Streamer, convertitore e integrato Technics SU-GX70

17.01.2024

All’interno della mia cerchia di frequentazioni audiofile sto assistendo a un curioso processo di semplificazione degli impianti audio posseduti.

Ancor più curiosamente ho constatato che tale processo riguarda in particolare gli amici e conoscenti con la maggiore disponibilità di spesa. Non saprei dire se la cosa sia espressione di un vero e proprio trend in corso, leggendo qua e là non ho trovato nessun indizio che lo confermi, ma di sicuro un certo rumore di fondo sull’argomento esiste, specie se con una certa dose di preconcetto assimiliamo l’idea di semplificazione a quella di downgrade.

Con queste premesse mi è parso naturale accogliere come una specie di déjà vu la telefonata del direttore di ReMusic che m’informava circa la possibilità di recensire un apparecchio che racchiudeva in sé le funzioni di streamer, DAC e amplificatore, il Technics SU-GX70.

 

Unboxing

Già aprendo l’imballo la sensazione è quella di un ritorno all’antico, almeno per chi come il sottoscritto ha una certa militanza e di scatoloni ne ha maneggiati parecchi, in transito, in giacenza o alla fonda di garage o cantina quando lo spazio in casa non era più sufficiente.

A colpo d’occhio quello che ci accoglie è un apparecchio di dimensioni canoniche con un frontale da quarantatré centimetri di larghezza e dal peso di poco più di sei chilogrammi e mezzo. Un telecomando, vero, come quelli che si producevano una volta e non qualcosa di adattato all’audio come spesso c’è dato vedere ultimamente, un cavo d’antenna con terminazione BNC e un generico cavo di alimentazione da PC ma, curiosamente, con una sezione di 1,5 millimetri quadrati.

Ultimo ma non per importanza, un manuale utente plurilingue. C’è anche l’italiano, scritto in maniera chiara, ben tradotto e di dimensioni generose. Non occorre la lente d’ingrandimento per leggerlo.

 

Technics SU-GX70

 

Esteticamente il Technics SU-GX70 rispecchia un canone stilistico che potremmo definire “neo vintage”. Il frontale di alluminio spazzolato di sei millimetri di spessore è essenziale e pulito sebbene non rinunci a qualche accento raffinato come il nome del produttore inciso piuttosto che serigrafato. L’esemplare inviatomi per la prova è di colore nero ma è possibile acquistarlo anche con finitura silver, variante di colore capace di accentuare ulteriormente l’impronta retrò che ho molto apprezzato e che contraddistingue la produzione recente anche di altri marchi nipponici.

 

Pochi e tutti di forma rotondeggiante i comandi presenti sul frontale: partendo da destra troviamo il pulsante di accensione e stand by, al centro esatto dell’apparecchio la generosa manopola del volume e all’estrema sinistra una manopola più piccola con cui si possono selezionare i numerosi ingressi disponibili.

Oltre ai comandi veri e propri il frontale accoglie anche la spia di funzionamento, che s’illumina di blu quando l’apparecchio è in funzione e di rosso quando è in modalità stand by, il sensore per il telecomando, una presa per cuffie in formato jack da 6,3 mm, una presa USB tipo A per unità rimovibili di memorizzazione e un display monocromatico sensibile al tocco.

 

Technics SU-GX70

 

Ricco di terminali d’ingresso il lato posteriore dell’apparecchio. All’estrema sinistra e chiaramente separati da quelli digitali, trova posto un ingresso phono con terminale per la messa a terra e due ingressi linea di tipo sbilanciato. La parte digitale annovera invece due ingressi TOSLINK, uno coassiale, e una presa USB tipo B. Al centro trovano posto i morsetti a vite per i diffusori che sono ben spaziati e in grado di accettare sia forcelle che banane. All’estrema destra la vaschetta IEC di alimentazione. Completano la dotazione una presa HDMI con supporto allo standard ARC - Audio Return Channel, una presa LAN in formato RJ45 e una coppia di RCA per l’uscita pre out. Per il collegamento wireless l’apparecchio dispone di due antenne orientabili di buona fattura. Il coperchio è in lamiera stampata di ridotto spessore ma fissato tramite un generoso numero di viti che donano all’apparecchio un’apprezzabile solidità, cui contribuiscono anche quattro piedini in semplice plastica ma di generoso diametro.

 

Technics SU-GX70

 

Il telecomando a infrarossi è realizzato interamente in plastica di buona fattura, è alimentato da due batterie formato AAA e permette di comandare in maniera piuttosto estensiva le non poche funzioni di quest’apparecchio. Nell’uso si è dimostrato pratico e intuitivo grazie a una disposizione dei comandi principali che si basa sulla collaudata raggiera direzionale con pulsante di conferma centrale e su due pulsanti a bilanciere per la selezione degli ingressi e la regolazione del volume. Volendo trovargli un difetto, data la moltitudine di comandi e la vocazione audiovideo dell’apparecchio, sarebbe stato bello fosse anche retroilluminato. Nella norma raggio d’azione e angolazione di funzionamento.

 

Contenuti tecnici

Il Technics SU-GX70 è un vero e proprio concentrato di tecnologia. È un amplificatore integrato da quaranta watt per canale a otto ohm, uno streamer, un DAC e una radio DAB/FM.

Oltre che in rete cablata può funzionare in modalità wireless tramite Bluetooth o WLAN, accetta in ingresso sia sorgenti analogiche – compreso un giradischi con testina MM – che digitali collegate indifferentemente in ottico TOSLINK o in elettrico coassiale. Nel caso la potenza offerta non fosse sufficiente, l’apparecchio possiede una coppia di uscite sbilanciate RCA per il collegamento a un finale di potenza.

Nonostante tutto questo ben di Dio il SU-GX70 è un apparecchio che si contraddistingue per un’estetica discreta ed elegante che, grazie alle dimensioni e al peso contenuto, permette di realizzare impianti audiovideo a due canali caratterizzati da una estrema integrazione ed ergonomia.

Il Technics è un amplificatore che come altri e più di altri fa un massiccio ricorso alla tecnologica digitale: una volta che un segnale in ingresso entra all’interno dell’apparecchio tutte le elaborazioni che esso subisce avvengono nel dominio digitale. Un siffatto approccio se da un lato è in grado di migliorare alcuni parametri connessi al rumore o alla distorsione deve dall’altro mettere in conto una maggior influenza del jitter. Per minimizzare il problema, il SU-GX70 al pari dei suoi fratelli maggiori ricorre al processore proprietario JENO - Jitter Elimination and Noise-shaping Optimisation, che integra al suo interno il circuito di rigenerazione del clock, il convertitore della frequenza di campionamento e il modulatore PWM - Pulse Width Modulation. In particolare il SU-GX70 è il primo apparecchio di Technics che adotta un processore JENO anche per l’audio veicolato tramite il collegamento HDMI, che come già detto è qui dotato di funzionalità ARC.

L’altra caratteristica che merita menzione è quella che permette l’ottimizzazione dell’interfacciamento con i diffusori posseduti e denominata LAPC - Load Adaptive Phase Calibration. Anche in questo caso si tratta di una tecnologia DSP - Digital Signal Processing proprietaria in grado di eseguire la misurazione e la correzione delle deviazioni di fase e ampiezza dall’impulso ideale misurato atto a migliorare la linearità e la spazialità della musica riprodotta. La procedura di calibrazione, che dura pochi minuti, è attivabile dalla propria postazione d’ascolto con un semplice tap sull’applicazione Technics Audio Center.

Sul fronte più squisitamente costruttivo va segnalata una lodevole attenzione nell’utilizzo di alimentazioni separate per la parte di potenza e per i servizi, la scelta di una simmetria circuitale per gli ingressi analogici, l’uso di buoni componenti quali FET a basso rumore e resistori a film sottile che si ispirano o derivano direttamente da quanto utilizzato per il Technics SU-R1000.

 

Utilizzo

Lo abbiamo già detto: il SU-GX70 è un concentrato di tecnologia. È un amplificatore integrato, uno streamer dotato di DAC, una radio DAB/FM. Gli ingressi o – in termini più generali e meno ortodossi – le fonti da cui attingere musica possono essere veramente tante, anzi tantissime. Se sfruttato al massimo delle sue potenzialità si può provare la stessa sensazione di disorientamento che si ha la sera quando terminata la giornata lavorativa ci si siede sul divano e si deve decidere quale film o serie TV guardare scegliendo fra l’infinita offerta proposta dalle televisioni in chiaro, a pagamento o dai servizi di streaming.

 

Per domare cotanta sovrabbondanza ci vengono in soccorso, e non è solo un modo di dire, il telecomando in dotazione e l’app Technics Music Center.

 

Fare il giro completo di tutti gli ingressi selezionabili, ruotando la manopola predisposta sul frontale dell’apparecchio o cliccando ripetutamente sul pulsante a bilanciere che trovate sul telecomando v’impegnerà non poco giacché sono ventuno! Sì, avete letto bene, ventuno ingressi selezionabili e precisamente: linea 1, linea 2, phono, DMP, internet radio, podcast, Spotify, Tidal, Deezer, Amazon Music, Qobuz, Chromecast built-in, DAB/DAB+, FM, Bluetooth, USB-A, coaxial, optical 1, optical 2, HDMI ARC, USB-B.

Com’è facile comprendere, con cotanta sovrabbondanza risulta impossibile predisporre un pulsante di accesso diretto per ogni funzione, ragione per cui sulla parte alta del telecomando subito sotto il comando di accensione, l’unico in rosso, si trovano tre pulsanti con i quali possiamo scegliere se ascoltare la musica proveniente da eventuali chiavette o hard disk esterni, dalla radio FM o DAB, o da un device connesso tramite Bluetooth. Per tutto il resto si deve ricorrere al tasto input e selezionare la sorgente desiderata.

 

Più pratico destreggiarsi con l’app predisposta dove, cliccando sull’icona della nota musicale posta in basso a sinistra, veniamo indirizzati a una sorta di landing page caratterizzata da tre linee orizzontali di tile denominate: streaming, dispositivo e rete domestica, dove sono rispettivamente raggruppate le piattaforme di streaming, le Internet radio e i podcast; gli ingressi fisici dell’apparecchio; la musica immagazzinata sul nostro NAS o sul device che utilizziamo come controller. Quest’ultimo può essere un tablet oppure uno smartphone con sistema operativo iOS o Android.

Ad eccezione del pairing Bluetooth eseguibile anche da telecomando, tutte le altre impostazioni devono essere fatte tramite l’app. In maniera sempre molto intuitiva grazie al Technics Music Center è possibile:

  • creare o eliminare scorciatoie per le funzioni più utilizzate
  • programmare lo sleep timer
  • regolare il bilanciamento
  • regolare basse e alte frequenze
  • accedere allo space tune con cui ottimizzare la resa dei diffusori in funzione della loro collocazione in ambiente come, ad esempio, lontani o vicini alle pareti, negli angoli della stanza, su di una mensola, o in una qualsiasi combinazione personalizzata per canale destro e sinistro scelta fra le precedenti
  • effettuare la calibrazione LAPC
  • attivare la funzione pure amplification per escludere selettivamente i servizi che utilizzano la rete
  • invertire la fase e applicare un filtro subsonico agli ingressi analogici selezionati
  • attivare la decodifica MQA
  • verificare lo stato della rete senza fili
  • abilitare le uscite pre out
  • regolare la luminosità del display
  • regolare lo standby
  • regolare il funzionamento HDMI
  • e molto altro ancora…

Detta così la cosa può apparire piuttosto caotica, in realtà l’app messa a punto da Technics svolge un egregio lavoro nel mettere ordine fra le tante opzioni a disposizione e con un minimo di pratica ci si ritrova presto a padroneggiare il tutto.

Ciò detto il segmento di mercato che alcuni definiscono Internet music e che racchiude apparecchi simili al Technics SU-GX70 è insieme a quello dell’ascolto in cuffia uno fra i più dinamici tanto che quasi ogni mese è possibile assistere a qualche novità hardware o software. La competizione è altissima e il numero di player che si contende il mercato cresce di giorno in giorno. Oltre ai marchi storici che come Technics hanno scritto pagine importanti della storia dell’Alta Fedeltà, esistono oggigiorno un sacco di startup più o meno sconosciute che in alcuni casi soprattutto lato software sono in grado di sfornare prodotti che mettono fortemente in discussione lo status quo imposto dai grossi brand di settore. L’ecosistema della community è il motore propulsivo che questi nuovi player perlopiù asiatici hanno fatto proprio partendo dall’esperienza maturata da altri brand affermati come Bluesound, riuscendo a creare una relazione simbiotica con i propri clienti che gli consente di rispondere quasi in tempo reale alle loro richieste.

In tal senso non deve quindi stupire che adesso esistano prodotti low cost dotati di applicazioni e interfacce grafiche da far impallidire quelle a bordo di molti prodotti premium del costo molte volte superiore. Tutto questo per dire che l’app proposta da Technics è una buona applicazione che potrebbe essere migliore rifacendosi un poco il trucco prendendo spunto da quanto fatto da qualche underdog fino a ieri sconosciuto.

 

Ottima, così come la ricordavo la gestione delle Internet radio e dei podcast, così come della musica in locale con l’unica eccezione della funzione di ricerca, ma su questo avremo modo di concentrarci più avanti.

 

Per una trattazione più approfondita dell’argomento vi rimando alla lettura della recensione del Technics Ottava SC-C70 qui, che condivide lo stesso software di controllo, per ora mi preme solo sottolineare come la scelta di aver organizzato i numerosi contenuti in cartelle, similmente a quanto accade in un personal computer, sia assolutamente vincente e renda la navigazione intuitiva e immediata per chiunque. Al pari di quando navighiamo sul web è infatti possibile applicare dei filtri e selezionare i contenuti desiderati fra radio preferite, locali, popolari o di tendenza. Oppure affinare la ricerca sulla base del bitrate, della lingua, del genere musicale o della localizzazione geografica, partendo dal continente di appartenenza fino ad arrivare al nome della città.

Stessa musica per i podcast, dove l’applicazione dei filtri è ancora più efficace e utile. Con una così straripante offerta non riuscire più a ritrovare una stazione radio che ci era piaciuta o un podcast che avevamo trovato interessante è un’eventualità da non escludere. Per evitare che ciò accada basta utilizzare il sistema di segnalibri, una trovata veramente geniale questa dei progettisti Technics, con cui possiamo creare una specie di scorciatoia per tutto ciò che vogliamo ritrovare in un secondo tempo.

Che si tratti di un emittente FM o DAB, di un podcast o di una web radio, basterà un semplice tap sull’app Music Center o la pressione del corrispondente pulsante numerico sul telecomando per riprodurla. Bella idea, promossa!

 

Passando dalla musica in streaming a quella in locale, ossia quella conservata su dispositivi rimovibili come chiavette USB o hard disk drive il funzionamento continua a essere ineccepibile, come già era sperimentato con il Technics Ottava è come utilizzare un PC in cui sia stato installato VLC, non vi accadrà mai di non riuscire a riprodurre un file indipendentemente dal formato o dalla risoluzione impiegata. Una garanzia!

 

Per ultimo qualche parola circa la musica conservata su NAS. Ancora oggi non tutti gli apparecchi consentono di accedervi in maniera indolore, anzi, in qualche caso la cosa è invariabilmente foriera d’incazzature e mal di testa. Nel caso degli apparecchi Technics da me provati il tutto si conclude con un singolo tap. Così fu con l’Ottava e così è stato con il SU-GX70. Se avete un NAS con certificazione DLNA - Digital Living Network Alliance non dovrete fare altro. Nel mio caso, infatti, non appena mi sono portato nella sezione rete locale, ho trovato ad attendermi la cartella condivisa del mio Synology DS216play ed è bastato selezionarla per accedere a tutta la musica in esso contenuta. Facile come bere un bicchier d’acqua. E anche senza utilizzare cavo di rete il funzionamento è stato perfetto. Nessun dropout, nessun balbettamento, nemmeno con file DSD. Chapeau!

 

Poco da segnalare infine riguardo al funzionamento Bluetooth, una funzione che su questa tipologia di apparecchi ritengo nella maggior parte dei casi superflua. A ogni buon conto c’è da segnalare la buona intuizione di permettere l’effettuazione della procedura di pairing attraverso il telecomando. La cosa si rivela molto pratica per riprodurre la musica contenuta nei device di altre persone appartenenti al proprio nucleo familiare o ad amici che ci sono venuti a trovare.

 

Qualche difetto? La manopola del volume senza scatti ed eccessivamente dura da ruotare e il display di dimensioni troppo piccole perché sia letto agevolmente già da qualche metro di distanza. Non sarebbe meglio farne a meno?

 

Ascolto

Provare apparecchi di questa tipologia semplifica di molto il lavoro. Dato che integrano al loro interno sia la sorgente sia l’amplificazione le variabili in gioco si riducono drasticamente al pari dei collegamenti necessari tanto che basta cambiare i diffusori e trasferirsi da un ambiente all’altro per ricreare con facilità differenti situazioni d’ascolto che permettono di esprimere un parere più generalizzabile e rappresentativo delle differenti condizioni d’utilizzo che il potenziale acquirente ne potrà fare.

Nel caso specifico poi, la presenza di un sistema di calibrazione che adatta le prestazioni dell’apparecchio in funzione delle caratteristiche dell’ambiente d’ascolto e del tipo di diffusori impiegati dovrebbe garantire in misura anche maggiore di poter riprodurre nella vostra stanza quando io ho ottenuto nella mia.

 

Con il rischio di anticiparvi l’efficacia di suddetto sistema, va detto che il Technics SU-GX70 può, a seconda dei diffusori che utilizziamo, suonare benino, molto bene oppure ottimamente. Nulla di nuovo sotto il sole, me ne rendo conto, ma diciamo che fra gli apparecchi che mi sono capitati fra le mani nell’ultimo periodo questo è quello che è risultato più selettivo in fatto di amicizie.

Per rendere meglio l’idea vi racconto un mio modus operandi, ma se la memoria non m’inganna devo averlo già scritto in qualche altra recensione di come procedo per le prove di ReMusic. Per prima cosa, se l’apparecchio non mi è noto, non prendo informazioni sul suo conto, in particolare sul suo prezzo di vendita. Non leggo le altrui recensioni. Non approfondisco le caratteristiche tecniche. Rimando curiosità ed eventuali quesiti per il progettista o il produttore a un secondo momento e sempre dopo averlo ascoltato. Dopo aver verificato che l’apparecchio sia a me giunto integro e perfettamente funzionante lo predispongo per un minimo rodaggio durante il quale sono solito non prestarvi attenzione. A questo punto, d’abitudine il giorno dopo, mi appresto ad ascoltare. In questa prima presa di contatto non sono solito usare una scaletta di brani precostituita ma ricorro a quanto sto ascoltando in quel particolare periodo e di cui ho orecchio. Nel fare questo, utilizzo un libretto di appunti in cui annoto quello che sento in maniera piuttosto libera, sono perlopiù commenti di pancia, impressioni genuine, in alcuni casi per nulla influenzate dalla conoscenza dell’apparecchio. Ovviamente non sempre la cosa è possibile, vuoi perché si è letto già qualcosa in merito, perché l’apparecchio è molto chiacchierato fra gli appassionati o perché si è già ascoltato alle fiere o da amici. Per esperienza posso però affermare che dopo poco meno di una cinquantina d’anni passati ad ascoltare musica e impianti, quei primi minuti spesso si rivelano essere i più ricchi di informazioni, molto di più di quello che siamo disposti a credere. Spesso in questa fase, per così dire preliminare, associo la lettura all’ascolto, di solito una rivista, oppure utilizzo il tablet per navigare. Spesso durante quest’ascolto non focalizzato vengo distratto dalla musica, da qualche sua caratteristica peculiare che cattura la mia attenzione. Un dettaglio, una nuance, ma anche un basso corposo, un acuto particolarmente raffinato. Una riproduzione che si faccia notare, che sappia calamitare la mia attenzione distogliendomi dall’attività che sto conducendo, è un indizio che mi premuro di annotare e di approfondire in seguito tramite l’ascolto critico vero e proprio, durante il quale utilizzo la mia personale cassetta degli attrezzi costituita dalle mie test playlist.

 

Perché vi sto raccontando tutto questo? Per dirvi che di primo acchito il SU-GX70 non mi aveva per niente colpito, anzi. Per dirla in una sola parola la prima impressione che ho annotato sul mio quadernetto è stata “apparecchio piuttosto compassato”, “suono piatto”.

Non necessariamente “sbagliato” ma, sebbene in grado di svolgere il proprio compito senza errori particolari, poco comunicativo e coinvolgente.

 

Technics SU-GX70

 

La mia prima esperienza di sensale ha riguardato una coppia di Klipsch Forte III, con cui, come avrete già intuito, non sono riuscito a combinare il matrimonio. In verità con certa musica il risultato non è stato disprezzabile. Di primo acchito una delle caratteristiche che colpiscono del SU-GX70 è una generale raffinatezza di riproduzione che ho molto apprezzato con la musica acustica e con il jazz. Con il rock e l’elettronica mi sono invece mancati sin da subito il punch e il controllo delle basse frequenze cui sono abituato.

Per fortuna nulla a che vedere con bassi melmosi dai rimbombi incontrollati ma era come se i dodici pollici di woofer e i quindici di passivo delle Klipsch si fossero improvvisamente ristretti al pari di un maglioncino di lana finito per sbaglio insieme al bucato ad alta temperatura.

Con i brani più ritmati erano ravvisabili anche una ridotta dinamica e una certa lentezza, soprattutto con le percussioni. Nonostante la sensibilità piuttosto elevata delle Forte III era come se i quaranta watt di potenza non fossero sufficienti.

 

Non convinto di questa fin troppo facile spiegazione, mi adopero a combinare un secondo incontro galante, questa volta con un paio di KEF LS50. Questa volta le cose sembrano andare molto meglio fin dall’inizio e senza operare null’altro che qualche aggiustamento di disposizione riesco in breve tempo a ottenere un risultato molto buono.

Ovviamente il basso è di tutt’altra sostanza ma riesce tuttavia a farsi ascoltare e finanche preferire per una maggiore velocità e intelligibilità. Anche il punch, seppure in scala ridotta, risulta preferibile. Se precisione, dettaglio e stratificazione dei piani sonori con le Klipsch erano un bel sentire, con le KEF raggiungono un’espressione ancora maggiore, soprattutto la rappresentazione spaziale in senso prospettico, adesso di assoluto livello. Certamente le doti intrinseche del concentrico di casa KEF contribuiscono non poco all’eccellente risultato, quel che però stupisce è il fatto che anche la dinamica percepita sia maggiore nonostante il fatto che le piccole britanniche cedano cinque dB di sensibilità ai novantanove delle Forte III.

 

Com’era prevedibile non si trattava di una questione di watt, almeno non solo, ma d’interfacciamento e qui veniamo alla parte più interessante del racconto.

 

Come ho già accennato il Technics SU-GX70 è un apparecchio che fa molto affidamento sulla tecnologia digitale per tutta una serie di funzioni operative. In particolare, parlando di messa in funzione e calibrazione, è dotato di procedure assistite per la misurazione e la regolazione dei parametri di funzionamento ottimale sia per quanto concerne il posizionamento in ambiente che l’interfacciamento con i diffusori impiegati.

Entrambe le procedure sono assistite, molto chiare e semplici da eseguire, stando comodamente seduti nella propria posizione d’ascolto e avvalendosi di un semplice tablet che, occorre segnalarlo, può essere solo del tipo di quelli prodotti da Apple.

La stessa cosa non è possibile utilizzando un dispositivo con sistema operativo Android.

A parte questo limite, entrambi i processi di calibrazione non vi porteranno via più di sette, otto minuti, al termine dei quali il vostro impianto sarà ottimizzato e pronto all’uso. Per tutti quelli che preferiscono il fai da te, segnalo fin da subito che è comunque possibile farne a meno, procedere con la sola calibrazione delle caratteristiche elettriche dei diffusori o del posizionamento in ambiente e di ritoccare a posteriori il risultato ottenuto attraverso i controlli di tono. Personalmente ho sperimentato tutte le possibilità di cui sopra e posso testimoniare che il sistema messo a punto da Technics è molto efficace e che i risultati ottenuti si sono molto avvicinati al mio gusto personale e a quanto da me ottenuto spostando manualmente i diffusori all’interno della stanza, in special modo per quanto concerne l’immagine stereo.

 

Quello che invece non è ottenibile – o solo grossolanamente con il ricorso ai controlli di tono disponibili tramite l’app – è un’integrazione più profonda della catena audio con l’ambiente d’ascolto in modo tale da percepire un suono qualitativamente e quantitativamente differente. Il mio punto di vista sulla questione, mutuato da una certa inclinazione a supportare il concetto di My-Fi, è che le colorazioni caratteristiche dei differenti ambienti di ascolto vadano comprese e accettate alla pari di quanto si è soliti fare per le sale da concerto. Corretti gli errori più vistosi quel che rimane concorre nella realizzazione del nostro progetto di ascolto ad Alta Fedeltà. Personalmente ritengo che quando ci rechiamo a casa di un amico o di un conoscente per ascoltare il suo impianto, di fatto stiamo anche ascoltando la sua idea di riproduzione musicale. Da questo punto di vista non posso che esprimere un parere assolutamente positivo in merito ai sistemi di calibrazione implementati da Technics che ritengo in futuro diventeranno imprescindibili per la maggior parte dei dispositivi.

 

Tornando a parlare dell’applicazione pratica e dei risultati ottenuti con il loro utilizzo, va detto che dei due setup ho continuato a preferire quello che prevedeva l’utilizzo delle KEF LS50. Dopo calibrazione anche il primo è migliorato, pur senza convincermi pienamente. Se da un lato il suono è risultato non più compassato e pigro ma al contrario migliorato in termini di dinamica, è pur vero che la predisposizione a riprodurre un suono energico e coinvolgente dalle forti connotazioni live tipico dei diffusori Klipsch è apparso frenato e non pienamente valorizzato, benché i bassi siano diventati più netti e definiti, soprattutto quelli più profondi, e il punch abbia guadagnato qualche punto in impulsività piuttosto che in autorità.

Ottimo invece il medioalto. In fatto di dettaglio e raffinatezza il risultato è di livello assoluto anche quando gli ascolti sono condotti a volume elevato. In queste condizioni, quando i fiati diventano particolarmente penetranti non è raro anche con apparecchi di maggior pregio che possano risultare striduli o abrasivi, ma non in questo caso. Con il jazz ho potuto apprezzare un elevato dettaglio sia sul soffiato del sax sia sulle ghost note della batteria. Le voci, quelle soprattutto femminili, sono risultate molto informative e ricche di sfumature. Il jazz e la musica acustica sono il playground elettivo del SU-GX70. In quest’ambito le emozioni che può regalare all’ascoltatore, anche quello navigato, sono reali, tangibili. All’ottimo risultato concorre anche un’eccellente ricostruzione spaziale che si estende in misura ragguardevole pure in senso prospettico. Una caratteristica che accentua lo stacco fra voce e strumenti e che personalmente reputo una prerogativa di pregio che non sempre è così chiaramente percepibile neppure in apparecchi ben più costosi.

 

Come anticipato il matrimonio con le piccole di casa KEF è risultato quello più felice, e così è stato anche dopo aver applicato entrambe le calibrazioni che hanno prodotto un certo restringimento della scena in ampiezza, lasciandone invece immutata la profondità e un miglioramento della definizione delle basse frequenze, che sono al contempo apparse meno generose.

Il suono già molto buono ottenuto senza ricorrere al tuning è stato ottimizzato per così dire per sottrazione, limando e smussando i due estremi di banda. L’effetto percepito è quello di un basso più solido e definito, anche se leggermente meno presente, e di un palcoscenico più intimo, meno esteso orizzontalmente ma più denso e coerente, dove gli strumenti appaiono più vicini fra loro. In questo caso l’effetto live ne esce migliorato e, pur con le inevitabili differenze quantitative, soprattutto in basso, è in definitiva più godibile ed equilibrato.

Anche in questo caso medie e alte frequenze conquistano l’attenzione dell’ascoltatore. La cifra stilistica del Technics si potrebbe definire improntata alla luminosità e ai toni chiari, ma la notevole grazia di cui è capace scongiura che anche con la musica dotata di maggior enfasi e trasporto possa esservi anche solo un vago sentore di asprezza. La capacità di restituzione dei dettagli di questo setup è risultata molto alta con tutti i generi musicali. Tanto le voci che gli strumenti sono restituiti con ricchezza di sfumature. Particolarmente apprezzabili quelli a corde di cui sono chiaramente percepibili armonici e decadimenti. L’elevata capacità di restituire anche i dettagli più minuti non è però mai sconfinata in una rappresentazione algida o sterile, e in questo ha aiutato non poco la calibrazione proposta dal SU-GX70 che ha compattato il fronte sonoro percepito, raccordando con più efficacia la gamma media con quella alta, con il risultato di riproduzione di maggior corpo e struttura.

 

Considerazioni finali

Il Technics SU-GX70 è un apparecchio moderno ed evoluto che racchiude al suo interno molta tecnologia, la maggior parte proprietaria, cosa che ne accresce in maniera sensibile l’unicità. La versatilità è l’altro suo punto di forza. I tanti ingressi disponibili, l’integrazione delle funzioni di player digitale, di convertitore e di amplificatore integrato lo rende di fatto un vero e proprio all-in-one. I sistemi di calibrazione efficaci e di facile esecuzione sono il suo fiore all’occhiello. Il prezzo richiesto per l’acquisto è centrato e assai allettante, soprattutto se rapportato alla qualità audio ottenibile. In un sistema simile a quello da me utilizzato che faccia uso di mini monitor dal prezzo comparabile, con una spesa di tremila euro è possibile acquistare tutto il necessario: diffusori, stand e cavi di potenza. Aggiungeteci un abbonamento a un servizio di musica in streaming e il gioco è fatto. La qualità c’è tutta, anche per i palati fini. Certo si può chiedere e ottenere di più, ma sicuramente con altri costi e mettendo in conto anche una maggior complessità.

Nel caso la vostra area di comfort sia confinata fra la musica acustica, quella da camera e il jazz, il SU-GX70 vale sicuramente un ascolto, specialmente se siete alla ricerca di una soluzione poco invadente e di facile collocazione in ambiente. Per gli appassionati di rock nelle sue varie declinazioni o in generale di musica a maggior contenuto energetico il matrimonio è ugualmente possibile a patto di accettare qualche limitazione in termini di dinamica e impatto, entrambe comunque superabili con l’uso di un finale di potenza.

Poche le cose che non mi sono piaciute, a parte la manopola del volume sorprendentemente dura e l’impossibilità di escludere gli ingressi inutilizzati che ne avrebbero reso più semplice la selezione, è l’applicazione Technics Audio Center a non avermi pienamente convinto. In particolare, il funzionamento della funzione di ricerca è assolutamente da rivedere. Navigando all’interno della musica posseduta, per esempio, i troppi tap necessari per giungere a quello che si sta cercando rendono oltremodo lungo e scomodo saltare con rapidità da un autore all'altro o spostarsi fra i differenti album, tanto che dopo un po’ si perde la voglia di farlo e ci si limita ad ascoltare per intero quanto è in riproduzione in quel momento.

Passando alla musica in streaming – per le mie prove ho utilizzato prevalentemente TIDAL – la cattiva notizia è che il problema si ripresenta tale e quale. Anzi, si aggiunge l’impossibilità, ascoltando per esempio un brano all’interno di una playlist, di passare all’album che lo contiene o al suo autore come siamo soliti fare con altri software dotati di una maggiore integrazione. Quella buona invece è che, trattandosi di una limitazione software, è possibile porvi rimedio con un aggiornamento che a mio avviso dovrebbe comprendere anche l’interfaccia grafica. In giro i buoni esempi da cui prendere spunto non mancano.

 

Se siete in procinto di semplificare il vostro impianto attuale, oppure siete alla ricerca di una soluzione di facile sistemazione in ambiente o se avete un budget limitato, ma non volete scendere a troppi compromessi con la qualità, il Technics SU-GX70 è una delle migliori possibilità presenti sul mercato. È capace di restituire un suono raffinato, competente e dettagliato e, se l’ambiente d’ascolto non è troppo ampio, anche sufficientemente dinamico. L’integrazione delle funzioni di streamer e DAC lo rende ready to play non appena estratto dall’imballo e le funzioni di calibrazione assistita permettono di migliorare l’interfacciamento con i diffusori posseduti e l’interazione con l’ambiente d’ascolto.

Il prezzo è molto favorevole, soprattutto in considerazione della qualità e versatilità di cui è capace.

Qualche problemino con l’applicazione Technics Audio Center, ma nulla di così grave da non poter essere sistemato con un aggiornamento.

 

Il mio FI* per il Technics SU-GX70 è di 3,5.

 

*Il Farewell index, FI, esprime quant’è doloroso per il recensore il distacco dalle apparecchiature in prova al momento della loro restituzione. I valori di questa scala vanno da un minimo di 0 o “nessun rimpianto” a un massimo di 5 “se me lo posso permettere lo compro!”.

 

Software utilizzato

AC/DC - Back in Black

Andrè 3000 - New Blue Sun

Archie Shepp Quartet - Blue Ballads

Arooj Aftab - Vulture Prince

Bill Evans - At the Village Vanguard

Bloc Party - The High Life EP

Blur- The Ballad of Darren

Carla Bley, Andy Sheppard, Steve Swallow - Trios

Charlie Watts - Anthology

Chiara Rosso - Elemento H2O

Cymande - Cymande

Dave Weckl - Multiplicity

Donna Summer - Love To Love You Donna

Emmet Cohen, Houston Person - Masters Legacy Series Volume 5: Houston Person

Eric Clapton - The Lady in The Balcony Lockdown Session (Live)

Houston Person - Reminiscing at Rudy’s

Ibibio Sound Machine - Electricity

John Cage, Orchestra of S.E.M. Ensemble - Concert For Piano And Orchestra, Atlas Eclipticalis

Joshua Redman - Where We Are

Lady Blackbird - Black Acid Soul

Leslie Harrison - Let Them Talk

Luca Stricagnoli - Changes of Rules

Mark Hollis - Mark Hollis

Neil Young - Chrome Days

Peter Gabriel - i/o

Roy Hargrove - The Love Suite: In Mahogany

Steely Dan - Can’t Buy A Thrill

The Main Squeeze, Smile High - The Vibetapes

The Weeknd- Dawn FM

Trentemøller - The Last Resort

Vanishing Twin - Afternoon X

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

Potenza d’uscita: 40+40W a 1kHz, THD 1.0%, 8ohm, 20kHz LPF; 80+80W a 1kHz, THD 1.0%, 4ohm, 20kHz LPF

Impedenza di carico: 4-16ohm

Risposta in frequenza: phono MM 20Hz-20 kHz con deviazione RIAA ±1dB, 4ohm; linea 20Hz-40kHz, -3dB, 4ohm; digitale 20Hz-80 kHz, -3dB, 4ohm

Sensibilità/impedenza in ingresso: phono MM 2,0mV/47kohm, linea 200mV/23kohm

Ingressi analogici: 2 linea, 1 phono MM

Uscite analogiche: 1 pre out

Ingressi digitali: 1 coax, 2 TOSLINK, 1 USB 2.0 tipo B, 1 USB 2.0 tipo A, 1 HDMI ARC

Altre connessioni: terminale BNC per antenna radio FM/DAB, presa LAN 100BASE-TX/10BASE-T, terminale per la messa a terra del giradischi, presa cuffie con jack da 6,3mm

Terminali d’uscita per diffusori: due coppie 4-16ohm

Connettività wireless: IEEE 802.11a/b/g/n/ac/ax 2,4GHz/5GHz

Connettività cablata: Ethernet 10/100 RJ45

Bluetooth, codec supportati: AAC, SBC

USB/LAN, codec supportati:

WAV 32, 44.1, 48, 88.2, 96, 176.4, 192, 352.8, 384 kHz / 16, 24, 32 bit

FLAC 32, 44,1, 48, 88,2, 96, 176,4, 192, 352,8, 384 kHz/16, 24 bit

DSD 2,8 MHz, 5,6 MHz, 11,2 MHz

AIFF 32, 44.1, 48, 88.2, 96, 176.4, 192, 352.8, 384 kHz / 16, 24, 32 bit

ALAC 32, 44,1, 48, 88,2, 96, 176,4, 192, 352,8, 384 kHz / 16, 24 bit

AAC 32, 44,1, 48, 88,2, 96 kHz/16-320 kbps

MP3 32, 44.1, 48 kHz / 16-320 kbps

Altre funzionalità: compatibilità Chromecast, Airplay 2, MQA, sintonizzatore DAB/DAB+/FM

Alimentazione: 220-240V, 50/60Hz

Consumo: 63W

Dimensioni: 430×98×368mm LxAxP

Peso: circa 6,6kg

Accessori: cavo di alimentazione, antenna interna DAB, telecomando, batterie per il telecomando, manuale di istruzioni

 

Distributore ufficiale Italiaal sito Panasonic Italia

Prezzo Italia alla data della recensione: 1.799,00 euro

Sistema utilizzato: all’impianto di Paolo Mariani

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