Convertitore iFi audio Zen DAC V2 Signature

28.07.2022

Un tutorial ufficiale iFi Audio sullo Zen DAC V2 Signature in prova, dove tra l'altro si illustra in modo molto intuitivo il significato dei colori che può assumere la luce intorno alla manopola del volume, che indicano le diverse frequenze di campionamento agganciate dall'apparecchio.

 

 

iFi Audio è una delle realtà più innovative, interessanti e divertenti apparse recentemente nel mondo dell’alta fedeltà. Nata nel 2012 per volontà della casa madre AMR - Abbingdon Music Research, famosa per i suoi CD player e convertitori di altissimo livello, ha sede in Southport, Inghilterra, e ha una sede logistica e commerciale negli Stati Uniti. iFi Audio si caratterizza per l’utilizzo di componentistica no compromise con capacità di miniaturizzazione notevole. Per cui, a prezzi che definire concorrenziali è riduttivo, offre un ampio catalogo – DAC, ampli portatili e da studio per cuffie, con DAC incorporato, purificatori del segnale digitale e della rete elettrica, stadi phono, ecc. – di prodotti “furbi”, nel senso che costituiscono strumenti in grado di elevare drasticamente la qualità della musica fruita e in grado di soddisfare anche l’appassionato evoluto ed esigente.

 

L’iFi Audio Zen DAC V2 Signature in prova non fa eccezione, un DAC che è un vero concentrato di tecnologia che attinge ai migliori fornitori sul mercato del calibro di Texas Instruments, muRata, ELNA, Tokyo Cosmos Electric Co. - TOCOS, Panasonic, ecc. ecc. e trovate una sua prima presentazione tecnica qui.

 

 

iFi audio Zen DAC V2 Signature

 

Questo DAC presenta uno stadio di segnale realmente dual mono bilanciato differenziale completamente simmetrico, con percorsi di segnale diretti per garantirne una purezza ottimale. Il sistema di conversione è affidato ai Burr Brown true native PCM 1793 della Texas Instruments, una scelta voluta dai progettisti per privilegiare l’equilibrio tonale e timbrico, piuttosto che l’ultimo bit di risoluzione. Lo Zen DAC Signature V2 include la tecnologia MQA. L'ingresso USB di tipo B è asincrono, il che significa che la velocità dei dati è regolata esclusivamente dai circuiti di clock audio specializzati. Una coppia di prese RCA si occupa dell’uscita analogica diretta all’amplificazione, ma è presente anche un'uscita bilanciata da 4,4 mm che consente il trasferimento del segnale bilanciato anche tra prodotti compatti che non possono ospitare connessioni XLR tradizionali e ingombranti. Il pieno vantaggio del design del circuito bilanciato dello Zen DAC Signature V2 può essere sentito quando è collegato a un amplificatore o altoparlanti attivi dotati di un ingresso bilanciato.

 

iFi audio Zen DAC V2 Signature

Le uscite dello Zen DAC Signature V2 possono essere commutate tra "variabile" e "fisso". Con l’uscita variabile – NdR | Volutamente analogica, come spiegato dall'azienda qui – questo DAC può pilotare direttamente dei diffusori amplificati o può consentire di trovare il giusto interfacciamento elettrico con l’amplificazione qualora il segnale di uscita del DAC sia troppo per la sensibilità in ingresso dell’amplificatore. Nel caso si utilizzi l’uscita fissa, verrà bypassato completamente il dispositivo analogico frontale di attenuazione del volume.

 

Una precisazione. Il DAC in prova, nella sua dotazione standard di serie, ha l’alimentazione esterna iFi Audio iPower X. Di recente, nell’ottica di un taglio dei costi, iFi Audio ha optato per fornire di serie la più economica e meno performante iPower 2.

Un upgrade dell’alimentazione, anche con un’alimentazione esterna lineare di qualità di terze parti, tipo Sbooster, a mio avviso deve essere assolutamente considerata, vista la qualità del DAC e i benefici che una buona alimentazione apporta.

NdR | L'alimentazione esterna inserita viene segnalata da un LED verde a fianco del relativo connettore e contemporaneamente viene disabilitata elettronicamente l'alimentazione dal cavo USB.

iFi audio Zen DAC V2 Signature

 

Ho avuto modo di inserire questo DAC nel mio impianto descritto qui e in svariate combinazioni con cuffie e ampli per cuffie. Ho utilizzato come riferimenti il DAC Schiit Bifrost 2, il DAC 768xs dell’SPL Phonitor X e l’Esoteric K-03xs e debbo dire che l’iFi Audio mi ha dato filo da torcere nel tentativo di esplorarne i limiti.

 

Infatti, una volta superato l’imbarazzo di dover ammettere che l’impianto stava suonando e, cazzarola, anche molto bene, è partita la frustrante ricerca delle differenze rispetto ai riferimenti, visto che parliamo di un DAC di fascia decisamente economica.

 

Del resto, ogni audiofilo che si rispetti è sempre alla ricerca di argomenti che giustifichino quelle svariate migliaia di euro scialacquate in acquisti unanimemente accettati dalla comunità audiofila, anche a costo di mentire a sé stessi, millantando di percepire differenze E N O R M I quando nella realtà sono infinitesimali.

 

Ma partiamo dal dato di fatto.

 

Un piccolo DAC, con quella essenzialità ed efficacia tipica delle realizzazioni britanniche, si sta occupando della conversione del segnale digitale proveniente dall’etere e non sta sfigurando affatto.

 

Le prime piacevoli sorprese sono arrivate proprio dal suo inserimento nel mio impianto cuffie, utilizzando direttamente un iPhone 11 pro come streamer, via USB tramite CCK di Apple, dalla piattaforma Quobuz al DAC e quindi all’ampli Brocksieper EarMax SE recensito qui, alternato con l’SPL Phonitor X.

Le prove si sono svolte utilizzando le cuffie Sennheiser HD650 e HD800s.

Il DAC inizialmente utilizzato come riferimento, per comodità, è stato il 768xs integrato nel Phonitor X.

Il contrasto e la luminosità espressi dal combo iFi Audio più EarMax SE hanno subito fatto intendere un’impostazione sonora decisamente differente rispetto al combo SPL Phonitor X con DAC integrato 768xs, apparso al confronto piuttosto scialbo e piatto. Se inizialmente ho attribuito il merito al piccolo OTL EarMax, letteralmente magico, in particolare con le HD650, lo scambio dei DAC nelle combinazioni di ascolto mi ha convinto che un ruolo altrettanto importante nella straordinaria prestazione ascoltata è proprio opera del DAC iFi Audio. Posso dire senza tema di smentita che l’iFi Audio letteralmente sovrasta il DAC 768xs del Phonitor X in tutti i parametri. La spinta dinamica e la ricchezza cromatica ne fanno un piccolo campione in grado di esprimere un suono croccante e carnoso a cui diventa difficile resistere.

Decido allora di fare le cose sul serio scomodando uno dei migliori streamer in circolazione, l’Auralic Aries G2.1, recensito qui.

Elevo anche la categoria del riferimento impiegando un DAC Schiit Bifrost 2, un true multibit che utilizza i celebri e ricercati convertitori Analog Device AD5781.

Ripeto l’esperimento con i setup cuffie.

Il Bifrost 2 rimane un pelo più scuro dell’iFi Audio, presenta un corpo più pronunciato con una gamma bassa appena più presente. Tuttavia, registro una sostanziale maggiore ricchezza cromatica dell’iFi Audio, I suoi Burr Brown true native, pur non essendo l’ultima parola in fatto di trasparenza ed estensione, rappresentano una scelta voluta dai progettisti britannici per conferire al proprio DAC quel carattere privo di esasperazioni che lo rende così analogico, umano e credibile.

Il contrasto dinamico e il colore armonico dell’iFi Audio sono immediatamente percepibili come un marchio di fabbrica e rendono particolarmente gustosa e accattivante l’esperienza d’ascolto.

 

Incuriosito dalla performance del piccoletto, decido di esplorarne le capacità prospettiche e analitiche, inserendolo nel mio impianto stereo. Questa volta, dovrà vedersela col DAC dell’Esoteric K-03xs, con i suoi otto convertitori AK4497 32 bit premium DAC della Asahi Kasei Electronics, un algoritmo 34 bit processing, e una costruzione curata e sopradimensionata in tutto. Il lettore giapponese possiede un DAC davvero ben implementato e dalle prestazioni ancora difficili da battere.

A valle, la coppia pre e finale Audio Research e i diffusori Acapella.

 

Collego l’iFi Audio con le sue uscite RCA sbilanciate, consapevole che ciò costituisce un piccolo svantaggio rispetto al riferimento, in un impianto completamente bilanciato. Purtroppo, non avevo un cavo 4,4mm XLR per provare una connessione bilanciata.

L’ascolto rivela una capacità prospettica ragguardevole. Il piccolo Zen non sembra soffrire di alcun complesso d’inferiorità. La scena si staglia a tutta parete, come di consueto, con un corretto senso della profondità

Potrei già spegnere l’impianto e dirmi appagato ma il mio compito è quello di andare a fondo ed esplorare i limiti di questo DAC.

L’Esoteric presenta un suono sostanzialmente più denso, stessa immagine, ma è come se avesse più pixel, per intenderci. In particolare, la regione del basso è supportata da una dinamica che sostiene l’intero spettro armonico, rendendo più perentorio e contrastato il suono. Per contro, l’iFi Audio indulge in atmosfere appena più sfumate e rarefatte, accentuando il senso di ariosità e trasparenza del programma musicale. Ne beneficiano le informazioni ambientali che vengono esaltate. La rifinitura complessiva dei protagonisti non raggiunge il tutto tondo dell’Esoteric, ma il senso di spazialità non lascia indifferenti.

La gamma dinamica meno esasperata rende l’ascolto paradossalmente quasi più piacevole, ordinato e composto, cosa che si apprezza particolarmente a volumi pieni e impattanti, dove quella naturale propensione del suono a scomporsi, diventare aggressivo e debordante in qualche gamma dello spettro sonoro, a seconda della registrazione, appare qui stemperata, in un rassicurante equilibrio che ammalia. L’estensione agli estremi banda c’è tutta, non può parlarsi tecnicamente di roll off. Tutta la piacevolezza di questo DAC risiede in una timbrica leggermente accogliente più che calda, e in una dinamica contrastata ma un filo più compassata del riferimento.

L’evidenza di questa impostazione dell’iFi Audio emerge solo da un confronto serrato col riferimento e utilizzando software particolarmente complessi. Ma se già ascoltate con diffusori di litraggio limitato, o da stand, non ve ne accorgereste nemmeno.

 

La cosa indubitabile è che il piccolo DAC inglese sia perfettamente in grado di figurare anche in impianti ambiziosi, apportando una nota di “rilassata freschezza” che, senza perdere dettaglio e introspezione, regala la possibilità di ascoltare con disimpegno e gradevolezza, anche a volumi sostenuti, esaltando quel senso di aria che circonda i protagonisti sulla scena e, soprattutto, assecondando un palcoscenico coeso e credibile in tutte le dimensioni.

 

A fronte di una spesa che possiamo considerare “irrisoria” in questo folle mondo dell’HI-FI, soprattutto se rapportata alle notevoli prestazioni, l’iFi Audio Zen DAC V2 Signature deve essere accolto non come un “ammazzagiganti”, non ho mai creduto in questa definizione, ma, prima di tutto, come un serio momento di riflessione su come la tecnologia stia rendendo fruibili prestazioni sempre più impensabili e incredibili in una fascia di mercato decisamente consumer. E mi aspetto l’incredulità della comunità audiofila, perché tutto ciò è destabilizzante e mina le certezze sempre più autoreferenziali dei grandi spendaccioni.

 

Se non avete pregiudizi, questo DAC, come tutti i prodotti a cui iFi Audio ci sta abituando, compendia i progressi e gli investimenti fatti dalle aziende di settore nel campo della conversione del segnale digitale e della miniaturizzazione della componentistica. Uno stato dell’arte che rende di colpo obsoleti DAC a cui siete rimasti fedeli da anni, che nel digitale sono ere geologiche.

 

OK, lo dico senza tema di smentite. Difficile trovare qualcosa di così performante, anche quadruplicando il budget.

 

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

Ingresso: USB 3.0 B, compatibile USB2.0

Formati: PCM 384/352.8/192/176.4/96/88.2/48/44.1kHz, DSD 256/128/64, DXD 384/352.8kHz, MQA Decoder

DAC: Bit-Perfect DSD e DXD Burr Brown

Uscita bilanciata: 4,4mm, 2V-6,2V max. variabile e 4,2V fissa

Uscita sbilanciata: RCA 1V-3,3V max. variabile e 2,1V fissa

Impedenza: <= 200ohm sbilanciato, <= 100ohm bilanciato

Rapporto Segnale/Potenza: <-117dB pesato A a 0dB FS bilanciato/sbilanciato

Range dinamico: >117dB pesato A a -60dB FS bilanciato/sbilanciato

Distorsione Armonica Totale + Rumore: <0.0011% a 0dB FS bilanciato/sbilanciato

Consumi: senza segnale ~0,5W, con segnale alla massima potenza ~2,5W

Dimensioni: 158x35x117mm LxAxP

Peso: 505g


Distributore ufficiale Italia: al sito ProAudio Italia

Prezzo Italia alla data della recensione: 299,00 euro

Sistema utilizzato: all’impianto di Emilio Paolo Forte

di Emilio Paolo
Forte
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