco emozionante. Almeno fino a oggi.

Il TR-Amp è una di quelle elettroniche che non suona bene out of the box. Quando ricevo un nuovo apparecchio in prova, predispongo sempre un adeguato periodo di run-in prima di procedere con qualsiasi valutazione d’ascolto, ciò non di meno, è necessario verificare subito che quanto ricevuto non si sia danneggiato durante il trasporto e che funzioni correttamente, perché in caso contrario andrà segnalato tempestivamente. È proprio durante questa sommaria ispezione, nella quale, pur ascoltando distrattamente, che si finisce col costruirsi una prima opinione di quanto andremo poi a valutare in maniera più attenta e rigorosa. Inutile dire che la prima impressione non è stata positiva, Quello che mi attendeva l’indomani era però un’esperienza del tutto differente e in parte inattesa, che mi ha costretto a rivedere la mia posizione – almeno per quanto riguarda la serie 9038 – e a desiderare di approfondire l’argomento testando qualche altra realizzazione, magari desktop, basata sullo stesso chipset.

 

Valutare un amplificatore per cuffie semplifica molto il compito del recensore, che può porsi in una condizione di maggiore acutezza uditiva rispetto all’ascolto effettuato tramite una coppia di diffusori, ancorché di alta o altissima gamma: per questo motivo mi sento di affermare che l’implementazione fattane da EarMen è semplicemente esemplare. Smussate le asperità in gamma alta e ristabilito il controllo del registro inferiore, quello che il piccolo EarMen ha sciorinato il giorno seguente è stato un mediobasso veloce e ricco di energia, pur rimanendo sempre perfettamente controllato, accompagnato da un medioalto di assoluta eccellenza. La cifra sonora improntata alla restituzione del più insignificante dettaglio presente nella registrazione è rimasta invariata, ma questa volta non ho ravvisato quell’asetticità e freddezza che mi hanno fatto preferire altre realizzazioni basate su chipset Burr Brown o AKM.

La leggera enfatizzazione in gamma media presente nel TR-Amp è stata una vera intuizione da parte del suo progettista e un vero toccasana per quanto si utilizzano delle IEM pronunciatamente V-shaped. Le voci, tanto quelle maschili che femminili, sempre molto dettagliate, sono rese con il giusto grado di calore e pastosità, ma adesso le sibilanti o altri rumori di fonazione, quando presenti, vengono stemperati da questa sottolineatura in gamma media, che è in grado di distogliere l’attenzione dell’ascoltatore da queste ultime, rendendo l’ascolto più piacevole e scongiurando ogni sensazione di fastidio. La cosa è molto evidente in alcune registrazioni audiophile con il microfono posto molto vicino alla bocca del cantante. Un altro aspetto positivo ottenuto dall’enfatizzazione della gamma media è l’aumento della profondità prospettica percepita, conseguente all’avanzamento della voce, che ora “stacca” maggiormente dal resto del contesto. Se la ridotta profondità del palcoscenico virtuale così come la sua ampiezza costituiscono da sempre un aspetto critico dell’ascolto in cuffia, a prescindere dalla tecnologia utilizzata e dalla dimensione e tipologia dei driver impiegati, è altresì innegabile che le intraurali sono quelle che ne soffrono di più, e spesso ci si riferisce a loro come cuffie che “suonano in testa”.

Per questo motivo aver messo d’accordo risoluzione e musicalità è così importante per un amplificatore portatile, che verrà utilizzato, per ragioni di praticità, prevalentemente proprio con questa tipologia di auricolari.

 

L'ascolto - Immagine

Il TR-amp è un vero dispositivo portatile che può trovare agevolmente posto nella tasca di un giubbotto o ancora meglio dentro uno zaino senza ingombrarvi e senza sovraccaricarvi. Per questo motivo è molto probabile che lo utilizzerete prevalentemente in abbinamento a cuffie IEM per isolarvi meglio dal rumore circostante o anche solo per maggior comodità. Come già detto le cuffie intraurali non si segnalano per essere particolarmente votate alla ricostruzione spaziale, sono adatte piuttosto per isolarci dal mondo esterno e non essere disturbati da quello che accade attorno a noi. Detto questo, se abbinato con cuffie capaci di una buona ricostruzione spaziale il TR-Amp asseconderà questa capacità restituendo un palcoscenico virtuale di buona ampiezza e profondità. I migliori risultati si ottengono con cuffie aperte around-ear, con le quali è percepibile anche un apprezzabile estensione in altezza. Così come avviene per l'ascolto tramite diffusori, è necessario che la gamma bassa sia controllata, perché, in caso contrario, andrà a sporcare il medioalto con conseguente perdita di dettaglio e suono impastato, mentre il fronte sonoro risulterà congestionato e ridotto in tutte le sue dimensioni. Anche in questo caso, l'impiego di cuffie di media impedenza permette di raggiungere i migliori risultati. Differentemente da quanto è possibile fare con l'iFi micro iDSD Black Label che costituisce il mio attuale riferimento, il TR-Amp non possiede alcun sistema di spazializzazione del suono. Per chi ne sentisse il bisogno personalmente non utilizzo mai il 3D+ dell'iFi, per aggirare il problema suggerisco di ricorrere alla funzione di crossfeed offerta da USB Player Pro, che è ben realizzata e consente di scegliere fra tre frequenze di intervento: 330 Hz, 700 Hz e 2 kHz e tre livelli di intensità: 1 dB, 4,5 dB e 15 dB.

 

Considerazioni finali

Questo piccolo amplificatore/DAC di EarMen mi è piaciuto veramente tanto, è ben realizzato ed esteticamente piacevole. Le sue dimensioni lo rendono un vero dispositivo portatile, perfetto da abbinare a uno smartphone o a un DAP, magari non recentissimo e con qualche limite di pilotaggio. I materiali con cui è realizzato sono di primissima qualità e lavorati magistralmente. I pochi controlli di cui è dotato sono anch'essi robusti e funzionali. L'autonomia reale della batteria coincide quasi perfettamente con quella dichiarata e, anche se utilizzato con cuffie avide di corrente, permette sessioni d'ascolto di durata adeguata. Un plauso particolare va poi alla scelta di dotare l'apparecchio di due prese USB che permettono di separare il flusso dati dall'alimentazione, ottenendo una silenziosità di funzionamento veramente sorprendente. Nonostante le ridotte dimensioni, l'elevata capacità di pilotaggio di cui è capace pone pochi limiti al tipo di cuffie impiegabili, tanto che fino a 300 ohm non ho dovuto accettare troppi compromessi in fatto di qualità anche rispetto ad amplificazioni desktop dal costo superiore come il Violetric HPA V281 o il Matrix Mini i-Pro. Per dirla tutta, a quest'ultimo, che monta anch'esso il TPA6120 di Texas Instruments, ho preferito l'EarMen, che si è dimostrato superiore in tutti i parametri considerati. Neppure nel confronto con il micro iDSD Black Label di iFi, che ha costo e dimensioni doppie rispetto al TR-Amp, ha sfigurato, anzi, per certi aspetti si è pure fatto preferire. L'estrema dinamica, l'alta velocità con cui è in grado di erogare l'elevata potenza di cui è capace e quel pizzico di calore che lo contraddistingue rendono la sua interpretazione del messaggio sonoro particolarmente accattivante, senza scadere in quelle coloriture che possono facilmente risultare stancanti o, nel peggiore dei casi, affaticanti. Al contrario, l'estremo comfort di cui si può godere anche nelle sessioni d'ascolto più lunghe, condotte ad alti volumi d'ascolto, è forse il più grande punto di forza del piccolo EarMen. L'iFi, dal canto suo, è sicuramente un apparecchio più completo, più potente, anche se nell'uso pratico la differenza si nota poco, ma anche più ingombrante e quindi meno adatto a un uso nomade come quello che si può fare con il piccolo TR-Amp. Il Black Label ha un’impostazione generale più rilassata, con alte frequenze levigate e mai aspre o "digitali", cui si accompagna un esemplare controllo del registro più basso dello spettro anche quando si utilizzano cuffie a bassa o bassissima impedenza. In questo caso va detto che la possibilità di agire sul guadagno aiuta non poco ad adattare la resa dell'apparecchio al gusto personale dell'ascoltatore. Il basso del TR-Amp pare scendere meno, ma è più impulsivo e dotato di un maggiore punch, cosa che ho gradito particolarmente quando l'ho utilizzato con cuffie intraurali un poco anemiche da questo punto di vista.

Come già scritto l'ottima implementazione che è stata fatta del Sabre 9038, mi ha portato a rivedere la mia opinione in merito alla firma sonora di questi ultimi chipset di ESS, tanto da volerne approfondire la conoscenza anche in ambito desktop. Nell'attesa ho provato a utilizzare il TR-Amp come DAC puro, collegandolo via RCA in un setup desktop composto dal lettore digitale FIIO M11 Pro, dall'amplificatore per cuffie Violetric HPA V281 e da un paio di Senheiser 800S collegate in bilanciato. Quando utilizzato in questa modalità, col selettore posteriore posizionato su direct, la firma sonora del TR-AMP cambia leggermente esibendo una maggiore neutralità. La leggera enfatizzazione in gamma media scompare a favore di una maggiore linearità che lo rende molto più versatile e ne facilita l'interfacciamento con amplificatori dalla timbrica più calda, come ad esempio quelli valvolari.

Passando a parlare di quanto non mi è piaciuto o di quello che a mio avviso sarebbe possibile migliorare, per prima cosa mi viene in mente la povertà d’ingressi. Già detto della mancanza di prese jack bilanciate, cosa di cui in verità non ho sentito troppo la mancanza, quello che avrei gradito trovare sul retro del TR-AMP è un ingresso digitale coassiale. Ne avrebbe forse aumentato il prezzo e le dimensioni ma avrebbe consentito di collegarvi anche un CD player o, meglio ancora, un lettore di rete senza decodifica a bordo, aumentandone significativamente la versatilità.

Come ultima cosa mi sento di suggerire un qualche accorgimento atto a impedire la rotazione involontaria della manopola del volume, che in considerazione dell'alta potenza erogabile può rivelarsi pericoloso per le nostre cuffie e ancor di più per il nostro udito.

 

In sintesi, Il TR-Amp di EarMen è l'apparecchio, fra quelli che ho avuto modo di provare, che ha saputo meglio conciliare buon suono, elevata potenza e vera portabilità, offrendo il tutto a un prezzo estremamente aggressivo, soprattutto se consideriamo che viene prodotto in Europa. Per questo motivo lo ritengo un acquisto assolutamente consigliabile a tutti coloro che vogliono migliorare la qualità dei loro ascolti in mobilità.

Il mio FI per questo TR-Amp è di cinque.

 

*Il Farewell index, FI, esprime quant’è doloroso per il recensore il distacco dalle apparecchiature in prova al momento della loro restituzione. I valori di questa scala vanno da un minimo di 0 o “nessun rimpianto” a un massimo di 5 “se me lo posso permettere lo compro!”.

 

Software utilizzato

Liquida e Tidal streaming

AC/DC - The Razors Edge

Accept - Balls To The Wall

Amaarae - The Angel You Don’t Know

Archie Shepp Quartet - Blue Ballads

Beercoock - Human Rites

Bicep - Isles

Elaenia - Floating Points

Helloween - Keeper Of The Seven Keys: The Legacy

Jónsi - Shiver

Khruangbin - Moerdechai

Kruder & Dorfmeister - 1995

Lara Cavalli Monteiro - ÌtaloBaiana

Mana - Asa Nisi Masa

Marina Rei - Per Essere Felici

Mark Hollis - Mark Hollis

Megadeth - Countdown To Extinction

Overkill - The Grinding Wheel

René Marie - Vertigo

Sevdaliza - Shabrang

Steely Dan - Can’t Buy A Thrill

Steely Dan - Katy Lied

Terje Rypdal - Conspiracy

Tool - Fear Inoculum

Tsuyoshi Yamamoto Trio - Falling In Love With Love

Tsuyoshi Yamamoto Trio - Speak Low

Walter Becker - Brooklyn

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

Ingressi: 2 USB tipo C per dati – PC, iPhone, iPad, Android – e ricarica/alimentazione

Uscite: jack stereo 6,3mm e mini jack stereo 3,5mm, per pilotare due cuffie contemporaneamente

Distorsione armonica totale THD+N: <0.005%

Rapporto segnale rumore: >114dB

Gamma dinamica: >107dB

Potenza d’uscita: >2,5V/400mW su 16ohm, >3.4V/350mW su 32ohm

Formati audio supportati:  

  • DSD, DSD 128 nativo; DSD 256 DoP
  • DXD 384/352.8kHz
  • PCM fino a 384kHz
  • MQA fino a 384kHz

Uscita linea Direct/Pre-Out:

  • Potenza d’uscita 2,1V/3.4V
  • THD+N <0.005%/<0.007% 2.8V
  • Rapporto segnale/rumore >114dB/>114dB
  • Gamma dinamica >107dB/107dB
  • Separazione stereo >107dB 1kHz/>103dB 1kHz

Capacità/durata batteria: 3700mAh/fino a 10 ore

Dimensioni: 66x30x129mm LxAxP

Peso: 240g

 

Distribuzione alla data della recensione: vendita diretta, al sito EarMen

Prezzo alla data della recensione: 249,00 USD

Sistema utilizzato: all’impianto di Paolo Mariani

 

 

DIRITTO DI REPLICA | LA PAROLA AL PRODUTTORE

 

I would like to tell you that I have read your review, and that I really like it. A real example of a great review with the right details and descriptions. It really differs from the vast majority of bad reviews.

Miroslav Milovanovic

09/03/2021

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