ReMusic intervista Vivid Audio

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27.05.2014
Vivid Audio miniatura
Vivid Audio miniatura

ReMusic ha avuto due occasioni di incontro con Vivid Audio, azienda nata nel 2004 ma dalla storia unica, per luogo di origine, il Sudafrica e nobile pedigree dei progettisti e dei responsabili.

 

La prima a Roma, con Philip Guttentag per la presentazione della serie GIYA presso Ethos.

 

La seconda a Monaco, dove le GIYA davano il meglio grazie all’incredibile TechDAS Air Force One, dietro cui c’è Mr. Hideaki Nishikawa, ex direttore Micro-Seiki, e anche grazie alla leggendaria creatura di Lars Engström, The Lars II. Tanto da essere segnalate come uno dei migliori suoni della manifestazione.

 

Nel DNA di Vivid Audio c'è molto di B&W: Robert Trunz ne è stato il presidente, Laurence Dickie uno dei progettisti di punta, inventore nel 1987 del sistema Matrix e padre del leggendario Nautilus. ReMusic ha già pubblicato un articolo a proposito di questa vicenda in cui si argomenta circa l’esistenza di genealogie di concetti e di oggetti. Uno degli esempi riguarda proprio la genesi delle grandi Vivid Audio dal leggendario B&W Nautilus.

 

La storia di Vivid Audio esemplifica due concetti chiave:

  • i grandi progetti audio sono, come le opere d'arte, espressione diretta degli uomini che li hanno pensati e realizzati
  • anche gli oggetti, con le loro idee-guida e concetti-chiave, possono essere classificati in alberi genealogici, che mostrano fenomeni evolutivi

L'eccezionale ricchezza del sito Vivid Audio ci ha portato a un'intervista di approfondimento piuttosto che di esposizione di concetti base.


Vivid Audio è un caso straordinario, e coglie risultati eccezionali sin dal suo esordio: non sono molti i debuttanti con un simile palmarès, tantomeno quelli scelti come riferimento assoluto in un esperimento di Live Versus Recorded che poi porterà John Atkinson a profonde valutazioni sulla stessa idea di musica registrata e riprodotta.

Ecco le nostre domande a Vivid, cui ha risposto Laurence Dickie, con la supervisione di Philip Guttentag.

 

Domanda: Il progetto GIYA mostra chiarissimi segni di una evoluzione importante di concetti che avevano già dimostrato di essere vincenti nel Nautilus: il caricamento in linea di trasmissione assottigliata ,Tapered Tube Loading, l'assenza di una "scatola" squadrata e tanto meno di un baffle frontale, l'architettura multivia, per garantire la massima linearità in una banda a comportamento pistonico perfetto, l'alluminio smorzato con anelli periferici in fibra di carbonio per tutte le vie.
Alle similitudini si affiancano evidenti diversità: l’originale caricamento in tapered bass-reflex, l'architettura push-pull sia degli altoparlanti dei bassi che delle porte reflex per la cancellazione delle reazioni, e quella acustica delle armoniche pari NDR, il crossover passivo piuttosto che la mutiamplificazione attiva. È possibile dire che le GIYA rappresentano il futuro delle Nautilus?


Risposta: il punto di partenza per le GIYA risale al 1997, quando mi ero appena messo in proprio. Volevo creare un monitor da studio professionale con le qualità del Nautilus, ma con molta più tenuta in potenza e molto più efficiente. All’inizio cercai di migliorare il disegno del magnete delle due vie più alte, il midrange superiore da 50 mm e il tweeter da 26 mm. Ottenni un guadagno di 10 dB di efficienza. La tenuta in potenza era più che raddoppiata, con un altro guadagno di 3 dB, e dunque un aumento complessivo di 13 db di pressione acustica rispetto al Nautilus. Cercai di simulare al computer una migliore forma per la cupola e ne ottenni un miglioramento del 40% nella frequenza di break-up rispetto all’altoparlante del Nautilus. Quindi indubbiamente questi altoparlanti rappresentano l’evoluzione di quelli usati nel Nautilus.

Scendendo nello spettro di frequenze, anche il midrange inferiore da 125 mm migliora molto efficienza e prestazioni rispetto ai modi di break-up, ma è nell’unità dei bassi che i miglioramenti nel disegno del motore hanno portato a un altoparlante di linearità molto superiore rispetto a quella dei miei precedenti disegni.

Voglio citare le parole di uno dei migliori rivenditori di Nautilus in tutto il mondo: “Il Nautilus è stato un passo importante per completare le GIYA”.

Domanda: Vorremmo capire meglio uno dei punti più originali e qualificanti del progetto. Può offrirci qualche chiarimento sul sistema di caricamento dei bassi? Sembra che passando da un modello all’altro della serie GIYA, più che l’estensione in basso venga sacrificata la sensibilità…


Risposta: quando decidemmo di progettare la nostra ammiraglia, volevo utilizzare lo stesso sistema del Nautilus per migliorare le prestazioni del basso e rimuovere le risonanze: una lunga camera esponenziale che assorbisse l’emissione posteriore. Volevo però usare un caricamento bass reflex, per ottenere una maggiore emissione nelle prime ottave senza dover ricorrere a filtri crossover attivi, con la necessità di moltiplicare gli amplificatori. Aprire semplicemente una porta reflex nel Nautilus non funziona: la lunga ‘tromba’ della camera posteriore assorbe l’energia dei bassi che dovrebbe fuoriuscire dalla porta reflex. Gli esperimenti e simulazioni al computer dimostrarono che è effettivamente possibile ottenere entrambi risultati se si sceglie correttamente il disegno della tromba posteriore. Le GIYA sono le prime casse acustiche a usare questo sistema brevettato e hanno un'eccezionale qualità dei bassi. Passare a una cassa più piccola significa sempre perdere qualcosa, in termini di estensione del basso o di efficienza, o di una combinazione tra i due parametri. Passare da un modello della serie GIYA a uno più grande significa guadagnare circa 1,5 db di efficienza e 4 Hz di estensione, ma per il resto il suono è identico.

Domanda: Sul piano industriale appare eccezionale lo sforzo progettuale e produttivo di altoparlanti concepiti e realizzati in proprio.
I driver Vivid Audio sono assolutamente allo stato dell'arte sia per materiali, e qui soprattutto appare evidente il divorzio dalla tradizione B&W, che oggi sceglie il diamante per la via alta, il Kevlar intessuto per i medi e una complessa architettura basata sul Rohacell per i bassi, per non parlare dell'architettura che riguarda il profilo catenario*, il damping ad anello periferico in fibra di carbonio, i cestelli aerodinamici, la disposizione radiale dei magneti in neodimio.
Come è riuscita una struttura finanziariamente autonoma come la Vivid Audio, di dimensioni relativamente limitate, a raggiungere un risultato che sarebbe stato eclatante anche per uno dei top player planetari?


Risposta: cominciando da zero, non avevamo investimenti già effettuati in vecchi metodi costruttivi, né alcuna associazione “forte” del marchio con vecchi materiali, così abbiamo potuto fare quello che credevamo fosse il meglio. Avevamo contattato alcuni produttori di altoparlanti con i nostri disegni, ma ci hanno detto che erano troppo difficili da realizzare!

Per noi non c’è alcun dubbio che il nostro midrange a cupola sia il punto di forza nella realizzazione della gamma media dei nostri diffusori. Molti produttori utilizzano ancora i midrange a cono, ma nonostante il lavoro eccellente fatto per migliorare il comportamento della sospensione, spesso essi presentano una caratteristica colorazione che credo sia assente nei medi delle Vivid.

Il diamante è un materiale eccellente, ma a suo tempo un accordo di esclusiva con la DeBeers ne impediva l’utilizzo, ma è stato proprio questo che mi ha spinto a ricercare i miglioramenti nel nostro tweeter a cupola, usando l'anello di irrigidimento in carbonio. Il risultato è un break-up ad oltre 40 kHz nel tweeter Vivid, mentre il diamante è a 70 kHz. Entrambe queste frequenze sono comodamente oltre il campo di udibilità e in prove di ascolto in cieco, il diamante non è stato giudicato un miglioramento, così siamo molto soddisfatti della nostra posizione e, a questo punto, non abbiamo alcun desiderio di cambiare i nostri materiali.

Il cono dei bassi in Rohacell non offre alcun miglioramento nelle prestazioni rispetto al break-up, ma aiuta a prevenire certe risonanze asimmetriche della cassa che possono tornare ad attraversare il cono. Poiché abbiamo rimosso queste risonanze attraverso l'uso dell'ammortizzatore a ‘tromba’ esponenziale, non abbiamo bisogno di questa funzione.

I magneti radiali offrono la possibilità di un maggior flusso magnetico nei midrange e nei tweeter, ma anche un gap magnetico lineare di maggiore lunghezza per le unità bassi.

Per una società già dotata di una linea di produzione per magneti a disco piatto, passare a magneti radiali sarebbe molto costoso, perché la tecnica di assemblaggio è molto diversa, ma per noi non faceva alcuna differenza: il nostro processo produttivo era totalmente nuovo.

Domanda: Sia il progetto ingegneristico che lo studio di stile dimostrano contemporaneamente forte ispirazione alle forme della natura e agli aspetti simbolici: tutte le Vivid Audio sembrano perfette nei più recenti interni 'etnico/etici'.
Vivid afferma con forza la propria cultura, e appare universale: non rinnega le proprie radici ma non imita nessuno. Facilmente si può immaginare ci sia voluto molto coraggio, probabilmente più da parte degli investitori che dei progettisti. Avevate immaginato un risultato così grande e veloce?


Risposta: sono felice che pensiate che il progresso della nostra società sia stato grande e veloce, a noi a volte la strada è sembrata lunga e difficile!

Un grande vantaggio per Vivid è stato che non abbiamo mai usato investimenti esterni, e questo ci ha resi liberi di seguire il nostro cuore e fare esattamente ciò che ritenevamo essere giusto. Ciò significa che all'inizio abbiamo dovuto fare un altro lavoro per sostenerci, ma questo non è sempre una cosa negativa. Per esempio, io ero impegnato nella progettazione di altoparlanti professionali e questo mi ha dato una migliore comprensione dei driver ad alta potenza.

Ci piace sottolineare che siamo una società guidata da ingegneri e che i disegni che ne risultano sono abbastanza logici, se visti in questi termini. Spesso vi è bellezza in una soluzione scientificamente, matematicamente o funzionalmente corretta a uno specifico problema e, in effetti, la natura è il miglior esempio di questo dove l’estetica fine a se stessa è l'eccezione, la funzione ottimale è la norma.

Domanda: I sistemi Vivid Audio sono il chiaro frutto di un approccio sistemico: un autentico assalto allo stato dell'arte deve poter contare sul completo controllo progettuale di tutte le sue componenti per esempio i driver, il caricamento, la costruzione del sistema, il crossover. Gli operatori sanno però che questo vale anche per il sistema "intero", la funzione di trasferimento complessiva non può prescindere dal comportamento dell'amplificazione o dei cavi. Forse qui risiede la maggior differenza tra il mercato professionale, che spesso utilizza sistemi attivi per ottimizzare il massimo numero di variabili, e quello domestico, con "ricette" sempre diverse per la costruzione di un proprio "suono", col pieno diritto di voler divertire piuttosto che costituire un riferimento, se non addirittura uno strumento di misura. Laurence Dickie però incomincia col progettare amplificazioni a MOSFET, e Robert Trunz è l'ispiratore delle esperienze professionali B&W.
Vivid Audio ha implementato amplificatori proprietari per la messa a punto dei propri sistemi di altoparlanti? Pianifica un'entrata nel mercato delle elettroniche? Se così non fosse, possiamo conoscere i sistemi con cui Vivid Audio ha messo a punto i propri prodotti?


Risposta: la mia formazione universitaria era in elettronica, ero coinvolto nella progettazione di amplificatori e diffusori attivi, ed era, in primo luogo questo il motivo per cui B&W mi aveva offerto un posto di lavoro. Ma il mio interesse per la scienza e l'ingegneria è molto più ampio, ed è forse per questo che sono sempre interessato più alle casse che all'elettronica; perché la progettazione dei diffusori coinvolge tante discipline diverse, dalla scienza dei materiali alla psicoacustica, e l'elettronica è solo una piccola parte. La storia dell’audio è piena di ingegneri elettronici che pensano che gli altoparlanti siano semplici da progettare.

Ero molto soddisfatto dell’amplificatore M800 che ho disegnato in B&W e ancora lo uso, ma è chiaro che lo stato dell'arte è progredito e, anche se potrei avere delle idee sugli amplificatori, il mondo dei diffusori occupa tutto il mio tempo disponibile, e quindi la risposta è no, non abbiamo piani per progettare amplificazioni Vivid. Naturalmente c'è sempre la possibilità di entrare in partnership o di coinvolgere altri.

Non siamo particolarmente legati ad alcuno specifico produttore di amplificatori in questa fase. I nostri altoparlanti possono rivelare le sottili differenze tra diverse elettroniche, ma la scelta è dell'ascoltatore. Non c'è un sistema particolarmente appropriato per i nostri prodotti.

Domanda: Il futuro della Vivid Audio. La gamma attuale appare del tutto completa, dal sistema da pavimento di riferimento al monitor accessibile a tasche e appartamenti di minore capacità, passando per un canale centrale dedicato ai più raffinati sistemi Home Theater. Ma la storia dei protagonisti dell'avventura Vivid Audio sembra molto legata all'audio professionale: ci sono progetti in questa direzione?


Risposta: c'è una grande matrice di prodotti possibili e Vivid Audio occupa un particolare filone di questa matrice, con tante possibilità da realizzare. A me, personalmente, lavorare in ambito professionale piace molto: era questa la ragione del mio ”mettersi in proprio” prima di conoscere Philip, ma è un mercato abbastanza conservatore che non si adatta rapidamente, e al momento non abbiamo sufficienti risorse per commercializzare e sostenere questo settore. Sono abbastanza sicuro però che anche qui abbiamo molto da dire, quindi credo che sia solo una questione di tempo.

 

Ringraziamenti a Laurence Dickie e a Philip Guttentag per il tempo che hanno dedicato a ReMusic.

 

Una nota conclusiva. ReMusic ha condotto l’intervista con la convinzione che l’ex presidente di B&W Robert Trunz e il progettista del Nautilus Laurence Dickie avessero credenziali sufficienti a convincere qualunque investitore. Soprattutto la realizzazione autonoma degli altoparlanti fa immaginare grandi investimenti. Che dietro ci sia soltanto una straordinaria competenza e una straordinaria passione conferma quanto ReMusic ha pubblicato nella prima parte dell'articolo Macchine da musica: gli uomini non sono macchine. Ma le macchine sono uomini. Chapeau!


*Analogo a quello che, a parità di lunghezza, assume naturalmente una catena o una fune sospesa alle due estremità, qualunque sia il suo peso. Sul piano geometrico si tratta di una una particolare curva piana.iperbolica, matematicamente così complessa nella sua descrizione da ingannare Galileo Galilei!

Vivid Audio Giya, Philip Guttentag e il distributore italiano Giovanni Spinelli della Audeus.
Vivid Audio Giya, Philip Guttentag e il distributore italiano Giovanni Spinelli della Audeus.
Vivid Audio Giya, Philip Guttentag e il distributore italiano Giovanni Spinelli della Audeus.
Vivid Audio Giya, Philip Guttentag e il distributore italiano Giovanni Spinelli della Audeus.
Vivid Audio Giya, Philip Guttentag e il distributore italiano Giovanni Spinelli della Audeus.
Vivid Audio Giya, Philip Guttentag e il distributore italiano Giovanni Spinelli della Audeus.
Vivid Audio Giya, Philip Guttentag e il distributore italiano Giovanni Spinelli della Audeus.
Vivid Audio Giya, Philip Guttentag e il distributore italiano Giovanni Spinelli della Audeus.
Vivid Audio Giya, Roberto Rocchi e Philip Guttentag.
Vivid Audio Giya, Roberto Rocchi e Philip Guttentag.
Vivid Audio Giya, Roberto Rocchi e Philip Guttentag.
Vivid Audio Giya, Roberto Rocchi e Philip Guttentag.
Vivid Audio Giya, Roberto Rocchi e Philip Guttentag.
Vivid Audio Giya, Roberto Rocchi e Philip Guttentag.
Philip Guttentag progettista Vivid Audio e Roberto Rocchi.
Philip Guttentag progettista Vivid Audio e Roberto Rocchi.
Giovanni Spinelli di Audeus, Philip Guttentag di Vivid Audio, Roberto Rocchi di ReMusic.
Giovanni Spinelli di Audeus, Philip Guttentag di Vivid Audio, Roberto Rocchi di ReMusic.
Un momento dell'intervista: Philip Guttentag e Roberto Rocchi.
Un momento dell'intervista: Philip Guttentag e Roberto Rocchi.
Ascolto delle Vivid Audio Giya presso il punto vendita Ethos di Roma.
Ascolto delle Vivid Audio Giya presso il punto vendita Ethos di Roma.
Vivid Audio Giya.
Vivid Audio Giya.
Vivid Audio V1.5 della serie Oval Line.
Vivid Audio V1.5 della serie Oval Line.
Al Munich High End 2014 le Vivid Audio erano pilotate dal finale mono con 300B 36 watt della Engstrom.
Al Munich High End 2014 le Vivid Audio erano pilotate dal finale mono con 300B 36 watt della Engstrom.
La sorgente analogica TechDAS Air Force Two al Munich High End 2014 nella saletta Vivid Audio.
La sorgente analogica TechDAS Air Force Two al Munich High End 2014 nella saletta Vivid Audio.
di Angelo N. M.
Recchia-Luciani
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